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29 aprile 2016

E questa sarebbe letteratura??!


ATTENZIONE! Se avete meno di 18 anni non leggete quanto scrivo qui. Anche se sto energicamente protestando contro la perversione e contro la pornografia.

Mamma: "Sai che cosa c'è di scandaloso in "Cinquanta sfumature di grigio"? Non tanto il contenuto, quanto piuttosto la concezione della donna. Film e romanzi di questo genere non dovrebbero proporli ai giovani. Anzi, non dovrebbero nemmeno scriverli."
Io:" Il contenuto è un porcata assurda, mamma! Perché rivela l'idea perversa che un uomo ricco, sadico ed egoista ha verso la relazione che intrattiene con la sua ragazza. E' una roba indegna!"

Permettetemi un altro post da incavolata!

Ho riportato il frammento di un dialogo che è avvenuto tra me e mia mamma ieri a pranzo.
Sì perché dai, ammettiamolo, non è necessario studiare Lettere per poter capire che "Cinquanta sfumature di grigio" sta alla letteratura come la nutella sta all'insalata. Basta un minimo di buonsenso e un discreto senso critico.
E l'autrice ha avuto la brillantissima idea di pensare addirittura ad una trilogia!!! Avrebbe fatto meglio a ricorrere ad uno psicanalista, invece di scrivere il seguito di questa storia scandalosa!

Non lo sto dicendo perché mi piace comportarmi da moralista bacchettona, ho i miei buoni motivi.
Il libro non mi attirava affatto, mi è bastato vedere alcune parti del film per trarre un giudizio negativo.


Ad ogni modo, eccovi qui un abbozzo della trama: Anastasia, studentessa universitaria e giornalista, conosce Christian Grey, un ricco imprenditore trentenne. Purtroppo iniziano una relazione controversa e terribile, in cui egli pretende di controllare e di manipolare ogni aspetto della vita della ragazza. Anastasia firma in seguito un contratto che prevede la sua sottomissione a Christian, soprattutto dal punto di vista dell'attività sessuale.
Avete mai sentito menzionare la squallida espressione: "rapporto BDSM"?  Consiste in una vasta gamma di pratiche erotiche basate sul dolore che la persona dominante infligge al partner sottomesso.

Dominante e sottomesso... cioè ma vi rendete conto??!!

Spero che abbiate quel tanto di sale in zucca che basta per poter arrivare a comprendere che il sesso senza l'amore dovrebbe essere tipico soltanto degli animali, creature non in grado di pensare né di comunicare con il linguaggio. Non solo. Vi rendete conto che è inaccettabile sottoporsi a rapporti di questo genere?!
Un sano rapporto sessuale non deve essere basato su umiliazioni e soprusi.
Se una giovane ha un minimo di dignità e di rispetto verso se stessa, dovrebbe sistematicamente rifiutare questa sottomissione!
Ragazza non deve essere sinonimo di meretrice. (lo dico in maniera elegante, con un latinismo, perché l'altro termine è volgare e io lo odio, quindi lo lascio volentieri ai maschilisti!).
L'amore maturo implica parità di diritti, piacere, desiderio di procreazione, aspirazione all'armonia con l'Universo... e anche una buona dose di romanticismo.
Non sono più una ragazzina, a fine settembre compio 21 anni. Sono una donna ormai! E non sono stupida! Non mi ritengo nemmeno un'esperta in ambito affettivo anche perché, al di là della mia giovanissima età, devo ancora percorrere molta strada in ambito relazionale. Devo ancora maturare alcuni aspetti della mia personalità. D'altra parte, povera me, devo dire che nel corso dell'adolescenza ho avuto pochissime occasioni per poter esercitare la mia simpatia nelle relazioni con dei coetanei che mi facessero sentire veramente accolta e integrata.
Dovevo arrivare proprio al secondo anno di Università per conoscere e instaurare ottimi rapporti con persone davvero molto buone, solari e abbastanza affini a me.
Comunque, digressioni a parte, non sono un'esperta dell'amore. Nonostante ciò, scrivo bene dell'amore. Ma questo perché sono sempre stata un'indole sentimentale e introspettiva.

E ora, mi sfogo per criticare altri programmi, film e romanzi che ritengo "inadeguati" al pubblico. Non soltanto ai giovani, ai fruitori dei mezzi di comunicazione in generale.



1) "Il diario segreto di Laura Palmer", di Jenny Lynch. Libro scritto in forma diaristica che negli anni Novanta riscosse molto successo non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa, purtroppo.
Ad essere sinceri ho letto soltanto le prime trenta pagine, poi l'ho buttato nella spazzatura.
Perché come ragazza mi sono sentita proprio offesa! Quella è pornografia puraaa!!!
Come ha fatto a ottenere un successo praticamente planetario?!!! Sono sconvolta!
Laura conduce una doppia vita: bellissima, brillante a scuola, generosa nelle azioni di volontariato, premurosa con le amiche e con i genitori ma... ma durante la notte si droga, si prostituisce, posa completamente nuda per riviste porno e, oltre a ciò, trova un immenso piacere nelle orgie. E tutto questo lo giustifica. La ragazza infatti, compie tutte queste azioni per cercare di superare il trauma dovuto ad una violenza sessuale subita a 12 anni ad opera di un misterioso individuo, Bob.
Che poi Bob esiste davvero o è frutto della sua mente perversa?!
Comunque, anche qui il contenuto fa decisamente schifo: sesso a tre, pregiudizi negativi sul sesso in generale, ossessione del dolore durante l'orgasmo... che schifo, che schifooo!!!
E poi è assolutamente inverosimile!!
Mi sono sentita offesa comunque, perché in qualche modo ho paragonato la Palmer a me. Pensate a me: sono una studentessa metodica che riesce molto bene, sono simpatica e sensibile con gli amici, aiuto molto in casa, ci metto il cuore quando faccio volontariato nel mio Comune, sono una grande appassionata di arte e letteratura e coltivo con entusiasmo i miei molti interessi.
Non per vantarmi, ma vi par possibile che una come me possa condurre una doppia vita? Che possa assumere comportamenti oltremodo dissoluti e immorali?! Che possa essere così tormentata psicologicamente? Che di giorno faccia la brava e di notte la porca? Ma dai valàà....

