6 luglio 2016

L'ambientazione nell'arte:


Ambientazione, occhio. Non mi riferisco ai paesaggi, la questione è leggermente diversa.
Non sta bene confondere "ambiente" con "paesaggio".
In geografia ho studiato che la parola "paesaggio" deriva dal latino "pagus", ovvero, "villaggio". Dunque, è molto facile collegare il termine "paesaggio" con l'idea di "mondo contadino", "luogo campestre". Per molti secoli è stato considerato soltanto il paesaggio rurale.  In realtà, è importante sapere che esiste anche il paesaggio urbano, entità costituita da molteplici significati, economici, politici, sociali, culturali e spirituali.
Basti pensare a New York, città multiculturale in cui molti popoli diversi si incontrano; oppure a Gerusalemme, città santa ma tormentata da conflitti che persistono tra le diverse confessioni religiose.
Preciso che queste riflessioni non sono farina del mio sacco. Io le ho studiate, però sono le considerazioni del geografo francese Armand Fremont.
Mi piace molto la definizione che il mio vecchio Garzanti dà della parola paesaggio: "aspetto di un luogo quale appare abbracciandolo con lo sguardo".
Il paesaggio va ammirato, contemplato, immaginato, sognato. Sia che venga rappresentato nella pittura o nella poesia, sia che venga visto nella realtà durante una crociera o un'escursione in montagna.
La parola ambiente è invece legata all'etimo latino "ambire", ovvero, "circondare". Ne consegue quindi che, come precisa il Garzanti, "l'ambiente è lo spazio in cui si vive". L'umanità e tutte le altre specie viventi, ciascuna secondo le proprie capacità, sono infatti chiamate a partecipare all'ambiente.
Paesaggio e ambiente sono ciò che circonda un essere umano, il punto è che il primo lo si contempla, il secondo lo si vive.
Questa introduzione era indispensabile per farvi capire lo scopo di questo post: presentare un excursus artistico chiaro e conciso al fine di analizzare i modi in cui lo spazio ove sono inseriti i personaggi di un dipinto è stato rappresentato nel corso delle varie epoche. Eccolo qui il senso geografico dell'arte!

ALTO MEDIOEVO:

Giustiniano e la sua corte, Chiesa di S.Vitale, Ravenna
Siamo nel VI secolo d.C., secolo in cui è in auge la tecnica del mosaico. Gli imperatori dell'epoca erano considerati dei tramiti tra Dio e il popolo dunque, la loro dignità era pari a quella degli Apostoli. E' molto evidente la bidimensionalità e la ieraticità, oltre che la rigida frontalità di tutte le figure, imperatori e dignitari di corte.
In questo mosaico, il fondo oro rende lo spazio irreale, rendono atemporale la presenza dell'imperatore Giustiniano.

Teodora e la sua corte, Chiesa di San Vitale, Ravenna
Nel caso di Teodora, la prospettiva della porta con la tenda scostata per permettere il passaggio dell'imperatrice appare insolito. Tuttavia, anche questo non è uno spazio verosimile, o meglio, non è un'ambientazione molto chiara: il verde intenso in basso potrebbe far pensare ad un giardino; tuttavia la tenda in alto a destra e quella semplice architettura sorretta da colonne sullo sfondo, dietro a Teodora, rendono improbabile la collocazione del corteo in un ambiente esterno.
E' difficile anche immaginare un ambiente interno, innanzitutto per la tenda a sinistra che introduce all'ingresso di una porta e poi anche per la fontanella. Anche qui sono molto evidenti la bidimensionalità, la rigida frontalità e l'inespressività delle figure umane.

Per tutto il corso del Medioevo i soggetti raffigurati nella pittura e nei mosaici sono stati tratti dalla Bibbia e dai Vangeli.
Grandi sviluppi ebbero invece l'architettura, con il Romanico e il Gotico; e la scultura monumentale come elemento decorativo all'interno delle chiese.

IL DUECENTO:

Siamo nel XIII secolo. La pittura italiana appare ancora fortemente influenzata dalla tradizione bizantina: vengono infatti rappresentati soggetti sacri collocati su fondi dorati, in modo tale da poter rendere l'idea di santità e di eternità.

Gesù entra a Gerusalemme, particolare della "Pala della Maestà"

E' una delle scene della vita di Cristo raffigurate nella parte posteriore della Pala della Maestà destinata al Duomo di Siena.
Anche qui è facile accorgersi certamente del fondo oro. Però vi invito ad osservare bene anche le strutture architettoniche. Non tutte risalgono all'epoca in cui Gesù era vissuto!! Per esempio la cupola con tiburio sullo sfondo, che voleva essere un omaggio alla cattedrale di Siena e nulla ha a che fare con gli edifici della Gerusalemme di milleduecento anni prima. Anche il resto delle architetture richiama maggiormente all'epoca medievale più che all'età antica.

L'EVOLUZIONE DI GIOTTO:

Si calcola che fosse nato nel 1265 e che quindi avesse realizzato intorno al 1290 gli affreschi della Basilica superiore di Assisi e le storie di San Francesco, santo vissuto a cavallo tra XII e XIII secolo.
S. Francesco dona il mantello ad un povero
Sullo sfondo si intravede un paesaggio roccioso, caro alla tradizione bizantina. Gli edifici e le architetture appaiono quasi "conficcate" nelle rocce.

