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27 maggio 2012

Aung San Suu Kyi: la forza della giustizia


Molto recentemente ho visto un film molto forte e sconcertante intitolato: "The lady".
La protagonista è questa donna straordinariamente coraggiosa, che ha saputo lottare per la verità, per la pace, per la democrazia nel suo paese...e anche per la giustizia.

 Suu è la figlia del generale Aung San, uno dei principali esponenti politici della Birmania.
Aung San, dopo aver negoziato l'indipendenza della nazione dal Regno Unito, venne fucilato da alcuni avversari politici nel 1947. Sua figlia aveva solo quattro anni.

Aung San Suu Kyi compì molti viaggi con la madre e si laureò in Scienze politiche a Oxford.
Nel 1972 cominciò a lavorare per le Nazioni Unite e conobbe anche uno studioso di cultura tibetana, Micheal Aris, che divenne poco dopo suo marito, e padre dei suoi due figli, Alexander e Kim.
 Aung San Suu Kyi visse in Inghilterra per molti anni, ma ritornò in Birmania nel 1988, a causa della grave malattia della madre, e proprio in quegli anni il crudele generale Saw Maung prese il potere instaurando un regime militare durissimo ed estremamente intollerante.
Aung San Suu Kyi  fondò la Lega Nazionale per la Democrazia, incoraggiata da molti docenti universitari che vedevano in lei una speranza di riscatto per la Birmania e anche la possibilità di instaurare la democrazia. 
Neanche un anno dopo venne messa agli arresti domiciliari, con la concessione che se avesse voluto abbandonare il paese, lo avrebbe potuto fare; Aung San Suu Kyi rifiutò la proposta del regime.
Alcune persone del popolo birmano, che desideravano ardentemente la democrazia in Birmania, durante le manifestazioni democratiche organizzate dalla Aung vennero catturate dai militari e condannate a morire camminando nei campi minati.

Il regime militare decise di chiamare il popolo alle elezioni, e il risultato fu una sfolgorante vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi, che sarebbe dovuta diventare Primo Ministro. I militari presero il potere con la forza, annullando il voto popolare.
L'anno successivo Aung San Suu Kyi vinse il Premio Nobel per la Pace.
Gli arresti domiciliari le furono revocati nel 1995, non poté mai lasciare il paese, perché in tal caso le sarebbe stato negato il ritorno in Birmania, e anche ai suoi familiari non fu mai permesso di visitarla, neanche quando al marito Michael fu diagnosticato un tumore incurabile alla prostata.

Nel 2010 Aung San Suu Kyi è stata liberata. Il 1º aprile 2012 ha ottenuto un seggio al parlamento birmano.
Nonostante ciò la Birmania non è ancora libera e il passato dittatoriale grava ancora sulla nazione.

Sia l'aver visto il film, sia l'essermi informata ulteriormente riguardo alla vita travagliata di questa donna hanno suscitato in me molta indignazione e molto sconcerto.
Cattiveria, omicidi, intolleranza, odio, follìa spietata... e un dittatore che credeva di avere il diritto di morte persino sui suoi stessi collaboratori di governo.
Io sono una ragazza che ama la giustizia, la pace, la speranza e il rispetto. Ti stimo moltissimo per la tua forza di volontà e per il tuo coraggio, cara Aung, e ti voglio molto bene. Però sono convinta che certi uomini, prima ancora di imparare a comprendere i vantaggi della democrazia, dovrebbero imparare il rispetto per la vita umana propria e altrui. Il rispetto sta alla base di un governo democratico ed è favorito da un'apertura mentale nei confronti dell'altro.

Vi lascio, come occasione di riflessione, una frase di Aung San Suu Kyi che mi è sembrata molto significativa e che rivela la sua incredibile forza d'animo:
"Non è il potere che corrompe, ma la paura. Il timore di perdere il potere corrompe chi lo detiene e la paura del castigo del potere corrompe chi ne è soggetto."

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