16 settembre 2020

"L'ultimo scalo del Trump Steamer", Álvaro Mutìs:

E' un breve romanzo di uno scrittore latino americano. Prima di iniziare ad esporre i contenuti vorrei precisare che Álvaro Mutìs ha quasi 100 anni. Nato e cresciuto a Bogotà (Colombia), autore di diverse raccolte di poesie, di racconti e di romanzi, vive in Messico da più di 30 anni. 


Stammi più vicino
ora che ho paura
perché in questa fretta
tutto si consuma.
Mai... Non ti vorrei veder cambiare mai.
Perché siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo
che segnano un percorso profondissimo
dentro di loro.

(Due destini, Tiromancino)

E' originale e singolare introdurre la recensione di quest'opera con la citazione di questa stupenda canzone che mi commuove ad ogni ascolto e ogni volta che la suono e la canto. Mi viene da piangere...
Verso la fine vorrei chiarire il rapporto antifrastico fra il contenuto di questa storia e le parole di questa canzone. Verso la fine, però. Il mio cervello l'ha in qualche modo collegata a questo romanzo.

1) I TRUMP STEAMER:

I Trump Steamer erano dei vascelli mercantili che non appartenevano alle grandi compagnie di navigazione e che, nel viaggiare da un porto ad un altro, trasportavano carichi di poche tonnellate.


2) I "DUE MOMENTI" DEL ROMANZO:

Ho suddiviso questo libro in due parti. Nella prima (ovvero, le prime 45 pagine), il narratore enuncia e narra le occasioni in cui ha potuto veder navigare il Trump Steamer: a Helsinki, presso punta Vironniemi, in Costa Rica, durante una gita in barca con altre persone al largo della baia di Nicoya e in Giamaica, nei pressi della baia di Kingston.

Nella seconda parte invece, un pochino più ampia (le ultime 60 pagine), è Jon Iturri, ex capitano del Trump Steamer di origini basche, a raccontare al narratore le sue vicende di vita, i suoi viaggi con quel vascello e la sua strana storia d'amore con Warda, giovane ragazza di origini libanesi.

3) ALCUNI RIMANDI ALLA LETTERATURA EUROPEA:

E' bello e piacevole notare che anche una parte degli intellettuali latino-americani è rimasta e rimane affascinata sia dalla storia della letteratura italiana sia dal patrimonio dei miti delle antiche civiltà mediterranee.
Soprattutto la prima metà del libro è densa di citazioni colte. Ve ne segnalo alcune:

*C'è una citazione indiretta dei versi 121-123 del canto V° della Commedia di Dante: 
non c'è cosa peggiore che ricordarsi del tempo felice nella miseria.
Verso originario: "nessun maggior dolore / che ricordarsi del tempo felice / ne la miseria".

*Riferimenti alla concezione del ruolo delle divinità in epoca omerica (arcaica): 

(...) se gli incontri con il Trump Steamer fossero continuati, la cosa avrebbe acquisito i sintomi di una persecuzione mitica, di una spirale diabolica il cui esito poteva essere lo stesso delle superbe maledizioni che gli dei dell'Ellade infliggevano ai trasgressori dei loro immutabili disegni. Un mondo che non è più il nostro: noi uomini di questo tempo riusciamo solo a compiere la meschina quota di vendetta che altri uomini ci impongono. Poca cosa. Il nostro modesto inferno di vita non si presta ormai ad essere materia della più alta poesia.

Effettivamente, c'è una profonda differenza fra gli antichi greci e gli europei dell'età contemporanea. Nel XXI° secolo predominano le libertà individuali (è tollerato, anzi addirittura appoggiato, l'egoismo), il progresso tecnico-scientifico, le competizioni economiche, la globalizzazione commerciale, il martellare degli annunci pubblicitari ... E l'etica? E la giustizia sociale? E l'ecologia? E la religione?

Vi rimando il link di uno dei post più impegnativi che abbia mai scritto:  

https://riflessionianna.blogspot.com/2019/12/la-fede-in-dio-i-rapporti-umani-e-la.html

La domanda è sempre la stessa: se Dio esiste, che senso ha la sofferenza dell'innocente?