Non sono assolutamente dentro al giro di pornografia, tuttavia mi permetto di dire che fa schifo perché comunque, prima di esprimere giudizi su un qualsiasi argomento, devi almeno cercare di informarti. Poi se non ti piace hai il legittimo diritto di evitare e di dedicarti ad altro.

Ad ogni modo, la pessima Laura Palmer descritta nel libro della Lynch mi ha stimolata ad inventare
quella Laura che cammina da sola in mezzo ai campi e che contempla il Creato. In parole povere, la Laura del mio racconto natalizio!


2) "Sex and the city". Eh, sì. Centomila volte meglio un film anti-utopico o un film di fantascienza, a mio avviso. L'ho detto qualche settimana fa anche al mio migliore amico.
Le anti-utopie, i film sui supereroi e i film fantascientifici non sono esattamente i miei generi, ma almeno c'è una trama intrigante e almeno ci sono delle tematiche che spesso fanno riflettere!
In "Sex and the city" c'è soltanto la vuotezza e l'inconsistenza femminile. Quattro amiche (Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda, mi pare), tutte di età compresa fra i 35 e i 40 anni, che parlano soltanto di sesso, di uomini, di moda. Ti verrebbe da strangolarle! La loro vita ruota intorno al nulla.
E pensare che esistono ragazze che smaniano per le puntate di questa serie!
Solo una cosa: una sera, mentre attende l'arrivo del suo amante, Samantha si sdraia completamente nuda sul tavolo della cucina. Le parti intime sono coperte dal sushi giapponese.
Ho trattenuto i conati di vomito, devo essere sincera.
Grazie a Dio sono ancora in grado di provare disgusto quando mi capita di vedere certe cretinate.
Non dico altro.






24 aprile 2016

Le belle storie che provengono dall'immaginazione!! (...)


Rieccomi con un altro post potentemente emotivo, ma vi ricordo che non c'è nulla di reale! 
E' tutto frutto della mia sfrenata fantasia...



Gli aranciati riflessi del sole accarezzano le onde del mare che si infrangono impetuose sugli scogli. Le nuvole percorrono placidamente le vie del cielo. Cammino. Le pieghe del mio vestito ondeggiano al suono melodioso del vento. Cammino sfiorando piccole conchiglie che giacciono tra minuscoli granelli di sabbia, bianchi come perle.


Odo un soave e malinconico canto che si diffonde nell'aria tersa e limpida, mentre le stelle si spengono. Scorgo un ragazzo, seduto ai piedi di uno scoglio.
Lo osservo ammaliata e mi avvicino lentamente.
Proprio nel momento in cui gli stringo la mano le melodiose note del suo canto si interrompono.
"Hai gli occhi che brillano come il sole", gli dico. Poi gli sorrido.

"Il tuo sorriso è incantevole come un giardino gremito di fiori." E subito dopo avermelo detto, con le sue esili dita mi sfiora delicatamente le guance. Inizio a sentire dei brividi che corrono lungo tutto il corpo, ma al contempo avverto anche uno strano calore che, come una fiamma, avvampa e sale, dal collo fino alla fronte. E' un calore che mi fa sentire viva, amata, in armonia con la natura e con l'Universo.

"Anche oggi ci sono le nuvole in cielo. E prima o poi oscureranno il sole". Nelle parole del ragazzo avverto una profonda tristezza.
"Sì... ma sono proprio le nuvole che rendono bello e particolare questo cielo. Senza quelle nuvole che oscurano alcune parti azzurre, esso sarebbe monotono, uguale a se stesso. Il cielo è come la vita, ragazzo mio. Sono proprio quelle nuvole grigie che ci stimolano a vedere con occhi realistici la nostra esistenza. Senza il dolore e senza la solitudine la nostra vita sarebbe indegna di essere vissuta. Non potremmo imparare nulla, non potremmo sperimentare tutti quei sacrifici e travagli che comporta la realizzazione di un sogno. E soprattutto, non potremmo apprendere che per coltivare le nostre qualità e i nostri pregi sono necessarie la tenacia e la determinazione."
I suoi bellissimi occhi sono rivolti verso di me, incantati, sbalorditi, sorpresi. Vorrei tanto baciarlo e imprigionarlo in una potente stretta amorosa e solidale capace di alleviare tutte le sue insicurezze e i suoi pensieri cupi. Invece inizio a tremare, come i rami spogli degli alberi al freddo soffio del vento invernale.
Il ragazzo appoggia la testa sulla mia spalla: "Vedi quei gabbiani? Come volano leggeri nel cielo! Completamente ignari dell'ipocrisia, della cattiveria, della corruzione del mondo! Liberi di esplorare nuove terre, liberi di abbracciare con le loro ali il vasto orizzonte. Vorrei poter volare anch'io".
Gli sorrido di nuovo teneramente e gli dico: "Ti insegnerò volentieri. Prima però portami nella Valle dell'Erba Multicolore."
"Dov'è?" mi chiede un po' sorpreso, con la sua splendida ingenuità. "Oh, è un posto magnifico. Forse è il Paradiso che ci attende dopo la morte. Ti prego, portamici! Sento il bisogno di essere come la Eleonora di Poe. Almeno per alcuni attimi voglio essere lei." e chiudo gli occhi.


