3 dicembre 2022

"Il giudice ragazzino": un film attendibile e toccante sul miglior magistrato del secolo scorso

Se non mettiamo noi stessi al servizio dell’umanità, 

chi altri dovremmo servire?

(John Adams)

Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere 

quanto siamo stati credenti, ma credibili.

(Rosario Livatino)

In questo post vorrei partire dalle più importanti notizie sulla biografia di questo grande uomo e magistrato per poi concentrarmi sia su un riassunto della storia della Stidda, organizzazione criminale, che sui contenuti del film.

A) ALCUNE NOTIZIE BIOGRAFICHE:

Rosario Livatino era nato nell'ottobre 1952 a Canicattì, in provincia di Agrigento. Da giovanissimo è stato membro dell'Azione Cattolica ed era davvero molto credente.

Nel 1971 si era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza a Palermo, presso la quale, quattro anni dopo, si era laureato con il massimo dei voti e la lode. 

Da neolaureato era stato vicedirettore presso l'Ufficio del Registro di Agrigento.

Nel 1978 Rosario aveva superato brillantemente l'Esame di Stato da giudice ed era quindi stato assegnato al tribunale di Caltanissetta. 

Sin dalla fine degli anni Settanta Rosario Livatino si era dedicato ad inchieste su corruzione e criminalità mafiosa. 

Questo giudice è stato il primo a far attuare la pratica di confisca dei beni ai mafiosi.

Tuttavia è stato assassinato da alcuni membri della Stidda Agrigentina a 38 anni, nel settembre 1990, sulla strada statale che separa Agrigento da Caltanissetta, mentre si stava recando, sprovvisto di scorta, al tribunale. 

L'ultima scena del film rispecchia, a quanto pare, la realtà di fatti accaduti poco più di 30 anni fa: dopo essere stato speronato dall'auto dei mafiosi su una statale deserta, Rosario aveva tentato una fuga correndo nei campi che confinavano con la strada ma era stato raggiunto e ucciso a colpi di pistola. Il mandante del suo omicidio è tuttora ignoto.

Rilevante è, a mio avviso, l'ultimissima inquadratura del film che prevede, al centro delle campagne e sulla cima di una bassa collina, un tempio antico, testimone della storia millenaria della Sicilia, isola che ha visto un susseguirsi di popoli diversi negli ultimi duemila anni, proprio come dice Fabrizio di Salina ne Il Gattopardo.

D'altronde, teniamo in considerazione il fatto che il giudice Livatino è stato ucciso non lontano dal Parco della Valle dei Templi di Agrigento, luogo archeologico che include diverse testimonianze bellissime della presenza della civiltà greca in Sicilia.

Questo tempio fa parte del paesaggio inondato dal sole e viene inquadrato per pochi secondi, subito dopo gli spari che sono costati la vita al grande Rosario Livatino.

Anche se il tempio è estraneo a qualsiasi omicidio di mafia, trovo comunque significativa la sua presenza perché ricorda agli spettatori che non soltanto la Sicilia ma tutta l'Italia è ricca di storia, di arte e di cultura. 

La presenza di questo tempio negli ultimi istanti del film comunica a tutti noi che studiare è fondamentale per acquisire senso critico, per formarsi una coscienza contro le ingiustizie, per comprendere appieno il valore del passato e l'importanza di costruire un futuro migliore del presente, passo dopo passo.

Pochi giorni dopo la morte del collega Rosario Livatino due giudici chiamati Roberto Saieva e Fabio Salamone hanno denunciato le durissime e pericolose condizioni in cui erano e sono costretti a lavorare i magistrati impegnati nella lotta anti-mafia. 

B) LA STIDDA AGRIGENTINA:

Nella provincia di Agrigento coesistono da decenni due cosche mafiose: la Stidda e Cosa Nostra, rivali tra loro.

"Stidda" in dialetto siciliano significa "stella" e in effetti gli adepti a questa cosca hanno tutti un tatuaggio con una stella a cinque punte. 

Sembra che Salvatore Calafato, fondatore di questa organizzazione criminale, abbia voluto ricollegarsi alla Madonna della Stella, patrona del comune di Barrafranca in provincia di Enna. Che infido! 

...ma magari, da Napoli in giù, buona parte del clero è connivente con la mafia (non mi stupirei) e Don Luigi Ciotti è una delle poche eccezioni che però sa fare la differenza.

La Stidda è stata costituita all'inizio degli anni Ottanta da un gruppo di giovani,  tutti sotto i 30 anni, ribelli e ostili a Cosa Nostra. 

Il primo omicidio perpetrato dalla Stidda è stato attuato nel 1983 quando un gruppo di ventenni hanno massacrato Giuseppe Cirasa, uno dei boss di Cosa Nostra che era molto legato ai Corleonesi.

Negli anni successivi si sono aggiunti alcuni membri di età matura che volevano fuoriuscire da Cosa Nostra.

Quando Rosario Livatino è stato ucciso, la Stidda e Cosa Nostra erano in guerra tra loro a causa della gestione degli appalti di ristrutturazione per la Diga Disueri.

Con l'assassinio di Livatino gli Stiddari volevano dimostrare a Cosa Nostra di essere potenti e quindi di essere benissimo in grado di eliminare le persone che coprivano importanti cariche a livello istituzionale.

Nel corso degli anni Novanta, diversi membri della Stidda di allora avevano deciso di trasferirsi in alcune zone del Nord Italia per poter camuffare la loro delinquenza e dedicarsi quindi soprattutto agli affari economici come il traffico di droga, il traffico d'armi e il riciclaggio di denaro sporco, abbandonando dunque la strategia della violenza e dei delitti di strada. 

