7 settembre 2015

"L'uomo che guardava passare i treni", Georges Simenon:


Ho appena terminato la lettura di questo interessante romanzo che, a mio avviso, offre ai lettori diversi spunti di riflessione.

Inizialmente, la vicenda è ambientata a Groninga, una cittadina che si trova oggi nella parte settentrionale dei Paesi Bassi.
Kees Popinga, esponente dell'alta borghesia olandese, lavora orgogliosamente come impiegato presso la "Julius de Coster en Zoon", una ditta di forniture navali. Ha un'alta opinione di sé e vive con la moglie e i due figli nella villa più elegante del quartiere. Tuttavia, sin dall'inizio il lettore comprende che il signor Popinga non dialoga né con la moglie né con i figli e non manifesta loro alcun segno di affetto.
E' importante notare che Simenon, nel corso del libro, insiste piuttosto spesso sul fatto che Kees non riesca e non sia mai riuscito a comprendere la personalità della figlia Frida, strana ragazza dagli "occhioni scuri che non si capiva quel che volessero esprimere".
Tra l'altro, la vita quotidiana della famiglia Popinga, perfettamente ancorata agli ideali della borghesia dell'epoca, è monotona e malinconica.

Una sera, dopo aver cenato, Kees esce di casa e incontra in un'osteria Julius de Coster, direttore della ditta in cui lavora. Quest'ultimo, mezzo ubriaco, oltre a rivelargli che l'azienda è fallita per bancarotta fraudolenta, lo tratta con cinismo e con sarcasmo:"Prego, vuoti il bicchiere (...) Beva caro signor Popinga, e si convinca che le resterà sempre questa consolazione (...)" 
"Per parte mia, devo aggiungere che ogni settimana andavo ad Amsterdam da Pamela. Si ricorda Pamela signor Popinga? Io la mantenevo ad Amsterdam (...). Comincia a capire, signor Popinga? Non è ancora abbastanza ubriaco per capire quanto le dico? Approfitti dell'occasione, la supplico. Domani, quando penserà a tutto questo, diventerà un altro uomo e magari combinerà qualcosa nella vita." 
"Lei ha conseguito il brevetto di capitano di lungo corso, del quale va fiero... La ditta de Coster possiede cinque clipper di cui è suo compito specifico occuparsi... bene, le è sfuggito che uno di questi ha sempre e solo praticato il contrabbando e un altro è stato affondato su mio ordine in vista del premio di assicurazione! Beva signor Popinga, alla sua salute e alla sua felicità!" 
Dunque, per poter mantenere l'amante, De Coster amministrava con disonestà la ditta navale! Per Kees Popinga, la notizia del fallimento dell'azienda per la quale lavorava da anni è un duro colpo, perché all'improvviso egli sente l'incombente minaccia di un tracollo finanziario.
Così, senza spiegare nulla alla moglie e ai figli, prende un treno diretto ad Amsterdam per poter conquistare, o meglio possedere Pamela, la quale reagisce con una risata isterica alle avances di Kees. Innervosito dalla risata della giovane donna, Popinga finisce per strangolarla con un asciugamano.