Inaspettatamente, il ragazzo mi avvolge in un caldo abbraccio e inizia a descrivermi stupendi prati fioriti, rigogliosi alberi da frutto, maestose cascate che scorrono tra le rocce imponenti delle montagne illuminate dal sole.
Il suo abbraccio è come una coperta di lana che attenua i miei brividi. E' una sicurezza. Rappresenta la certezza di un amore sincero e genuino.
Oh come vorrei che questo abbraccio durasse per l'eternità!
Separarmi dalla sua dolcissima stretta per me risulterebbe decisamente doloroso. Se mi separassi da quelle generose braccia avvertirei una spiacevole sensazione di incompletezza, di infelicità.





















Ecco qui. Tutto ciò è accaduto nella mia mente pochi giorni fa, durante una delle mie passeggiate in campagna. Sentivo il bisogno di scriverlo.
Credo però che la storia di "Marcellino pane e vino", film girato nel 1955, mi abbia aiutata a creare questo racconto altamente romantico.
L'ho scaricato e visto una settimana fa e ne sono rimasta suggestionata.

E' bellissima la figura di quel bambino che dialoga con il Crocifisso e che gli porta ogni giorno una pagnotta e un bicchiere di vino.
Commovente e intenso è il punto in cui Marcellino gli chiede di poter vedere la mamma e Gesù gli dice: "Chiudi gli occhi" e poi lo abbraccia per portarlo in Paradiso.
Certo, c'erano i frati che gli volevano molto bene ma... dodici papà non valgono tanto quanto una mamma. - Con tutto il rispetto per le figure maschili significative e moralmente valide, come mio padre e come i miei zii.- La madre è protettiva, rassicurante. E nei primi anni di vita è praticamente la tua ombra.
Stranamente non ho pianto, però ci ho pensato tutto il giorno dopo e anche quello dopo ancora.
Io sono fatta così. Continuo a pensare per un po' di giorni a ciò che mi impressiona o mi coinvolge molto, anche se non è un evento reale e accade in un film o in un libro.
Forse non ho pianto perché "Marcellino pane e vino" offre una particolare e insolita visione della morte, intesa non tanto come distacco definitivo dalle persone che ami e dalle bellezze della natura ma come sereno riposo che permette di godere dell'immensa bontà di Dio.
E ciò sarebbe splendido. E' un'idea della morte molto diversa da quella che solitamente ci si fa.
Da quella che mi sono fatta anch'io.



Noooo!!!  Mi sono messa a piangere proprio adesso, mentre stavo rivedendo questa scena finale! Marcellino aveva soltanto sei anni...

Ve lo consiglio!  :-)





16 aprile 2016

Fedez: ma è proprio un demonio come lo fanno molti adulti?! C'è nelle sue canzoni uno sprazzo di verità?


"Credo che ognuno abbia il suo modo di star bene
in questo mondo che ci ha intossicato l'anima
e devi crederci per coltivare un sogno
su questa terra spaventosamente arida."
(M. Mengoni, "Parole in circolo").

Così inzia la canzone più recente del mitico Mengoni, che sta a buon diritto diventando un tormentone primaverile.
Queste frasi molto forti denunciano l'ipocrisia, l'egoismo, l'insensibilità e la superficialità che purtroppo condizionano lo stile di vita di molte persone.
Però occorre saper difendersi da una società occidentale che svaluta sempre più la cultura, che deride la religione e che non stimola i più giovani a pensare a un serio progetto di vita!

Ovvero, rimbocchiamoci le maniche, sogniamo, riflettiamo, mettiamo il cuore in tutto ciò che facciamo e... e raggiungeremo grandi risultati prima o poi! Credo sia importante che i giovani della mia generazione si considerino dei fiori (e non per nulla la giovinezza è da sempre considerata la primavera della vita!) il cui scopo è crescere per poter rendere migliore il mondo in cui vivono, a dispetto dell'aridità e della durezza degli adulti (che sostanzialmente sono il terreno che dovrebbe fungere loro da supporto).

Ora voi vi chiederete un po' perplessi: citi Mengoni per spiegare Fedez?
Sì. Ma solo alla fine di questo post riconoscerete utilità di questa nota iniziale.

