8 dicembre 2012

Terraferma: la dignità dei clandestini e la morale

"Terraferma" è il titolo di un film molto toccante che illustra la condizione degli immigrati clandestini che cercano di raggiungere i paesi industrializzati per realizzare il sogno di una nuova vita.
   
 E' ambientato in una piccola isola siciliana, abitata da pescatori che ospitano anche dei turisti, la maggior parte dei quali provenienti dalle grandi città del nord Italia. Al tempo stesso pero', è investita dagli arrivi dei clandestini e dalla regola del respingimento di essi, che costringe i marinai a non prestare soccorso ai dispersi in mare. 
In questo contesto è inserita la vita di una famiglia formata da Ernesto, un uomo anziano autorevole e saggio, Giulietta, una donna rimasta vedova da poco e suo figlio Filippo, un ragazzo ventenne alla ricerca di un "approdo" saldo per la vita.               
Tra i personaggi c'è anche Nino, lo zio di Filippo. Si tratta pero' di una figura poco significativa, di una persona superficiale e protesa solo al guadagno derivante dal  turismo che finge di non accorgersi della triste reatà dei clandestini nemmeno di fronte all'evidenza.
Una mattina, durante la consueta attività di pesca, Ernesto intravede degli africani rimasti in mezzo al mare su un gommone. Nonostante abbia ricevuto l'ordine di non prestare loro soccorso, l'anziano signore avvicina la sua barca e li salva, trasportandoli verso l'isola e quindi verso la terra ferma. Ernesto è quindi portatore di un senso morale che ai nostri giorni sta scomparendo. L'etica del marinaio che aiuta chi è in pericolo di vita gli permette di aiutare quella povera gente, nonostante la conseguenza successiva, ovvero il sequestro del suo peschereccio da parte di poliziotti, simboli di uno stato assente in senso politico e morale.                                                                                                                          
Ernesto decide di accogliere presso la sua famiglia una giovane donna africana sul punto di partorire. Giulietta inizialmente si dimostra molto dura con la clandestina anche se, verso la fine del film, le due donne riescono ad instaurare un ottimo rapporto fondato sulla solidarietà e sulla stima reciproca. Infatti Giulietta si sente estranea al suo ambiente e ricerca, oltre l'orizzonte, un senso di sicurezza che soltanto la fiducia nella "terraferma" puo' offrire. La donna vorrebbe fuggire dall'isola, convinta che il futuro della sua famiglia possa trovare delle prospettive lontano da quel luogo in cui il tempo immutabile ha reso stranieri persino i suoi stessi abitanti.
E' importante riflettere sull'azione compiuta dal giovane Filippo alla fine del film: la sua famiglia decide di aiutare la donna africana e il figlio appena nato a fuggire dall'isola. Ma il loro piano viene sconvolto dalla presenza della polizia sulla riva del mare. Mentre gli altri membri della famiglia sembrano rassegnati a rimandare la fuga alla notte successiva, Filippo, senza esitazioni, rompe i sigilli del peschereccio sequestrato e prende il largo con i due clandestini, a notte fonda, verso la terraferma. La rottura dei sigilli in questo caso indica la rottura dai pregiudizi e dalle sottomissioni a costanti restrizioni, per raggiungere un "nuovo mondo".
  Il titolo di questo film allude a un sogno e a un naturale desiderio di sicurezza. Infatti, la terraferma è sia la destinazione a cui mira chi sfida le insidie del mare che il superamento
dell' isola, dove la stasi del tempo sembra aver fermato il corso della storia oltre che aver rotto le certezze di tradizioni mai variate prima. "Terraferma" è un film che descrive una tragedia contemporanea e aiuta a riflettere sul fatto che purtroppo, legge e morale non sempre coincidono.

 


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