11 febbraio 2012

Iqbal: emblema del lavoro minorile, grave piaga sociale


Ancora oggi, soprattutto nel Terzo Mondo, chi prova ad attaccare interessi economici molto alti, si espone a rischi gravissimi. Questo lo dimostra la storia di Iqbal Masih, bambino pakistano divenuto schiavo a soli 4 anni. Venduto dai genitori per sedici dollari, aveva iniziato a lavorare presso un fabbricante di tappeti, accovacciato per più di 12 ore al giorno ad intrecciare fili, come altri suoi coetanei, compagni di sventura. 
Ma Iqbal, sebbene fosse molto abile ad intrecciare fili, era stato un ribelle e un forte sin dall'inizio della sua dolorosa esperienza di lavoratore:aveva sempre desiderato fuggire lontano dal Pakistan e da quell'orribile fabbrica. Era addirittura riuscito a conquistare la stima degli altri bambini attraverso atti di ostilità contro il suo lavoro. Era frequentemente punito.
Poi...a 10 anni, era riuscito a fuggire dalla fabbrica e qui era avvenuta una svolta significativa nella sua vita.
Si era rifugiato presso un'associazione pakistana, fondata allo scopo di liberare i bambini dalla schiavitù!
Era stato sostenuto dall'associazione. Era diventato un sindacalista. Aveva viaggiato  nelle capitali d'Occidente. Aveva raccontato, con la sua voce innocente di bambino, quale scandalo raccapricciante e sconcertante si nascondesse sotto il basso costo dei tappeti pakistani. Grazie alla sua testimonianza, la vendita dei tappeti aveva subito un brusco calo e alcuni membri della mafia furono arrestati. Era riuscito a rendere la sua vita migliore ma ................  è morto assassinato, il 16 aprile 1995, a colpi di pistola. A sparare era stato uno squilibrato ma il vero mandante dell'omicidio è, ancora oggi secondo l'opinione di molti, la mafia dei fabbricanti di tappeti.

Questa storia è spiazzante. Ma, purtroppo, di simili ne esistono molte nei Paesi cosidetti del Terzo Mondo. E, sebbene avvenuta quasi 17 anni fa, a mio avviso dovrebbe destare molto più scalpore di quello che ha destato, e dovrebbe farci riflettere. Sono convinta che indignarsi non basti. 
Io muoio dalla voglia di aiutare tutti quei bambini schiavi di una vita faticosa e piena di umiliazioni, vorrei gridare forte contro l'ingiustizia. Siamo tutti parte dello stesso pianeta, ma allora perchè io, al contrario di molti miei coetanei pakistani, sono sempre andata a scuola (la scuola, prima che un dovere è un diritto!!!)? Quei ragazzi lavorano molto duramente, sono maltrattati da adulti senza scrupoli e vengono considerati alla stregua di mozziconi di sigaretta spenti e schiacciati sull'asfalto. Scusate l'eccessiva schiettezza delle mie ultime parole, ma purtroppo è proprio così: i bambini schiavi sono solo dei mozziconi spenti che tutti possono calpestare. Perchè loro hanno conosciuto solo miseria e fatica e io l'affetto e la speranza?!! 

Provo molta pietà per le loro famiglie: se li vendono è perchè in casa ci sono solo situazioni economiche molto disastrose. I genitori di quei bambini vengono adescati con false promesse e tra queste in particolar modo spicca quella di far diventare il proprio figlio un onesto lavoratore insegnandogli a guadagnarsi la vita.

Oggi il lavoro minorile è un fenomeno che ha raggiunto dimensioni davvero mondiali. Sono più di 75 milioni i bambini nel mondo che non possono andare a scuola!! Dato oltremodo sconcertante! Certi dati dimostrano che probabilmente oggi viviamo in un mondo migliore di quello che, circa 70 anni prima, era stato sconvolto da un conflitto oltremodo disumano: la seconda guerra mondiale, che io chiamo anche con il nome di "guerra della shoah", dello sterminio ebraico, ma si tratta ancora di un mondo oltremodo ingiusto. Come fare?

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