6 ottobre 2023

"ARMI, ACCIAIO E MALATTIE", JARED DIAMOND:

(Esposizione di Matthias, personalmente io non ho ancora letto una riga di questo saggio).

Si tratta di un libro che presenta tematiche storiche, antropologiche e geografiche.

ARGOMENTI DEL LIBRO:

L'opera cerca di rispondere ad una domanda che nel 1972 Yali, abitante in Nuova Guinea, ha posto all'antropologo americano: come mai voi bianchi siete tecnologicamente avanzati mentre noi qui in Nuova Guinea no?

Tutto il saggio si impegna a spiegare le ragioni per cui gli europei e i nord-americani hanno sviluppato una civiltà tecnologizzata e sono partiti, secoli fa, alla conquista di altri popoli, provocando di conseguenza l'estinzione dei nativi americani.

Che cosa ha promosso l'espansione coloniale degli Europei tra XV° e XIX° secolo?

Il successo dell'espansione europea in America, Africa e Australia non è dovuto ad una superiorità intellettuale degli europei, come spiega l'autore nel prologo:

Le teorie basate sulle differenze razziali non sono solo odiose, sono soprattutto sbagliate. Non esiste una sola prova convincente del fatto che esistano differenze intellettuali innate tra le popolazioni umane. Chi oggi vive «ancora all'Età della pietra» è in media più intelligente di un abitante delle società avanzate. (...) E' utile ricordare che popoli appena usciti dall'Età della pietra come i guineani non hanno alcun problema ad imparare le moderne tecnologie, se si dà loro la possibilità di farlo. 

L'Eurasia, grazie alle sue condizioni ambientali, ha favorito sviluppo e diffusione di armi, acciaio e malattie.

Per "armi" si intendono tecniche di combattimento efficaci che hanno garantito la superiorità militare degli europei.  Le spedizioni di conquista degli europei sono state favorite sicuramente dall'utilizzo delle armi da fuoco, molto più efficaci degli strumenti militari dei nativi americani e dei popoli africani.

Con "acciaio" ci si riferisce alle capacità tecniche impiegate per mettere in atto viaggi di esplorazione e quindi, al materiale necessario per sviluppare tecnologie: l'Impero Romano ha saputo gestire bene il rapporto tra spazio, gestione delle risorse e dimensione del potere.

Le malattie sono tutti quei germi importati dagli europei nei territori conquistati che hanno sterminato le popolazioni native americane. 

Le malattie portate dagli europei, molto più rapide degli eserciti, si diffusero in America da tribù a tribù, fino a sterminare probabilmente il 95 per cento della popolazione indigena precolombiana. La prospera e numerosa società stanziata sulle rive del Mississippi, la più avanzata del Nordamerica di allora, fu spazzata via in questo modo tra il 1492 e la fine del XVII secolo, prima ancora dell'arrivo degli europei.

Diamond spiega per quali motivi le patologie originarie del continente americano non hanno decimato gli Europei, affermando che i germi che hanno sterminato i nativi americani si sono sviluppati per queste ragioni: 

-I germi provocavano malattie mortali che si sono diffuse velocemente a causa della bassa densità abitativa delle società dei nativi americani. Quindi se da un lato la maggior parte della popolazione muore, dall'altro una piccolissima parte sopravvive, guarisce e diventa immune. 

-Invece, in Eurasia l'alta densità di popolazione consentiva ai germi di sopravvivere per molto più tempo e di propagarsi per lunghi periodi in diverse città. Molti anni dopo la precedente epidemia i germi potevano ritornare nei luoghi e nelle città in cui si erano originati e infettare nuove generazioni non totalmente immuni.

-Al contrario delle Americhe, in Eurasia gli uomini erano a stretto contatto con le specie addomesticabili. Per questo la maggior parte delle malattie originatesi in Europa erano dovute a mutazioni genetiche dei germi che infettavano gli animali. Questo ha permesso alle popolazioni Euroasiatiche di diventare parzialmente immuni.

CARATTERISTICHE DELL'EURASIA:

Il sottotitolo del saggio di Diamond è "breve storia degli ultimi 13.000 anni".

