1 luglio 2015

La strage di Ustica:


Il 6 giugno sono andata a Bologna per visitare il Museo in memoria della Strage di Ustica.
Avrei voluto parlarvi di questa esperienza prima dell'inizio di luglio ma non sono proprio riuscita: fino a pochi giorni fa lo studio mi teneva impegnata per la maggior parte della giornata, al punto tale che faticavo a mantenere l'impegno di pubblicare un post alla settimana.
Ora che sono riuscita a superare gli esami più impegnativi di questo primo anno accademico (e con esiti piuttosto felici) ho più tempo a disposizione per riordinare i meie pensieri e le mie impressioni a proposito di questo tragico evento storico, di cui purtroppo si parla molto poco nelle scuole.


L'EVENTO STORICO:

Il 27 giugno 1980, l'aereo turistico "Douglas DC-9", appartenente alla compagnia italiana "Italvia" (che è stata chiusa nel 1981 a causa di un fallimento finanziario), decollava dall'aeroporto di Bologna alle 20.08, con quasi due ore di ritardo, diretto a Palermo. Sarebbe dovuto giungere all'aeroporto del capoluogo siciliano per le 21.13, ma alle 21.25 non era ancora atterrato. Erano iniziate allora le operazioni di ricerca da parte del Comando del Soccorso aereo. Numerosi elicotteri e anche alcune navi avevano partecipato alle ricerche. Solo alle prime luci dell'alba un elicottero di soccorso aveva individuato, alcune decine di miglia a nord di Ustica, alcuni detriti in affioramento e anche una grossa chiazza di carburante. Si era allora scoperto che l'aereo era precipitato nel Mar Tirreno, in una zona in cui la profondità dell'acqua supera i tremila metri.
Tutti gli ottantuno passeggeri avevano perso la vita. Tra loro, vi erano tredici bambini.

I relitti dell'aereo vennero recuperati nel 1987, per il fatto che il Ministro del Tesoro Giuliano Amato aveva stanziato i fondi per il loro rinvenimento. Tra i relitti, erano state trovate anche alcune salme appartenenti alle vittime. Dall'analisi di queste, si era riusciti a comprendere che i passeggeri non erano morti a causa di una bomba esplosa all'interno dell'aereo. Inoltre, nessun cadavere presentava segni di ustioni o di annegamento ma semmai grandi traumi dovuti alla caduta e anche lesioni polmonari da decompressione (tipiche di una situazione in cui l'aereo perde improvvisamente la pressione interna).
Già alla fine degli anni ottanta, si ipotizzava che l'aereo potesse essere stato abbattuto da un missile sparato da un aereo militare.

Alcuni anni dopo, nel 1995, il colonnello libico Gheddafi, nel commemorare la Strage di Ustica, si espresse in questo modo: "Sarei dovuto morire io al posto di ottantuno innocenti."
Era una frase che, vent'anni fa, era sembrata agli orecchi di molti piuttosto sibillina e poco chiara.
Ma nessuno aveva osato chiedere ulteriori spiegazioni al dittatore.

Nel 2007 l'onorevole Cossiga, il quale era stato presidente del Consiglio all'epoca della tragedia, ha attribuito la responsabilità del disastro a un missile francese lanciato in aria allo scopo di colpire l'aereo sul quale viaggiava Gheddafi. Purtroppo però era stato colpito l'aereo sbagliato.

Il processo è tuttora aperto e, sebbene oramai sia nota la causa di questo disastro aereo, non sono ancora stati individuati i responsabili.


COME E' STRUTTURATO IL MUSEO:

Il Museo è stato aperto a Bologna il 27 giugno 2007.

