24 ottobre 2020

Ragionamenti in pieno notevole aumento di contagi da Covid-19:

I dati e i numeri di questa settimana presumo li conosciate già. E sicuramente sapete cosa è accaduto a Napoli ieri sera tardi. 

NON ME LA SENTO DI TACERE  DI FRONTE A QUESTI FATTI.

In questo post sarò molto critica e abbastanza dura con i negazionisti del virus, con gli irresponsabili e con gli esasperati.

E' un freschissimo sabato sera di fine ottobre e sono a casa. Anzi, a dire il vero, non mi muovo di casa da alcuni giorni. L'ultima volta che sono uscita è stato mercoledì mattina per fare la spesa per la famiglia. Ah, e anche per entrare in un bar del mio paese dove, a dire il vero, ho fatto "toccata e fuga", nel senso che ho preso delle brioches d'asporto.

Ah, particolare non trascurabile: vedo una bellissima mezza-luna al di là dei vetri della mia finestra. Sembra quasi che le nuvole la avvolgano in un abbraccio e che la brezza leggera qui dalle mie parti la accarezzi come se volesse augurarle dolci sogni.

Comunque, la situazione è grave. La Campania da lunedì sarà di nuovo in lockdown. In molte altre regioni, a partire dalla prossima settimana, ci sarà il coprifuoco notturno: da quel che ho capito, dalle 23 alle 5 si sta a casa, non si consente nemmeno la mobilità (non so a quanto serva a migliorare la situazione una chiusura soltanto notturna).

Questo è un virus subdolo, visto che è anche asintomatico. Anzi, non è un virus. This is a very nasty illness. Avete visto, no?! Che i reparti ospedalieri e le terapie intensive ricominciano a riempirsi. E questo significa: personale sanitario sotto stress e a serio rischio di infettarsi, lutti di famiglia, angoscia, rovina economica, aumento della povertà, famiglie e giovani in precarietà economica, futuro mooolto incerto... Questa è la realtà! 

Il virus esiste eccome, il grande dittatore non è il governo bensì il Covid-19, abilissimo a diffondersi negli ambienti chiusi (dove stiamo di più in autunno e in inverno), sui mezzi pubblici o laddove ci sono assembramenti.

Il virus esiste. Affermare il contrario significa mancare di rispetto alle famiglie dei nostri finora 36.000 morti italiani, mancare di rispetto a chi è stato o è ora in terapia intensiva, mancare di rispetto a medici, infermieri, operatori sanitari, ricercatori scientifici. Il virus non è un pretesto per instaurare dittature e repressioni. Purtroppo succede che di Covid-19 muore anche gente di 50 o 60 anni senza patologie pregresse. Purtroppo questa primavera, nelle zone allora più colpite, cioè in Lombardia e in Emilia-Romagna, è accaduto che si ammalassero in modo molto serio anche giovani di 23,25,28 anni. Ecco, lo dico perché odio chi dice: "Di Covid-19 si muore solo nelle RSA per anziani". Odio questo discorso, come odio a morte l'espressione "dittatura sanitaria".

E ora in poche righe riassumo opinioni che, solo a sentirle, mi hanno dato parecchio fastidio:

A-DIEGO FUSARO, filosofo:

Laureato, specializzato e dottorato. Leggete un po' che cosa va dicendo da mesi:

"Il Covid è una scusa per privarci della libertà".

"Siamo in dittatura. Il governo ha posto il divieto di assembramento, proprio come tutte le dittature del secolo scorso. "

"Questa pandemia è un complotto mondiale. Ad Harvard dicono durerà fino al 2025. E noi fino al 2025 saremo disposti a rinunciare alle relazioni, alle amicizie, alle relazioni affettive? Dobbiamo reagire".

"Nel più recente Dpcm si prevede che si possono ospitare a casa propria al massimo sei persone. Ecco che lo Stato interferisce nella vita privata. Siamo in un regime autoritario!".

"Napoli in rivolta. Si rischia la guerra civile".

Oh, ma che bell'esempio che dà con i suoi video su Youtube e con queste sue frasi postate sui suoi profili social, eccelso dottor Fusaro! Complimenti, vivissimi complimenti!

