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17 giugno 2016

Facciamoci valere!!


Rieccomi, reduce da un paio di prove orali ma tormentata dal raffreddore e da qualche linea di febbre!
Dunque, avete letto il titolo e probabilmente starete pensando: "Oh, ecco un altro post di fuoco!"
No, stavolta no, ve lo assicuro. Anzi, vi prometto che cercherò di non scaldarmi. Chi mi segue da qualche anno sa bene che sono una persona sanguigna e molto determinata nel sostenere i miei ideali e le mie tesi. Soprattutto per questo è difficile discutere con me su tematiche di un certo rilievo, lo ammetto.
Mi arrabbio parecchio, mi indigno fortemente, protesto contro le ingiustizie ma... ma, una volta passato il nervoso e lo sconcerto, cerco sempre di pensare in modo razionale e ponderato agli eventi drammatici, per poterne comprendere sia le dinamiche sia le varie sfaccettature.
Quel "facciamoci valere" è un'esortazione rivolta alle ragazze e alle donne. Nelle ultime settimane ci sono stati troppi "femminicidi" (questo termine non mi piace, ma vi spiegherò i motivi tra poco) e ho deciso di non tacere, naturalmente, di scrivere qualcosa che valesse davvero la pena di venire letto.
Ci ho pensato spesso in questi giorni e ora credo di essere abbastanza preparata da poter esporre tutte le mie riflessioni.
Dopodiché, tenetevelo in mente, sulla questione femminile non scriverò più fino alla fine del 2016, perché mi sto rendendo conto di averlo sviluppato già molto in questi ultimi mesi. Però ne ho parlato soltanto con toni forti e decisamente emotivi. Ora invece voglio calmarmi e ragionare.



"Femminicidio"... che senso ha? E' un neologismo, d'accordo, e in effetti non lo troviamo né all'interno della nostra Costituzione, né all'interno del Codice Penale, credo.
E' un termine coniato pochi anni fa... Ma soltanto negli ultimi sei/sette anni gli uomini hanno iniziato ad uccidere le donne? Certo che no, sarebbe assurdo pensarlo! Anche in passato si sono verificati questi episodi, solo che non erano ritenuti rilevanti e non se ne parlava mai ai telegiornali. Ad ogni modo, è legittimo supporre che questo "fenomeno" sia in aumento negli ultimi tempi.
Ma a me questo termine non piace perché in un certo senso travisa la realtà. Mi spiego: non sarebbe più semplice chiamarlo assassinio oppure omicidio? Perché di fatto è un omicidio, togli la vita ad una persona! Non credo che la parola "femminicidio" metta più in risalto del termine "omicidio" la dignità delle donne... anzi, in un certo senso cerca di svilirla, come se uccidere una donna sia diverso dall'uccidere un uomo... ma in entrambi i casi togli la vita ad un individuo, dunque perché inventarsi termini così stravaganti? In entrambi i casi si tratta di un reato molto grave, in entrambi i casi l'assassino deve essere punito.
Abbiamo forse dimenticato il significato del lessico italiano?! La parola "uomo" non indica solo l'essere maschio ma anche l'umanità intera. E' sempre stato così. "Uomo", in ambito storico, filosofico, psicologico, artistico e letterario è un termine molto generico. Perché sta ad indicare tutta l'umanità! 
Tra l'altro io faccio anche un'altra differenza: donna a mio avviso è un bel termine, dalla fonetica dolce. Un termine che fa pensare al latino "domina=signora". Un termine che in qualche modo non soltanto allude ma anche esalta la dignità e la raffinatezza che dovrebbero appartenere al genere femminile. Invece odio la parola "femmina"dal momento che la ritengo dispregiativa.  Certo, è meno specifico di
"donna" e va bene per tutte le età. Infatti, una bambina di 5 anni e una ragazza di 17 non sono donne, ma lo diventeranno nel corso del tempo attraverso una crescita graduale. Tuttavia, anche in questo caso centomila volte meglio i termini "bambina" e "ragazza" !
"Femmina" e tutti i suoi composti e derivati, almeno a mio avviso, mettono soltanto in risalto le nostre capacità riproduttive... ma la donna, la donna, occhio, non è una macchina riproduttiva. E' mooolto di più, lo dico da sempre!