Insomma, non solo la Stidda ma in generale le cosche mafiose non sono affatto scomparse con la globalizzazione e lo sviluppo tecnologico-digitale, bensì si sono "raffinate" nel loro modo di compiere il male.

Quest'anno su questo blog ho valorizzato il trentesimo anniversario della morte di Giovanni Falcone (23 maggio 1992) con recensione annessa su Il giorno della civetta,. Inoltre ho recensito più di un mese fa A ciascuno il suo e oggi mi sto occupando di un film su Rosario Livatino. 

Deve essere data importanza anche a queste tematiche e si deve ricordare e valorizzare chi ha lottato contro le organizzazioni mafiose!

Prima o poi dovrò dedicare un post anche alla Mala del Brenta, io che nel 2015 ho voluto fare l'esperienza di un campo di lavoro volontario a Campolongo Maggiore!

La Mala del Brenta era operativa cinquant'anni fa soprattutto nel Triveneto... ma nel 2023 avrò un po' di tempo per illustrarvela.

C) "Il GIUDICE RAGAZZINO"- SPIEGAZIONI A PROPOSITO DEL TITOLO:

Il titolo di questo film è stato tratto da una considerazione che era stata pronunciata da Francesco Cossiga, Presidente della nostra Repubblica dal 1985 al 1991:

Non è possibile che si creda che un ragazzino, solo perché ha fatto il concorso di diritto romano, sia in grado di condurre indagini complesse contro la mafia e il traffico di droga!

Questa considerazione a mio avviso dimostra scarsa sensibilità e nessun riguardo prima di tutto per la persona di Rosario Livatino, dotato di un enorme e ammirevole senso di responsabilità e di integrità, e poi anche per i suoi genitori che in modo così ingiusto e drammatico hanno perso un figlio, l'unico figlio che avevano.

Oltre a ciò, questa deplorevole affermazione di Cossiga è un insulto per tutti quei giudici che sono stati o sono impegnati nella lotta contro la mafia e quindi si sono impegnati o si stanno impegnando a rendere un po' migliore e un po' più equa questa società.

Tuttavia, questa frase di Francesco Cossiga è un'ulteriore dimostrazione del fatto che in Italia, forse da sempre, gli adulti maturi (alcuni sono maturi solo all'anagrafe) e gli anziani non credono nei giovani.

Papa Giovanni Paolo II° ha definito Rosario Livatino un martire della giustizia e della fede.

Giovanni Paolo II° in effetti avrebbe voluto avviare un processo di beatificazione.


D) LE SCENE PIU' SIGNIFICATIVE DEL FILM SU ROSARIO LIVATINO:

Nella prima scena del film l'occhio della telecamera percorre un paesaggio arido, bruciato dal sole, con poca vegetazione secca e poche case intorno.

In uno dei pochi lussuosi resort con piscina, Rosario Livatino tiene una conferenza, esprimendosi così:

Spero che il mio intervento offrirà materia di riflessione su due temi che possono essere posti anche in antitesi tra loro: la società che cambia e il magistrato.

In questa società in continua evoluzione il magistrato è colui al quale, piaccia o no, è affidato lo specialissimo compito di applicare le leggi in piena e totale indipendenza da ogni centro di potere, politico e mafioso.

L'indipendenza del giudice, infatti, non è solo nella propria coscienza, nella libertà morale e nella fedeltà ai principi ma anche nella trasparenza della sua condotta, nella libertà e nella normalità delle sue relazioni, nella sua indisponibilità a iniziative e affari.

Nel film traspare il profondo affetto e la profonda dedizione che Rosario aveva per i genitori anziani, perennemente apprensivi e preoccupati a causa della sua straordinaria determinazione nella lotta all'illegalità e alla criminalità. Fa molta tenerezza, in particolare, la figura della madre di Livatino, donna mite che piange in silenzio.

Rosario Livatino era retto e forte. La sua fede era anche più salda della mia.

Nella prima parte del film Rosario rifiuta continuamente i regali di un mafioso che vorrebbe corromperlo con i suoi doni destinati a lui e ai genitori e, quando questo boss mafioso, in chiesa durante una celebrazione domenicale, si siede di proposito esattamente un banco più indietro rispetto a Rosario, al momento dello scambio della pace, i due uomini si incrociano con gli sguardi e il mafioso gli stringe la mano. Subito dopo Rosario rifiuta di prendere la comunione.

Spicca, nel corso del film, la relazione a metà tra amicizia e amore tra Rosario e Angela, avvocatessa penalista.

Il padre di Angela è stato vittima di mafia. 

Angela vorrebbe un futuro con Rosario, visto che il successo in ambito lavorativo non le basta come serenità.

Anche Rosario la amerebbe ma... se rifiuta la prospettiva di una vita insieme con lei è perché sa di dover morire presto: Sarebbe una tragedia se dopo tuo padre tu dovessi perdere anche tuo marito... forse è meglio che rimaniamo solo amici.

Concludo il post con una citazione di Papa Francesco. 

L'illegalità è come una piovra che non si vede: sta nascosta, sommersa, ma con i suoi tentacoli afferra e avvelena, inquinando e facendo tanto male.

A fine ottobre ho visto il film a lui dedicato e intitolato In Viaggio. Vorrei poter avere il tempo per strutturare un post anche su questo. 

E' da più di 12 anni ormai che scrivo e da un lato continua a piacermi il fatto di arricchire un blog, dall'altro... ho la mia vita impegnativa di adulta. Ho iniziato a scrivere un mese prima di compiere 15 anni. E sono ancora qui. WOW.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.