29 giugno 2013

Germogli preziosi



Nell' infinità dell'Universo,

l'amabile canto del vento
abbraccia
piccole placide stelle
che allietano
la fiamma ardente
della mia intensa voglia di vivere.

La fulgida luna,
circondata
da un leggero manto
di soffici nuvole
illumina
i germogli di speranza
che dimorano dentro di me.





22 giugno 2013

Chiudo gli occhi... e la mia mente viaggia da un'immagine all'altra.

Questa riflessione era già stata pubblicata un anno fa. Ma, dal momento che mi sto pentendo di averla eliminata, la ripubblico, uguale identica a come l'avevo scritta all'epoca. Meno male che custodisco ancora molte copie cartacee dei miei post!!




"Respiro profondamente, mentre i miei occhi chiusi immaginano un cielo terso e stellato, in cui ogni stella dà il meglio di se stessa, brilla nel cielo buio e infinito. Sento la melodia di un venticello fresco e leggero che fa vibrare di letizia le corde del mio cuore. Vedo una luna piena splendente che illumina il mio viso.



Immagino un prato verde, in cui crescono delicati fiori, accarezzati dal dolce volo di leggere farfalle. Penso ai miei sogni d'amore mentre il sole spunta tra nuvole bianche e spumose e mi sorride.



Immagino di essere sulla cima di un monte, circondata da muschi e da distese infinite di prati. Respiro un'aria pulita e pungente. Contemplo l'alto volo degli uccelli.


 Sogno di trovarmi in riva al mare, sogno le onde e la loro spuma bianca che sfiora la sabbia rovente. Nell'immensa distesa marina blu, deboli raggi di un sole che tramonta.



La mia mente, quando immagina, diventa una piuma leggera che vola nel vento... il mio cuore si alleggerisce con lei, pronto ad accogliere sensazioni di calma e di serenità."

18 giugno 2013

Siamo "Condannati al nostro presente"

Si sono formati dentro di me pensieri molto realistici che riguardano l'avvenire e le speranze di noi giovani.

Negli ultimi anni,  l'espressione "condannati al presente" designa purtroppo gli adolescenti e i giovani adulti, ovvero, quella parte della popolazione che dovrebbe essere considerata il "serbatoio del futuro" della società stessa.
"Condannati al presente" è, a mio avviso, un'espressione molto forte e sconcertante che dovrebbe far riflettere diversi anziani i quali, generalizzando ingiustamente, descrivono noi giovani come se fossimo per lo più persone apatiche e superficiali a tal punto da essere incapaci di vedere e di pensare al di là del nostro presente.
E' vero che i rapporti tra generazioni diverse non sono mai stati ottimi e tranquilli, ma ritengo fermamente che molti adulti non si stiano impegnando a proporre offerte significative e stimolanti concernenti l'avvenire.

 A questo proposito, vorrei accennare brevemente alla lettera che, circa tre anni fa, avevo scritto alla redazione della rivista "Piccolo missionario", nella quale confidavo alcune riflessioni attinenti al tema della speranza nel mondo.
Verso la fine della lettera, avevo scritto:" Noi giovani abbiamo una grande responsabilità: guidare il futuro del mondo. Ma dobbiamo ottenere fiducia dagli adulti, che mi sembrano spesso superficiali."
Dopo qualche mese, mi è arrivata una risposta davvero bella e incoraggiante, che diceva: "Voi ragazzi fateci il piacere di educare noi adulti a comprendere il senso della vita. Ve ne saremo eternamente grati."

Ribadisco però che molti adulti non comprendono che per noi adolescenti sono importantissimi sia il presente che il futuro. Il presente è utile e importante per imparare a essere autonomi dai genitori e il futuro è indispensabile per sognare e per riflettere su chi e su che cosa vorremmo diventare nella vita.
Qualche settimana fa, è stata pubblicata su "Avvenire" un'intervista allo psicologo Amedeo Bezzetto, il quale sosteneva che: 
" Il futuro deve essere nella testa degli adulti, perchè per gli adolescenti è un tempo troppo lungo che non riescono a conservare a livello di coscienza. 
Il futuro è un patrimonio degli adulti  (i ragazzi non hanno risorse economiche nè logistiche ma solo energetiche) che devono cedere progressivamente, man mano che i ragazzi crescono."
Sarebbe quindi indispensabile che ogni adulto si mostrasse disposto a sostenerci nel nostro cammino.
Riguardo questo aspetto, sento di rivolgere agli adulti un pensiero significativo:
"Cari adulti, i ragazzi dotati di buone qualità e di preziosi talenti sono più di quanti immaginate!!  E voi avete il compito di credere e di incentivare le nostre potenzialità."

