25 ottobre 2012

"Eleonora"

"Eleonora" è il titolo di un racconto scritto da Edgar Allan Poe, un autore americano del XIX secolo.
Mi è piaciuto particolarmente perchè affronta temi interessanti e significativi quali: l'amore, la purezza, la bellezza della natura, la disgrazia di una morte improvvisa e ingiusta e la volontà di ricominciare a vivere e ad amare anche dopo un tragico avvenimento.

 
Il narratore della storia racconta che, nel periodo della sua infanzia e della sua adolescenza, viveva nell'isola dell'erba Multicolore con la cugina Eleonora. Il protagonista, quindi, racconta le felici giornate che trascorreva con lei, descrive un magnifico parco, gremito di fiori luminescenti e scarlatti e un ruscello dalle acque limpide e silenziose.
Eleonora aveva 15 anni, il narratore 20. I due giovani si erano innamorati proprio nel pieno dell'adolescenza di Eleonora. 
Un giorno però Eleonora confida al suo amato di essere prossima alla morte e alla trasmigrazione in Cielo. Prima di morire, si fa promettere solennemente che l'avrebbe ricordata  per sempre e che non si sarebbe mai più innamorato di nessun'altra.
I fiori e le piante della radura cominciano ad appassire e l'erba a seccare. Inizialmente il narratore è disperato e angosciato e trova pace soltanto nei sussurri di Eleonora nell'orecchio durante i suoi sogni.
 Qualche tempo dopo, il protagonista, non trovando nulla di allettante e di piacevole nella valle felice del suo grande amore, si trasferisce in un paese lontano dove incontra un'altra ragazza, Ermengarda. Avviene così che si innamora di nuovo e si sposa con lei.  Una notte giunge in sogno al protagonista una voce che  gli dichiara di essere stato sciolto per sempre dal giuramento che era stato fatto ad Eleonora.



Ho riflettuto molto su questo racconto e sono riuscita a trovare un'interpretazione che ritengo  valida e convincente.
La voce narrante potrebbe essere ognuno di noi.
 Eleonora invece, rappresenta una persona a noi molto cara che ci rende felici e che è portatrice di valori, quali la bellezza,l'amore, l'innocenza, la gioia di vivere.  Una persona che ci insegna anche a scorgere la positività della natura e del mondo. Eleonora inoltre è una figura strettamente legata alla natura e parte integrante di essa.
La morte di questa persona cara è straziante e ci deprime, soprattutto se avviene in modo improvviso. Sentiamo questa perdita un evento ingiusto che ci angoscia profondamente e così tendiamo a vedere il mondo che ci circonda soltanto per i suoi lati negativi e ci sentiamo morire dentro ( l'appassire della natura).
Pero', a volte, come in questo caso, puo' avvenire che riusciamo a trovare dentro di noi la forza di reagire di fronte a un dolore molto grande e quindi cerchiamo nuove opportunità per migliorare la nostra esistenza e per ricominciare a vivere. (il trasferimento in un paese lontano) 

Quindi, troviamo risorse molto grandi e persone che amiamo e ci stimolano ad amare nuovamente, a vivere e a sperare.

La "pretesa" della dolce Eleonora era, a mio parere, irrealizzabile: infatti soprattutto una persona molto giovane, in questo caso di venti anni soltanto, non puo' chiudersi per sempre nel suo dolore. E' contro natura!! 

15 ottobre 2012

Un giorno ritornero' da te, mia cara Inghilterra!!

8 ottobre 2012.  Ore 13:50. Dopo un pranzo abbondante e poco salutare, esco dalla caffetteria della scuola insieme ad altri quattro compagni della mia classe. Raggiungiamo gli altri nel cortile della scuola. 
Oggi è programmato il walking tour per Bournemouth, la città in cui stiamo facendo il nostro interessante stage linguistico. La mattinata a scuola non è stata affatto male: ho conosciuto Dave e James, i miei insegnanti. Sembrano due giovani molto in gamba e comprensivi. Sono anche simpatici: spesso ci fanno ridere con le loro battute brillanti.
Ieri sera, ho conosciuto la famiglia che ospiterà me e una mia compagna per tutta questa settimana. E' una bella famiglia; la signora è seria e gentile, il marito è gioviale. Ho già legato con la loro figlia diciannovenne, che ieri sera, al momento della buonanotte, si è congratulata con me per il mio buon inglese.




 Una settimana è passata purtroppo, io sono ritornata in Italia due giorni fa stanca e molto contenta di aver vissuto questa meravigliosa esperienza.
Ho imparato molte cose: l'inglese ora lo so ancora meglio, ho arricchito ulteriormente il mio lessico e mi sembra anche di essere migliorata nella pronuncia. La scuola inglese che ho frequentato per tutta la settimana scorsa mi ha dato un bellissimo" Excellent. " Ero al settimo cielo, ero proprio contenta di me stessa!!! 