Durante una delle sue lezioni in aula, la mia prof. di Geografia ha detto che sciocchi sono coloro che non cambiano mai opinione. E non ha tutti i torti! Io, nel giro di questi ultimi 4 mesi, ho "revisionato" alcune mie teorie di vita e alcuni miei pensieri. Sono in continuo divenire, come tutti.  Credo sia conveniente da parte mia accettare queste continue trasformazioni di pensiero.
Devo ammettere che Fedez non è proprio tutto da buttare. Allora, è sicuramente una persona immorale, prepotente, maschilista e anche volgare. Uno che vuole sempre avere ragione anche quando ha torto marcio. Anche quando manca di rispetto agli altri. Tra l'altro è utile rilevare che molte sue canzoni rivelano un sentimento di profonda ostilità verso Dio e verso il Cristianesimo. E poi fanno schifo tutti quei tatuaggi che si è fatto!
Però chiediamoci una cosa importante al di là di tutte queste critiche: come mai un ragazzo di 26 anni è così? 
Immorali si diventa, non si nasce. 
La personalità di Federico Leonardo Lucia, in arte "Fedez", è il risultato di una serie di esperienze e di scelte fatte nel corso del suo breve arco di vita vissuta.
Fedez è molto apprezzato dalle giovani generazioni maschili di età compresa tra i 17 e i 32 anni. A volte leggo su "Famiglia Cristiana" delle lettere che alcune madri inviano ad uno psicanalista che gestisce una rubrica su questa rivista. Lettere piene di apprensione perché i loro figli ascoltano Fedez. E io quando leggo le parole di queste madri mi scoccio. Ma possibile che debbano ricorrere ad un affermato psicanalista per poter capire i loro figli maschi???!
Con i figli si dialoga! Dunque, queste care adulte dovrebbero degnarsi di ascoltare le canzoni che piacciono ai loro figli per poter comprendere i loro stati d'animo. Ma non ci arrivano proprio da sole?!
Negli ultimi mesi Fedez mi fa un po' pena, perché sostanzialmente è un infelice, un arrabbiato con il mondo e con le donne che lo circondano. E' arrabbiato perché nessuno gli ha indicato dei valori autentici da seguire. E' arrabbiato perché si sente terribilmente solo e perché ogni delusione affettiva per lui è più dolorosa di una puntura di scorpione. E nel dolore causato da una delusione affettiva, ve lo assicuro io, ci sono sia la tristezza sia la rabbia.
Comunque se è così misogino ci sarà un motivo! I testi che più mi impressionano sono "Magnifico" e "L'amore Eternit". Soprattutto la seconda che ho citato.


Non mi piace nessuna delle due, tuttavia, entrambe rappresentano abbastanza bene la rabbia, la delusione e il disorientamento che molti ragazzi provano nei confronti di un mondo femminile caratterizzato principalmente da superficialità, falsità, egoismo e inconsistenza. Inconsistenza intesa come "vuotezza", mancanza di serietà e di ideali veri e autentici.
Non è granché "l'universo femminile" che caratterizza la nostra società, devo ammetterlo. Però non è giusto nemmeno generalizzare: molte sono così, ma non tutte.
Ribadisco ciò che ho scritto circa un mese fa, con un'aggiunta: il rispetto è dovuto a prescindere, ma la stima no. Il rispetto dovrebbe essere universalmente riconosciuto a chiunque, anche alla persona più corrotta e malvagia di questa Terra. Ma la stima degli altri deriva dai comportamenti che un individuo assume quotidianamente. La stima è la considerazione che gli altri hanno di te. 
E io la mia dignità di donna la voglio! Cioè, a dire il vero ce l'ho già, ma la voglio conservare per bene!
I ragazzi e gli uomini chiedono valori. Hanno un estremo bisogno di qualcosa in cui credere. Questo dimostrano i testi delle canzoni di Fedez. Fateci bene caso. Anche i più arroganti e i più indisponenti, con i loro atteggiamenti tracotanti, rivendicano il loro diritto ad apprendere degli ideali.
Dar loro dei valori (questo è importante che capiscano tutte le ragazze e le donne) significa innanzitutto avvicinarsi a loro senza pregiudizi o diffidenza per cercare di capirli.
Interessarsi dei loro interessi. Sembra uno scioglilingua, ma sostanzialmente è ciò che la nostra esistenza esige da noi. Quando riesci a ottenere la stima di un ragazzo o di un uomo ti si apre tutto un mondo da esplorare!
C'è bisogno di donne forti, non di mezze cartucce o di pappe molle. Donne dolci sì, ma al contempo forti e sicure di sé.
Il ragazzo e l'uomo si comportano da volgari e da arroganti quando tu, donna, "permetti" loro di essere tali mentre in realtà dovresti difenderti.

E ora, a proposito del perseguire valori autentici e del coltivare sogni e ideali, vi lascio un paio di citazioni significative.
Semmai mi capitasse in futuro di insegnare italiano al triennio di un liceo, provocherò benevolmente i sedicenni con due citazioni.
La prima la conoscete già abbastanza bene, perché è la mia filosofia di vita:
"Coloro che sognano di giorno sanno di molte cose che sfuggono a quanti sognano solo dormendo". 
E' una frase tratta da "Eleonora", racconto di Edgar Allan Poe. Tra parentesi il link del post dedicato al commento. (http://riflessionianna.blogspot.it/2012/10/eleonora.html) Riflettendoci bene, questo racconto è pieno di significati e può essere riconducibile a interpretazioni diverse.
Poi ve ne metto un'altra, che è la citazione preferita del mio migliore amico, molto interessante anche questa: 
"Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere. Se ne avete una va bene, se le avete entrambe  siete invincibili".
E' l'indiano Tarun Tejpal che lo scrive, ma a me questa frase ricorda lo stile di vita dei santi.
Ad ogni modo, amare e ridere sono collegati, anzi, sono complementari l'uno all'altro. Quando si ama, ovvero, quando una persona o un interesse ci fanno scoppiare il cuore di gioia, allora si è anche felici. La felicità è legata anche all'amore procreativo, perché deriva dal greco ϕùω (generare) che nel corso dei secoli è diventato in latino "fertile =stato di pienezza".

Semmai dovessi riuscire a ottenere una cattedra nel mondo della scuola, non inizierò proprio subito il programma partendo dai poeti provenzali e dal ciclo dell'epica carolingia. Prima vorrei capire che cosa "hanno in testa" i miei studenti.
E li provocherò con queste due frasi chiedendo loro, magari anche sotto forma di tema scritto: Che cosa significano secondo voi? In quale delle due vi rispecchiate? Quale delle due, a vostro parere, si addice maggiormente all'età giovanile?