La rinuncia agli averi
Questo è uno degli affreschi più significativi, in cui si intravedono sia le architetture contemporanee a San Francesco, presenti ad Assisi; sia l'espressività dei personaggi: la devozione a Dio del giovane Francesco e l'ira del padre, con il volto contratto, gli occhi socchiusi e il pugno chiuso.
Ecco dunque l'episodio della vita di un santo collocato nella giusta dimensione temporale! E qui Giotto è già abile a creare uno spazio tridimensionale su una superficie bidimensionale.



L'OTTOCENTO:

Salto circa cinque secoli! L'arte è bellissima, ma solo se presa "a dosi moderate", come la letteratura. Altrimenti diventano una noia mortale, per voi e per me. Per questo ho selezionato molto bene le opere.

Edgar Degas, "La lezione di danza"

Degas disegna. E con molta precisione, anche! Qui egli adotta un punto di vista molto singolare, perché sembra che stia spiando la scena dal buco di una serratura.
Oltre alle pose molto naturali in cui vengono raffigurate le ballerine, è utile notare anche che la luce proviene in parte da destra e in parte dal fondo, attraverso la finestra della stanza attigua. L'ambientazione qui, sebbene interna, è molto luminosa.
Degas rispetta inoltre i principi prospettici: il punto di fuga è esterno al dipinto e la linea d'orizzonte particolarmente alta.
Il pavimento ligneo e le pareti verde-chiaro contribuiscono a dare la sensazione di osservare un ambiente reale e tranquillo, in cui regna un clima rilassato, come se si fosse giunti oramai alla fine della lezione.

Van Gogh, "I mangiatori di patate"
Il dipinto che mi è venuto in mente durante l'Expo.
Solo che non ricordo di averlo mai caricato sui miei post.
Eccoli qui, cinque contadini che consumano un pasto frugale all'interno di una casa buia e molto povera. L'oscurità della stanza è appena rischiarata dalla luce di una lampada a petrolio appesa al soffitto. L'ambientazione è sostenuta da una prospettiva approssimativa che si fonda soltanto sulla disposizione del tavolo in primo piano e sulla luce della lampada.
E' molto realistico e rende bene la misera condizione dei contadini olandesi del XIX secolo.

Paul Gauguin, "Il Cristo Giallo"

Il dipinto raffigura le donne bretoni in primo piano inginocchiate davanti ad un Crocifisso collocato nelle zone rurali della Bretagna. Il corpo di Cristo è giallo e le colline sono gialle. Questa uguale cromia sta ad indicare il profondo senso religioso delle donne bretoni, il loro attaccamento alle terre in cui vivono e il loro amore per Cristo.
Gauguin è il maggiore esponente del Simbolismo, dunque i colori dei suoi dipinti rimandano sempre a dei significati interiori e talvolta spirituali.
Il paesaggio è essenziale, semplice. Sembra autunno.

IL PRIMO NOVECENTO:

Gustav Klimt, "Ritratto di Adele Blochbauer"

Con Klimt si ritorna alla bidimensionalità. Il fondo oro di quest'opera ricorda molto i mosaici di Roma e di Ravenna di molti secoli prima. L'abito della signora è costituito da motivi ad occhi entro triangoli, quadrati e spirali. Motivi che sembrano fondersi o confondersi con le girali dei braccioli della poltrona e con le decorazioni dello schienale. Qui ovviamente, l'ambientazione non è realistica.

Matisse, "La stanza rossa"

Altro dipinto bidimensionale. I colori primari (blu, rosso e giallo) risultano le tinte dominanti. La parete della stanza sembra confondersi con il colore della tovaglia: meno male che invece sono separati da una linea! Notate che tra l'altro il motivo decorativo ad anse blu è presente sia sulla tovaglia che sulla parete!
Una grande finestra a sinistra lascia intravedere ciò che sta al di fuori della dimora: un prato verde  e degli alberi in fiore.

Gino Severini, "Ballerina in blu"

L'ho messo nella mia tesina di maturità. Anche qui, la concezione dello spazio risulta davvero molto interessante.
E' un dipinto un po' cubista e un po' futurista. Tipica del cubismo è l'applicazione di brillantini (le paillettes) sulla superficie, in questo caso, sul vestito della ballerina.
Futurista è il tema, anzi, il soggetto del dipinto, che non è la ballerina, bensì il dinamismo e il movimento: il corpo della ballerina infatti risulta sia frammentato sia moltiplicato nello spazio, al punto tale da confondersi con l'indefinito ambiente circostante.
Severini non presta particolare attenzione nel delineare l'ambiente, costituito da un grigio pallido simile alle rocce.

Ci sarebbe stato e ci sarebbe ancora molto altro ma... mi fermo qui, con la speranza che queste opere che ho scelto siano state esempi idonei e appropriati alla tematica del post.

E' vero, sono rimasta un po' indietro con le recensioni del film ma... con questo bel sole caldo...
voglia di accendere televisione e lettore cd saltami addosso!!!
Dovrei vederne ancora un sacco ma con questo tempo ho soltanto voglia di uscire, considerando anche che ho già fatto gli esami più impegnativi dell'anno. Sto più fuori casa che dentro, finalmente!
Però prima della fine del mese conto di presentarvi "L'eleganza del riccio", uno dei film che mi ha accompagnata durante il periodo adolescenziale.







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