30 novembre 2019

Sant'Andrea/Andrea Zanzotto:

Sommacampagna, VR,
Chiesa dedicata a Sant'Andrea apostolo, chiesa del cimitero
Ogni 30 novembre ricorre Sant'Andrea. Io me lo ricordo bene, perché è il patrono del mio paese.
Tra l'altro, noi abbiamo anche una pieve romanica (XI° secolo) dedicata a Sant'Andrea.
E' la prima volta che, in questo blog, riservo un post dedicato prima di tutto a questo apostolo e poi ad alcuni accenni alla figura di Andrea Zanzotto, poeta e intellettuale del Novecento italiano già citato nel post della settimana scorsa.
Tra l'altro, su Zanzotto sto preparando un lavoro da esporre in aula durante una lezione di metà dicembre. E' un confronto Zanzotto-Pasolini, ma certamente ve lo risparmio per ora. Probabilmente però ve lo esporrò qui nel 2020.
Sia chiaro, lo sto facendo prima di tutto per me stessa e per il lavoro (l'insegnante di Lettere) che andrò a fare, che tra l'altro era la stessa professione di Zanzotto.
Oggi in fin dei conti è stata una bella giornata abbastanza limpida di inizio inverno... e non c'era poi così freddo, visto che il termometro raggiunge gli 8-9°C sopra lo zero.
i 30 novembre di quando ero bambina ( più che altro il periodo 2000-2006) non erano esattamente così, da quel che ricordo! Mi ricordo che un anno, ed ero alle elementari, Sant'Andrea era caduto di domenica e, approfittando di quei 20 centimetri di neve che erano caduti la mattina presto, ero uscita per costruire un pupazzo di neve.

BIOGRAFIA DELL'APOSTOLO ANDREA:


Andrea era nato a Betsaida, cittadina al nord del lago di Tiberiade. Dapprima è stato discepolo di Giovanni Battista, poi di Cristo.

Era il fratello di Simon Pietro: 

Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
                                                                               (Mc 1, 16)

Però già qui mi sorge un piccolo ma serio dubbio: Simone è un nome di origine ebraica; ed ha la stessa origine etimologica tra l'altro di Samuele. Vale a dire che entrambi hanno a che fare con "l'atto di ascoltare".
Per gli studi che ho fatto so bene che Andrea è invece di origine greca, da ἀνδρεία (=andrèia), cioè, "valore" e "virilità". 
Per cui, come mai un nome di derivazione greca per un uomo che doveva essere stato nativo della terra d'Israele? 
Ma, tornando a ciò che sappiamo della sua biografia, Andrea e Pietro erano entrambi pescatori. Ed entrambi erano stati chiamati da Gesù per divenire "pescatori di uomini", traducibile anche con "pescatori di anime":

Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini
(Mc 1, 17)

Eusebio di Cesarea, vescovo e consigliere dell'imperatore Costantino, nella sua opera intitolata Origini scrive che Andrea aveva viaggiato in Asia Minore e lungo il mar Nero.

Andrea aveva indicato a Gesù il ragazzo che portava la cesta con i pesci e il pane.

Secondo la tradizione, dopo la Pentecoste Andrea aveva predicato in diverse regioni. E' stato crocifisso in Grecia a Patrasso (città dell'antica Acaia), intorno al 60 d.C., durante il regno di Nerone.
Sant'Andrea è anche patrono di Patrasso e addirittura patrono della Russia e della Romania, visto che, un'agiografia del XII° secolo, lo descrive come viaggiatore delle terre del Volga e dei territori della Dacia (attuale Romania).
La tradizione vuole che Andrea sia stato crocifisso su una croce decussata (cioè a forma di "X"), per una sua scelta, dal momento che non aveva voluto uguagliare il martirio di Gesù.


ANDREA ZANZOTTO- POESIE E PARTI DI POESIE CON BREVI ANALISI:

"NEI CIMITERI FONTI":
(dalle "Poesie giovanili", 1938-1942)

Nei cimiteri fonti
dell'acqua e del verde
il paese riposa,
benigne erbe pascono
l'antica sera
e grave autunno 
nei laghi si trasfigura.