E sono le domande che vorrei anche fare a voi lettori.
Io vi dico già come la penso: la prima rimanda ad un modo poetico di vedere la vita. E non per niente io scrivo poesie! Sognare di giorno significa riflettere, sfruttare la propria immaginazione, vivere intensamente il presente in funzione del futuro.
La seconda... beh, la seconda è ottimistica. In un mondo in cui le azioni malvagie sono all'ordine del giorno, non ci resta che amare e ridere. Per sopravvivere. Non ci resta che riempirci di voglia di vivere. Non ci resta che sprizzare una contagiosa felicità da tutti i pori della pelle.

Concludiamo in bellezza, va là! ;-) ;-)




8 aprile 2016

"Il mare nasconde le stelle", la storia vera di Remon


Questa è la storia vera di Remon, il ragazzo egiziano venuto dalle tumultuose onde del Mar Mediterraneo.
E finalmente ho un po' di tempo per  trascrivere qui le mie riflessioni su questo romanzo avvincente!
E occhio: questa sarà una recensione un po' diversa dalle altre. Niente trama e niente caratterizzazione dei personaggi. Soltanto riflessioni che la mia mente ha elaborato su alcune citazioni. 
Potrò sembrarvi pazza ma, dal momento che sono rimasta profondamente colpita da questa storia, di tanto in tanto mi rivolgerò direttamente al ragazzino in questione con il "tu", proprio come se me lo stessi trovando faccia a faccia.

"Mi chiamo Remon. Sono un cristiano copto. Avevo quattordici anni quando sono arrivato in Italia dall'Egitto a bordo di un barcone. Da solo. Il mio viaggio in mare è iniziato il 6 luglio 2013, è durato centosessanta ore. E preferirei morire piuttosto di non dover più compiere quel viaggio. Sono partito da solo da Alessandria con un piccolo peschereccio quasi distrutto. Sono partito all'improvviso, senza salutare la mia famiglia. Sono scappato perché nel mio paese non ero più libero di professare la mia fede. Sono scappato perché temevo per la mia vita e per quella dei miei genitori."

Questa è la presentazione che Remon all'inizio del libro fa di se stesso. Una presentazione semplice, scarna. Eppure eloquente. Sono brevi frasi dalle quali traspaiono dolore, tristezza, rimpianto, nostalgia. Ma queste brevi frasi rivelano anche la grande speranza che Remon nutre nei confronti del futuro. Oh, sì. Perché questo ragazzino, proprio come il siriano Manar del film "Io sto con la sposa", è partito per realizzare il suo sogno di libertà.

"Non so se ho compiuto quel viaggio più per incoscienza o per coraggio. (...) L'Italia. Una terra che credevo lontanissima e di cui non conoscevo nulla, ma il cui nome sapeva di libertà"

 Remon, ciò che tu hai intrapreso non lo chiamo né incoscienza né coraggio. Sai quale sarebbe a mio avviso la parola più giusta? Determinazione! 
Il punto è che quando una persona, soprattutto se molto giovane, crede fermamente nelle proprie capacità, è disposta ad affrontare qualsiasi rischio pur di realizzare i suoi progetti di vita, pur di giungere in un posto in cui coltivare forti ideali e nobili sentimenti.
Durante il viaggio in mare aperto, Remon affida i suoi pensieri alle stelle:

"... Dopo qualche ora ci siamo fermati. La barca beccheggiava. E' stato allora che ho pensato ad una cosa sciocca, forse. Ho pensato: ma che fine hanno fatto le stelle? Può la distesa del mare nasconderle? Perché intorno c'era solo buio, come nel peggiore degli incubi."

Si riesce a comprendere il profondo e solido legame tra le stelle e i desideri soltanto se si fanno dei riferimenti al latino. Stelle in latino è "sidera", plurale derivato da "sidus, sideris". Desiderio è una parola composta: de + siderum.. E, secondo il dizionario Garzanti, il termine desiderio significa: "voler realizzare qualcosa che si considera come un bene." Alla base dell'atto del desiderare vi sono quindi la speranza e la tenacia, sentimenti che sicuramente molti migranti provano durante il loro viaggio. Anche se in una poesia ricordo di aver attribuito loro delle "dolenti speranze"... sì perché la speranza, sebbene sia un sentimento positivo, a volte può avere un sapore di agrodolce, può essere accompagnata per esempio da rimpianti per gli affetti familiari, da dolorosi sensi di colpa per aver abbandonato improvvisamente le persone care, dalla paura di venire inghiottiti da quella vasta e terribile distesa blu scura.

"Ma quando finisce il mare? Ho temuto che non avesse confini perché in tutte le direzioni in cui guardavo vedevo solo una distesa di azzurro matrigna, che nascondeva qualcosa. Non c'era differenza tra il cielo e l'acqua sotto i miei piedi. Tutto era uguale. Lo è stato per centosessanta ore in cui si alternavano solo buio e giorni vuoti. "

Il mare... elemento non ancora completamente dominato dall'uomo, elemento naturale che per il turista è associato allo svago e al relax, mentre per il migrante è simbolo di tristezza, di lacrime amare soffocate nei silenzi, di abbandono.
E' possibile considerare il mare come un elemento "sublime". Kant, filosofo tedesco, affermava:  
"Il sublime si rivolge all'immaginazione e all'intelletto messi insieme, come il bello." 
Il sublime però supera l'immaginazione. Dovete pensare al fatto che l'espressione "paesaggio sublime", risalente alla seconda metà del XVIII secolo, corrispondeva alle parole "paesaggio mozzafiato", utilizzate abbastanza spesso nel nostro secolo per definire una natura meravigliosa, suggestiva ma al contempo vastissima, ai nostri occhi illimitata. Talmente vasta che infonde anche un sentimento che ci fa un po' rabbrividire. Da qui, tre secoli fa scaturiva l'idea che il sublime fosse legato sia a sensazioni di piacere che a sensazioni di terrore. 
A questo proposito, mi sento in dovere di rievocare il mio caro Leopardi, il quale, nello "Zibaldone" scriveva che "Infinito è ciò che non ha inizio né fine", mentre "Indefinito è ciò che agli occhi degli uomini sembra illimitato". 

