23 settembre 2012

L'angoscia in uno stato oppresso da un regime


Il regime è una terribile modalità di governo che impedisce la libertà di pensiero, di opinione e sopprime ogni forma di dialogo e di confronto.
Il regime crea un clima di terrore. Lo dimostra anche qualche film drammatico ma al contempo avvincente e illuminante.

"Le vite degli altri" è un' opera  che  illustra la situazione politica e sociale della Germania dell'est negli anni '80. E' ambientata a Berlino proprio nel periodo storico che precede di pochi anni la caduta del muro e la riunificazione della Germania. La città era all'epoca governata da un regime comunista e la polizia di stato di Berlino, chiamata Stasi, controllava e gestiva questioni politiche e affari personali. George Dreyman, scrittore e drammaturgo, insieme con la sua compagna Christa Maria Sieland, brillante attrice dall'aspetto appariscente, erano ritenuti intellettuali di spicco. Entrambi erano apparentemente fedeli al regime. Il Ministro della cultura, ordina al miglior agente della Stasi di spiare la coppia con sofisticati mezzi di intercettazione, per trovare una prova concreta di infedeltà verso il regime e per eliminare George Dreyman in modo da ottenere la sua compagna. Il Ministro nutriva infatti un sentimento d'amore morboso nei confronti dell'attrice e, di tanto in tanto, abusava di lei. Wieser, (questo era il nome dell'agente che controllava i due artisti), inizialmente forniva al regime rapporti estremamente dettagliate sulla vita privata della coppia al regime.                                                          
Ma dopo un po' di tempo Wieser, dopo aver ascoltato una musica dolce suonata al pianoforte da George, aveva assunto un comportamento diverso: da allora aveva iniziato a scrivere relazioni false sui due intellettuali per coprirli dalle loro intenzioni contro il regime. In effetti George scrive poi un articolo sull’alta percentuale di suicidi nella Germania dell’Est da far pubblicare su una rivista dell’Ovest. Questa potrebbe essere la prova che il ministro aspettava. Ma Wiesler aveva trovato il modo di  far sparire la macchina da scrivere con cui George aveva scritto l'articolo. Era entrato nella sua casa e l'aveva sottratta dal nascondiglio nel quale Dreyman l’aveva sotterrata. 
Christa-Maria era stata interrogata dalla Stasi e inspiegabilmente aveva denunciato il compagno rivelando che era stato l’autore di quell’articolo. A causa del tremendo senso di colpa, poco dopo la confessione si era fatta investire da un camion.

Il finale è molto amaro ma al contempo lascia un messaggio particolarmente significativo. 
Qualche anno dopo infatti, Dreyman legge i documenti degli archivi segreti della Stasi e scopre di essere stato coperto dall'agente Wieser. Gli dedica allora un romanzo. Wieser, quando vede il libro in una biblioteca, lo acquista e si commuove.



 

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