Una volta entrati in una grande stanza, si nota subito un enorme relitto aereo al centro di essa. Gli spettatori possono e devono camminare soltanto intorno al relitto, dal momento che è vietato scavalcare le balaustre. Ottantuno lampadine rischiarano i resti dell'aereo... la luce di queste lampadine è intermittente. Le lampadine intermittenti sono simbolo della condizione umana, fragile e precaria. In qualche modo, è come se la vita umana venisse paragonata alla luce di una lampadina che si accende e si spegne.
Appesi a tutte le pareti della stanza, vi sono degli specchi neri (81 in totale) e, dietro questi, degli altoparlanti dai quali fuoriescono frasi sussurrate, parole pronunciate da persone che stavano vivendo la loro banale quotidianità, che stavano programmando le loro vacanze in Sicilia, che erano in preda a pensieri malinconici o felici o speranzosi, a seconda della situazione che stavano vivendo. Le frasi che si sentono più spesso sono queste: "Da quando è morto il babbo, mi sento così solo."/ "Sono sempre molto buone le torte della nonna!"/ "Quando queste vacanze saranno finite, saprò il risultato dei miei esami."/ "Sono molto preoccupato per mamma. Ultimamente è così invecchiata!".

I bolognesi e i familiari delle vittime di Ustica che hanno contribuito a progettare questo Museo sono stati a mio avviso intelligenti: inserendo i sussurri dietro a degli specchi neri di forma rettangolare hanno voluto  comunicare ai visitatori del Museo l'assurdità di queste morti innocenti, in modo tale da poterli coinvolgere emotivamente.
In effetti, quando sono entrata in quella stanza, mi sono sentita avvolta da quei flebili sussurri... cercavo di ascoltarli attentamente, per poter captare ogni singola parola, ogni singolo respiro.



LA SIGNORA DARIA BONFIETTI:

Daria Bonfietti
Alla fine della visita, abbiamo avuto il piacere di conoscere la Signora Bonfietti, maestra elementare in pensione da pochi anni, Presidente dell'Associazione "Parenti delle Vittime della Strage di Ustica".
Daria ha perso il fratello Alberto in quella strage e, da più di trent'anni, lotta per poter avere giustizia e verità; continua a combattere affinché l'inchiesta su questo disastro aereo non venga archiviata.
E' una grande personalità, una grande donna: dalle sue parole traspaiono, è vero, un po' di rabbia e di dolore, ma anche combattività, determinazione e voglia di raccontare.
La signora Bonfietti si reca spesso nelle scuole superiori della provincia di Bologna per raccontare il suo dramma ai giovani. E' stata lei a volere la costruzione del Museo per la Strage di Ustica a Bologna, è stata lei a volere che i relitti dell'aereo venissero ripuliti dalla salsedine per essere mostrati ad un pubblico sensibile al tema della memoria storica.
Riporto qui sotto le parole che la signora ha pronunciato il 27 giugno 2015, a "Voci del mattino", programma in onda su Radio Uno Rai:

“Dopo 35 anni di depistaggi, siamo arrivati alla verità parziale su Ustica. Parziale perché sappiamo le cause ma non conosciamo i responsabili, i colpevoli dell’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace. Io chiedo alla politica e al governo del mio Paese di rapportarsi in modo diverso con quei Paesi amici e alleati che, ormai è acclarato, erano presenti coi loro aerei nei cieli italiani quella sera. Francia, Stati Uniti e Libia devono dare delle risposte, sono troppi anni che i magistrati romani le stanno inutilmente cercando, dopo le dichiarazioni di Cossiga del 2007 che coinvolsero la Francia nell’abbattimento del DC9 dell’Itavia. Ma quest’ultimo fondamentale pezzo di verità lo possiamo conquistare solo se il nostro Paese si muove sull’onda di una grande indignazione. Hanno abbattuto un aereo civile in tempo di pace, lo hanno abbattuto, come ha detto il Giudice Priore, al termine di una guerra aerea mai dichiarata, senza che nessuno ne abbia fornito spiegazioni. Hanno riconosciuto le responsabilità di due ministeri: il Ministero dei Trasporti, per non avere tutelato la sicurezza del volo e dei cittadini, e quello della Difesa, per avere impedito con ogni mezzo che si giungesse alla verità, attuando depistaggi e distruggendo prove. Perché mai il mio Paese non dovrebbe pretendere di sapere fino in fondo la verità?”

In occasione del trentacinquesimo anniversario della strage, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha trasmesso a Daria Bonfietti questo messaggio:

"Rievocare Ustica non significa soltanto alimentare la memoria di coloro che sono stati strappati ingiustamente alla vita e agli affetti, ma riaffermare l'impegno di perseverare nella ricerca tenace di una verità finalmente univoca sull'accaduto".



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