27 luglio 2012

Petalo


Tacite stelle
riscaldano
il mio cuore,
fragile petalo
che ondeggia,
abbracciato
da una tenera brezza.

20 luglio 2012

Io e te: l'avvincente romanzo di Niccolò Ammaniti


La storia è ambientata a Roma. Il protagonista è Lorenzo, un adolescente piuttosto introverso che fatica a relazionarsi con gli altri ragazzi, ma è anche molto sensibile e spesso vittima delle prese in giro.

Un giorno, all'uscita della scuola, vede che alcuni suoi compagni di classe stanno chiacchierando tra di loro per organizzare una settimana bianca a Cortina d'Ampezzo.
Una volta arrivato a casa, decide di mentire ai genitori dicendo di essere stato invitato alla settimana bianca da alcuni suoi amici.
Lorenzo non riesce mai a confessare di aver mentito. 
Al giorno della partenza, Lorenzo, vestito per andare in montagna, si fa accompagnare dalla madre a un incrocio poco distante dal luogo nel quale i suoi amici avevano l’appuntamento. Una volta sceso dall’automobile, si dirige verso il luogo dell'incontro e osserva i suoi compagni partire. Lorenzo allora cammina per un po' di tempo nelle vie della città. In seguito il ragazzo, prestando attenzione al custode del condominio in cui abita, riesce a sgattaiolare in cantina, dove pochi giorni prima aveva sistemato varie provviste di cibo, libri da leggere e la Playstation. 
Dopo poche ore di permanenza riceve una telefonata da parte della sua sorellastra, Olivia, figlia avuta dal primo matrimonio di suo padre e più grande di alcuni anni, che aveva incontrato poche volte.
I genitori  avevano parlato raramente a Lorenzo della sorellastra, mettendola per lo più in cattiva luce.
Olivia  poco dopo si dirige proprio in cantina per cercare uno scatolone in cui aveva nascosto dei soldi. Non avendoli trovati, la ragazza  inizia a star male per astinenza da eroina... 
Inizialmente il rapporto tra i due ragazzi è freddo e litigioso, soprattutto per il fatto che inizialmente Lorenzo non accetta l' inaspettata irruzione in cantina da parte di Olivia.
Ma dopo pochi giorni, si crea un legame molto forte in cui entrambi riscoprono l'importanza del rapporto umano. 

Mi sono commossa quando ho letto che, nella loro ultima sera insieme, si ritrovano a ballare al suono di un vecchio giradischi e improvvisamente Lorenzo si sente felice e in pace con se stesso.
Il romanzo è breve. Lo stile è semplice ma molto efficace.
L'ho trovato un libro molto profondo. E' il più bel romanzo di formazione che io abbia mai letto. Il protagonista, soprattutto alla fine, riesce a dare un' immagine molto positiva di sè.


Ecco una delle parti più significative che si trova verso la fine del libro.

"-Ero a scuola e ho sentito dei miei compagni di classe che andavano a sciare a Cortina. Non mi avevano invitato. E a me non me me frega niente di andare a fare le gite con gli altri, però ho detto a mamma che pure io ero stato invitato. E lei ci ha creduto e si è messa a piangere ed io non ho più avuto il coraggio di dirle la verità e quindi mi sono nascosto qui. Da quel giorno ho continuato a cercare di capire perchè le avevo detto una bugia.
- E lo hai capito?" 
"Si. Perché ci volevo andare. Perché volevo sciare con loro, io sono bravo a sciare. Perché volevo fargli vedere le piste segrete. E perché non ho amici… volevo essere uno di loro."
Ho sentivo che si alzava.  "Fammi spazio"
 Mi sono spostato e lei mi si è sdraiata accanto e mi ha abbracciato forte. Ho sentito il suo ginocchio ossuto. Le ho messo una mano su un fianco, le potevo contare le costole, poi le ho carezzato la schiena. Sotto le dita, le vertebre appuntite. - 
"Olivia, mi fai una promessa?"  "Cosa?"  " Che non ti droghi più. Mai più."
"  Te lo giuro su Dio." lei mi ha sussurrato in un orecchio. 
" E tu scemo mi prometti che ci rivedremo?"   "Te lo prometto."


13 luglio 2012

Adolescenti e autonomia

Nascono spesso discussioni sull'autonomia che i ragazzi dovrebbero avere e sul fatto che gli adulti non ne concedono abbastanza.

