24 febbraio 2024

"L'UCRAINA E PUTIN", A. GRAZIOSI:

24/02/2022- 24/02/2024... 

...e questa maledetta guerra vergognosa non accenna a finire...

A proposito dei contenuti di questo corposo saggio di storia contemporanea, ho deciso di ricopiare integralmente il riassunto di Matthias che comprende i tre paragrafi del post accompagnati da qualche citazione che lui stesso ha sottolineato durante la lettura del testo.

Ho letto anch'io questo saggio ma preferisco integrare, alla fine, i paragrafi con una citazione finale in blu e con la riflessione su una poesia.

1. LA SVOLTA AUTORITARIA DELLA RUSSIA:

L'Urss si è dissolta nel 1991, lo stesso anno della Fondazione dell'Ucraina. 

Negli anni Novanta a Mosca iniziava a diffondersi, anche tra la popolazione frustrata per le difficoltà economiche dopo il crollo dell'URSS, un'idea che vedeva un futuro imperialistico della Russia.

La nascita dell'Ucraina è stata fonte di preoccupazioni per la Federazione Russa, basti pensare che, nel 1992, un parlamento russo supportato da nazionalisti anti occidentali e da antisemiti, ha votato la revoca della cessione della Crimea all'Ucraina. L'anno successivo, El'cin scioglieva il Parlamento e ordinava all'esercito di intervenire per insediarsi come presidente del paese.

Importante è inoltre ricordare il Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa del 1999, ratificato anche dalla Federazione Russa che tuttavia non poteva rientrare tra i Paesi NATO finché non avesse rimosso le basi militari in Moldavia e in Georgia.

Già nel 1994, a Budapest, la Russia ha firmato un trattato mediante cui prometteva di impegnarsi a riconoscere e garantire l'inviolabilità dei confini ucraini in cambio della consegna a Mosca, finanziata dagli Stati Uniti, delle circa 4000 testate nucleari ucraine. All'inizio dello stesso anno la Russia di Putin era diventata uno dei primi membri della "Partnership for Peace", tesa a costruire fiducia tra i paesi NATO e gli altri stati europei, inclusi quelli post-sovietici.

Il 1999 è stato anche l'anno in cui Putin, anche con il sostegno di El'cin, diventa primo ministro. Così la Federazione ha iniziato a imboccare una svolta autoritaria e statalista con il sostegno delle grandi burocrazie imperialiste di Mosca.

La Rivoluzione arancione, iniziata il 21/11/2004 in Ucraina, passo molto importante per delineare la sua identità filo-europea e anti-russa, sicuramente ha provocato maggior apprensione in Putin che, nel 2005, descriveva il crollo dell'URSS come una tragedia, come "la più grande catastrofe geopolitica del XX° secolo creata da un Occidente corrotto che voleva umiliare l'URSS"

Sin dall'inizio del suo governo Putin non ha fatto ricorso ad un nazionalismo strettamente etno-linguistico ma piuttosto ad un'idea russo-centrica di una nazione che si ritiene profondamente diversa dall'Occidente e da qualsiasi altra civiltà, richiamandosi sia all'epoca degli zar e del loro anti-occidentalismo reazionario, sia anche in parte a Stalin che definiva l'URSS "un continente". 

Il patriottismo putiniano e l'idea di difendere la nazione da qualsiasi minaccia esterna ricalca le idee del filosofo slavofilo Johann Herder, il quale sosteneva che la nazione slava avrebbe dominato il mondo intero se l'Europa avesse rigettato il Cristianesimo.

All'inizio degli anni Duemila Putin si augurava la costruzione di un espansionismo russo anche mediante la forza, idea poi sanzionata dalla Fondazione "Russkij mir" nel 2007.  In effetti in quegli anni Putin affermava: "La democrazia è il potere della maggioranza alla luce degli interessi e delle opinioni di una minoranza. L'uso della forza può essere considerato legittimo se la decisione è presa dall'ONU. E non si deve dimenticare che le azioni politiche democratiche si costruiscono necessariamente con il dialogo, in un processo decisionale laborioso".

Le violenze attuate in Cecenia, la guerra contro la Georgia negli anni 2008-2009, oltre al sostegno che Putin ha sempre dato ai sovranisti europei, sono dimostrazioni del fatto che Putin ha adottato una strategia politica aggressiva.

A Mosca, anche nel primo decennio del XXI° secolo, era ancora diffusa l'idea della presunta umiliazione subita nel 1991, paragonata all'umiliazione della Germania nel 1919. 