* Il nome del Trump Steamer di cui si parla è Alcion. Nella mitologia greca Alcione, figlia di Eolo, era la moglie di Ceice, re di Eraclea. Alcione e Ceice erano talmente felici insieme che si chiamavano, tra di loro, con i nomi di Zeus ed Era. Per questo il re degli dei, oltremodo offeso, aveva scatenato una tempesta mentre Ceice era in viaggio per mare, facendolo annegare. Una volta appresa la notizia della sua morte, Alcione si era gettata in mare per poter raggiungere l'ombra di Ceice, che le era apparsa in sogno. Gli altri dei allora avevano deciso di trasformarli in uccelli marini (forse in gabbiani?). Il loro nido, costruito sul mare, veniva però distrutto ripetutamente dalle onde, con l'alternarsi delle stagioni.


4. IL PASSO IN CUI IL NARRATORE VEDE, A HELSINKI, IL TRUMP STEAMER:

Lo ammetto, ho apprezzato questo romanzo più per lo stile di scrittura che non per i contenuti. Ci sono delle descrizioni veramente fatte bene, come in questo caso, quando ricorda, in un freddissimo giorno di inverno, la capitale della Finlandia.

Helsinki giaceva come paralizzata dentro un cristallo traslucido e inviolabile, a quaranta gradi sotto zero. Ogni mattone dei suoi edifici, ogni angolo delle cancellate dei suoi parchi sepolti sotto una neve di marmo, ogni particolare dei suoi monumenti pubblici si stagliava con una nitidezza incisiva, quasi intollerabile.


Entrò (il Trump Steamer) all'improvviso nel mio campo visivo, con la lentezza di un sauro ferito a morte. Non potevo credere ai miei occhi. Con la splendente meraviglia di San Pietroburgo sullo sfondo, il povero cargo stava invadendo lo spazio con le sue fiancate cosparse fino alla linea di galleggiamento di tracce untuose do ossido e di sporcizia. Il ponte di comando e, in coperta, la fila delle cabine destinate all'equipaggio e ad occasionali passeggeri, erano stati verniciati di bianco in tempi molto remoti. (...)

Scivolava (il Trump Steamer) irreale, con l'ansimare agonico delle sue macchine e il ritmo sconnesso delle sue bielle che, da un momento all'altro, minacciavano di tacere per sempre. Occupava ormai il primo piano nello spettacolo irreale e sereno che mi avvinceva, e il mio stupore diventò qualcosa di molto difficile da precisare.  C'era, in quell'errabondo relitto marino, una sorta di testimonianza del nostro destino sulla terra. (...) Accanto a me si ergeva il profilo svelto degli edifici e dei moli della riva finlandese.

5. LA STORIA DI JON ITURRI:

L'incontro fra il narratore e Jon Iturri avviene quasi a metà libro. Quest'ultimo, durante un viaggio in mare aperto con un vascello diverso dal Trump Steamer, ha l'opportunità di raccontare alla voce narrante (di cui mai il lettore saprà il vero nome) una parte del suo passato.

Un giorno di alcuni anni prima, Abdul Bashur, commerciante libanese, aveva offerto a Jon di guidare, per scopi commerciali, un Trump Steamer partendo da Pola, città croata sull'Adriatico. Ed è a Pola che Jon Iturri conosce Warda, sorella di Abdul.
Al momento del loro primo incontro, Warda ha l'esatta metà degli anni di Jon (25-50).
Jon intuisce praticamente subito la forza, l'indipendenza e la sicurezza di Warda. Oltretutto, questa ragazza gli ricorda la bellezza della statuaria greca.
Tanto bella e tanto sicura di se stessa... ma alla fine lo ha perso!
Non serve a niente la sicurezza di sé.
Nel giro di pochi mesi divengono amanti. Mutìs, al contrario di molti autori di adesso, è raffinato perché non dice mai "sesso" o qualcosa di simile, bensì hortus conclusus.
Nella poesia medio-latina era questa l'espressione che alludeva all'unione tra amanti.
Nel frattempo, con il Trump Steamer, Iturri percorre diverse città europee costiere: Amburgo, Marsiglia, Lisbona, Helsinki. Ad ogni fermata trova Warda ad aspettarlo al molo del porto.

