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21 giugno 2012

Il fu Mattia Pascal: l' uomo che visse due volte



All'inizio del libro, il protagonista racconta che il padre, spesso in viaggio, era riuscito a divenire molto ricco giocando a carte. Pochi anni dopo, durante un viaggio, era morto lasciando soli la moglie e i due figli Roberto e Mattia. I beni di famiglia venivano così affidati all’amministratore Malagna, che aveva mandato in rovina la famiglia pensando esclusivamente ai propri interessi.
Passati molti anni, dopo varie e complesse avventure d'amore (che rivelano la sua spregiudicatezza) Mattia aveva contratto un matrimonio con Romilda, la figlia della cugina del Malagna.
Impoverito, Mattia si vedeva costretto per la prima volta nella vita, a cercare lavoro. Aveva trovato lavoro come bibliotecario. Intanto la situazione familiare si era aggravata a causa della morte delle sue due figlie.
Di nascosto, dopo l'ennesima lite con la suocera Mattia si era diretto a Montecarlo, dove con qualche colpo di fortuna avuto nel gioco d’azzardo aveva ottenuto la cifra di 82.000 lire. Poco dopo, il protagonista era venuto a sapere da un giornale che un cadavere era stato trovando vicino al molino di una sua vecchia proprietà e il cadavere viene identificato come quello di Mattia Pascal.
Il protagonista vedeva di fronte a sé l’opportunità di dare inizio ad una nuova vita. Dunque aveva cambiato nome, chiamandosi Adriano Meis, e aveva modificato il suo aspetto. Aveva inventato un passato e aveva compiuto dei viaggi. Dopo un anno di vagabondaggio si era stabilito in una stanza ammobiliata a Roma, ospite di Anselmo Paleari, un anziano signore noioso e di sua figlia Adriana, timida e dolce, di cui poi si innamorerà.
Ma riuscirà a vivere per sempre in questa nuova vita, che lo costringerà a mentire sulla propria identità?


Ho riflettuto molto sul nome del protagonista Mattia Pascal, che secondo me non è stato scelto da Pirandello casualmente in quanto Mattia allude all'aggettivo matto e Pascal invece mi ricorda un verbo greco che significa soffrire: in effetti la storia della vita del protagonista è costituita soprattutto da sofferenze, inquietudini e disgrazie. Tuttavia lo ritengo un personaggio immaturo e superficiale.
Il romanzo mi ha molto appassionata: presenta tematiche interessanti e mette in luce innanzitutto che la menzogna rende gli uomini incapaci di controllare la propria esistenza, il proprio presente: Mattia fugge dal proprio presente, scontento della famiglia che si è creato e della povertà in cui vive ma fingendosi morto e vivendo in solitudine per molti mesi, si allontana dalle relazioni umane. Intanto, per la moglie e per i parenti, la vita continua.
E' molto evidente anche il tema della libertà: il protagonista crede infatti di vivere “libero” in questa nuova vita, senza pagare tasse, senza essere iscritto all'anagrafe e senza lavorare. In realtà, questa libertà è più che altro un isolamento dalla società, che lo rende impotente e indifendibile dalla legge.
Il libro insegna anche che quando la vita di un individuo si basa sul mentire, non permette di instaurare relazioni profonde e autentiche, anche per il fatto che non si dà all'altro la vera immagine di se stessi, si inventa il proprio passato e si dimenticano magari gli insegnamenti di vita che il vero passato ha dato.

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