Per secoli le donne sono state ingiustamente considerate esseri inferiori rispetto agli uomini. Erano segregate in casa e dedite soltanto ai lavori domestici e alla cura dei figli.
Nel corso del XX° secolo sono stati giustamente riconosciuti alcuni importanti diritti alle donne e tra questi, il diritto al voto, il diritto allo studio, il diritto ad intraprendere carriere politico-giuridiche, il diritto al divorzio. Tuttavia, c'è ancora molta strada da fare.

"L'ha lasciato e allora l'ha uccisa"... quante volte sentiamo pronunciare questa frase? Ma, come ho già spiegato in altri post, è un discorso troppo riduttivo.
Uomini che uccidono le donne perché "si sono permesse" di lasciarli... E' vero, sovente l'uomo ha purtroppo un concetto di possesso della donna e questo ce lo insegna l'epica omerica nel primo libro dell'Iliade: Agamennone, re degli Achei, non ama Criseide. Ha un concetto di possesso della ragazza, che non è soltanto una schiava ma anche un essere che può soddisfare i suoi capricci sessuali.  E' un oggetto di sua proprietà, è bottino di guerra, perciò deve rimanere per sempre la sua concubina. Non dimentichiamo però che Agamennone era sposato con Clitemnestra già prima che iniziasse la guerra di Troia!
Comunque, lo ritengo un discorso riduttivo! Perché "dietro" a quel rifiuto ci sta molto altro. Il rapporto uomo-donna presenta elementi e fattori molto complessi.
Ma come mai nel 2016 viene uccisa una donna ogni due giorni?! Come mai gli uomini divengono assassini così spietati? Come mai le donne non hanno ancora esattamente gli stessi diritti degli uomini?
Le cause possono essere molte. Dovute sicuramente all'arroganza e alla cattiveria maschile ma anche, ahimè, alla fragilità femminile e ai luoghi comuni.
Ecco un mio elenco:

1) Mai viziare i figli maschi! ... E lo dico io che non sono mamma!  Però molto probabilmente le madri che trattano i loro figli come dei principini a cui tutto è dovuto fanno danni enormi.
Dar sempre ragione al proprio figlio non significa educarlo.
Se come madre non gli fai capire il valore inestimabile dei limiti e dei fallimenti, con il passare del tempo vedrai che il tuo giovanissimo rampollo si convincerà presto del fatto che il mondo debba sempre ruotare attorno a lui e che tutti debbano esaudire i suoi desideri. 
Se non sei capace di dire un semplice "no" a tuo figlio non sei un'educatrice, perché in questo modo lo fai diventare un prepotente e un egoista.
Poi, nel corso del tempo, diverrà un ragazzo arrogante e borioso, uno che gioca volentieri con i sentimenti degli altri, uno che tratta le sue coetanee come "trofei di caccia" che, una volta conquistati, perdono quasi subito il loro valore.
E infine, diverrà un uomo adulto che crederà di essere il dio in terra. Un uomo che non accetterà mai né un rifiuto né una frustrazione. Un uomo che vorrà le donne al suo servizio e che le sottometterà molto volentieri! Tenderà a convivere con una donna debole e sempre disposta ad assecondarlo.
Ecco come, a mio avviso, una pessima e sbagliata educazione influisce molto sul comportamento e sull'indole di un individuo. 

