15 giugno 2023

"Residenza per signore sole", T. Masako:

"Residenza per signore sole" è un noir giapponese che personalmente ho trovato avvincente.

A) CONTESTO E AMBIENTAZIONE:

La Residenza K è un condominio in cui vivono soltanto donne che o sono nubili o sono vedove.

E' una dimora costituita da cinque piani e da cinque corridoi, oltre che da molte storie di vita caratterizzate da monotonia, solitudine e in qualche caso anche da inettitudine alla vita.

Elemento portante del romanzo è un passe-partout, ovvero, una chiave universale che apre tutte le porte delle stanze del condominio. Quando questa particolare chiave scompare, ogni inquilina può potenzialmente scoprire i segreti e gli scheletri nell'armadio delle altre.

Prima di procedere con la recensione, vi elenco le figure principali di questa storia:

-Tamura Kaneko, prima custode.

-Tojo Kazuko, seconda custode.

-Yatabe Suwa, violinista, inquilina al pianterreno

-Munekata Toyoko, ex docente universitaria, inquilina al primo piano.

-Ishiyama Noriko, inquilina del secondo piano, ex insegnante di disegno trasandata e trascurata.

-Kimura Yoneko, inquilina del terzo piano, è stata una rigida e severissima professoressa di lingua e letteratura giapponese in un liceo.

-Ueda Chikako, inquilina al quarto piano, maestra in pensione.

-Santo Haru, anziana inquilina al quarto piano.

-Iyoda Tomiko, fervida seguace della setta "Culto dei Tre Spiriti".

-Il Maestro, guru del Culto dei Tre Spiriti.

-Kawauki Keiko, madre di George, un bambino rapito.

B) IL BAMBINO RAPITO:

La notizia che George, quattro anni, unico figlio del maggiore D.Kraft e signora, era stato rapito non apparve sui giornali fino alla metà di aprile 1951. Il fatto era accaduto il 27 marzo. Quel ritardo nel divulgare la notizia era dovuto alla scelta dei genitori di patteggiare in segreto con i rapitori, invece di informare subito la polizia della scomparsa del bambino. L'accordo- a tutto vantaggio dei criminali- prevedeva che venisse pagata una certa somma in due tranche, e che George fosse restituito dopo la consegna della prima metà. Questa per lo meno era la versione del maggiore Kraft...

In ogni caso, dopo aver convenuto per telefono che il maggiore portasse trecentomila yen in contanti in un determinato luogo i rapitori avevano interrotto le comunicazioni. A quel punto, il maggiore aveva cercato di rimettersi in contatto con loro pubblicando degli annunci sui giornali.

I giornali avevano dato molto risalto alla notizia del rapimento, ma da parte dei criminali non arrivò mai una risposta. Così, a poco a poco il caso smise di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica che si sciolse come neve in primavera. Perché il maggiore Draft si fosse ostinatamente rifiutato di rivolgersi alla polizia, o perché non avesse agito con più determinazione quando il bambino era stato rapito, rimase un mistero. Un anno dopo, divorziò da Kawauchi Keiko e ritornò negli Stati Uniti.

Come può questa vicenda avere a che fare con la Residenza K?

Nei giorni in cui si dà notizia della scomparsa di George, Ueda Chicako, maestra elementare, aiuta il suo amante a seppellire il corpo di un bambino sotto il pavimento di un bagno del pianterreno della Residenza K. 

Ma... quel bambino morto è proprio George Kraft?

Qui comunque ci sono molti misteri e molti punti strani e oscuri che verranno chiariti solo nelle ultime cinque pagine del libro.

Negli ultimi due paragrafi vorrei approfondire soprattutto due figure femminili: Kimura Yoneko e Munekata Toyoko.

C) KIMURA YONEKO E L'INETTITUDINE A VIVERE:

Noi in Italia alla letteratura sull'inetto e sull'inettitudine a vivere ci siamo arrivati ai primi del Novecento, soprattutto con i tre romanzi di Italo Svevo. I giapponesi invece, con quest'opera di Togawa Masako, sono giunti nei primi anni Sessanta alla tematica dell'incapacità dei personaggi di dare un senso alla loro vita.

Kimura Yoneko è, di fatto, un 'intelligenza sprecata in una quotidianità insulsa.

Una volta andata in pensione si rende conto di non essere assolutamente in grado di gestire la propria quotidianità e di essere divenuta quindi una facilissima preda della noia.