Abdul, una volta saputo della relazione fra Jon e Warda, dice a Jon:  la vostra storia durerà finché dura l'Alciòn. 
E' una frase che sembra una predizione. E, dopo poco più di un anno, i destini dei due si dividono. Warda vuole ritornare definitivamente in Libano, paese della sua infanzia e inoltre si rende conto della profonda differenza d'età tra loro (porco diavolo secco, quasi due generazioni di divario!). Non è necessario essere filologi o italianisti o linguisti per intuire subito che la loro storia d'amore non è destinata a durare. 
D'altra parte Warda frequenta anche qualche altro ragazzo/uomo nei momenti in cui Jon è in viaggio e lontano da lei. Lei è la prima a non voler avviare questa relazione verso un impegno duraturo... Anche se a 25 anni ci starebbe iniziare una relazione seria. Non con un cinquantenne, però ci sta/ci starebbe. L'adolescenza è finita!
Jon è il vero innamorato; anche se non riesco a capire la sua scelta di legarsi (soprattutto eroticamente) ad una ragazza che potrebbe essere sua figlia. 
Fra il cinquantenne e la venticinquenne il vero adulto è il cinquantenne. 

6. "DUE DESTINI":

Spero di esser in grado di spiegarvi chiaramente questo mio collegamento mentale, spero di poter rendere bene l'associazione di idee nonostante la mia notte un po' balorda e la mia giornata campale (mi sono addormentata verso le 4 e alle otto ero già sveglia, ho studiato, ho fatto spese e commissioni, ho fatto servizio cassa all'emporio della solidarietà, ho fatto gli esercizi di articolazione per migliorare il canto, mi sono messa a imparare canzoni mie e sono anche riuscita a scrivere qui!).

Ricopio le frasi già citate all'inizio:

Stammi più vicino
ora che ho paura
perché in questa fretta
tutto si consuma.
Mai... Non ti vorrei veder cambiare mai.
Perché siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo
che segnano un percorso profondissimo
dentro di loro.

L'autore-cantante comunica una positiva situazione di relazione amorosa. Secondo me, questa canzone rappresenta il momento migliore di tutte le storie serie, cioè quel momento in cui, dopo un periodo che hai frequentato qualcuno/qualcuna che ti attraeva e che ti attrae per determinate caratteristiche, ti sei reso/a conto che l'amore può diventare più forte, che quella può essere la persona che ti starà accanto per il resto della vita. C'è apprensione per il tempo che scorre di continuo (e qui si intuisce che chi canta non è più giovanissimo), c'è la paura, con il tempo, che questa relazione si raffreddi o venga meno (E' questo secondo me il senso della frase: Non ti vorrei veder cambiare mai). 

siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo

C'è sintonia tra noi. Abbiamo imparato a condividere le nostre storie, i nostri vissuti, i nostri stati d'animo. Possiamo "accorpare" le nostre strade di vita. Lo faremo perché vogliamo farlo!!

Il contenuto di questa canzone è amore vero, impegno vero, proposito di fedeltà, di vicinanza. Non certo il contenuto di questo libro! 

L'edizione Adelphi presenta come "un grande amore" quello fra Warda e Jon. 
No, per me invece è un rapporto a vicolo cieco. Differenze di età, culturali, socio-economiche (Jon spende moltissimo in quelle poche volte che la porta in ristoranti di lusso) e impegno non contemplato. L'amore non è affatto un passatempo. 
 
L'amore ha a che fare con il piantare radici, con il fidarsi e con l'affidarsi.


Amare è poter pensare e anche dire a qualcuno: 

Tu sei la certezza di avere qualcuno al mio fianco nei giorni più duri. Sei quella bellezza dipinta su quel foglio bianco dei miei lati oscuri. Tu sei la paura di amare che prima di te mi faceva paura. Sei tutte le cose che ho perso in mezzo al casino che ho dentro. Adoro le domeniche di maggio, se poi mi sveglio e tu sei ancora qui. (...) Tu sei quel sorriso che amo, lo sguardo che aspetto da tutta la vita. Sei l'ultimo e il primo pensiero del giorno che passa e di quello che arriva.

(Giulia Molino, Le domeniche di maggio, marzo 2020, Amici Serale).

Chissà dove sarà finita la ragazza, con questo boia di Covid-19! 
Spero di vederla a Sanremo. Giulia quando canta sa pungermi il cuore, sa coinvolgermi in pieno.



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