Ripeto: laureato, specializzato e dottorato. Mi pare evidente che non sempre i titoli di studio di altissimo livello corrispondono al buonsenso civico, alla sensibilità e ad un cervello coscienzioso e aderente al reale. 

Diego Fusaro rifiuta di portare la mascherina (str*n*o! Pensa agli altri oltre che a te stesso!) appunto perché convinto che il Covid sia soltanto un complotto.

Diego Fusaro, classe 1983. Fidanzato da non so quanto tempo con una donna che gli ha dato anche un figlio alla fine dello scorso anno... FUSARO... Invece di parlare di complottismo e di aizzare gli animi delle persone già esasperate; perché qui in Italia, e non soltanto qui in Italia, c'è un'emergenza sanitaria, economica, sociale, psicologica, pensa alla tua compagna e a tuo figlio: state insieme almeno dal 2015, da quel che so, e lei è la madre di tuo figlio, di vostro figlio. MA SPOSALA, NO?! (Deve darti il suggerimento la ragazzetta del '95?!)

Che aspetti?! Aspetti che tuo figlio, con tanto di barba e baffi, presenti la domanda di laurea presso la segreteria studenti del suo Ateneo?! O per il tuo matrimonio aspetti il periodo in cui, debole e anziano, dovrai reggerti su un tripiede per camminare?!

Prima di preoccuparti di preoccupare ancora di più gli altri, pensa alle tue situazioni personali!

B- VITTORIO SGARBI, storico dell'arte:

Premetto: sarà anche un uomo di grandissima cultura, ma a me non è mai piaciuto. E' grezzo, è rozzo. E' volgare e arrogante.

"Il confinamento degli asintomatici è fascismo".

NO! Il tuo modo di urlare sempre, di interrompere sempre i tuoi interlocutori in radio o in tv o in parlamento è fascismo e tracotanza!

C- ENRICO MONTESANO, attore:

"Sapete cosa mi ricorda questo Dpcm che permette al vicino di casa di denunciare un altro vicino che fa una festa privata con più di sei persone? I delatori del fascismo."

Si dà il caso che il virus circola. Si dà il caso che in tutto il mondo, in questi otto mesi, c'è stato un milione e mezzo di morti per Covid-19 e 41 milioni di casi.

Il Covid-19 ha il potere di moltiplicarsi, ha "il talento" di moltiplicarsi e di assumere vari aspetti: di normale influenza, di bronchite, di influenza intestinale, di congiuntivite, di polmonite, di polmonite interstiziale.

Non si sa esattamente quando abbia iniziato a circolare, ma sicuramente prima del 20 febbraio 2020, non ci sono vaccini, non ci sono cure (sì, il plasma, che è una trasfusione, quindi un'operazione in ogni caso rischiosa). 

Già a novembre-dicembre si diceva che in ospedale arrivavano casi di polmoniti strane, dure a guarire.

Vi confido che ho qualche sospetto: esattamente un anno fa, in questo periodo, ho avuto una bronchite che non passava mai. Cioè, la febbre non è mai andata oltre i 37,8°C ed è durata due giorni, ma la tosse... la tosse ricordo che non andava più via, nemmeno dopo gli antibiotici. Nello stesso periodo, a mia mamma è venuta la tosse con il raffreddore, e anche la sua tosse ci ha messo un po' a guarire. La zia, la nonna e il papà niente, fortunatamente. Ecco, qualche piccola domanda me la faccio, anche se non ho mai fatto tamponi. Forse siamo state le prime ad ammalarci. Forse non era una forma di Covid ma qualcosa di simile.

Le persone uscite dalla terapia intensiva nei mesi scorsi raccontano di non avere più le energie fisiche di prima. Sono ancora un po' debilitati.

D- la naturopata  di Rimini che nelle scorse settimane è andata a Roma con i negazionisti a protestare:

Era una breve intervista che ho trovato sul web. Questa signora diceva: "L'emergenza sanitaria c'è stata questa primavera. Ora il rialzo dei contagi è una presa in giro, lo dicono per portare l'Italia verso determinate condizioni e non c'è altro modo per farlo se non quello di inventare la seconda ondata che in realtà non c'è".

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Sapete che vi dico?! 