2) La società è sempre stata carogna con noi donne! E l'ho sempre detto... l'ho fatto presente anche qui: (http://riflessionianna.blogspot.it/2014/12/mai-senza-mia-figlia-la-tenacia-di-una.html)- ho notato tra l'altro che la recensione su "Mai senza mia figlia" è uno dei post più letti! Bene, mi fa piacere perché è un film che merita di essere visto almeno una volta!
Le ragazze che si spogliano su Internet sono influenzate da una società che fa loro credere che se non hai un corpo asciutto sei una nullità, non vali niente. 
Sono influenzate da una società che le invita ad esibire soltanto la loro bellezza esteriore. E' una cosa che mi infastidisce, come se contasse soltanto il pregio della pancia piatta e non... non la profondità degli occhi, ecco. Occhi limpidi e luminosi... ecco cosa rivela la sensibilità di una donna! Quando mi accorgo che una persona ha occhi limpidi e luminosi... oh, Dio! Mi si scalda il cuore... e per qualche istante dimentico le iniquità di questo mondo.
E vogliamo parlare di Miss Italia? Lo trovo assolutamente diseducativo, sia per i ragazzi che per le ragazze!
La femminilità è decisamente messa in mostra, come degli abiti sulle bancarelle del mercato. L'analogia ci sta, eh, perché le giovani che partecipano a "Miss Italia" sono "etichettate" con un numero. Giovani ragazze che accettano di farsi dire da un  povero imbecille: "Sei dentro/sei fuori"... anche qui: dov'è la dignità?
La società ha sempre indotto le donne a valorizzare il loro aspetto esteriore: tutte perfettamente depilate e truccatissime... in modo tale da poter soddisfare le voglie maschili. Se il 72% dei ragazzi di età compresa tra i 20 e i 30 anni vogliono al loro fianco una compagna soltanto bella la colpa è anche delle idee e di certi valori sociali che imperano nella nostra epoca.
Ehi, sia chiaro: io non sono una "trascurata". Il senso dell'eleganza e dell'estetica ce l'ho eccome! Però so anche che esso non è tutto!
Però dai cavolo: la mentalità sociale ci vuole perfette fisicamente ma noi non dobbiamo dimenticare mai chi siamo e chi vogliamo essere. Non siamo oggetti, non siamo bamboline da esporre in una vetrina! Non dobbiamo trascurare le nostre doti e i nostri talenti! Un minimo di consistenza morale e intellettiva dobbiamo averla, almeno un minimo! Anche perché la bellezza fisica è propria soltanto e soprattutto della giovane età.

3) Il divorzio e le violenze all'interno dell'ambito familiare. Anche a questo ci sto pensando spesso. Come ho detto sopra, è un diritto. In certi casi è un diritto: se una donna convive con un marito
violento (magari alcolizzato o drogato) che mette le mani addosso a lei e ai suoi figli, ha tutto il diritto di cambiare vita e di trasferirsi altrove. In questi casi mi tocca dire: meno male che esiste il divorzio! Però le conseguenze psicologiche della separazione talvolta violenta dei genitori, mi dispiace dirlo, le subiscono i figli. Non voglio rattristare né far piangere nessuno. Il sospetto che nutro da un po' di tempo è quello di commuovere o di far piangere abbastanza facilmente i miei lettori, compresa mia madre... E non sempre è un bene. Vi giuro, vorrei poter sempre parlare di felicità e di pace interiore ma purtroppo viviamo in un mondo caratterizzato anche da molto dolore. E io, come blogger e anche come artista, non posso rimanere completamente estranea alla realtà!
Tornando ai padri e ai mariti violenti... io grazie al cielo non ho mai vissuto situazioni simili però il mio intuito e la mia sensibilità mi permettono di immaginare come può sentirsi chi ha subito ciò.
Il punto è che se il trauma della separazione dei genitori non viene elaborato in modo corretto, (oh, ma che dico?? C'è un modo per elaborarlo? Sinceramente non lo so.) questo comporta delle tristi conseguenze in ambito affettivo. Il bambino che vede il padre picchiare la madre potrebbe crescere con la convinzione che le donne vadano trattate male. A maggior ragione se sua madre non si ribella mai ai soprusi del consorte.
La bambina che respira l'aria malsana di litigi violenti tra padre e madre potrebbe convincersi del fatto che le donne debbano essere sempre sottomesse agli uomini. In pratica, lei potrebbe rassegnarsi di fronte a un futuro di sopraffazione, di angherie e di percosse. Succede, sapete. Ad ogni modo certi traumi infantili non sono assolutamente da escludere in quest'ambito.