Inoltre, molti politici italiani dimostrano una grave mancanza di rispetto nei confronti della nostra dignità e della nostra identità per il fatto che non promuovono piani politici che dovrebbero garantire lavori sicuri, gratificanti e inerenti al percorso di studi compiuto. L'Italia sta privando del futuro un'intera generazione; la situazione economica, effettivamente, sta andando malissimo e la disoccupazione giovanile ha raggiunto il vergognoso valore del  40%.

L' aspetto più preoccupante è che si sta diffondendo, tra noi adolescenti, un sentimento di scoraggiamento che coinvolge le nostre prospettive di lavoro. Quando parliamo delle nostre aspirazioni lavorative e dei percorsi universitari che vorremmo intraprendere, ci sminuiamo reciprocamente.
Dopo il liceo, mi piacerebbe moltissimo iscrivermi a lettere, continuare a coltivare l'entusiasmo per la letteratura per poi insegnarla trasmettendo il mio entusiasmo ai ragazzi. Insegnare italiano è un sogno che mi sta molto a cuore.
Diverse volte mi è stato detto che molto probabilmente non troverò un posto di lavoro... D'altra parte, siccome la disoccupazione e il precariato sono in aumento, nutro alcune riserve sul fatto che altri percorsi formativi e lavorativi offrano alle nuove generazioni più possibilità...

Concludo questo post con un pensiero che rivolgo a tutti i giovani: a mio avviso, conviene studiare ciò che ci appassiona e quindi metterci l'anima per cercare di realizzare i nostri desideri e, sebbene sia difficile in tempi come questi, non sminuire mai le nostre intenzioni. 
Magari tra qualche anno la situazione migliorerà... io coltivo volentieri anche questa edificante speranza!!


13 giugno 2013

La filosofia e la poetica del Romanticismo ne: "I dolori del giovane Werther"

"I dolori del giovane Werther" è un romanzo epistolare scritto da Goethe, celeberrimo esponente dello STURM UND DRANG ("tempesta e impeto"), fenomeno culturale tedesco che contestava le convenzioni sociali dell'epoca. 
 L'opera anticipa le tematiche del Romanticismo, movimento culturale sorto nella prima metà dell'Ottocento che ha cambiato profondamente il modo di concepire la vita dell'uomo.

Il giovane Werther, dotato di un ampio e solido bagaglio culturale, si reca in campagna per chiarire una situazione di conflitto tra la madre e la zia. Durante questa permanenza, Werther si dedica con zelo alla lettura di Omero, al disegno e alla contemplazione estatica della natura. Sono rimasta affascinata dai suoi pensieri; in particolare da queste affermazioni:

"Mi sento così felice, così sommerso nel sentimento del placido essere, che la mia arte ne soffre. Ora non potrei disegnare nemmeno una linea; e tuttavia non sono mai stato più gran pittore che in questi momenti...
... Io soccombo alla violenza della sublimità di queste apparizioni."

Con le ultime parole, Werther esprime la grandezza degli artisti che sanno riconoscere la magnificenza della natura e che, una volta acquisita la consapevolezza di essere creature destinate a soccombere alla violenza di essa, sentono dentro di loro il sublime, sentimento che li coinvolge nel profondo.

 In occasione di un ballo organizzato dalla comunità locale, Werther conosce Carlotta, la quale, nel giro di pochi istanti, conquista la sua anima appassionata.
Tuttavia, Carlotta è promessa sposa ad Alberto, un giovane funzionario che temporaneamente si trovava fuori città. Werther, però, follemente innamorato, si reca ogni giorno a casa di Carlotta e in poco tempo riesce a guadagnarsi la sua stima.

Al ritorno di Alberto, Werther si accorge, con infinita tristezza, di non poter realizzare la forte passione verso la ragazza e così decide di accettare il consiglio di Guglielmo, destinatario delle sue lettere, e di partire quindi dalla campagna per intraprendere la carriera di consigliere in città.
Nel frattempo gli giunge notizia che Alberto e Carlotta si sono sposati. Werther, allora, oltremodo angosciato, ritorna in campagna per essere di nuovo vicino a Carlotta. Intanto, la sua profonda inquietudine e la sua terribile infelicità crescono di giorno in giorno e la sua ossessione per Carlotta diviene sempre più intensa. Carlotta, accorgendosi del dolore di Werher, propone al giovane di moderare le sue visite e di mantenere con lei un semplice rapporto di amicizia, ma, in giorno successivo, in assenza di Alberto, il giovane la abbraccia e la bacia appassionatamente. Carlotta, combattuta tra l'affetto e l'indignazione, gli ordina di lasciare la casa.
In  seguito, dopo aver scritto una lettera straziante di addio a Carlotta, si suicida sparandosi alle tempie.

Mi sono piaciuti molto i tre personaggi principali del racconto, così diversi tra loro eppure così rappresentativi dei diversi movimenti culturali dell'epoca.