Quasi quasi spero, e questo è un calco manzoniano, che questo Covid-19 sia come una scopa in grado di spazzare via personaggi senza cervello, senza umanità e pieni di sé. (Don Abbondio, alla fine dell'ondata dell'epidemia di peste, aveva sostenuto che la malattia era stata una scopa della Provvidenza che aveva eliminato personaggi scomodi e temibili come Don Rodrigo).

Quanti siamo ora nel mondo, 7 miliardi e mezzo?! Troppi, secondo me decisamente troppi. Troppi e troppo stupidi e troppo egoisti.


15 ottobre 2020

L'evoluzione della teoria atomica:

Post sulla parola "atomo" e sulle varie teorie atomiche formulate nel corso dei secoli. E', vi avviso già da ora, un post multidisciplinare, in cui c'è un po' di tutto: greco, chimica, filosofia e latino. Non preoccupatevi se trovate questo mio scritto molto impegnativo: la verità è che, da qualche anno a questa parte, con questo blog devo dimostrare soprattutto a me stessa che sono "sempre sul pezzo", che so molto bene di cosa sto parlando, che sono competente, che so pensare. E' una delle mie modalità di alimentare l'autostima. E' naturalmente un problema mio; questa è una caratteristica sulla quale dovrò lavorare nei prossimi anni.


INTRODUZIONE - ORIGINE DELLA PAROLA:

"Atomo" deriva dal greco antico ἄτομος  (àtomos= indiviso, impossibile da dividere). Proviamo a smembrare ἄτομος: è un lemma formato da ἄ +τέμνω (tèmno= tagliare, per cui è un'alfa privativo). Faccio rapidamente accenno ad un altro verbo ατομòω (atomòo), che significa "lasciare indiviso".


ANTICHITA':

DEMOCRITO:

E' il V° secolo a.C.quando Leucippo di Mileto introduce per la prima volta il termine "atomo". Il suo allievo Democrito relaziona gli atomi agli spazi vuoti. L'atomismo di Democrito è sostanzialmente una replica alle teorie di Parmenide. Quest'ultimo negava la possibilità di un approccio scientifico alla natura. Democrito afferma che accanto all'essere esiste un non-essere, ovvero, il vuoto. Nello spazio vuoto è possibile l'esistenza degli atomi, che sono una pluralità di corpuscoli piccoli e indivisibili. Gli atomi, secondo Democrito, durano per sempre e inoltre, dalle loro combinazioni scaturiscono quei fenomeni (φαινόμενα, cioè, "le cose visibili") della materia che tutti noi siamo in grado di vedere nella realtà.


ANASSAGORA:

Le sue idee assomigliano a quelle di Democrito. Però Anassagora non dice mai "atomi" ma "omeomerìe", ovvero, semi (da  ὅμοιος, "uguale"μέρος "parte").
Le omeomerìe sono infinitamente divisibili e ordinati da un Intelletto Superiore.

EPICURO:

Siamo al IV° secolo a.C. E' questa l'epoca in cui Epicuro elabora la sua teoria dell'atomismo. Egli attribuisce gravità agli atomi. Oltre a ciò, sostiene che gli atomi siano garanti anche della vita umana e che il moto degli atomi sia continuo.


LUCREZIO:

Nell'antica Roma Lucrezio, nel suo De rerum natura, importa l'atomismo di Epicuro. 
Questa per me è stata un'occasione per riscoprire questo autore antico.
E qui vi riporto la mia traduzione di due passi del primo libro (i libri totali sono 6) del Der rerum natura:

1) I, 146-158:

Hunc igitur terrorem animi tenebrasque necessest
non radii solis neque lucida tela diei
discutiant, sed naturae species ratioque.
Principium cuius hinc nobis exordia sumet,
nullam rem e nihilo gigni divinitus umquam.
       150
quippe ita formido mortalis continet omnis,
quod multa in terris fieri caeloque tuentur,
quorum operum causas nulla ratione videre
possunt ac fieri divino numine rentur.
quas ob res ubi viderimus nil posse creari
       156
de nihilo, tum quod sequimur iam rectius inde
perspiciemus, et unde queat res quaeque creari
et quo quaeque modo fiant opera sine deum.


