26 luglio 2017

La piaga giovanile del bullismo:


Nota dolente, penserete voi. Sì, ma comunque necessaria all'interno di un blog.
Vivremmo tutti in un mondo più felice se non ci fossero prepotenze e cattiverie!
Chissà quante volte nel corso di questi ultimi anni avrete sentito questo termine che designa un fenomeno ormai purtroppo molto comune tra le fasce generazionali 12-18 e 19-27.

Lucidamente, dopo un periodo in cui ho pensato piuttosto spesso a questo fenomeno, posso dire che non è del tutto esatto parlare del bullismo ma di "bullismi".
Ce ne sono di più tipi, ai quali ho dato diversi nomi. Li elenco qui sotto:


1) "Bullismo evidente". E' quello che si manifesta attraverso violenze fisiche e pestaggi.
Questa tipologia è più comune tra i ragazzi e in casi gravissimi può portare anche alla morte della vittima.

Penso che ricordiate ancora piuttosto bene quello che è accaduto ad Alatri (Lazio) questa primavera, quando Emanuele Morganti, un giovane di 20 anni che si trovava in un locale notturno con gli amici e la fidanzata, è stato ingiustamente e crudelmente trascinato fuori dal locale e picchiato da un gruppo di venti persone. Ricorderete tutti che non ce l'ha fatta e che è morto il giorno dopo in ospedale.
Era domenica ed era la fine di marzo. Quando ho sentito questa notizia alla radio ero in auto. Stavo tornando da una giornata di preghiera e meditazione sul Vangelo che era stata organizzata in un paesino di montagna ai piedi del Baldo.
Per prima cosa ho pensato ai genitori del ragazzo: come faranno mai a farsene una ragione? Come faranno a convivere per il resto della vita con una tragedia così assurda? Sicuramente non avranno più pace! Emanuele, a quanto sembra, ha avuto soltanto la colpa di girarsi verso quel prepotente che lo spintonava. Il terribile pestaggio di cui è stato vittima non ha mai avuto né un senso né una logica.
Senso, logica... più cresco più mi rendo conto di essere molto più affezionata dei miei coetanei a questi termini. Le persone che, come me, sono "attaccate" a questi principi, sono in via d'estinzione.
La verità è che ogni pestaggio non ha e non avrà mai senso, nemmeno se venisse fatto al ragazzo più odioso del mondo!
Non si fa violenza fisica per il puro gusto di farla come non si fa violenza fisica per assecondare il proprio desiderio di vendetta.

Riporto qui sotto una parte del discorso della madre del ragazzo durante il funerale, fa venire i brividi. Mi meraviglia il fatto che sia riuscita a trovare la forza di parlare:
"Dio non ha chiamato Emanuele perché era cattivo, l’ha solo ricevuto dalla cattiveria degli uomini. Avrei tante cose da dirvi, ma posso solo dire che vi abbraccio e vi bacio per quello che avete fatto per noi. Ogni vostra lacrima ci aiuta anche se non basterà." 

Ci sono altri due aspetti da mettere in evidenza; e il primo è questo: pare che nessuno in quel frangente abbia pensato di chiamare immediatamente la polizia. 
Quasi tutti, per dirla con James Archibald Cronin, "sono stati a guardare". 
Solo uno degli amici di Emanuele si è inserito nella lite per cercare di difendere la vittima, prendendole anche lui al punto tale da aver bisogno di un ricovero in ospedale di alcuni giorni. 
Ma capite bene che, sempre secondo la famigerata logica, due contro venti è disumano.
Bisognava telefonare ai carabinieri!

Altro particolare contestualizzante: erano le tre del mattino. 
Un'ora pericolosa, l'ora in cui entrano i ladri in casa e l'ora in cui gli sbronzi e i drogati si aggirano per fare danni.
E' tardissimo, secondo i miei canoni.
E' l'ora in cui io sono a letto sotto le coperte, perché durante il giorno mi attendono un sacco di impegni: lezioni accademiche, studio, lavori domestici, attività sportive e diversi interessi da coltivare.
Giovani e adulti mi prendono in giro quando dico loro che spesso quando esco torno a casa in orari compresi tra le 23 e l'una e mezza. Pochissime volte sono rientrata più tardi.
Basta poco per rendermi contenta: una cena e una passeggiata all'aperto, in luoghi abbastanza frequentati. E fortunatamente quei pochi amici che ho me li tengo stretti non soltanto perché sono delle brave persone piene di qualità ma anche perché il loro modo di svagarsi è simile al mio.

Io non mi permetterò mai di dire che siccome era fuori casa a quell'ora, allora si è meritato la brutta fine che ha fatto. Sarebbe una cattiveria di pessimo gusto. 
Voglio soltanto affermare che, a mio modesto parere, le primissime ore del mattino non sarebbero proprio le più adatte per praticare la vita sociale, chiamiamola così, visto che quell'espressione per molti ventenni significa "discoteca sballo e alcolici fino all'alba". 
Fare le ore piccole è pericoloso, anche quando uno è maggiorenne. E non scherzo.

