18 dicembre 2018

Chi pensa al bene dei nostri adolescenti?

Soltanto ora ho trovato il tempo per scrivere alcune brevi considerazioni sulla tragedia di Corinaldo, accaduta proprio poche ore dopo che avevo postato una riflessione sul tempo dell'Avvento.
...Sarebbe stato molto meglio che quei quattordicenni morti in modo assurdo fossero rimasti a casa, invece di andare al concerto di Sfera Ebasta.
Parto da un sogno che ho fatto nella notte di Santa Lucia, fra il 12 e il 13 dicembre quindi.
E' un sogno che, se venisse esteso per iscritto in un'opera letteraria, apparterrebbe al genere noir.


Ho sognato che era un giorno d'estate. Io e un ragazzino alto la metà di me eravamo nascosti nel buio di un garage pieno di ragnatele.
Il ragazzino tremava di paura e si aggrappava con tutta la forza possibile al mio braccio destro, mentre all'esterno, la voce cattiva del padre urlava di volerlo massacrare.
Io, in un primo tempo, riuscivo soltanto a stare in piedi con gli occhi sbarrati, immobile e pietrificata.
Pietrificata e sconvolta dalla ferocia umana, mentre il ragazzino accanto a me aveva iniziato a singhiozzare. Era già pieno di lividi.
Un singhiozzo particolarmente forte aveva attirato i passi del padre verso il nascondiglio in cui eravamo. A quel punto io ho iniziato a stringere forte il ragazzino, sussurrandogli: "Prima di uccidere te, dovrà vedersela con me e massacrare me, semmai!".
Un forte abbaiare dei cani e gli ululati di alcuni lupi avevano però allontanato dal padre crudele l'intenzione di aprire il portone del garage.
Non so per quanto tempo io e quel ragazzino siamo rimasti abbracciati e piangenti.
Alle prime luci dell'aurora, quando non si sentiva più alcun suono umano e animale, siamo usciti, pian piano da dove eravamo.
Anche se il cielo iniziava appena a rischiararsi, le stelle brillavano ancora di una luce quasi accecante. Mi davano fastidio!
Usciti dal garage, mi ero resa conto che noi due ci trovavamo... nel cortile della casa di Fai della Paganella (TN) destinata ai campi scuola. 
(Non chiedetemi il motivo per cui la mia mente ha collegato l'incubo a quella casa e a quell'ambiente, del quale conservo invece un ottimo ricordo dopo aver vissuto l'esperienza del campo parrocchiale di fine 1° media).
Abbiamo corso, tutti e due, mano nella mano, verso il cancello aperto della casa. 
Sulle strade non c'era anima viva e noi continuavamo a correre, fino al momento in cui siamo giunti in un bosco.
Mentre percorrevamo una strada in discesa, abbiamo intravisto una casetta di legno in mezzo a una radura. Eravamo entrati e... lo spazio interno di quella casa appariva piuttosto vasto. Lì ci avevano accolti una decina di individui sorridenti, affabili e vestiti di bianco.
Mentre pranzavamo con loro, all'esterno di quel piccolo paradiso avevamo tutti sentito una voce terribile che diceva ancora: "La pagherete cara entrambi! Avete i minuti contati!"


Poi si è interrotto tutto. Mi sono svegliata con la nausea ed erano le 5 e mezzo del mattino.
Sono passata dal letto alla poltrona di camera mia, mettendomi una coperta di lana attorno al corpo. Dovevo calmarmi, perché a momenti credevo di sboccare.
Dopo un po' di tempo mi sono riaddormentata e mi sono risvegliata stanca, ad alba molto inoltrata (le 9 e 40 è tardissimo!!!). E il bello è che mia mamma, la mia maggior confidente per quel che concerne l'ambito onirico, non sa niente di questo incubo! Ha scambiato la mia levata molto tardiva per stanchezza pre-natalizia; ed è morto tutto lì.

In questi giorni, con più razionalità e lucidità, ho riflettuto parecchio su questo incubo.
Ho pensato che fosse la rappresentazione di quella che io considero la mia missione educativa: ascoltare gli adolescenti, certamente, ma anche cercare di proteggerli da ciò che può loro nuocere.
Non sono soltanto le famiglie distrutte, il bullismo, l'alcool, le droghe, la pornografia, la voglia di imitare amici poco raccomandabili a sconvolgere la vita dei nostri giovanissimi.
Ci sono anche figure di cantanti, di rapper soprattutto, che, con i contenuti delle loro canzoni, sviliscono non soltanto i sogni e le speranze dei nostri ragazzi, ma anche tutto ciò che di bello e di positivo c'è nella loro quotidianità. Perché in ogni quotidianità, anche nella più difficile, c'è del positivo da cogliere e da valorizzare.