Diamond parte dalla preistoria affermando che, prima dello sviluppo dell'agricoltura e dell'addomesticamento degli animali, gli uomini vivevano di caccia e di raccolta. Dopo molto tempo sono diventati agricoltori.

I popoli nativi d'America che hanno continuato a praticare caccia e raccolta non sono stati in grado di produrre cibo a sufficienza per sostenere tutti, anche le classi o i gruppi classificati come "non produttivi" come i soldati e i politici. 

La pratica dell'agricoltura ha permesso alle società euroasiatiche la fondazione di città che a loro volta hanno promosso il trasporto delle merci, la nascita dell'artigianato, le innovazioni tecniche e la possibilità di organizzare strutture politiche, militari e religiose.

Una fonte importante per le società agricole sono stati gli animali addomesticati, ad esempio, per trainare l'aratro.

Per Diamond sono 14 le specie addomesticabili e le prime 5 si trovano tutte in Eurasia: cavallo, mucca, pecora, capra e maiale. 

Nelle Americhe, o meglio, in America Meridionale, soltanto il lama è addomesticabile.

In Eurasia l'uomo primitivo è giunto quando le sue capacità di caccia non erano del tutto sviluppate. Per questo le specie animali si sono preservate ed evolute fino alla nascita di allevamento e agricoltura.

Nelle Americhe invece l'uomo è giunto quando era un cacciatore molto abile. Per questo le specie animali, impreparate a sopravvivere, si sono estinte molto prima che l'uomo potesse addomesticarle.

La nascita dell'agricoltura e dell'allevamento degli animali sono stati passaggi fondamentali per arrivare alla supremazia degli Euroasiatici nel mondo. 

L'autore sostiene non solo che in Eurasia gli animali selvatici fossero più facilmente addomesticabili, ma anche che molte delle specie vegetali di questo territorio fossero idonee alla coltivazione e che le caratteristiche paesaggistiche di questo continente, senza foreste fitte e senza deserti, avessero incentivato la diffusione delle innovazioni tecnologiche.

In Eurasia c'è una grande varietà di mammiferi terrestri, domesticabili o meno. (...) Questo per il semplice motivo che è la più estesa massa continentale del globo, e che contiene una grande varietà di ambienti naturali: dalle foreste pluviali tropicali ai deserti, dalle paludi alle praterie. (...) Un buon motivo per cui l'Eurasia ha fatto la parte del leone nella storia della domesticazione è quindi dato dalla sua ricchezza di specie di partenza, ricchezza che è stata minata dalle grandi estinzioni molto meno che altrove.

Nelle Americhe non c'erano molti grossi mammiferi, perché l'80 per cento di essi si era estinto alla fine dell'ultima glaciazione, 13000 anni fa. I pochi animali che erano stati domesticati non avevano molte probabilità di trasmettere malattie, se confrontati con i buoi o con i maiali. I tacchini non si radunano in grandi stormi, né sono specie con cui l'uomo ha una grande intimità fisica. (...) Fa meraviglia che nessuna malattia ci sia arrivata dai lama, che saremmo tentati di considerare gli equivalenti americani dei mammiferi europei. Ma questi animali vivono in piccoli branchi, e il loro numero totale non era neanche paragonabile a quello, per esempio, dei bovini eurasiatici.

Come sappiamo, gli europei derivarono le loro caratteristiche vincenti dall'agricoltura; questa però fu ritardata in Africa subsahariana dalla relativa scarsità di specie domesticabili, dalla minore estensione delle terre coltivabili e dal suo orientamento lungo l'asse nord-sud, che ostacolò la diffusione delle colture.

Bisogna precisare che l'Eurasia è stato un continente evolutosi da est a ovest. Per questo animali e vegetali potevano essere trasferiti più facilmente lungo il territorio. 

Al contrario, Americhe e Africa si sono sviluppate da nord a sud, motivo per cui gli animali addomesticati, ad esempio, in una regione diversa da quella in cui erano nate e cresciute, potevano non incontrare le condizioni climatiche favorevoli alla loro sopravvivenza.

In Eurasia, in Africa e nelle Americhe sembra che la geografia abbia influito molto sugli sviluppi storici.

Le migrazioni in età preistorica sono dipese dalle difficoltà di viaggiare in direzione longitudinale. 


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