Questo terrore dell'animo, dunque, e (queste) tenebre,
è necessario che non i raggi del sole né i dardi luminosi del giorno
disperdano, ma l'immagine della natura e la ragione.
Il suo fondamento per noi assumerà il (suo) inizio da questo,
che nulla nasce mai dal nulla per ispirazione divina.
Così il timore (intende il timore della morte) riguarda ogni mortale,
dal momento che molti (fenomeni) (gli uomini) osservano accadere sulla terra e in cielo,
dei cui effetti non possono scorgere in alcun modo le cause
e assegnano alla volontà divina il (loro) divenire.
Per questo, non appena avremo veduto che nulla può essere creato
dal nulla, allora conosceremo più agevolmente da qui
ciò che ricerchiamo, da che cosa abbia origine ogni cosa che è stata creata
e in quale modo esista ciascuna opera senza divinità.

Mi soffermo abbastanza rapidamente su un'analisi soltanto lessicale, perché questo passaggio dell'opera lo ritengo interessante da questo punto di vista:

- Necessest calcolatelo come sinonimo di "opus est", quindi "è necessario, conviene, bisogna".
- La "ratio" non è soltanto la ragione ma anche il pensiero, l'argomentazione, la scienza, il modo. Da qui deriva l'aggettivo "rationalis", "dotato di ragione".
- "Gigni", da "gigno", ha più o meno gli stessi significati del greco "γίγνομαι",  "nascere, essere, diventare".
- Perspicio, più avanti, è "scorgere, conoscere, esaminare".
- Sequor, verbo deponente, porta i significati di "conseguire", "aspirare".

Comunque, quello che avrete notato qui è sicuramente l'ateismo della dottrina epicurea. Non c'è un dio che crea e che sovrintende il cosmo.

2) I, 609-614:

Sunt igitur solida primordia simplicitate,
quae minimis stipata cohaerent partibus arte
       610
non ex illorum conventu conciliata,
sed magis aeterna pollentia simplicitate,
unde neque avelli quicquam neque deminui iam
concedit natura reservans semina rebus.


Sono dunque solidi nella loro semplicità i corpuscoli primordiali,
che si uniscono in stretta coesione di minime parti,
non come unioni (derivate) dalla somma di queste 
ma piuttosto (come) potenti unità eterne nella (loro) unicità,
dalle quali la natura, riservando i semi alle cose,
non concede né che più nulla venga sottratto
né che venga tolto.
 

MEDIOEVO:

Questa è l'epoca storica in cui chimica e fisica si confondono con l'alchimia. La teologia era il sapere più apprezzato.

ETA' MODERNA:

SEICENTO:

Anno 1632. La Chiesa cattolica considerava quasi eretica la teoria degli atomi, e così l'aveva messa al bando da tutte le scuole. 

LAVOISIER:

E' questo il secolo di Lavoisier, ritenuto padre della chimica moderna. E' da Lavoisier che proviene la teoria della conservazione della materia.

Lavoisier chiamava "aria fissa" l'anidride carbonica e "aria vitale" l'ossigeno. Aveva inoltre capito la distinzione fra elementi, sostanze semplici che non possono essere scomposte in altre sostanze, e composti, ovvero, sostanze fatte da più elementi.


Comunque, la legge della conservazione della materia è così: in una reazione chimica la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti.

Mi sono divertita a svolgere alcune reazioni chimiche (=il mio incubo al liceo!) che qui riporto:

- CaO + Co2= CaCo3
- 2Mg +O2= 2MgO
-  CO2+ H2o= H2CO3
- HPO3+H2O= H3PO4
- Na2O+SO3= Na2SO4
-H2 + Br2= 2HBr

-Na+ Cl= NaCl (questa è la salgemma se non vado errata).

I fenomeni che hanno luogo durante una reazione chimica vengono rappresentati mediante equazioni.

E' a partire dal XVII° secolo che a ciascun elemento chimico viene attribuito un simbolo. Eccovi anche qui alcuni esempi:

Zn=zinco/ Au= oro (da aurum)/ Ag= argento/ H= idrogeno/ Fe= ferro/ 

Cr= cromo/ V= vanadio / Na= sodio / Cl= cloro.


OTTOCENTO:

DALTON:

Con Dalton compare anche il tema di molecola. Gli atomi sono, oltre che indivisibili, anche indistruttibili. E le molecole sono delle combinazioni di atomi. 

