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18 giugno 2013

Siamo "Condannati al nostro presente"

Si sono formati dentro di me pensieri molto realistici che riguardano l'avvenire e le speranze di noi giovani.

Negli ultimi anni,  l'espressione "condannati al presente" designa purtroppo gli adolescenti e i giovani adulti, ovvero, quella parte della popolazione che dovrebbe essere considerata il "serbatoio del futuro" della società stessa.
"Condannati al presente" è, a mio avviso, un'espressione molto forte e sconcertante che dovrebbe far riflettere diversi anziani i quali, generalizzando ingiustamente, descrivono noi giovani come se fossimo per lo più persone apatiche e superficiali a tal punto da essere incapaci di vedere e di pensare al di là del nostro presente.
E' vero che i rapporti tra generazioni diverse non sono mai stati ottimi e tranquilli, ma ritengo fermamente che molti adulti non si stiano impegnando a proporre offerte significative e stimolanti concernenti l'avvenire.

 A questo proposito, vorrei accennare brevemente alla lettera che, circa tre anni fa, avevo scritto alla redazione della rivista "Piccolo missionario", nella quale confidavo alcune riflessioni attinenti al tema della speranza nel mondo.
Verso la fine della lettera, avevo scritto:" Noi giovani abbiamo una grande responsabilità: guidare il futuro del mondo. Ma dobbiamo ottenere fiducia dagli adulti, che mi sembrano spesso superficiali."
Dopo qualche mese, mi è arrivata una risposta davvero bella e incoraggiante, che diceva: "Voi ragazzi fateci il piacere di educare noi adulti a comprendere il senso della vita. Ve ne saremo eternamente grati."

Ribadisco però che molti adulti non comprendono che per noi adolescenti sono importantissimi sia il presente che il futuro. Il presente è utile e importante per imparare a essere autonomi dai genitori e il futuro è indispensabile per sognare e per riflettere su chi e su che cosa vorremmo diventare nella vita.
Qualche settimana fa, è stata pubblicata su "Avvenire" un'intervista allo psicologo Amedeo Bezzetto, il quale sosteneva che: 
" Il futuro deve essere nella testa degli adulti, perchè per gli adolescenti è un tempo troppo lungo che non riescono a conservare a livello di coscienza. 
Il futuro è un patrimonio degli adulti  (i ragazzi non hanno risorse economiche nè logistiche ma solo energetiche) che devono cedere progressivamente, man mano che i ragazzi crescono."
Sarebbe quindi indispensabile che ogni adulto si mostrasse disposto a sostenerci nel nostro cammino.
Riguardo questo aspetto, sento di rivolgere agli adulti un pensiero significativo:
"Cari adulti, i ragazzi dotati di buone qualità e di preziosi talenti sono più di quanti immaginate!!  E voi avete il compito di credere e di incentivare le nostre potenzialità."

Inoltre, molti politici italiani dimostrano una grave mancanza di rispetto nei confronti della nostra dignità e della nostra identità per il fatto che non promuovono piani politici che dovrebbero garantire lavori sicuri, gratificanti e inerenti al percorso di studi compiuto. L'Italia sta privando del futuro un'intera generazione; la situazione economica, effettivamente, sta andando malissimo e la disoccupazione giovanile ha raggiunto il vergognoso valore del  40%.

L' aspetto più preoccupante è che si sta diffondendo, tra noi adolescenti, un sentimento di scoraggiamento che coinvolge le nostre prospettive di lavoro. Quando parliamo delle nostre aspirazioni lavorative e dei percorsi universitari che vorremmo intraprendere, ci sminuiamo reciprocamente.
Dopo il liceo, mi piacerebbe moltissimo iscrivermi a lettere, continuare a coltivare l'entusiasmo per la letteratura per poi insegnarla trasmettendo il mio entusiasmo ai ragazzi. Insegnare italiano è un sogno che mi sta molto a cuore.
Diverse volte mi è stato detto che molto probabilmente non troverò un posto di lavoro... D'altra parte, siccome la disoccupazione e il precariato sono in aumento, nutro alcune riserve sul fatto che altri percorsi formativi e lavorativi offrano alle nuove generazioni più possibilità...

Concludo questo post con un pensiero che rivolgo a tutti i giovani: a mio avviso, conviene studiare ciò che ci appassiona e quindi metterci l'anima per cercare di realizzare i nostri desideri e, sebbene sia difficile in tempi come questi, non sminuire mai le nostre intenzioni. 
Magari tra qualche anno la situazione migliorerà... io coltivo volentieri anche questa edificante speranza!!


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