Alle affannate vendemmie 
gelide stelle donano conforto,
le ignare selvaggine
perirono tra i solchi
e tra i giardini
delle case gentili;
sotto i ponti e i confini
il silenzio muta e conforma
a sé l'oro dei climi in rovina,
di rosse bacche si macchia il vento
dei prati settentrionali.

Semplici colli corsi
dai fanciulli
valli innocenti dove odora il sonno
delle selve.

Ora denso di bene
è il sangue,
cibo santo ai suoi dolori
s'offre la terra.

Andrea Zanzotto avrà avuto 18-19 anni quando ha scritto questo componimento.
L'ambientazione è autunnale, settembre, per essere precisi, visto che si parla di "vendemmie". Siamo a inizio autunno e il nono mese dell'anno implica molto lavoro per i contadini: bisogna raccogliere i grappoli d'uva dalle viti, bisogna iniziare a conciliare in maniera intelligente il tempo della fatica con il tempo del riposo, visto che le giornate si accorciano e visto che quelle gelide stelle stanno ad indicare che le notti, in quel periodo dell'anno, non sono più calde o afose, ma molto fresche. 
Con l'inizio dell'autunno c'è anche l'inizio della caccia e il vento, immagine bellissima, sembra macchiarsi del colore rosso delle bacche. 
E le selve dormono. E' una personificazione questa, figura retorica che io adoro visto che mi riporta all'infanzia, ovvero, a quel mio sentimento animistico di fronte agli elementi della natura. Ero convinta che foglie, alberi, fili d'erba e fiori avessero un'anima e provassero dei sentimenti e che stelle e nuvole fossero in grado di ridere, piangere e pensare. Devo aver scritto qualcosa di simile quando ho scritto, un pochino di tempo fa, un post su Città vecchia di Saba.
I colli e le valli sembrano qui delle entità edeniche, in cui i bambini giocano e si rincorrono.
Il sangue (del poeta), che in realtà si riferisce alla sua voglia di vivere, assimila il bene e la bellezza del paesaggio.
la terra si offre come dono all'io poetico, e gli dà ristoro.

Mi sono resa conto di essere partita dalla seconda strofa... nella prima comunque, ci sono due immagini notevoli:
Soligo

1) Nei cimiteri fonti/dell'acqua e del verde= I cimiteri sono fonte d'acqua e del verde. Questo significa che dal ricordo dei suoi morti e dalla comunione con i suoi morti, il paese di Soligo trae vita. La presenza dei cimiteri non è dunque affatto negativa, visto che da essi pare sgorgare la vita, e nel legame con i morti, la serenità dei vivi.

2) benigne erbe pascono= Zanzotto, già intorno ai 17-18 anni, aveva letto (cercando di imparare il tedesco letterario da autodidatta) le poesie di Holderlin. Un verso di una poesia di questo romantico tedesco diceva: "pascono/ i greggi del cielo".

La metrica? Si tratta di versi di più tipi e sciolti, cioè senza rima.
Le strofe sono decisamente eterometriche: di diversa lunghezza e formate da versi di più tipi.
Tanto per farvi un esempio:
secondo la metrica italiana, che è l'aspetto matematico della letteratura, la terza strofa è formata da un settenario+ un quadrisillabo+un endecasillabo+un quadrisillabo.

PALPEBRA ALZATA
(da "IX Ecloghe", 1962)

Riporto soltanto i versi 23-31, perché proprio questi contengono un'immagine che mi piace un sacco.

(...)
mia terra, tu di crisantemi
folta, tu che scemi
in un circolo esile di sogni
e di sospiri,

del tuo latte mi sazi, mai sazio,
e mi riarmi di tutto il tuo spazio
cui giustamente dà fiore la luna
nota, e l'altra che ora
di sé svelata le menti innamora.

