28 novembre 2011

Fahrenheit 451: la freddezza di un mondo senza libri... e senza sentimenti!!

Qualche tempo fa, ho letto questo famosissimo capolavoro, scritto negli anni '50 che ha ravvivato in me l'orgoglio di essere un' appassionata studentessa entusiasta nel riflettere sui concetti studiati e sulla vita.
  Devo però ammettere che lo splendido "Fahrenheit 451" è un libro pessimista nei confronti del futuro. Descrive una società desolante, condizionata da una televisione che maschera le notizie e che fa vivere alle persone una realtà senza valori.
Ma la cosa più sconvolgente era l'odio per i libri, considerati illegali!!
 I pompieri non spengono gli incendi, ma li appiccano, incendiando i libri che trovano nelle case.



Il protagonista è Guy Montag, un milite del fuoco, denominato appunto 451. Una sera, mentre torna a casa dal lavoro incontra Clarisse, una ragazza che vive vicino casa sua, incredibilmente riflessiva e molto diversa dalle altre persone che Montag conosce.
Mi colpisce molto quando la ragazza dice a Montag che di mattina c'è la rugiada e che c'è un volto umano sulla luna.
Guy Montag rimane colpito dalle frasi profonde e particolari di Clarisse e da quella notte comincia ad riconoscere di non essere felice, ovvero di aver sempre eseguito il suo (insensato) lavoro senza chiedersi se fosse giusto. Da allora comincia a infrangere le regole della sua società. Un altro punto in cui il libro è davvero molto efficace: Clarisse riferisce a Montag che un tempo i pompieri spegnevano gli incendi, affermazione che Montag  trova incredibile e assurda: la società in cui vive presta attenzione solo al presente e non considera nè il passato, utile da conoscere e da ricordare per non ripetere gli stessi errori nel corso della storia, nè il futuro, importante invece per le nuove generazioni. E' una società egoista.
Purtroppo, Montag ha una moglie superficiale e fredda, che preferisce la televisione al marito, al punto da non ricordare nemmeno dove lo avesse conosciuto. Sua moglie Mildred riempie la sua interiorità con il vuoto completo, invitando altre signore a seguire i programmi televisivi.
In quell'occasione Montag legge alle tre donne una poesia romantica, che le sconvolge e le fa piangere. Il sentimento dell'amore era sconosciuto alle signore, che avevano sempre vissuto nell'incoscienza, soprattutto morale.
Non capisco che senso abbia invitare i propri amici per rimanere incollati TUTTO IL TEMPO alla televisione, senza mai parlarsi,oppure senza mai rimanere semplicemente in un' atmosfera silenziosa tenendosi la mano, dal momento che dialogare significa anche ascoltare i silenzi dell'altro.
 (E chi considera valori l'affetto di una madre per il figlio, la voglia di vivere e la capacità di ascoltare, credo che mi capisca perfettamente). La vita delle persone di quella società è così priva di senso!!
 Dice Faber a Montag, un latitante perchè custodiva segretamente molti libri:
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 “Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole solo facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive.
Viviamo in un tempo in cui i fiori tentano di vivere sui fiori, invece di nutrirsi di buona pioggia.”
“...Non c’è nulla di magico nei libri; la magia sta solo in ciò che essi dicono. Nel modo in cui essi hanno cucito le pezze dell’Universo per mettere insieme così un mantello di cui rivestirci.” 

17 novembre 2011

Mansuetudine

MANSUETUDINE
(Alla Beata Chiara Luce Badano)

Il tuo ricordo
dolce e struggente
pervade il mio animo.

Il tuo gioioso sorriso
era un arcobaleno
nell'oscurità del cielo,
la bontà
che vince
il male del mondo.

La mitezza dei tuoi occhi
ricordava
la sincerità
di un fraterno abbraccio.

In un luminoso sole,
in una lontana stella,
in una piccola goccia di pioggia
scorgo
il tuo viso sereno
che illumina la mia vita.

Se tu fossi ancora qui,
ti stringerei la mano
per rivivere con te
attimi di dolcezza.


In memoria del 25 settembre 2010, quando è stata beatificata...

5 novembre 2011

"Il ragazzino con la sensibilità in tasca"

Un significativo romanzo in cui è evidente l'efficacia dello stile Buzzatiano:"IL SEGRETO DEL BOSCO VECCHIO"

E' uno dei libri più particolari e che io abbia mai letto!

Il romanzo evidenzia e descrive molto i comportamenti e le azioni di Sebastiano Procolo, un colonnello in pensione, nipote di Morro, defunto proprietario di una vastissima tenuta. 
Morro aveva lasciato in eredità a Procolo il Bosco Vecchio e al pronipote dodicenne Benvenuto una parte assai più vasta.
Sebastiano aveva l'intenzione di abbattere il bosco per fini speculativi. Inoltre, poichè era convinto che fosse ingiusto possedere solo una piccola parte della tenuta, arriva a progettare di uccidere Benvenuto.

E' interessante notare che nel romanzo molti animali e molte entità naturali sono personificati dall'autore; tra questi la gazza, i geni custodi degli alberi il Vento Evaristo e il Vento Matteo, complice del colonnello.
Nella storia sono presenti due tematiche molto rilevanti nella vita di ogni persona: la prima è il passaggio dall'infanzia all'età adulta, che riguarda Benvenuto. Crescendo, il ragazzino dovrà conoscere il dolore dell'esistenza, che non gli permetterà più di ascoltare ammirato il canto del vento, il fruscìo delle foglie e l'acqua del fiume che scorre.
La seconda tematica è molto toccante: si tratta del riscatto morale di Sebastiano Procolo che, succube della sua ruvidità e cupidigia, verso la fine della storia comincia a provare affetto per il nipote, fino a sacrificare la vita. E' qui rivelato un insegnamento fondamentale, che sostiene la storia della nostra umanità: la solidarietà e l'amore sono indispensabili per vivere bene con gli altri e per provare ad entrare in contatto con se stessi.

Nella storia, uno dei personaggi che davvero spicca per la sua sensibilità è Benvenuto che, orfano, esile, malaticcio e non amato coltivava dentro di se' un' ammirazione profonda per la natura e, incredibile a pensarsi, anche per lo zio colonnello, nonostante tra loro vi fosse un rapporto molto freddo.

"La voce del vento si affievolì nel nulla. Senza dubbio egli continuò a salutare il ragazzo, rivolgendogli espressioni affettuose. Ma oramai era troppo in alto per poter essere udito. Benvenuto avrebbe voluto gridargli qualche parola, ma non riusciva a parlare, una cosa gli chiudeva la gola. Agitò allora il cappello, mentre si levava il sole, fino a che fu completo silenzio."