THOMSON:

Thomson ha soprattutto un merito: quello di aver scoperto l'elettrone, particella di carica negativa. Per Thomson dunque, l'atomo, di carica positiva, conterrebbe al suo interno degli elettroni. 

Ah, avevo dimenticato una precisazione all'inizio: i miei disegni sono stati fatti qui in maniera grossolana, non avevo il compasso, ho fatto i cerchi o a mano, come qui sotto, o con oggetti da cucina.

NOVECENTO:

BOHR:

1913. Bohr elabora un modello atomico diverso da Thomson, un modello decisamente più articolato.

Per Bohr, all'interno dell'atomo, gli elettroni assorbono energia e ruotano lungo delle orbite circolari. Possono anche transitare da un'orbita all'altra.

* In pieno Novecento, si arriva alla conclusione che all'interno dell'atomo vi sono protoni di carica positiva, neutroni ed elettroni di carica negativa.

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9 ottobre 2020

"La metamorfosi"; Franz Kafka:

Premetto che all'Università non ho mai studiato Kafka. E' un autore che ultimamente ho letto e approfondito da sola. Vi informo di qualche sua notizia autobiografica:

Franz Kafka era nato a Praga nel 1883 da una famiglia medio-borghese di origini ebraiche e di lingua tedesca. Praga a fine Ottocento era la città principale della regione della Boemia ed era soggetta al dominio dell'Impero austro-ungarico.


Kafka aveva intrapreso, a partire dal 1901, gli studi di Giurisprudenza all'Università tedesca di Praga. Era un giovane dal carattere estremamente riservato, molto brillante, che non si accontentava soltanto della conoscenza delle leggi, ma che poteva permettersi di prendere volentieri anche delle lezioni private di letteratura, di storia dell'arte e di filosofia 

Kafka non si era mai sposato ma aveva sempre avuto pochi amici, ma veri. Tra l'altro, e questo lo affermava uno dei suoi migliori amici, Max Brod, Kafka viveva un rapporto contraddittorio con la sessualità: da una parte la desiderava, dall'altra però la disprezzava dal momento che la riteneva un qualcosa che faceva avvicinare l'uomo all'animalità.

Anche con l'ebraismo aveva un rapporto abbastanza controverso: da una parte, nel suo diario privato, sono stati scoperti molti riferimenti a scrittori yiddish che aderivano profondamente all'Ebraismo, dall'altra invece, sappiamo per certo che sin da adolescente Franz si dichiarava ateo. 

Al giugno 1906 risale il conseguimento della laurea in Legge. 

Un particolare importante: Franz era figlio di un padre molto autoritario, non si era mai sentito amato da lui anzi... lo detestava. Ma su questo torneremo verso la fine del post.

Franz Kafka era un infelice, che più di una volta aveva pensato al suicidio. Ma ci ha pensato la tubercolosi a farlo morire, il 3 giugno 1924, a soli 41 anni.       ..........................................................................

ALCUNE OPERE DI KAFKA:

Tutte le opere di Kafka (racconti e romanzi) sono state scritte in lingua tedesca. Ve ne segnalo alcune, le più importanti, in ordine cronologico:

-Descrizione di una battaglia, 1904 (racconto)

-America, 1912 (romanzo)

-La condanna, 1912 (racconto)

-Il processo, 1914 (romanzo)

-La metamorfosi, 1915 (romanzo)

-Il castello, 1922 (romanzo)

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"LA METAMORFOSI", INCIPIT E CONTENUTI:

Quando Gregor Samsa si risvegliò una mattina da sogni tormentosi si ritrovò nel suo letto trasformato in un insetto gigantesco. Giaceva sulla schiena dura come una corazza e sollevando un poco il capo poteva vedere la sua pancia convessa, color marrone, suddivisa in grosse scaglie ricurve; sulla cima la coperta, pronta a scivolar via, si reggeva appena. Le sue numerose zampe, pietosamente esili se paragonate alle sue dimensioni, gli tremolavano disperate davanti agli occhi. (...) Non era un sogno. La sua stanza, una vera stanza-sia pure piccola- per esseri umani, era tranquillamente racchiusa tra le quattro pareti così familiari.

Il protagonista qui è Gregor Samsa, giovane commesso viaggiatore che improvvisamente, una mattina, si riscopre insetto.