Ma è corretto paragonare la Russia del 1991 alla Germania del Trattato di Versailles? Secondo Andrea Graziosi no. Lo storico argomenta così le sue motivazioni:

La Germania di Versailles, sottoposta a vessatorie riparazioni economiche, tagli territoriali, rigidi controlli sulle forze armate e umiliazioni di ogni tipo, non ché esclusa dalle organizzazioni internazionali, aveva reali ragioni di sentirsi vittima di politiche persecutorie, che non furono affatto applicate a una Mosca che scelse liberamente, a Belaveza, di sciogliere l'URSS, la cui esistenza Washington cercò di sostenere finché fu possibile, come dimostra il famoso Chicken Kiev Speech tenuto da George H. W. Bush il 1° agosto 1991. Diversamente dalla Germania, alla Russia non fu imposta alcuna riparazione (le furono concessi anzi aiuti consistenti, anche se non nella misura sperata) e non fu tolto alcun territorio. Essa venne inoltre ammessa nel club dei grandi (nel 1997 il G7 fu ribattezzato G8 proprio a seguito dell'ammissione della Russia) , e al suo esercito non fu imposto alcun tetto.

2. L'UCRAINA DALLA RIVOLUZIONE ARANCIONE A POROSENKO:

Nel 2004 Juscenko è diventato primo ministro ucraino. Durante il suo mandato si è accentuato il contrasto fra la sua coalizione "Nasa Ukrajna" e il filorusso Janukovyc, originario del Donbas.

Juscenko è risultato un presidente deludente a causa delle molte privatizzazioni attuate. Avvelenato con la diossina, è stato costretto ad espatriare e a trasferirsi a Vienna per curarsi.

Così nel 2010 Janukovyc gli è subentrato al potere grazie al forte appoggio delle regioni ucraine orientali. Janukovyc si è rivelato un accentratore visto che, durante il suo governo, si era avvalso del controllo di economia e magistratura. Tra i suoi collaboratori c'erano Mykola Azarov, incapace di parlare ucraino e Dymitro Tabacnyk, convinto che "l'Ucraina in realtà non esiste".

Il 22/02/2013 è una data importante. E' stato il giorno in cui Janukovyc si era rifiutato di firmare un accordo con l'Unione Europea per l'associazione dell'Ucraina al mercato comune. 

E' quindi iniziata la EUROMAIDAN ("Europiazza" dall'ucraino all'italiano), protesta filo-europea che ha coinvolto soprattutto gli studenti ucraini in Piazza dell'Indipendenza a Kyiv, che ha confermato l'orientamente dell'ucraina verso l'U.E. e che ha fatto fuggire Janukovyc in Russia.

Il 27 febbraio 2013 è stato formato un governo provvisorio. In questo periodo iniziava ad emergere la figura di Porošenko, fedele alla chiesa ortodossa russa e convinto sostenitore dell'Indipendenza ucraina. 

Porošenko, stando al governo fino al 2019, anno in cui ha perso le elezioni contro Zelensky, ha ribadito con le sue scelte politiche la volontà di allontanamento dell'Ucraina dall'ideologia russa.

Con Porošenko è avvenuto l'ammodernamento dell'esercito ucraino e, con alcune riforme, l'ucraino è divenuta la prima lingua istituzionale obbligatoria nelle scuole. 

Tuttavia queste leggi hanno rafforzato le idee dei filo-russi di Ucraina che, da tempo, vedono l'Ucraina come "periferia della Russia" oppure addirittura come "una creazione di Lenin".

3. CENNI SULLE DINAMICHE DELLA GUERRA NEL DONBAS:

La guerra in Crimea e nel Donbas, regione dell'Ucraina Orientale, è cominciata nel 2014. Da dieci anni prevede lo scontro armato tra le forze separatiste di quel territorio, sostenute da Putin soprattutto dal punto di vista logistico, e i governi ucraini. Questo tragico evento ha avuto un impatto profondo sulla stabilità dell'Europa e sulle relazioni internazionali.

Nell'aprile 2014 i secessionisti del Donbas hanno chiesto al governo ucraino un referendum. Pur non avendolo ottenuto, lo hanno indetto comunque l'11 maggio dello stesso anno, senza farlo verificare dalle organizzazioni internazionali che ovviamente non lo hanno mai riconosciuto legittimo. 

Tuttavia nascono comunque le repubbliche indipendenti, con il russo come lingua ufficiale, del Donetsk e del Luhansk. 

Nell'estate 2014 il governo ucraino ha lanciato una controffensiva che ha ridotto le zone controllate dai secessionisti nel territorio orientale. L'esercito ucraino ha liberato città come Mariupol, Kramatorsk, Bakhmut, Slovyansk.

Ma il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l'Ucraina, dando inizio ad una guerra su vasta scala che coinvolge anche l'Occidente.

     ----------------------------------------------------------------------------------------

-LA CONCLUSIONE DEL SAGGIO DI GRAZIOSI:

Mi è molto piaciuto il finale di questo trattato. 

Vorrei riportarvi il testo dell'ultimo paragrafo del libro in modo tale che anche per voi lettori possa essere fonte di un'attenta riflessione:

Bisogna sempre ricordare che è sbagliato e controproducente ragionare solo in base alla dicotomia The West and the Rest, e non solo per quello che abbiamo capito della crisi di quel West, che malgrado la sua fortunata riapparizione al fianco dell'Ucraina non c'è più nei termini in cui per mezzo secolo c'è stato. Il futuro dell'Occidente, che speriamo possa rinascere ancora una volta in nuove forme e con nuove vesti, val a dire il futuro della libertà, sta in primo luogo nella nostra capacità di vedere, capire, rispettare e riconoscere l'altro da noi dove la vita oggi pulsa e questo altro è per l'Europa soprattutto nell'Africa Subsahariana, con cui bisognerebbe dialogare ponendo fine alla faccia oscura del "mondo bianco".

