10 ottobre 2019

Ciao Nuvolina!!! :-°(

Lungo "Elogio funebre" alla migliore amica che io abbia mai avuto.
(Ho scarse speranze sul fatto che stavolta vi possa coinvolgere in qualche modo, non parteciperete, almeno credo, al mio dramma reale e sentito. Sicuramente riderete, almeno per questo post.)


Nuvolina (Nuvola): n. 22/04/'19- m. 10/10/'19
 agosto 2019
Cara piccola Nuvolina,
era da agosto che non crescevi più. In questa foto avevi quasi 4 mesi. Il 22 ottobre ne avresti compiuti 6, ma purtroppo, a causa di un probabile difetto genetico, non sei arrivata neanche a stasera.
Questa casa di campagna ora mi sembra triste senza di te. Il portico è vuoto; e gli scatoloni sui quali ti sedevi o ti addormentavi sono tornati a servire come ulteriori depositi di immondizie.
Non ho, anzi, in famiglia non abbiamo mai visto né avuto una gattina così bella. 
Che vuoi che abbia fatto oggi, per la maggior parte del tempo? Lacrime e giri a vuoto da una stanza all'altra sussurrando: "Nuvolina!". Mi sento un po' sola. 
Da domani dovrò veramente e seriamente imparare ad accettare il fatto che tu non ci sei più, altrimenti rischio di apparire scema e ridicola, cara amica mia. 
Eh ma, da una parte, devo ammettere di aver abbastanza perso la testa per te, per quei mesi che sei vissuta da me. E ammetto di averti viziata.
Sei stata un'ottima compagnia. 
Eri la mia "signorina" a quattro zampe: bellissima, innanzitutto. 
E poi anche buona, delicata, dagli occhi dolci. Ma eri anche grintosa e leggermente "carognetta" (me lo ricorderò bene, sai, quel graffiettino che un giorno mi hai fatto quando stavo per metterti delle gocce negli occhi! Ha sanguinato un po'. Dai, questo post in fin dei conti è il tuo funerale: diciamo allora che è stato un modo alternativo per ringraziarmi del mio servizio da infermiera! A te mancava soltanto la parola, bella Nuvolina!).

Per tutta la giornata ho pensato alle nostre belle e simpatiche avventure di quest'estate.

Il 7 giugno, tre giorni prima dell'esame di metrica italiana, sono venuta a casa di Maria, una ex-collega di mia mamma. 
E' lei che ti ha affidata a me, e con te, lo sai bene, c'era anche il tuo gemellino Macchia. 
Che belli che eravate insieme.
Che belli che eravate da fotografare, soprattutto!
luglio 2019
Quel che né io, né Maria, né mia mamma sapevamo (e nemmeno ora sappiamo con assoluta certezza), era che probabilmente covavate entrambi lo stesso virus letale e malefico. Forse avete ereditato i geni sbagliati da uno o da entrambi i gatti-genitori.
Giugno, ad ogni modo, è andato bene. Più per te e Macchia che per me, che ero sotto esami e che dovevo studiare e ripassare già con un clima piuttosto torrido.
Fino ai primi 10-12 giorni di luglio avete corso, saltato e giocato alla lotta. Mi seguivate dappertutto, mi consideravate una specie di guida. Una "gattona" a due zampe, senza pelo, senza baffi e senza coda. E per di più, grande 30 o 40 volte voi.
Il giorno esatto del mio anniversario di laurea (17 luglio), mi sono accorta di qualcosa di anomalo in Macchia. Tu, cara Nuvolina, in piena estate stavi ancora bene: hai superato bene sia la congiuntivite che la verminosi. 
A Macchia è andata decisamente peggio: ha cominciato a diventare sedentario, depresso. Non giocava più. Ha iniziato a mangiare pochissimo. La sua pancia si ingrossava mostruosamente, senza che mangiasse.
E il 4 agosto, sia tu che io sappiamo bene com'è finita: è morto, è morto male, con una moltitudine di mosche che gli giravano intorno. 



Credo che tu abbia intuito il significato della morte, ovvero, il significato del "non rivedersi mai più".
Quando ho simbolicamente messo dei fiori sulla fossa, tu mi sei corsa dietro, ti sei strofinata attorno alle mie caviglie e mi hai guardata con un'aria triste. Forse intuivi che triste lo ero anch'io.
Ti sei sentita sola. 