Ad ogni modo, io credo che la storia di Remon (che è una storia vera!) confermi l'attendibilità della teoria del geografo Everett Lee, relativa alle migrazioni.
Lee elenca quattro fattori che determinano la scelta di un individuo di emigrare. Fattori che possono benissimo essere dimostrati da alcune citazioni.

1) Fattori positivi e negativi che influenzano l'attaccamento o meno di una persona ad un luogo: 

"Ogni giorno a scuola venivo deriso perché cristiano. Ero costretto a studiare a memoria il corano, che per me non era un libro sacro. I miei compagni parlavano male di mia madre, la insultavano per avere una mia reazione. Anche con i professori non andava meglio. (...) Da quando erano cominciati la guerra civile e gli scontri tra egiziani e musulmani le cose erano peggiorate. Noi copti non eravamo più bravi in nessuna materia." 

Poi:

"Io vengo da El-Marg, un quartiere del Cairo che è grande quanto una piccola città. E' splendido, pieno di verde, di piante e di palme. C'è un piccolo lago che tutti i giorni guardavo dalla mia finestra. (...) Il ricordo più bello di mia madre è legato a quelle volte che si sdraiava a terra e io mettevo la testa sopra la sua gamba. (...) Le feste religiose principali come il Natale e la Pasqua non erano soltanto preghiera. Erano giorni pieni di magia e di piccole abitudini che li rendevano speciali. Passavamo tutta la notte svegli a fare dei biscotti con la mamma. Era la nostra tradizione. (...) Mio fratello Andro ha ha un anno in meno di me. Siamo molto complici, nessuno riesce a capirmi come lui."

2) Opportunità e vantaggi che offre il luogo di destinazione: 

"Andare a lavorare subito avrebbe voluto dire rinunciare al mio sogno di laurearmi in ingegneria, lavorare con i computer, girare per il mondo. Restare avrebbe voluto dire vivere in un paese in guerra. Dove hai sempre la sensazione che la libertà sia altrove. E che tu non la conoscerai mai."

3) Ostacoli legati ai costi di viaggio, al trasporto, ai documenti (leggete la fotocopia): 


" ... Dopo qualche secondo in cui non proferiva parola ma annuiva solo con il capo, ha chiuso il telefono e mi ha spiegato che aveva sistemato lui la cosa. Che avrei potuto far pagare mio padre all'arrivo, quando ormai le cose erano inevitabilmente decise. (...) La cifra richiesta era un anno di stipendio di mio padre."

4) Fattori emozionali: la scelta di emigrare è sempre dettata da particolari sentimenti e tra questi, l'attitudine personale nei confronti dei cambiamenti. 

"Cosa avrebbero fatto i miei genitori quando al mattino non mi avrebbero trovato seduto al tavolo a mangiare latte e biscotti? Ho lasciato la porta socchiusa perché  era troppo pesante e il rumore avrebbe svegliato tutti. Ho fatto un passo fuori e il freddo di quella notte mi ha contagiato. Come se non avessi più battiti o calore. Come se fuggire già mi avesse reso inevitabilmente diverso."

Poi:

"... Per cercare forza, in quel momento ho estratto la foto di mio fratello che avevo portato con me. Mi sono messo a guardarla piangendo senza che nessuno mi chiedesse il motivo per cui lo stavo facendo. Valeva la pena di lasciare Andro? Una risposta giusta non c'era.  Ero costretto a fare quella scelta."

Poi ancora:

"... Ho fatto un gioco. Ho iniziato ad unire le stelle. Creavo delle figure con la fantasia. Poi il momento di pace è passato. Perché quella più luminosa mi è sembrata la mia mamma.. Come stavano quei giorni senza di me, sapendomi in mezzo al mare a rischiare la vita? (...) Mi faceva male pensare a cosa stavano passando per colpa mia. Ma sapevo che non avevo scelta. Sono stati loro a insegnarmi l'importanza dello studio, a credere nei miei sogni e a difenderli."


Remon
Remon riesce a raggiungere la Sicilia. Nelle sue prime settimane di permanenza in Italia, viene internato con altri immigrati in un centro di accoglienza. Remon telefona più volte alla famiglia, per comunicare loro che è giunto in Italia sano e salvo. Ma le parole sono spesso intervallate e soffocate da singhiozzi. Il punto che più mi ha colpito della seconda parte del libro è proprio questo:

" (...) Il testo di una canzone egiziana, Mahadesh Mertah, di Hussein Al Jasmin. E' lenta, molto triste, perché si domanda una cosa importante: come possiamo cercare la gioia, mentre cerchiamo tra le ferite?"