Al di là di tutte queste riflessioni, ribadisco che mi dispiace un sacco, mi è sempre dispiaciuto. 
Per il ragazzo, per i suoi due fratelli e per i loro poveri genitori.
Sapete, Emanuele in fin dei conti, sotto diversi aspetti, era un ragazzo fortunato, nel senso che aveva i suoi buoni motivi per essere sereno: si era diplomato in un istituto tecnico, aveva la ragazza ed era riuscito a trovare lavoro nello stesso paese in cui viveva. 
Che diritto avevano quei bulli delinquenti senza morale di privarlo della vita??!


2) "Bullismo indiretto"
E' quello con cui io ho avuto a che fare per alcuni anni dell'adolescenza. 
Non è da sottovalutare, perché fa male; è di natura psicologica.
E' diffuso presso le componenti femminili delle classi che sono abili soltanto a compiere carognate.
Si tratta prima di tutto di emarginare una persona con un carattere molto diverso dal tuo e con opinioni diverse dalle tue. 
Oltre alla condizione di emarginazione, ci sono spesso anche sia l'abitudine di diffondere calunnie meschine sul conto dell'emarginata sia il vizio di sussurrare commenti stizziti e pieni di invidia ogni volta che la vittima raggiunge un obiettivo o riscuote un piccolo successo.



3) "Cyberbullismo". Forma recentissima, nata dapprima nel triste mondo anglo-americano. 

"E' di quelle che se la cercano", direbbero i ragazzi. Non siate così precipitosi, vi consiglio io.
Certo è vero, ci sono le ragazze come Tiziana Cantone che autorizzano un amico pervertito a filmarle durante un rapporto sessuale. Che poi mi chiedo: cosa cavolo c'è da filmare? Non sono affari tuoi, stanne fuori! E invece no. Filmano tutto quanto e postano tutto quanto. 
Talvolta, il seguito e l'epilogo di vicende come questa sono tragici: vergogna, depressione, perdita del lavoro, suicidio.
L'ho detto lo scorso anno alla fine dell'estate: queste ragazze fanno un grave errore, ma la pagano troppo cara, perché adesso come adesso il mondo è crudele e ti giudica non tanto per il temperamento che hai, quanto piuttosto per i video e le foto che ti riguardano.
C'è distinzione tra vita reale e vita online? Non lo so, almeno io non riesco a rispondere.

Poi ci sono anche quelle che si spogliano di fronte ad una fotocamera per farsi un autoscatto compromettente da inviare magari a un compagno un po' porcello che le ricatta più o meno in questo modo: "Devi dimostrarmi che mi ami veramente".
Alla diffusione di queste foto seguono commenti piccanti e volgari.
I cretini che ricattano le loro compagne in questo modo e che poi diffondono le loro foto "osé"  sono proprio da liquidare, e al più presto! 
Vuoi una prova d'amore? Sparisci dalla mia vita! Te lo chiedo per preservare la mia dignità di donna. 
Perché se il rispetto verso l'altra persona lo tieni sotto le suole delle scarpe, tanto vale che maturi come uomo, prima di metterti insieme con qualsiasi altra.

Io però mi chiedo anche una cosa, da qualche tempo a questa parte...
Siamo sicuri che trasmissioni di elevatissimo livello culturale come "Il grande fratello" e "Temptation Island" non influiscano almeno in parte sia sul nostro modo di vivere le relazioni affettive che sui nostri comportamenti?

"Il grande fratello" secondo me era di una noia mortale! Non so se lo trasmettano ancora.
Ecco in che cosa consisteva: telecamere attive, pronte a spiare i concorrenti anche quando questi ultimi si dirigevano verso la porta dei servizi igenici. Ma che interessante! Ma che efficace impatto emotivo!
In quel programma non succedeva mai niente! Vengono filmate azioni banali, vengono registrati discorsi stupidi, viene data importanza a qualunque semplicissimo e naturalissimo movimento del corpo.
L'ho visto soltanto una volta e mi sono bastati dieci minuti per capire di che nullità si trattava!

Anche a "Temptation Island" le videocamere sono attive 24/7.
E così uno non è nemmeno libero di tradire la propria fidanzata! Sto scherzando, naturalmente.
Volevo dire che è abbastanza demenziale.
I video salvati avrebbero la funzione di far capire al partner che sta dall'altra parte dell'isola se l'altro membro della coppia è affidabile o meno.
E risulta che non lo è quasi mai, visto che le telecamere filmano i tradimenti e i comportamenti sconvenienti.
Mi stupisco del fatto che questo programma riscuota un così grande successo!
Eventi ed aspetti della vita quotidiana che dovrebbero essere protetti da privacy vengono visti (purtroppo sono così tanti!) da qualche milione di telespettatori.
E qualcuno, convincendosi che le videocamere siano fondamentali nel corso della propria vita, si ammala di "protagonismo" e quindi mette telecamera fissa o si fa filmare in certi momenti...