... ogni giorno usciva dalla Residenza K alle otto e mezza. Andava a Ikebukuro senza uno scopo preciso, solo per passare un'oretta a passeggiare e gironzolare nei reparti di una grande magazzino, oppure entrava in un cinema per guardare uno spettacolo del mattino, ma ben presto si stancò e comprese che non poteva continuare ad ammazzare il tempo in questo modo.

Finché un pomeriggio, stanca di queste insulsaggini, decide di scrivere lettere alle sue ex alunne, dopo aver reperito i loro indirizzi.

Tra queste, c'è anche Keiko, la madre del bambino scomparso. E, alcuni giorni dopo, Kimura Yoneko riceve prontamente la risposta di quella ex alunna tanto rimproverata in passato:

Probabilmente avrà saputo che tempo fa il mio unico figlio, George, è stato rapito. Sono già trascorsi sette anni, ma da allora non ho avuto un solo giorno di pace.

(...) Da quando sono tornata dai miei genitori, sono stata continuamente incoraggiata a risposarmi, ma il peso che ho sul cuore no ha sempre impedito di farlo. Non ho mai smesso di pensare al mio bambino sparito nel nulla, non ho mai smesso di cercarlo, senza tralasciare alcun mezzo. (...) 

Finché, qualche giorno fa, mentre passeggiavo nei paraggi della mia vecchia casa (...), mi si è avvicinato un ragazzo che indossava l'uniforme di un liceo prestigioso e mi ha rivolto la parola. (...) Kurokawa Fumio, il figlio della nostra ex domestica. Aveva quattro anni in più di George, ma ogni tanto veniva lo stesso a giocare con lui.

Fumio mi ha detto che gli dispiaceva molto per quanto era successo a George e che si trovava da quelle parti perché aveva appena partecipato a una riunione di ex allievi delle elementari.

"Tutto è cambiato nella scuola (...) Però ci sono ancora tutti i disegni che avevamo fatto noi, i componimenti, i figli degli esami... Hanno conservato tutto! Che strano che oggi abbia incontrato proprio lei, perché ho appena ritrovato un tema che avevo fatto in prima elementare, intitolato Il mio piccolo amico straniero. Nel tema parlavo di George."

Ad assegnare il compito era stata una maestra che ora non insegna più lì, una cerca Ueda Chikako. (...) Leggendo il suo indirizzo sul retro della busta, ho visto che, per puro caso, lei e la maestra che aveva assegnato quel tema a Kurokawa Fumio abitate nello stesso posto.

Questi estratti mostrano come il romanzo della Masako sia pieno di coincidenze.

D) MUNEKATA TOYOKO E L'INCAPACITA' DI AFFRONTARE LA SOLITUDINE:

Munekata,  docente universitaria, è una vedova scorbutica e antipatica, priva di relazioni umane. Per coincidenza, Tamura, una delle custodi della residenza, è sua coetanea ed è stata per molti anni nella stessa classe di Munekata.

E' proprio Tamura ad estrarre da un cassetto il passe-partout per intrufolarsi, di nascosto e in assenza di quella ex compagna di classe molto invidiata, nell'appartamento del primo piano.

Tamura scopre che Munekata non sta lavorando ad un'opera di rilievo scientifico-culturale, bensì che passa buona parte delle sue giornate e delle notti a copiare e a trascrivere gli appunti di matematica e fisica del marito. E si tratta di appunti sconclusionati, di un sovraffollamento di numeri, operazioni, formule e alcune frasi oscene.

Dopo la morte del marito Munekata Toyoko è caduta in una sorta di ossessione-compulsione che la rende impegnata in un'attività senza senso, svolta probabilmente per non affrontare la solitudine che la attanaglia dopo la perdita del coniuge, anch'egli docente universitario.

C'è un mistero che riguarda la professoressa Munekata:

Munekata Toyoko era andata a dormire lasciando la stufa accesa, ma per una causa ignota la fiamma si era spenta. Se non era morta asfissiata, lo doveva a una sua vicina che si era alzata durante la notte per andare al gabinetto e passando davanti alla sua stanza aveva sentito odore di gas uscire dal finestrino di aereazione semiaperto.

Anche qui: si tratta di un incidente casuale oppure doloso? Chi poteva avere interesse ad uccidere la signora Toyoko?

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In questo romanzo le protagoniste sono tutte donne sole, come dice il titolo. Prive di reti sociali, prive di amicizie, prive di parenti. Tuttavia, l'improvvisa scomparsa del passe-partout risveglia in loro non soltanto angoscia ma anche una malsana, indiscreta e maleducata curiosità: rubarlo e/o trafugarlo per scoprire i segreti delle altre inquiline con le quali non hanno confidenza.


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