In questo componimento, l'io, anche qui lontano da ogni egocentrismo e tutto proteso verso ciò che gli offre la natura, si sente all'interno di un paesaggio madre che lo avvolge e lo nutre maternamente. E' culla della sua infanzia e della sua adolescenza. 

LE CASE CHE CAMMINANO SULLE ACQUE
(da "Dietro il paesaggio", 1951)

Le case che camminano sulle acque
e che vogliono dirmi
benvenuto, se scendo dalla sera,
le case che camminano sulle acque:
o tu che accetti la stretta dolce dei canali
e che ti lasci guardare
in tutte le tue nude grazie
fin che il mio pianto ti veli
fin che l’amor mio non ti renda
primavera delle mie parole
Mi dicevano ieri
che c’era posto anche per me
nella barca dal più bel tragitto
nel fiume dal più bel mantello;
ch’ero guarito coi capelli a bosco
d’un cielo azzurro e prossimo,
con le correnti intrecciate alle dita;
mi dicevano ieri
che dalla morte mi rieducavi
Le case che mi chiamano dalle acque:
forse un invito mi sarà
qui concesso, e forse il sonno;
vedrò tutta la mia fiducia
tutto lo spazio colmarsi di rive,
di fiumi come celeri conquiste,
d’acqua immenso vigore e moto adulto
Sono andato laggiù col fiume,
in un momento di noia le barche
le reti si sono lasciate toccare,
ho toccato la riva con la mano.
Anche qui si inizia con una personificazione: le case sembrano delle donne che camminano sulle acque.
E già da qui capiamo che si sta riferendo alla splendida Venezia.
E sta raccontando in versi di una giornata che ha trascorso a Venezia.
Anch'io ci sono andata recentemente (il 6 novembre, in un giorno di pausa dalle lezioni, sono andata a trovare mio cugino che ha la mia stessa età e che studia architettura allo IUAV).
Effettivamente, le vie strette e suggestive di Venezia, soprattutto in certi scorci sui ponticelli, danno come l'impressione che gli edifici siano costruiti sull'acqua.
Venezia, lo sapeva bene anche Zanzotto, è una città molto ricca di arte e di storia, ma dagli equilibri fragili (gli eventi di questo mese lo dimostrano).


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PER QUEL CHE RIGUARDA LE AVVENTURE DI UNA LICEALE INVISIBILE,  HO UN PO' DI NOVITA':

1) Al momento, il libro è reperibile off-line, presso: l'edicola di Giorgio Castioni (Sommacampagna, VR, Via Gidino, 1),  l'edicola di Sergio Castioni (Lugagnano, VR, Via Cao del Prà, 30), l'edicola "L'Arena" (Verona città, Via Leoni, 15), la libreria "Elephantsbooks" (Caselle, VR, Via Roma, 106), la libreria "L'Aquilone" (Verona città, Via Stella, 2).
Se vivete più o meno dalle mie parti, al momento il mio romanzo è presso queste sedi.
(Vi aggiornerò su ulteriori punti vendita nelle prossime settimane, magari per agevolarvi con eventuali regali di compleanno o di Natale. Il libro resta comunque ordinabile anche presso il sito della Feltrinelli.)

2) Punti vendita on-line:

https://www.ibs.it/avventure-di-liceale-invisibile-libro-anna-napponi/e/9788832102116

3) Martedì 10 dicembre, alle 16, presso la Sala conferenze della biblioteca comunale di Peschiera del Garda, ci sarà una presentazione da parte mia.

4) E' possibile che io riesca a fare una presentazione del libro anche alla sede della Feltrinelli di Verona, la città in cui studio. La sede Feltrinelli di Via Quattro spade, intendo, cioè quella in centro storico. Però in primavera. Anche qui, a febbraio vi saprò dire qualcosa di più preciso. Per il momento c'è solo un'intenzione appoggiata dal personale della libreria. Vedremo se si concretizzerà, spero di sì perché sarebbe qualcosa di veramente importante ed estremamente gratificante per me.


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