Puntualizzo anche che ci sono pur sempre degli e delle innocenti che subiscono cyberbullismo.
Sono quei casi in cui un bullo scatta una foto ad un ragazzo che ha un difetto fisico, dopodiché la pubblica con una didascalia oltremodo sprezzante e offensiva.
Ultimamente succede anche che molte ragazze e molte donne vengano fotografate di nascosto e poi sottoposte, via web, a insulti e a commenti pornografici. E questo senza che siano vestite in modo particolarmente provocante.


4) Il "Blue Whale", una spietata guida al suicidio. 

Io la considero una forma di bullismo psicologico, oltre che un reato di istigazione al suicidio.
Vengono coinvolti i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 16 anni, l'età in cui frequentemente ci si sente impotenti e "nudi" di fronte al male che si sente dentro e che a volte si subisce dall'esterno. (E quando raggiungi la ventina non è che le cose cambino più di tanto, per quanto forte tu possa essere. Non è immaturità questa, è il fatto che si è ancora troppo giovani.)
Il nome deriva da una caratteristica dell'esemplare della balena blu, ovvero, quella di approdare su una spiaggia e di lasciarsi morire di asfissia, senza nutrimento. Praticamente si suicidano a un certo punto della vita.
Per chi ancora non ne fosse stato informato, questo gioco dura 50 giorni. Il giocatore è guidato da un curatore che gli ordina di compiere una serie di atti autolesionistici come tagliarsi i polsi, incidersi su un braccio una balena, alzarsi alle 4 e 20 per vedere film molto violenti o dell'orrore, sporgersi dal bordo di un ponte o del tetto di un condominio. Naturalmente tutto dev'essere fotografato, filmato e inviato al curatore, che decide la data di morte del giocatore.
Questo gioco è stato inventato da uno studente russo nato nel 1995, come me, il quale non ha alcun rimorso. In effetti, ha dichiarato: "Con questa invenzione ho purificato la società dagli scarti biologici." Ma che cattiveria! Questo è un discorso che potrebbe essere pronunciato da un nazista.
In Russia sono morti 157 adolescenti. In Italia, grazie soprattutto a dei bravi insegnanti che hanno fatto denuncia alla polizia postale, sono stati scoperti e fermati circa una dozzina di ragazzini che avevano iniziato a giocare al Blue Whales.
Le catechiste delle medie nella parrocchia di mio zio Attilio si preoccupano se i ragazzini invece di ascoltarle canticchiano "Ulisse Lowlow"... Quel video è niente in confronto al Blue Whale.
Anzi, sono due cose che non sono nemmeno paragonabili! 
Ho visto anch'io il video di quella canzone e sono d'accordo sul fatto che i ragazzini non dovrebbero vedere la violenza che c'è e non dovrebbero sentire il linguaggio scurrile che viene adottato.
"Ho scelto il male perché il bene era banale, Dio mi ha dato una pistola facile da maneggiare".
Come se Dio dispensasse pistole dall'alto dei cieli per compiere rapine e per fare giustizia sui ricchi corrotti ed egoisti!
Bisognerebbe preservare i ragazzini sia dal Blue Whale sia da video e da messaggi negativi come quello che trasmette la canzone "Ulisse".
Non ho idea di che cosa voglia dire in pratica, anzi forse sì: bisognerebbe cercare di parlarne con loro.
Le catechiste non ne hanno il tempo, ma le insegnanti di italiano sì.
Quindi, visto che "Ulisse-Lowlow" risulta molto più bello di qualsiasi traccia di tema e molto più accattivante di qualsiasi esercizio di analisi logica, tanto vale dedicargli un'oretta per una discussione.
E' una protesta, ma è giusto il suo modo di protestare?! Cosa vuole trasmettere?

E per quel che riguarda il Blue Whale: perché secondo voi alcuni vostri coetanei ci cascano e lo prendono ingenuamente come un gioco? Giocare sapendo di essere destinati al suicidio: vi sembra una sfida accettabile?


Alla fine ho scritto un post sia sulle tipologie di bullismo sia sul marciume che c'è su internet e in televisione. Perché anche quello credo che influisca sui comportamenti scorretti dei giovani, quindi forse qualche accenno ci stava.

Per ulteriori vostre riflessioni personali, allego alla fine del presente post un'immagine che mi ha colpito molto:


Se foste voi così e se vi prendessero in giro solo per questo... brutti str....!!!







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