E guardò la sveglia che ticchettava sul cassettone. «Santo Cielo!», esclamò tra sé. Erano le sei e mezza e le lancette proseguivano tranquillamente il loro cammino, anzi era ancora più tardi, mancava poco ai tre quarti. Forse la sveglia non aveva suonato? Si vedeva benissimo anche dal letto che era stata fissata sulle quattro; aveva suonato sicuramente.

Questo aspetto della narrazione mi ha particolarmente colpita: il ragazzo non si chiede il motivo per cui si è trasformato in insetto, ma le sue preoccupazioni sono rivolte alla sveglia e allo stratosferico ritardo sul posto di lavoro. Già qui il lettore intuisce che inizia a comparire un tema che è stato molto importante nella letteratura inglese e mittel-europea del secolo scorso: l'alienazione. In altre parole: non conta ciò che sei ma che mestiere fai e quanto guadagni. Gregor, e questo lo si capirà poco dopo, per la famiglia è importante perché è il membro che guadagna lo stipendio più alto. E' importante per il suo contributo economico, non in quanto figlio. La sua vita si identifica con il suo lavoro; ed è una vita monotona, scandita da orari e ritmi di lavoro impegnativi e sempre uguali, inoltre, è una vita povera di relazioni autentiche.

Anche i genitori e la sorella minore si preoccupano dell'inusuale ritardo del giovane.

Poco dopo le sette di quella mattinata, arriva il procuratore (il datore di lavoro di Gregor) a casa Samsa che, indispettito dall'assenza del ragazzo al lavoro, minaccia il licenziamento, davanti alla porta della camera dell'interessato. A quel punto Gregor apre la porta: il procuratore fugge terrorizzato dalla bestia che gli è appena comparsa davanti, la madre di Gregor sviene e il padre cerca di aggredirlo a colpi di bastone. Gregor allora, per salvaguardarsi, ritorna nella sua stanza e crolla addormentato. Si risveglia al tramonto.

Da quella mattina comunque decade ogni interazione con la famiglia. Solo la sorella Grete, adolescente delicata e sensibile e con una grande predisposizione per la musica (suona infatti benissimo il violino), per qualche giorno gli offre come cibo pane e latte, convinta che nel fratello ci sia ancora una parte umana.

Nel corso delle settimane, Gregor, divenuto un emarginato, acquisisce consapevolezza del suo nuovo corpo, imparando ad arrampicarsi sulle pareti e sul soffitto. Ogni volta che prova ad uscire dalla sua stanza c'è sempre il padre pronto ad aggredirlo e a ferirlo con qualche oggetto.

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IL FINALE:

Gregor muore di inedia. E la famiglia, il giorno della sua morte, si concede una gita in campagna, come se nulla fosse successo. I genitori in particolare si comportano  come se non fosse mai stato il loro figlio. E' come se ricordassero soltanto la sua ultimissima parte di vita, quella durante la quale Gregor è vissuto da insetto.

E ripeto, nessuno, nessuno, nessuno, nemmeno Gregor stesso, si chiede il motivo di quella trasformazione, che viene accettata praticamente come un dato di fatto. 

Vi invito a soffermarvi proprio sul termine insetto: quando paragonate, anche metaforicamente, qualcuno che conoscete o che avete conosciuto, ad un insetto, avete una buona opinione su questa persona?!

Per riuscire a rispondervi partite da un'altra domanda: che sensazioni suscita l'insetto nella quotidianità?! Di solito provoca il disgusto e il fastidio delle persone.

Ultima domanda: cosa significa per voi condurre una vita "da insetto"? Significa essere vuoti e insulsi, incapaci di autenticità e di profondità, oppure la vedete diversamente? (La farei anche ai miei futuri alunni una domanda del genere, se mai decidessi di trattare Le metamorfosi).

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FRANZ KAFKA E IL PADRE:

La critica letteraria ha collegato questo racconto al rapporto pessimo e conflittuale che l'autore aveva con suo padre: quest'ultimo infatti lo voleva ben inserito nelle regole borghesi, Kafka invece aspirava ad approfondire la sua vocazione storico-letteraria, a costruirsi un'identità professionale e psicologica che oltrepassasse i condizionamenti della figura paterna. In effetti, Franz si era iscritto a Giurisprudenza per volontà del padre.