Con il probabile ritorno di Donald Trump al governo degli Stati Uniti, negazionista del cambiamento climatico, iper-maschilista e razzista, nonché ideatore del gravissimo episodio dell'assalto a Capitol Hill nel gennaio 2021, la democrazia americana andrà incontro ad un processo di indebolimento. E con lei anche le democrazie di tutto l'Occidente. 

I nostri governi diverranno più o meno tutte "democrazie pilotate" da giornali e canali televisivi appartenenti al partito di governo (e, in un futuro non lontano, potranno esserci anche in Europa dittature coadiuvate dall'intelligenza artificiale). Noi europei ci troviamo già a sperimentare democrazie un po' indebolite dall'imperversare del populismo soprattutto sui social network. 

Non riesco ad essere ottimista... anzi sono scandalizzata già solo per il fatto che un personaggio come Donald Trump si sia ricandidato per le elezioni del novembre 2024. Lo rieleggeranno di nuovo... ma che ignoranti gli americani, per inseguire e per approvare una destra del genere, così radicale, illiberale e totalmente incurante dei veri problemi dell'umanità come ad esempio i cambiamenti climatici e la parità di genere.

Ci sono delle possibilità che Trump possa vincere. Vincerà se l'affluenza sarà bassa alle prossime elezioni americane.  E se vincerà farà molti danni. 

Le elezioni europee sono un momento cruciale per la democrazia. La Russia sta cercando di influenzare queste elezioni, facendo leva sulla narrativa della sconfitta inevitabile dell'Ucraina. Pochi giorni fa Donald Trump ha detto che la Russia è invincibile perché in passato ha sconfitto Napoleone ed Hitler. Non possiamo permettere che questa falsa narrazione prenda piede. Lo stesso ha poi dichiarato che incoraggerebbe Putin ad invadere i paesi europei NATO che non abbiano rispettato il vincolo della spesa militare. Dobbiamo votare consapevolmente questo giugno, scegliendo leader che difendano i nostri valori democratici e che si impegnino a sostenere l'Ucraina.

-POESIA DI ALEKSANDR KABANOV:

Propongo e commento brevemente una poesia senza titolo di questo autore, nato a Cherson, perfettamente bilingue (conosce molto bene sia l'ucraino che il russo e scrive "nella lingua del nemico").

Adesso piove, ma diluvierà,

e tutta quella pioggia invidierà

un ragazzino che gambe non ha,

in carrozzella, guardando il cielo ruvido.

Ma forse non gli basta quella pioggia,

lui non invidia, ma soffre e teme il mondo,

mentre l'autore mente come sempre,

scrivendo versi tra un bicchiere e l'altro.

Ma poi ti giri e c'è un porto di fiume

che ti ripara da tutta quell'acqua.

E allora pensi: dov'è il ragazzino?

E il ragazzino: dov'è l'autore?

Credo che questo componimento poetico voglia sottolineare la fragilità della condizione umana.

I verbi "piove" e "diluvierà" li ho interpretati in due modi:

-come metafore di "proiettili", che piovono nell'aria in una situazione di guerra e di violenza quotidiana. Chi spara non ha pietà di chi avrebbe diritto di respirare pienamente la vita. D'altronde anche il cielo non sembra amichevole ("ruvido"). 

-O magari indicano un po' più semplicemente una pioggia meteorologica incurante del dolore umano causato da eventi drammatici come un conflitto armato. Forse è più probabile quest'ultima lettura dal momento che in Kabanov più di qualche volta il meteo e la natura sono incuranti delle sofferenze umane e degli eventi storici che avvengono sul nostro pianeta.

Al ragazzino, cresciuto in un clima di precarietà e disaccordo del quale non comprende il senso ("forse non gli basta quella pioggia"), non sarà data la sensazione di "invidiare" gli adulti nell'aver voglia di crescere... agli occhi dei preadolescenti infatti gli adulti appaiono come persone pienamente libere di programmare la vita.

Mi lascia molto incerta l'espressione mentre l'autore mente come sempre... in che senso questo poeta giudica menzognero il suo talento?

Ma poi ti giri e c'è un porto di fiume

che ti ripara da tutta quell'acqua.

E allora pensi: dov'è il ragazzino?

E il ragazzino: dov'è l'autore?

Il porto di fiume potrebbe significare la volontà di trovare un luogo sicuro da esplosioni, bombardamenti e spari, oppure potrebbe rimandare al desiderio che l'Ucraina divenga una "casa" nella quale progettare un avvenire liberal-europeo per i connazionali di Kabanov.

Tuttavia, le ultime due domande che chiudono la poesia fanno comprendere che Kabanov, in questo periodo di guerra russo-ucraina, è chiamato a testimoniare l'orrore e la precarietà dell'esistenza, di cui il ragazzino senza gambe è l'emblema.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.