Remon, è proprio tra le ferite dell'anima che dobbiamo cercare la gioia, o meglio, dobbiamo cercare una ragione per vivere. Una ragione per poter andare avanti, a testa alta. Le lacrime rendono concreto il dolore. E poi quel senso di speranza che tu, caro ragazzo, non hai perso mai, nemmeno in mare aperto. La speranza di realizzare i tuoi sogni era ed è come un raggio di sole che cerca di sciogliere il ghiaccio del dolore, della nostalgia, dei rimorsi che comprensibilmente, non sei riuscito a superare del tutto. Il raggio di sole che rappresenta sia la tua voglia di futuro sia il tuo viaggio verso la libertà non potrà mai sciogliere del tutto la neve e il ghiaccio. Perché purtroppo, sempre e comunque ti si stringerà il cuore nel ricordare la tua famiglia di origine.
Remon, come sei buono, come sei sensibile!!! Vorrei poter avere una fede in Dio salda come la tua. Avrei voluto che tu fossi il fratellino che non ho mai avuto. Sei bellissimo, e non soltanto per il colore della tua pelle, che mi ricorda tanto la tonalità cromatica del caffelatte che a volte prendo in pieno inverno in qualche pasticceria. Sei bello perché sei autentico. Per me la bellezza di una persona coincide con la sua autenticità.

In seguito, Remon viene affidato a due coniugi senza figli e inizia a frequentare le scuole:

"Sono riuscito a finire l'anno con la media del sette. Una grande conquista per me e per i miei genitori. Mio padre al telefono mi chiedeva sempre la cosa per lui più preziosa: se andavo bene a scuola. Ed era sempre fiero di me. E poi mi benediceva sempre e mi diceva che studiare è importante per diventare un grande e brav'uomo. Io non sapevo cosa rispondergli perché non mi basterà una vita per chiedergli perdono, perché per diventare un grande uomo, che spero di diventare, ho dovuto fargli pagare il prezzo di perdere un figlio."

Ti voglio un bene dell'anima anche se non ti conosco di persona. E ti dedico quella che per me è la canzone d'amore per eccellenza: "Non abbiam bisogno di parole" di Ron.
Canzone d'amore che però, per certi aspetti e per il contenuto di certe frasi, fa pensare all'amore dei genitori per i figli. Tipo qui, in una parte del ritornello:

"Ma ti solleverò tutte le volte che cadrai/e raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai e seguirò il tuo volo senza interferire mai"... 

Remon, proprio questo fanno i buoni genitori... Ti proteggono e ti difendono dai pericoli esterni quando sei piccolo, ma ti amano sempre, sempre, sempre, anche quando diventi grande. Da loro hai ereditato solidi valori ma... ma a 14 anni ti sei reso conto che per te era giunto il momento di spiccare il volo per realizzare te stesso.

 



2 aprile 2016

Profughi: il caso Somalia


Dopo questa (breve) pausa pasquale, ritorno sulla tematica delle immigrazioni, già introdotta a metà marzo con un articolo accompagnato dalla breve recensione del film: "Io sto con la sposa".
Questo post è dedicato soprattutto all'argomento dei riflussi e alle decisioni prese dall'Unione Europea a proposito dei migranti somali.


CARATTERI GENERALI DELLA SOMALIA:



Metto ovviamente una cartina per poter dare anche un'idea di orientamento geografico.
La Somalia è situata nel "Corno d'Africa" e quindi a est del continente.
"E' lo Stato che non esiste", afferma Paolo Macchia, docente di Geografia all'Università di Pisa. Quest'espressione che a me piace molto allude sia al disastro economico sia all'instabilità politica che caratterizzano questo paese.
Dal 1991, dopo la caduta del dittatore Siad Barre, questo Stato è in balia soprattutto delle organizzazioni estremistiche islamiche. 
Sempre secondo Macchia, tuttora la Somalia si presenta come un di "mosaico di autonomie locali", che nemmeno l'istituzione di un governo di transizione nel 2006 è riuscita ad unificare.
Nel 2008 la situazione si è ulteriormente aggravata dal momento che il nord del paese si è autoproclamato indipendente con il nome di "Somaliland".
La "Somaliland" non è riconosciuta a livello internazionale anche se di fatto è uno stato autonomo dotato di proprie istituzioni. 
L'economia di questo stato si basa soprattutto su un'agricoltura di sussistenza. La speranza di vita è decisamente bassa (48 anni) e la mortalità infantile all'ordine del giorno (con il 110 per mille).

I MIGRANTI, L'UE E LA SOMALIA:

Il 12 novembre 2015 si è svolto un incontro tra gli Stati membri dell'Unione Europea e quelli dell'Unione Africana. L' Unione Africana ha bocciato i tentativi europei di ottenere un accordo generale per incentivare il ritorno in patria di migliaia di richiedenti asilo.
Per poter limitare l'afflusso di migranti, Bruxelles sta tentando di rimpatriare rifugiati e migranti irregolari attraverso accordi bilaterali con i singoli stati e tra questi, anche con la Somalia.
Il 21 ottobre si è tenuta proprio a Bruxelles una riunione su questo Paese del Corno d'Africa, alla quale hanno partecipato il primo ministro somalo e il ministro degli interni kenyano.
Entro il 2016 si prevede di rimpatriare trentacinquemila rifugiati somali.
L'Europa ha promesso 94 milioni di euro di finanziamento per realizzare tre obiettivi: aiutare la formazione di posti di lavoro per i diecimila rifugiati somali che sono già ritornati al loro paese nel 2015, sostenere coloro che si sono rifugiati nei campi profughi situati ad est del Kenya in modo tale che possano rientrare e infine, creare le condizioni per il rientro dei rifugiati somali dallo Yemen e dagli Stati Europei.  In questo contesto inoltre, sono previsti anche dieci milioni di euro di aiuti anche al Kenya in modo tale da poter accrescere sia le possibilità di formazione professionale nei campi profughi del paese sia le occasioni di impiego nelle comunità kenyane che vivono vicino ai campi.
Vi sono circa 420mila rifugiati somali in Kenya, 240mila nello Yemen e 250mila in Etiopia. Oltre ovviamente ad altre decine di migliaia di somali presenti nei paesi dell'Europa Occidentale e Meridionale.

milizie Jihadiste in Somalia
Però, Bruxelles ha fatto queste promesse di finanziamenti economici anche se sa benissimo che le condizioni della Somalia non sono tali da poter consentire dei rientri di massa. Non c'è stabilità politica, vi sono rivolte sociali che sfociano in azioni violente, giorno dopo giorno. Un esempio significativo di ciò sono le milizie jihadiste di Al-Shabaab che, la sera del 14 novembre, hanno organizzato due attacchi militari: uno vicino alla sede dei servizi di Sicurezza Nazionale che si trova poco lontano dalla capitale Mogadiscio e l'altro contro una base militare vicino al porto di Chisimaio, cittadina a sud del paese. Cinquanta persone ci hanno rimesso la vita!