Gli inglesi sono persone molto disponibili e aperte, danno indicazioni, fanno spesso domande sull'Italia a noi italiani, correggono la nostra pronuncia, ascoltano volentieri e non ci interrompono mai.
Pensate che i signori che mi ospitavano hanno trascorso il loro viaggio di nozze a Venezia e conservano un ottimo ricordo di questa città.

Siamo anche andati a Londra una giornata, il mercoledì.  Sono convinta che valga  la pena di visitare Londra almeno una volta nella vita. Ci sono monumenti antichi e tipici dell'arte gotica (uno stile che adoro alla follia), è piuttosto pulita e... le acque del Tamigi!!! Stupende!!!!! Ma sapete che sul Tamigi si naviga con i battelli?!!!
Addirittura!!!

Sono davvero felice, il viaggio mi ha fatto bene, ci voleva proprio.
Sono tornata carica di soddisfazioni e ho conosciuto un paese davvero interessante, abitudini e tradizioni davvero molto singolari.
Io consiglierei a tutti i ragazzi di aderire a una proposta di viaggio-studio così interessante. Si conoscono nuove persone, si migliora  il proprio inglese. Un'esperienza simile insegna a diventare un po'  indipendenti dalla famiglia e soprattutto arricchisce la mente e, per qualche giorno, mentre ci si sforza di parlare un'altra lingua, ci si appropria anche di un modo diverso di pensare non solo per quanto riguarda le strutture lessicali e grammaticali ma anche dal punto di vista culturale.

Tra un paio d'anni penso proprio di ritornarci!!!

6 ottobre 2012

Erich Fromm e San Paolo: l'arte di amare

Considerazioni sulla difficile arte di amare e sulla forza di un sentimento che regge il mondo e la storia dell'umanità. 
E' un tema che ho svolto circa un anno fa.

L'amore è un sentimento di affetto vivo e intenso verso una persona che appare piacevole e cara.

Penso che la persona capace di amare riesca a sentirsi viva e a scorgere negli altri un "frammento" della persona amata; tende così a vedere in modo positivo il mondo e ad essere più comprensiva nei confronti degli altri.

Sebbene nella società l'amore sia un elemento che assume molta importanza nella vita quotidiana, spesso molte realzioni amorose falliscono.
Io giustifico questi fallimenti innanzitutto considerando che frequentemente vi è un  fraintendimento tra vero amore e ricerca di una soddisfazione personale. Molti infatti tendono a rendersi attraenti fisicamente e a proporsi come persone di successo trascurando gli aspetti interiori.
Sono quindi incapaci di instaurare un rapporto profondo, significativo e rispettoso verso l'altro, visto come un oggetto per soddisfare il proprio bisogno di essere amati, molto diverso da quello di amare e anche per appagare il proprio egoismo. 

Ritengo inoltre che l'egoismo sia diverso dalla stima di sè.
Mi ha molto colpita un'affermazione di Erich Fromm nel suo saggio : "l'arte di amare", all'interno del quale afferma che "... se è un bene amare i propri vicini in quanto umani, allora è un bene amare se stessi.". Quindi colui che ha stima di sè e che è in pace con se stesso, è più aperto all'amore verso gli altri.

Purtroppo dilaga anche l'idea di un amore solo erotico ed esclusivo, che aspira all'unione completa con l'altra persona. Questo accade solitamente quando due persone, sentendosi sole e incomprese, provano un'attrazione reciproca improvvisa che le unisce fisicamente. In realtà non provano amore ma avvertono soltanto il bisogno di soddisfare un "appetito fisico", di superare la loro solitudine con l'intimità sessuale. Si tratta quindi di un amore di breve durata perchè costituito soltanto da una pulsione improvvisa e non da un rapporto profondo che mira ad arricchirsi vicendevolmente. Una volta conquistata, la persona amata perde quasi subito il suo valore.

Oltre a ciò, molti matrimoni o convivenze falliscono perchè tra i due amanti non c'è mai stato un vero dialogo e un vero impegno nell'ascolto reciproco.

 Alcuni addirittura vedono la vita coniugale come una fiaba romantica, desiderando uscire dalla casa di origine. Questa idea di amare si scontra poi con la realtà della vita quotidiana, fatta anche da contrasti e da discussioni.

E' utile riconoscere la difficoltà di agire con amore nei confronti degli altri, non solo a causa dei nostri limiti ma anche a causa del fatto che si è più inclini a vedere negli altri i difetti  più che le doti.

L'amore è un sentimento molto grande, ma richiede molto impegno che nella fase più matura diventa dono di sè.


Ritengo che la  famiglia sia il luogo privilegiato per imparare a vivere l'amore, valutando le difficoltà quotidiane attraverso il rispetto, la pazienza e la disponibilità.
Il brano pù bello nella pratica dell'amore l'ho trovato nella prima lettera di San Paolo  ai Corinzi, capitolo 13, Nuovo Testamento:"... l'amore è paziente, non è invidioso, non si vanta, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non pensa al male ricevuto, non gode dell'ingiustizia. L'amore non avrà mai fine." E' proprio l'amore che regge il mondo.