23 gennaio 2013

I diritti: riflessioni personali sull'esperienza quotidiana e sulla fratellanza

Diritti. 
Da quando gli uomini hanno iniziato a vivere in società hanno cercato di definire i propri diritti. E' difficile dare una definizione appropriata del termine "diritto". Certamente è possibile affermare che il diritto è una serie di regole che stabiliscono il vivere comune tra le persone.

Io ritengo quindi utile riflettere sull'esperienza quotidiana e sul significato della parola "diritto". 

DIRITTO è chi rimane stabile sulle proprie gambe e che procede lungo una strada rettilinea, senza curve, senza procedere a zig-zag, senza inciampare.  

Se il diritto è inteso quindi come legge e come norma è un servizio alla persona. Si tratta di fare in modo che nessuno sia oppresso e che tutti gli uomini possano camminare tranquillamente lungo la propria strada di vita senza essere costretti a "sterzare".
Mettere al primo posto i diritti significa, appunto, mettere al primo posto ogni uomo, donna, bambino di questo pianeta.

Dopo le azioni disumane e gli eventi catastrofici avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, i popoli si erano costituiti nell'Assemblea delle Nazioni Unite. Nel 1948 veniva così creata la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI. E' una dichiarazione costituita da 30 articoli nei quali ogni persona è considerata importante a prescindere dalla propria nazionalità, dal colore della pelle, dalla religione, dalla lingua... 
 Il primo articolo parla di "fratellanza" come stile di vita in comune e impegno per la persona dotata di ragione e di buon senso. La Dichiarazione diviene dunque un motivo di stimolo per realizzare ancora quanto manca da fare affinchè ogni individuo abbia diritto alla vita, alla libertà.

Tuttavia, anche se i diritti umani sono stato scritti su carta, la realtà di parecchi popoli ci fa pensare che bisogna fare ancora molto per concretizzare quegli impegni assunti dalla comunità internazionale.  
Io ritengo che ai giorni nostri manchi una visione collettiva e un'unità di intenti a livello globale che rende difficile l'attuazione di quei principi. E' necessario quindi accantonare le divisioni che affliggono il mondo per ridonare slancio a una visione condivisa di unità, solidarietà, fraternità. E tutto questo affinchè noi giovani possiamo camminare su un'unica strada "lunga, rettilinea e senza curve".

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