Neven Mimica, commissario europeo allo sviluppo, spiega in questo modo la scelta dell'Unione Europea:" I rifugiati rappresentano quasi il 20% della popolazione somala. Non ci possono essere un effettivo ritorno alla pace, né una ricostruzione dello Stato, né uno sviluppo economico senza una soluzione del problema rifugiati."
L'iniziativa dell'Ue sarebbe quella di promuovere la stabilità dell'intero Corno d'Africa.
In questi ultimi anni infatti, il problema dell'immigrazione è divenuto pressante. Centinaia di persone  quotidianamente sbarcano sulle nostre coste non certo per spirito di avventura ma per inseguire il loro sogno di libertà.
Diviene allora sempre più evidente che l'instabilità politica di molti stati del Sud del mondo è all'origine dei flussi migratori.

A Malta, nel dicembre 2015, l'Ue ha siglato con l'Etiopia, in quanto paese di transito ma anche di destinazione dei migranti irregolari, un'agenda comune sull'immigrazione e sulla mobilità. Secondo Federica Mogherini, questo accordo prevede di rafforzare la cooperazione per contrastare il traffico degli esseri umani, facilitare la reintegrazione di chi è rientrato e sostenere l'Etiopia nel suo sforzo di ospitalità nei confronti di 700mila rifugiati.

Anche la Commissione Europea, sotto la spinta degli stati membri dell'Unione, moltiplica i suoi sforzi per organizzare e attuare dei flussi nord-sud dall'Europa verso l'Africa... Anche se è risaputo che molti stati africani, non soltanto la Somalia, sono poveri, desolati, deboli politicamente, disastrati e devastati da guerre civili e da attacchi terroristici.

Come garantire dunque ai popoli di queste terre una vita migliore?! 

Per chi fosse appassionato di cinema e volesse approfondire alcuni aspetti di storia recente relativi al Corno d'Africa, consiglierei il film "Vai e vivrai". Questa pellicola dovrebbe illustrare bene la vicenda degli ebrei etiopi e somali che negli anni Ottanta, per sfuggire alla carestia, cercano di emigrare dalle loro terre d'origine per poter raggiungere Israele. Dico "dovrebbe illustrare" perché non sono stata abbastanza forte per vederlo tutto per intero. Anzi, ho resistito soltanto i primi cinque minuti ma quando ho visto una donna con un neonato morto tra le braccia ho spento e sono letteralmente "saltata giù" dal divano con le lacrime agli occhi. Certe scene non le reggo psicologicamente.
Lo so, vado per i 21, dovrei in questo senso "darmi una regolata" e frenare le lacrime facili, quelle "a portata d'occhio".
Ma più cresco più la mia iper-sensibilità peggiora...
Però il "Morandini", dizionario di recensioni dei film, ne parla piuttosto bene.


LA CARTINA DELLA CORRUZIONE IN AFRICA:



 L'ho fotocopiata da una rivista mensile a cui mia madre è abbonata da alcuni anni.

Ecco a voi il "Triangolone rosso"!
Dai, metto da parte le mie simpatiche metafore per informarvi del fatto che il CPI
("Corruption Perception Index") determina la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in molti paesi del mondo attribuendo a ciascuno di loro un punteggio che varia da 0 (massima corruzione) a 100 (assenza di corruzione). Il punteggio mondiale è 43. 
Nessun paese al mondo è a quota 100 ma la Danimarca, ritenuto il paese meno corrotto del mondo, ha superato i 90 punti nel 2015.
L'Indice CPI del continente africano è impressionante e preoccupante, dal momento che soltanto in Senegal e in Botswana (=paesi in cui da poco sono presenti governi democratici) sono state adottate delle misure anticorruzione.
Gli stati colorati in marrone sono i più corrotti non soltanto del continente ma anche del mondo. E la Somalia è quasi nera (ha ottenuto soltanto 8 punti, quindi va addirittura peggio del Sudan che ne ha 12).
Comunque, il rosso mattone e l'arancione scuro indicano situazioni di corruzione molto gravi.

Noi possiamo e dobbiamo accoglierli, possiamo e dobbiamo dare dei finanziamenti ma... possiamo fidarci di coloro che governano quei paesi? Dove andrebbero a finire tutti quei milioni di euro che l'Ue sarebbe intenzionata ad affidare agli stati africani sopra menzionati?
Si possono anche dare degli aiuti economici a fin di bene, ma si può sperare in un reale miglioramento quando si constata che laggiù i politici sono così corrotti, disonesti e spregiudicati?! Anche i governanti africani, per percorrere la strada dello sviluppo e per raggiungere il benessere, devono per davvero rimboccarsi le maniche e prendere le misure necessarie!! ... Se solo comprendessero che la leadership politica è una grande responsabilità e non un posto di prestigio che permette di tiranneggiare i più poveri attraverso l'abuso di potere!