Noi ragazzi ci lamentiamo molto spesso dei genitori perchè non ci lasciano liberi: ci danno limiti di orari, pochi soldi, non ci comprano quello che vorremmo e si informano su amici e ambienti che frequentiamo.
Molti ragazzi per libertà e autonomia intendono essere privati dalle raccomandazioni dei genitori.
Io penso che sia giusto che i genitori si interessino dei propri figli; ne devono essere responsabili perchè hanno l'obbligo di mantenerli fino alla maggiore età. Quindi dovremmo ascoltare i loro consigli...
Io ritengo che non vogliano privarci della libertà dandoci raccomandazioni e divieti. Lo fanno  perchè ci tengono a noi e alla nostra vita. Molti genitori si preoccupano che i figli a ore sconvenienti possano frequentare ambienti malsani e magari persone che potrebbero condurli verso strade sbagliate, contro i loro insegnamenti.
 In particolare i genitori delle ragazze sono molto più apprensivi: una ragazza è facilmente esposta ai pericoli e temono che possa essere adescata o convinta da persone senza scrupoli a compiere volgarità o azioni immorali.
Però sono convinta che anche un ragazzo facilmente influenzabile e psicologicamente fragile sia molto esposto ai pericoli ed è probabile che possa essere condotto sulla cattiva strada.
 Ricordo un programma televisivo di circa tre anni fa, in cui una ragazza di sedici anni, era intervistata riguardo a questo argomento e diceva che l'apprensione dei genitori era giusta, altrimenti i figli rischiano di diventare disinteressati nei confronti degli altri.
Era una ragazza molto triste perchè nessuno della sua famiglia le aveva mai chiesto dove andava e a che ora sarebbe tornata e sentiva di essere poco importante per i suoi genitori.

E'anche vero però che per gli adolescenti, imporre continuamente orari da parte dei genitori può essere molto stressante.
Ci avviciniamo ormai all'età adulta, quindi dobbiamo iniziare a essere più indipendenti dalla famiglia. A volte anche a me gli adulti sembrano noiosi quando fanno alcune raccomandazioni che mi sembrano scontate.
I ragazzi avvertono inoltre un forte bisogno di libertà, che poi li guiderà nelle loro scelte di vita che dovranno fare spesso da soli.
Dovremo dimostrarci più tolleranti nei confronti delle preoccupazioni dei genitori, si comportano così solo per il nostro bene e non perchè nutrono sfiducia verso di noi.

3 luglio 2012

Il grande Gatsby: la ricchezza che non allevia la solitudine

E' un romanzo americano, scritto dal brillante Scott Fitzgerald. E' ambientato a New York negli anni Venti.
Racconta la storia di Jay Gatsby, un uomo che ha lottato duramente per arricchirsi, ma lo ha fatto anche con mezzi illeciti.
Il romanzo insegna che la ricchezza non aiuta a realizzare i sogni d'amore.





Jay Gatsby era figlio di poveri contadini del Nord Dakota. Quando era ancora molto giovane, era fuggito di casa per costruirsi una nuova identità.
Poco tempo dopo, si era recato in una città americana per un addestramento militare e lì si era innamorato  di Daisy Fay, bella, giovane e ricca.
Prima della partenza di Gatsby per le armi in Europa, i due giovani si erano giurati eterna fedeltà.
Durante il periodo di permanenza in Europa, Gatsby era venuto a sapere che Daisy aveva sposato Tom Buchanan, giocatore di football molto arrogante. Da allora aveva sempre desiderato riconquistarla.
Era ritornato negli Stati Uniti dove, dopo aver raggiunto la ricchezza anche con il contrabbando, aveva deciso di abitare in un' enorme villa che si trovava sulla sponda opposta dove Daisy con il marito trascorreva il periodo estivo.

Il narratore della storia è Nick Carraway, giovane laureato che aveva intrapreso un lavoro in borsa e aveva deciso di alloggiare in una modesta villa confinante con la villa di Gatsby.





Dapprima Nick, ogni sera aveva osservato molta gente che andava e veniva nell'enorme giardino della villa di Gatsby. Un giorno Nick aveva ricevuto un invito da parte di Gatsby. Era Iniziata così una relazione di amicizia  particolare tra due uomini molto diversi :  in effetti Nick è molto realista, Gatsby invece è un uomo che vive nel passato, è l'emblema della solitudine e dell'infelicità, una persona che vive soltanto per un sogno d'amore divenuto irrealizzabile.
Dopo una festa di Gatsby alla quale Daisy aveva partecipato con il marito, egli era sicuro di aver ritrovato per sempre la donna tanto amata e anche di poter rivivere il passato. Ma riuscirà il grande e infelice Gatsby a realizzare il suo sogno romantico e a prevalere sul presuntuoso Tom Buchanan?
Questo splendido romanzo si conclude con una frase che ha suscitato in me molta malinconia: "Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato".




















































Il libro evidenzia l'ipocrisia e la mancanza di sensibilità  che caratterizzavano la buona aristocrazia americana degli anni venti.
Un tema che merita di essere considerato è l'incomunicabilità: nessuno comunica alle lussuose feste di Gatsby, che sono infatti "entusiastici incontri tra gente che non si conosceva neanche di nome".


Il più solo di tutti i personaggi è certemente Gatsby. Nella sua villa si svolgono le feste, ma egli non partecipa mai, chiuso all'interno della stratosferica villa. Tutto ciò che succede nella sua casa avviene per il solo scopo di riuscire a far venire Daisy.
Gatsby è un personaggio che, nonostante il contrabbando, ho stimato molto e penso proprio che la sua grandezza stia soprattutto nel distinguersi dalla meschinità e dalla superficialità che caratterizzano invece altri personaggi della storia come Tom e Daisy.