Dopo il delitto, a notte fonda, il nostro protagonista fugge a Parigi, dove inizia la sua nuova vita, un'esistenza ancora più infelice e squallida della quotidianità borghese che aveva vissuto fino a poco prima. Kees infatti, ricercato dalla polizia per il delitto commesso, passa le sue giornate a girovagare per i quartieri della capitale francese. Nei suoi dieci giorni da fuggiasco, Popinga viene a contatto con una piccola banda di malviventi, frequenta osterie e alberghi dove sente molto spesso il bisogno di dormire con una donna, senza tuttavia consumare rapporti.
E' singolare notare che Popinga, orgoglioso e desideroso di celebrità, acquista ogni giorno molti giornali per poter leggere ciò che si scrive di lui e del suo tranquillo passato di borghese. Addirittura arriva a sfidare i redattori di alcuni giornali scrivendo loro delle lunghissime lettere che contestano le notizie, come questa (ne riporto soltanto alcune parti):
" Non sono di ottima famiglia. Ma lei capirà che a mia moglie, il cui padre era borgomastro, preme di raccontare queste cose ai giornalisti. Mia madre era levatrice e mio padre architetto. Solo che toccava a mia madre mandare avanti la baracca. Mio padre infatti, quando andava a trovare i clienti si tratteneva a chiacchierare e a bere, troppo allegro e socievole com'era per natura. Poi dimenticava di fissare il prezzo (...)  Lei vede bene, signor caporedattore, che mia moglie non ha detto la verità. (...) Conobbi mia moglie proprio quando terminai gli studi. Lei ora afferma, perché è più dignitoso, che il nostro è stato un matrimonio d'amore. Non è vero. Mia moglie abitava in un piccolo paese (...) e voleva vivere in una grande città come Groninga. Per parte mia, mi lusingava sposare la figlia di un uomo ricco e stimato (...) Pare, sempre in base alla signora Popinga, che per sedici anni io sia stato un buon marito e un buon padre. Non è più vero di tutto il resto. Se non ho mai tradito mia moglie è perché a Groninga si verrebbe subito a saperlo e la signora Popinga mia avrebbe reso la vita impossibile. (...) Quanto ad essere un buon padre, non lo credo. Non ho mai detestato i miei figli. Quando sono nati, ho detto che erano belli per compiacere maman, ma li trovavo orrendi. Si dice che mia figlia Frida è intelligente perché non parla mai, ma se non parla è perché, ne sono convinto, non ha niente da dire. Quanto al ragazzo, sono incline a pensare che non combinerà niente di buono nella vita."
Il romanzo, piuttosto lungo e impegnativo, è permeato da un pungente sarcasmo, che più di una volta induce il lettore a ridere amaramente.
Fanno inoltre sorridere le definizioni che i giornali danno di Popinga... eccone alcune:
"Il satiro di Amsterdam", "Il folle d'Olanda".

 Dopo essere stato derubato da un abile borseggiatore americano dei suoi milleduecento franchi, Kees pensa di suicidarsi sdraiandosi sui binari della stazione di Parigi, dove però viene riconosciuto e arrestato da alcuni agenti. Ma non finisce in carcere.
Infatti, dal momento che tutti, giornalisti, psichiatri e membri della polizia, lo avevano ritenuto o pazzo o paranoico, viene internato in un manicomio ad Amsterdam.
Il tempo scorre... Ma, ogni settimana, Popinga riceve le visite della moglie che lo informa a proposito dei successi scolastici e professionali dei loro due figli: Frida, oltre a divenire una giornalista affermata,  diviene anche la promessa sposa di un ragazzo sensibile e di ottima famiglia, il figlio minore Carl invece, vince una borsa di studio ed entra in una rinomata Accademia Navale.


INTERPRETAZIONE DELLA TRAMA DEL ROMANZO:

La trama è molto più complessa di come l'ho scritta io qui sopra. Ad ogni modo, mi premeva soprattutto enunciarne i contenuti fondamentali per poi approdare alla parte interpretativa.
Io sono propensa a vedere la singolare vicenda di Kees Popinga in questo modo: all'inizio del romanzo, il protagonista ha un lavoro redditizio, conduce una vita agiata ed ha molta, forse troppa, fiducia nei propri mezzi e nella sua intelligenza. E' proprio l'immagine del borghese dell'ottocento (e Popinga in effetti è un borghese del XIX secolo): ottimista, orgoglioso, fiducioso nella scienza e nei progressi della tecnica.
Ad un tratto però, il direttore della ditta in cui lavora, gli rivela di aver praticato affari loschi e, una volta informato a proposito del fallimento dell'azienda per la quale lavorava, Popinga sente che il mondo gli sta crollando addosso e allora vengono meno anche tutti quei principi in cui aveva creduto e sperato.
Reagisce quindi in modo abnorme: diviene un assassino, un insensibile e un diabolico fuggiasco. Perché il termine più adatto per poter definire Kees Popinga secondo me è diabolico, non pazzo. Se fosse pazzo, non avrebbe nemmeno la capacità di riflettere su che cosa fare e su dove andare per non farsi beccare. Invece Popinga è lucido, lucido e diabolico. E anche privo di rimorsi per il delitto che ha commesso. Diviene un vagabondo per le vie di Parigi. Il suo continuo girovagare senza una meta mi fa pensare all'infelice stato d'animo degli uomini del Secondo Novecento. Essi, dopo due sanguinose guerre mondiali, hanno compreso che:
A) I totalitarismi (nazismo, fascismo e comunismo) non promuovono né la libertà né il progresso; semmai distruggono il mondo con i pregiudizi razziali, con l'odio, con la violenza, con la soppressione della libertà di stampa e di opinione.
B) La scienza non è sempre sinonimo di progresso, anzi... durante le due guerre mondiali le camere a gas sono servite a sterminare milioni di ebrei, zingari, omosessuali e diversamente abili. La bomba atomica inoltre, progettata da alcuni fisici americani, ha provocato gravissimi danni al popolo giapponese, danni le cui conseguenze si riflettono ancora oggi a distanza di molti decenni, sull'ambiente e sulle generazioni.
C) Neppure la democrazia è una perfetta forma di governo e non garantisce mai l'uguaglianza sostanziale tra gli individui. Anche in uno stato democratico le disuguaglianze economiche e culturali possono essere ben accentuate, soprattutto negli ambienti cittadini.
D) A proposito di economia: il capitalismo, già molto competitivo in sé, genera spesso e inevitabilmente oppressione e dispotismi.

Per questi motivi dunque, gli uomini del Secondo Novecento appaiono angosciati, privi di solide ideologie e di validi punti di riferimento, schiacciati dall'orrore della storia ma al contempo consapevoli di esserne in parte responsabili. Come Popinga è in parte responsabile della rovina della sua azienda.


GLI OCCHIONI DI FRIDA:
Frida come la immagino io

Frida, la figlia incompresa dal proprio padre. Frida, forse l'unico personaggio veramente positivo di questo libro. Kees la sottovaluta molto, ma non a caso la pensa spesso durante i suoi vagabondaggi. Julius de Coster definisce gli occhi di Frida "languidi" che "piangono senza piangere". Languidi come quelli di un artista, di un poeta, di un intellettuale pienamente consapevole del dolore del mondo. Gli occhi languidi indicano solitamente una personalità sensibile, profonda, malinconica ma attenta alla realtà e alla sofferenza che pervade il pianeta. Frida è altro da Kees. E' la sua primogenita ma è altro da lui perché non è cinica né superba.
Frida svolge probabilmente il ruolo dell'intellettuale che osserva l'egoismo e la brama di potere degli altri uomini con occhi attenti e tutt'altro che inespressivi.


INTERPRETAZIONE DEL TITOLO DEL ROMANZO:

Anche il titolo è  curioso! E contiene un messaggio piuttosto importante, dal valore universale. Si riferisce soprattutto allo stile di vita borghese di Popinga.
Nel corso del primo capitolo si dice: "Non si sarebbe mai permesso di pensare ufficialmente che al mondo possa esistere un luogo più dolce del proprio focolare. Appunto per questo arrossiva quando gli capitava di udire un treno passare e si scopriva una strana angoscia che poteva far pensare ad una nostalgia."

Il protagonista osserva il passaggio dei treni. In questo caso forse i treni rappresentano le occasioni che la vita quotidiana offre a Popinga, delle occasioni che gli potrebbero permettere sia di ripensare alla propria esistenza sia di migliorare il rapporto con la moglie e con i figli.
Ma Popinga le osserva, quasi spaventato, e non le coglie. Così la sua vita è monotona e fredda, priva di calore umano.
Popinga prende il treno da Groninga ad Amsterdam, certamente, ma per realizzare un suo desiderio, ovvero, per poter sparire lasciando nei guai la moglie e i figli. Non dico che il nostro protagonista non sia in grado di scegliere; affermo però che egli sceglie pensando solo a se stesso, senza preoccuparsi degli stati d'animo dei suoi familiari e dei suoi conoscenti.



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