Ho apprezzato molto la calma e la razionalità di Alberto, uomo che rispecchia la mentalità dell'illuminismo, dotato di buonsenso e molto rispettoso delle convenzioni sociali. 

Carlotta è rappresentata come una ragazza bellissima, serena, vivace e molto matura al punto tale da essere stata in grado di educare tutti i suoi fratelli in seguito alla morte della madre.

Werther invece, artista colto e sensibile, perfetto rappresentante della mentalità romantica, si lascia sopraffarre dai sentimenti e si dimostra insofferente verso le convenzioni sociali. In effetti, non a caso si trova a suo agio con i bambini, dal momento che questi sono semplici, sinceri e incorrotti dai mali della società.


Nel romanzo, l' amore è visto come la forza che ottenebra la ragione e che domina anima e corpo e che fa apparire la persona amata come se fosse un'angelica visione (Cfr. Stilnovismo e Petrarca). 
In particolare, è presente la sensazione che soltanto la persona amata possa comprendere l'anima dell'amante.

"A ogni parola che pronunciava vedevo nuove irradiazioni spirituali diffondersi dai tratti del suo viso che parevano allietarsi e fiorire via via ch'essa sentiva com'io la comprendessi."


9 giugno 2013

LA FINE DELL'ANNO SCOLASTICO E LE ESPERIENZE SVOLTE:


Un altro intenso anno scolastico è volato via come il vento. Non mi sembra vero di aver già concluso la quarta liceo!

Ieri era l'ultimo giorno di scuola e, come sempre, l'ultima mattina è molto più breve e più leggera delle altre.
Sono uscita dall'aula per ultima dopo aver congedato con sincera stima uno dei miei  insegnanti.
Quest'anno però non avevo voglia di uscire nel cortile della scuola e quindi, per prima cosa ho pensato di concedermi l'ultimo tè dell'anno scolastico, "regalando" al distributore automatico gli ultimi centesimi che mi rimanevano in cartella e poi, per fare qualcosa di diverso, ho deciso di uscire dal retro.
Mentre stavo attraversando il cortile posteriore, mi è tornato alla mente un significativo passaggio del romanzo "Bianca come il latte, rossa come il sangue" che descrive l'ultimo giorno di scuola del protagonista: Leo era uscito per ultimo dalla classe e, pensando all' anno scolastico appena trascorso, ne traeva la seguente conclusione:

"Quest' anno scolastico è durato una vita. Sono nato il primo giorno di scuola, sono cresciuto e invecchiato nel giro di duecento giorni".

Questa frase mi ha fatto ricordare tutte le nozioni  interessanti che ho imparato e tutte le esperienze formative svolte nel corso di questi nove mesi.

A) Ricordo con molto entusiasmo il viaggio in Inghilterra, utile non soltanto per potenziare le abilità linguistiche e per visitare luoghi stranieri che non conoscevo ma anche per imparare a relazionarsi con persone di cultura diversa.  

B) Alla fine del primo quadrimestre, la mia scuola ha invitato il professor Stefano Rodotà. Un incontro davvero proficuo, considerando che ho conosciuto una persona molto intelligente e che ho appreso alcune nozioni di diritto!

C)  Il mese di febbraio è stato molto illuminante dal punto di vista formativo, dal momento che il mio liceo ha proposto e organizzato incontri con personalità illustri. Tra queste vorrei menzionare il perspicace Monsignor Luigi Bettazzi e il sensibile scrittore trevigiano Fulvio Ervas. Le loro parole sono state molto significative e incoraggianti e mi hanno aiutata a credere maggiormente nei miei ideali e nel senso della vita.

D) Inoltre, la sera del 3 maggio, due psicologi molto preparati hanno illustrato il tema della solitudine. Durante quell'incontro, è stata anche letta una mia poesia e...

Soddisfazione assoluta, la più bella di questi nove mesi: ho ricevuto due primi premi a due diversi concorsi di poesia  (mi riferisco al Concorso di Villafranca in memoria di Luciano Nicolis e al Concorso "Valeggio Futura") !!

Dal punto di vista scolastico, l'anno è andato molto bene durante i primi sei mesi, ad aprile ho subito un calo, per svariati motivi e a maggio sono riuscita a migliorare un po' in alcune materie.

Ho sperimentato (e ben mi sta per la mia crescita personale) che molta gente trova ragione di vita nel farsi gli affari degli altri (alias spettegolare). Altre persone invece, credono che gli insulti siano complimenti... Mah!! Si sa che nella vita "se ne vedono di tutti i colori". Forse la reazione migliore è IGNORAMUS. E così ho fatto io!!!


Ad ogni modo, spero di trascorrere una bella estate rilassante, in modo da alleviare la stanchezza per arrivare ben riposata a settembre...