4 marzo 2013

IL VIAGGIO: ESPERIENZA INTERIORE E METAFORA DELLA VITA

Nel suo saggio: ”Tra i cinesi che sognano Ulisse”; Magris afferma che:” Oggi più che mai vivere significa viaggiare (…). La condizione spirituale dell'uomo come viaggiatore (…) è anche la situazione concreta per masse sempre più vaste di persone. Sempre più incerto, nelle vertiginose trasformazioni del vivere, appare il ritorno -materiale e sentimentale- a se stessi. (...) . L' Ulisse odierno non assomiglia a quello omerico, che alla fine ritorna a casa,ma piuttosto a quello dantesco che si perde nell'illimitato. ”
Il viaggio come metafora della vita è un tema che ricorre molto nella letteratura di ogni epoca. 
Nella letteratura antica, vi sono alcune celebri opere che illustrano il viaggio come un percorso di formazione personale e come prova di conoscenza e di astuzia nell'affrontare situazioni difficili.
Un esempio significativo è “l'epopea di Gilgamesh”. Questo poema epico
narra l' intricata storia di Gilgamesh, un eroe che deve compiere un lungo viaggio fatto di prove, di speranze e delusioni . Dopo essere giunto al traguardo, comprende però che non ha trovato ciò che cercava ma ha compiuto una maturazione personale faticosa e alla fine giunge a comprendere il senso dell'esistenza.
Nell'Odissea di Omero, è possibile notare che il viaggio di Odisseo comporta sia il raggiungimento della meta, sia il superamento di numerosi ostacoli, sia la verifica di molte esperienze. La vita di un essere umano è paragonabile ad un viaggio dal momento che consiste nell'affrontare difficoltà, nell'imparare dalle esperienze vissute e nel relazionarsi con il prossimo. Il raggiungimento della meta o il ritorno sono paragonabili al traguardo che, anche nella vita reale, dopo una serie di vicissitudini, viene raggiunto. Il viaggio è quindi un'occasione per riflettere sulla propria esistenza.
Tuttavia, è necessario precisare che non tutti i viaggi implicano il raggiungimento di una meta o il ritorno a casa. La storia del passato offre numerosi esempi di viaggi senza ritorno e tra questi, è possibile menzionare il tragico avvenimento della Shoah dove milioni di ebrei, durante la seconda guerra mondiale, sono stati deportati nei campi di sterminio.
Uno dei fenomeni più sconcertanti del nostro tempo, è l'immigrazione da parte di individui che, costretti dalle loro condizioni di miseria, si imbarcano per raggiungere terre lontane allo scopo di realizzare il sogno di una nuova vita. Nella maggior parte dei casi, questi viaggi di massa implicano incertezza nel raggiungimento della meta dal momento che i mezzi di imbarcazione sono obsoleti e le condizioni degli stessi immigrati sono estremamente precarie.
Un altro aspetto molto rilevante è descritto da Todorov, che nel suo saggio “Noi e gli altri”, asserisce: ”Il viaggiatore aveva un pregiudizio favorevole nei confronti di popoli e di contrade lontane e cercava di descriverli....Ora l'uomo moderno è incalzato. Il turista farà quindi un'altra scelta : le cose e non più gli esseri umani saranno oggetto della sua predilezione....”
In questo pensiero è spiegata la profonda differenza tra l'atteggiamento di chi vive la sua esistenza come un viaggiatore e l'atteggiamento di chi la vive come un turista.
Il viaggiatore infatti è disposto ad incontrare altre culture e a dialogare con altri popoli, che manifestano attitudini diverse dalle sue.
Gli altri popoli sono tutte quelle persone che noi incontriamo nel cammino della vita talvolta con un atteggiamento di calorosa accoglienza e di apertura mentale, talvolta con diffidenza e con sospetto.
Se un individuo è consapevole del fatto che un viaggio comporta non solo piacere e divertimento, ma anche impegno e fatica, comprende allora che questo tipo di esperienza è utile per arricchire se stesso e gli altri.
Il turista, al contrario, quando viaggia si sofferma unicamente su oggetti e paesaggi senza preoccuparsi di dialogare con persone diverse da sè.
A questo proposito, Todorov aggiunge:” l'assenza di incontri con soggetti differenti è molto riposante perché non mette in discussione la nostra identità ….” 
 E' molto difficile entrare in contatto con gli altri, offrire loro aiuto e comprensione.
Il turista gusta la vita come se fosse una vacanza, non si accorge di avere conoscenze superficiali e non è interessato a guardare in profondità.
Quindi, vive il suo viaggio senza lasciare una traccia significativa di sé.

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