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13 agosto 2014

"Blue Jasmine": una vita fatta di menzogne e di fallimenti


"Blue Jasmine" è il film più recente di Woody Allen, uscito nelle sale cinematografiche all'inizio del 2014. Il titolo mi incuriosiva e mi faceva pensare a una storia piacevole, divertente e romantica.
In realtà, in questo capolavoro, viene presentata la miseria morale 
di molti ricchi e la loro totale mancanza
di onestà e sincerità. 


La protagonista del film è Jasmine, una donna avvenente e viziata che, da giovane, aveva lasciato l'Università per sposare Hal, un uomo molto ricco. Io non prenderei mai una decisione del genere! Io al suo posto non avrei mai lasciato l'Università a un passo dalla laurea soltanto per maritarmi con un uomo ricco, perché ritengo che il completamento della formazione culturale di un individuo debba avvenire prima del matrimonio. 
Tra l'altro, non vorrei mai che l'uomo della mia vita fosse ricco sfondato. Mi basta che sia molto sensibile, generoso, gentile, capace di ascoltarmi... vorrei che il suo sorriso riuscisse ad affievolire i miei pensieri malinconici.
Gli uomini molto ricchi invece, sono, nella maggior parte dei casi, superficiali e arroganti. Portano molti regali alle loro mogli e pensano di renderle felici riempiendole di oggetti materiali. Gli uomini ricchi pensano che i soldi siano l'unica fonte di felicità, ma non conoscono il valore inestimabile di un amore forte e sincero.
In effetti Hal tradiva spesso Jasmine e si occupava di finanza spregiudicata e "sporca". Jasmine era sempre stata al corrente della disonestà del marito; ma anche a lei faceva comodo condurre una vita molto agiata con i soldi rubati ad altri. Tuttavia, non appena scopre che Hal progetta di divorziare per risposarsi con una modella francese, mossa dal desiderio di vendetta, lo denuncia all'FBI e lo fa quindi arrestare. Poco tempo dopo, Hal si suicida in carcere.

E questo è il passato della nostra protagonista, rivelato agli spettatori del film attraverso molti flashback. 

Nella prima scena del film, la troviamo in un aereo diretto a San Francisco per raggiungere la sorella Ginger, molto meno ricca di lei, separata con due figli ancora bambini e con un nuovo fidanzato. Ginger è una donna poco intelligente e per nulla raffinata. E il suo nuovo amante è, secondo i miei canoni, perfettamente degno di lei. 
Jasmine si trova molto a disagio con la sorella, con i due nipoti (che tra l'altro la criticano perché hanno sempre sentito parlare male di lei dalla madre), con gli amici di Ginger e vagheggia dapprima di ritornare all'Università, pur sapendo di non avere i soldi per pagarsi gli studi e le possibilità economiche di un tempo. Poi, su consiglio della sorella, decide di ottenere il diploma di arredatrice d'interni online, ma, essendo una  "totale analfabeta del computer" si iscrive a dei corsi di informatica, e per pagarseli, accetta un posto di lavoro 
come segretaria di un dentista.
 
Dopo un po' di tempo, una signora che, come lei, frequenta i corsi di informatica, la invita ad una festa e Jasmine vi si reca. Proprio in quell'occasione, conosce Dwight, un vedovo che si innamora di lei a prima vista. Però, Jasmine gli racconta un sacco di bugie sul suo passato e sul suo presente. Ben presto, Dwight se ne accorge e, arrabbiatissimo, rompe il fidanzamento.
Questo non succede soltanto nei film; anche nella realtà si verificano spesso casi in cui uno dei due membri della coppia mente all'altro e gli fa la "doppia faccia".

La scena finale del film comunque è desolante: Jasmine, seduta su una panchina di un parco vicino alla casa della sorella, parla da sola dei suoi problemi e del suo passato.
Jasmine soffre infatti di esaurimenti nervosi e di crisi isteriche.

Jasmine fa più rabbia che pena: è un'egoista viziata che credeva dei potersi permettere tutto, e ora non ha la minima percezione della realtà; vive nella falsità, nella superficialità, nello squallore morale, nell'ipocrisia dei rapporti umani (quando era ricca contestava pesantemente la sorella, quando è al verde invece, le chiede aiuto e ospitalità). Jasmine è vuota. 
Da giovane, non aveva progetti particolarmente interessanti per se stessa, non pensava minimamente a sfruttare le proprie risorse intellettuali per trovare un lavoro soddisfacente. Si è automortificata sposando un riccone immorale. 






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