Conservo ancora gli appunti, datati 21 aprile 2018, di un incontro di catechesi sul Vangelo che io e altri giovani abbiamo fatto con Don Pietro.
Il don ci aveva spiegato prima l'immagine del Buon Pastore e poi ci aveva invitato ad una riflessione dialogata sul senso profondo della Pasqua.
Anch'io ho espresso quello che pensavo, ed è stato più o meno questo: 
"Pasqua, al di là dell'evento della Risurrezione del Signore, significa, nella nostra vita, accogliere e ricevere dei segnali di amore e di speranza nei periodi più bui, quando veniamo messi alla prova da eventi particolarmente duri come la grave malattia di un familiare o la grande difficoltà a relazionarsi con dei determinati gruppi di persone come i compagni di classe".
Ho parlato per esperienza personale, d'accordo. E le testuali parole del nostro curato sul significato della più importante festività cristiana sono state, alla fine dell'incontro:  
"Pasqua significa passaggio. Noi siamo chiamati a decidere chi siamo e la Pasqua ci permette di far diventare il nostro buio e le nostre morti interiori un passaggio verso la luce. Vivere la vita come Pasqua significa restare affascinati da qualcosa, non condurre una vita molto intensa senza interrogarsi sul senso di quello che facciamo."

Gli adolescenti sono delicati e fragili, vanno tutelati per quel che si può dal male e vanno difesi dal degrado morale. Sono dei ragazzini!! Sono nella piena primavera della loro esistenza e alcuni di loro dispongono di notevoli risorse intellettive e umane. Aiutiamoli a essere grati del dono della vita! Questo dobbiamo fare noi educatori.

Sfera Ebasta, con le sue canzoni oltremodo volgari e offensive nei confronti di ragazze e donne, non trasmette nulla di bello, nulla che inneggi al dono della vita e/o al valore delle relazioni.
Sfera Ebasta non comunica MAI cose come: "Lottate per i vostri ideali, teneteveli stretti! Impegnatevi affinché i sogni di adesso diventino realtà in avvenire!"
Il corrotto e imbecille ventiseienne dice, in "Hey tipa!": "Io non lo so cosa ti faccio. Però mi cerchi, lo so che ti piaccio, sono una m***a ragiono col c***o , oggi ti prendo domani ti lascio. Hey tipa, vieni in camera con me. Portati un'amica. (...) Ehi, t***a, vieni in camera con la tua amica porca."

Ma che razza di musica è mai questa? Se a qualcuno di voi lettori piacessero cose come queste, il mio caldo e amorevole consiglio sarebbe quello di farvi tagliare le orecchie!
La vera musica è ben altra, e ve lo sta dicendo una che in fin dei conti, essendo nata nel 1995, era adolescente proprio negli anni in cui Fabri Fibra e Fedez iniziavano a riscuotere un enorme successo.
Entrambi cantanti, entrambi demolitori di sogni.
Fibra è sempre stato scurrile e grossolano.
Per quel che riguarda Fedez invece memorabile, a mio avviso, è la canzone "21 grammi": "Ho consumato 21 grammi di felicità, per uso personale per andare via di qua. Senza più limiti, senza più lividi, un po' più liberi."
Si tratta di un inno alla droga. La droga rende liberi. NO! Il pensiero rende veramente liberi!
Alcuni miei compagni di corso la cantavano anche un paio di anni fa, in ambiente accademico.

Una canzone che invece mi ricorda molto il valore della libertà è la dolcissima "Io vagabondo" dei Nomadi. Ogni volta che la ascolto, che la suono alla chitarra o che la canto, mi vengono le lacrime agli occhi.
Soprattutto le prime parole: "Io un giorno crescerò... e nel cielo della vita volerò."
La vita non è un cielo senza nuvole. E' un'opportunità che proietta ognuno di noi in un vastissimo cielo di avventure e di relazioni.

Per non parlare del finale del ritornello: "Soldi in tasca non ne ho, ma lassù mi è rimasto Dio".
Ricorda moltissimo il messaggio di "Into the wild", ovvero, quello che per me è IL FILM per eccellenza.
La vita è un viaggio. Un viaggio che ci chiede autenticità e apertura mentale per poter essere ben vissuto. Non ricchezze materiali, non certezze. Ma desiderio di esperienza e di conoscenza. E ricerca di Dio, Essere dal quale io a volte mi sento molto lontana.


 

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