4) Si dice che le giovani che si fidanzano o convivono con un uomo molto più grande di loro abbiano bisogno di un padre. Può darsi, io non sono una psicologa. Magari provano un forte senso di delusione nei confronti del loro vero padre. Non me la sento di giudicarle male per questo. Ho smesso da un po' di giudicare male, è da persone immature, da "teste da portone" (espressione dell'italiano regionale del Veneto, che significa praticamente "teste di c***o).
Hanno ragione e diritto a cercare una figura maschile che sia per loro una guida significativa, tuttavia l'importante è che la differenza d'età non influisca in modo molto negativo su un rapporto affettivo. 
Penso infatti che alcune di loro si vogliano veramente male, perché giustificano le prepotenze dei loro uomini con frasi come: "Mi ritengo fortunata, finalmente uno che mi raddrizza". Perché? Che cosa c'è da raddrizzare, in fin dei conti? Nessuna donna è "storta". Nessuno è storto. Ogni donna è unica al mondo, irripetibile e inimitabile. Non esisterà mai mai mai il suo clone o la sua reincarnazione! Mai! 
E' l'arroganza di un uomo le fa credere di essere sbagliata, tutto qui. 
Ragazze, se state con un uomo abbastanza adulto e tutto fra di voi va bene, una cosa di famiglia mi sento di dirvela. Sono veneta al 100%. Ho dei parenti in provincia di Verona ma alcuni cugini di mia madre vivono a Padova. Tra cui Alberto e Roberta, sposati dal settembre 2005. Ho partecipato anch'io al loro matrimonio. Al momento di sposarsi il primo aveva 39 anni, la seconda 25. Be', sono una coppia fantastica e hanno due bambini dolcissimi e fantastici!  
Io ritengo che la differenza d'età sia relativa quando entrambi i membri di una coppia sono maturi, responsabili e in grado di rispettarsi.


5) E con la quinta chiudo: la mutilazione sessuale delle bambine nei paesi Africani. Una buona parte di loro non sopravvive, ma muore dissanguata. Sapete anche voi di che cosa si tratta: tolgono il
clitoride in modo tale che, una volta sposate, non provino piacere durante i rapporti sessuali, ma solo dolore. La mutilazione sessuale è una pratica crudele, priva di senso. Pensate che nel Corano non è nemmeno prevista! Lo dimostrano film forti e disgustosi come "Fiore del deserto". Senza volerlo, mi capita in pubblico di fare figure barbine, ma veramente barbine! Senza volerlo, divento oggetto di attenzione per colpa della mia ipersensibilità che non riesco ancora a regolare. Ho visto quel film un mese fa al cinema e, quando è arrivato il momento in cui facevano quella perversa operazione alla protagonista, come lei mi sono messa a urlare. Inoltre sudavo e singhiozzavo come una bambina. Vani i tentativi di mia zia di tranquillizzarmi. Non so che impressione ho dato al resto del pubblico, il fatto è che alla fine del film ero perfettamente riconoscibile: diverse persone mi guardavano o perplesse o preoccupate. Sono ipersensibile, non è un vanto. A volte questa caratteristica comporta anche delle belle grane!
Ma perché le donne africane non trovano la forza per ribellarsi a quello schifo??!! 

Vado a letto, anche se so già che il naso chiuso mi impedirà di fare sonni tranquilli...








7 giugno 2016

Le "piscine d'oro" del Camerun:


AVVERTENZA! : In questo periodo i miei post sul blog saranno molto rari. (Già ultimamente vi sarete resi conto che sto faticando a mantenere la frequenza settimanale). Entro i primi di luglio devo dare tre esami che riguardano discipline piuttosto vaste e complesse. Il ripasso per tutto il mese di giugno è la mia assoluta priorità!
Sono contenta comunque del lavoro che finora ho svolto: devo ammettere che quest'anno sono riuscita a proporre tematiche interessanti ed estremamente attuali.

Qui riassumo la situazione oltremodo drammatica e precaria del Camerun orientale.



MINIERE D'ATTESE:

Nel Camerun Orientale, a pochi chilometri dalla Repubblica Centrafricana, la corrente elettrica è scarsa e i rumori del generatore sono quasi irritanti. Dalla vicina foresta pluviale arrivano legname e metalli preziosi.
A dire il vero, il sottosuolo della zona è ricco di oro e diamanti e, se il governo non temesse uno sviluppo commerciale "malato" in quest'area instabile, i villaggi orientali del Camerun non vivrebbero nella miseria.
Tuttavia, in alcune parti del territorio si intravedono enormi scavatrici vicino a delle miniere: a Bukaru, piccolo villaggio della regione, si trova la più grande miniera della zona. La gente del posto vive del mercato dell'oro, affare economico che comporta la creazione di grandi fosse scavate con semplici pale. 
Si trovano davanti ad ogni abitazione e vengono chiamate "le piscine dorate" dove i privati, che tentano la fortuna scavando per più di dieci ore al giorno in un clima particolarmente torrido, lavano la terra raccolta con la speranza di poter trovare qualche milligrammo di materiale prezioso. Un lavoratore infatti può scavare per molte ore, a volte anche durante la notte. Gli abitanti del villaggio lavorano per i privati che mettono a disposizione il materiale ricevendo una paga decisamente misera (24 euro per un grammo di oro) rispetto al vero valore dell'oro sul mercato internazionale.
Di solito, la terra scavata è portata alle macinatrici dove i bambini la tritano per facilitare il lavoro di filtraggio che avviene nelle piscine.
Ecco qui il lato più triste: i bambini e i ragazzini non fanno eccezione e talvolta, anzichè andare a scuola, sono costretti a recarsi in miniera.  Marcellin, 13 anni, si reca ogni giorno in miniera dopo la scuola e anche durante le vacanze scolastiche. Il ragazzino deve pensare a mantenere la famiglia dal momento che suo padre è morto. Ogni giorno percorre circa 30 km per arrivare alla miniera da un'altra cittadina.

Nonostante tutto, lo sfruttamento della regione dell'est è minimo, anche per la mancanza di infrastrutture adatte. Sia il governo che le multinazionali permettono di scavare soltanto in pochi e piccoli villaggi e purtroppo anche vicino ai campi dei rifugiati.
Bisogna però considerare che uno sfruttamento intenso del territorio comporterebbe danni molto gravi per l'ambiente.


I RIFUGIATI CENTRAFRICANI IN CAMERUN:

Le continue tensioni religiose, politiche e sociali della Repubblica Centrafricana porta considerevoli flussi di profughi nei paesi limitrofi.
Circa 200 mila rifugiati centrafricani di fede musulmana hanno trovato riparo ad est del Camerun, integrandosi con la popolazione locale. Sono scappati per sfuggire
alle violenze e ai soprusi di bande armate, hanno raggiunto a piedi i territori di destinazione e alcuni di loro hanno affrontato mesi di cammino. L'esercito presente nella Repubblica Centrafricana è formato soprattutto da componenti sudanesi e ciadiani che seviziano la popolazione musulmana dello Stato. Si tratta delle milizie anti-balaka.
Riporto qui la testimonianza di una ragazza arrivata in Camerun da sola che ha raccontato il suo viaggio doloroso e travagliato:

"Ero con i miei due zii e stavamo camminando verso il confine quando i soldati ci hanno teso un'imboscata sparando ad uno di loro. Fortunatamente era protetto e quindi non è morto, ma questo ha significato l'attacco all'arma bianca per risparmiare le munizioni. Gli hanno infilato una spina appuntita nel collo e poi con un pugnale gli hanno infilzato il piccolo Corano che portava in tasca. All'altro mio zio hanno tagliato naso e orecchie con il machete prima di ucciderlo. Per fortuna avevo una ferita al piede che hanno giudicato mortale e mi hanno lasciata a terra sanguinante, dicendomi che sarei morta. Sono viva per miracolo, ma il mio piccolo è morto di fame sulla mia schiena e l'ho seppellito in un villaggio vicino."

Ora i rifugiati centrafricani vivono in pessime condizioni igienico-sanitarie ma almeno sono al sicuro. L'integrazione dei profughi è stata ben accettata dalla popolazione, la quale ha prestato spesso degli aiuti umanitari. 
Molti profughi centrafricani lavoravano nelle miniere e ora collaborano con i locali alla ricerca di metalli preziosi ricoperti dal terreno fangoso, per poter migliorare le proprie condizioni di vita. Ad una signora piuttosto anziana sono bastate alcune monetine d'oro per potersi permettere di ristrutturare la sua capanna. Ad ogni modo, sia per i profughi che per gli abitanti del luogo, il lavoro in miniera risulta abbastanza spesso frustrante, dal momento che ci sono giorni in cui si scava molto e a lungo senza trovare nulla ma soltanto grandi ammassi di terra.