Subito dopo la morte di Macchia, e subito dopo il ritorno (mio e dei miei genitori) da un breve viaggio di 2 giorni a Molveno, io e te abbiamo legato ancora più di prima.
Tu ti sei affezionata ancora di più a me e io ho avuto occhi praticamente solo per te, che sei diventata la mia preferita tra tutti i gatti di casa, declassando anche quel bestione di Ciuffolo, una gattone che campa da anni, che è sopravvissuto a tutto.
Stavi bene, sei stata bene bene più o meno fino alla metà del mese scorso.
Attorcigliavo uno spago su una canna sottile e ti facevo correre per la corte. Le chiamavo le "esercitazioni di caccia". Ti ricordi?
"Nuvolina la futura cacciatrice!", dicevo, tutta contenta, perché, prima che il tuo male si manifestasse, eri sveglia, correvi e riuscivi sempre a prendere gli spaghi e a morderli di gusto!

E dicevo anche "Mamma Nuvolina!" quando ti vedevo insieme al piccolo Fumo.
Tre mesi meno di te. E in certi momenti te ne sei presa cura come fosse un figlioletto.


Mamma Nuvolina! Nuvolina la Cacciatrice! 
Avrei voluto che tu potessi diventare quello che con gioia esclamavo fino a 10 giorni fa circa.
Invece non ci sei più e non puoi più essere un c*zz*!
Ma sarò disperata (e anche un pochino rimbecillita)! Nemmeno il fondotinta e il fard riescono a nascondere che, mio malgrado, ho pianto per te anche stasera.
E adesso, chi si arrampicherà sulla porta della cucina per reclamare cibo e affetto?!

Eri anche "Nuvolina la Conquistatrice di esseri umani". 
Tutti, non solo io, dicevano che eri una bella gattina. Anche chi ci veniva a trovare, diceva con tenerezza, quando ti vedeva: "Ooh! Ma che bella!".
Hai conquistato persino mia zia Marcella, che tanto appassionata di gatti non è mai stata.
E hai conquistato il cuore di mio cugino Chicco, che ci ha fotografate più volte quando, domenica 28 settembre, abbiamo festeggiato il mio compleanno. Ha fatto in tempo a conoscerti e ad accarezzarti poco prima di veder degenerare la situazione. Già a fine settembre avevi una brutta patina violacea negli occhi, che probabilmente ti faceva vedere soltanto delle ombre.

Dei tuoi ultimi giorni non voglio parlare. Non reagivi alle cure, povera cara Nuvolina. Io e mia mamma pensavamo ad una cosa: "E' una gattina principessina. Non può guarire, può solo andare verso l'agonia. Di mosche attorno a dei cuccioli agonizzanti ne abbiamo abbastanza."
Stamattina, quando ti ho messa in gabbia per andare dal veterinario, ti ho detto: "Andiamo a farci un giretto in macchina, a cambiare aria." 
Ma era il tuo ultimo viaggio. Ciao Nuvolina! Ciao Nuvolina!
Ti ho fatta, ti abbiamo fatta uccidere per farti evitare il peggio. 
Eri ad un punto di non-ritorno, perché eri esattamente come era Macchia una settimana prima di morire: inappetente, sedentario, con gli occhi malati e senza controllo delle feci.
Ciao Nuvolina! Ti porterò sempre nel mio cuore.
Anche se ogni tanto ti insultavo con qualche parolaccia, tu capivi che lo facevo per affetto.
Nuvolina, sei vissuta poco, ma, ottobre a parte, sei stata felice con me.

Il paradiso dei gatti non credo esista. D'altra parte, ad essere del tutto sincera, non credo tanto nemmeno nel Regno ultraterreno umano.
La mia fede è debole. Io due anni fa ero entrata in parrocchia per due motivi (non certo per trovarmi il fidanzato! E' successo, lo scorso anno, che per un periodo mi sono trovata in particolare sintonia con una persona, e allora? Non può capitare a chiunque una roba del genere?): sentivo il bisogno di maturare questo aspetto della mia vita, la fede per l'appunto, e volevo fare qualcosa di utile per i ragazzi.
Sono stata umile, collaborativa, volonterosa, rispettosa. Non posso rimproverarmi nulla.
E molti ragazzi lo sanno. Sanno che valorizzavo chi di loro, durante una condivisione, faceva ragionamenti intelligenti o osservazioni serie, sanno che, di ognuno di loro, intravedevo e apprezzavo delle qualità.
Avevo bisogno di supporto, avevo bisogno di una vera guida spirituale, non di un prete che alla fine si è rivelato completamente cieco.

E' grave, continuare a frequentare la messa eppure dubitare spesso di uno dei principi fondamentali del Cristianesimo. 
A me le preghierine e i canti non bastano: voglio capire! Sento il bisogno di riflettere su un brano biblico ("che attualità ha? cosa mi comunica?")
Io volevo e vorrei capire, perché ambisco a interiorizzare, prima o poi, questa storia della risurrezione della carne, proprio come il Pereira di Tabucchi. Sarebbe meraviglioso averne la certezza.
Dopo una vita terrena di difficoltà, di travagli e di sofferenze ci aspetta veramente la vita eterna, la luce eterna, la gioia eterna???


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