6 giugno 2024

"Il giardino dei ciliegi", A. Cechov:

Il giardino dei ciliegi è l'ultima opera teatrale di Anton Cechov. 
E' ambientata nella Russia di inizio Novecento ed è stata rappresentata per la prima volta da Stanislavskij nel gennaio 1904 al Teatro d'Arte di Mosca.

1) CONTENUTI E TEMI:

Questione centrale, in questo dramma, è una villa in campagna messa in vendita all'asta; mentre invece i temi principali sono il tramonto della classe nobiliare e il conseguente delinearsi del sistema di valori borghesi. 

E' molto importante tener presente che la casa e il giardino in vendita sono legati prima di tutto ad una memoria dolorosa, dal momento che per la protagonista Ljuba rappresentano i ricordi di buona parte della sua vita e purtroppo... la tragica morte del figlio bambino:

LJUBA= Il mio Griscia... il mio bambino... Griscia... bambino mio... Mio figlio è morto annegato...

D'altra parte però, la vendita della casa e del giardino dei ciliegi per Ania rappresenta un'opportunità di futuro, di inizio di una nuova vita.

2) PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI:

FIRS= E' il più anziano ed è decisamente uno zarista che rinnega l'abolizione della servitù della gleba. La sua malattia, alla fine del quarto atto, è una metafora che accentua maggiormente la decadenza dell'aristocrazia, come d'altronde le frasi conclusive del dramma:

FIRS= La vita è passata, e io... è come se non l'avessi vissuta. Sdraiamoci qua... Non ho neanche più la forza... dov'è andata a finire? Se n'è andata, la forza... se n'è andata...

Si sente un suono remoto dal cielo: il suono d'una corda di violino che si spezza, un suono triste, moribondo... Torna il silenzio, e si sente solo, lontana, la scure che s'abbatte su un albero.

LJUBA= Si tratta di una donna infelice, proprietaria della villa di campagna, che rappresenta l'aristocrazia incapace di gestire il patrimonio economico.

GAIEV= E' il fratello di Ljuba ed è emblema della nobiltà vuota che non sa trovare significato alla vita.

TROFIMOV= E' un intellettuale di idee bolsceviche.

CHARLOTTA= La governante della villa, di umili origini.

LOPACHIN= Giovane pragmatico, concreto,  materialista e intraprendente, è simbolo della borghesia mercantile.

Riporto alcune citazioni che dimostrano le caratteristiche appena enunciate di Lopachin:

LOPACHIN= "Lei (a Liuba) sa che il giardino dei ciliegi di sua proprietà dev'essere venduto per pagare i debiti... lottizzando il giardino dei ciliegi e tutta la proprietà lungo il fiume in appezzamenti da affittare per costruire villini, lei avrà una rendita netta netta di venticinquemila rubli l'anno.

LOPACHIN= A un certo punto bisogna decidersi: il tempo stringe. La questione è di una semplicità elementare. I terreni, li volete lottizzare o no?

VARVARA= E' la figlia adottiva di Liuba. Realista e volitiva, è innamorata di Lopachin.

ANIA= L'ingenua e pura figlia di Liuba.

3) I CILIEGI:

Si tratta di frutti che, in questo contesto, rimandano ad una sensazione di profonda malinconia, dovuta all'inesorabile fine di un'epoca, che permea il contenuto dell'opera.

(In Giappone l'albero di ciliegio è un richiamo alla vita terrena, unica, bella eppure effimera).

4) ALCUNI COLLEGAMENTI INTERTESTUALI:

4a) LA PRECARIETA' NELLE VITE DEI SALTIMBANCHI:

-CHARLOTTA= Non ho un vero passaporto; non so quanti anni ho, e mi sento sempre come una ragazzina... Quando ero bambina mio padre e mia madre giravano per le fiere, facevano i saltimbanchi: erano bravi... Io facevo il salto mortale e altri numeri.

Contemporaneamente a questo dramma teatrale di Cechov, in Europa; e soprattutto in Arte e in Letteratura, si mettevano in luce le condizioni di vita tristi e precarie dei saltimbanchi da circo.

Pensate ad esempio al dipinto di Picasso La famiglia dei saltimbanchi. Pur essendo una famiglia, i tristi personaggi appaiono isolati e sconnessi tra loro su uno sfondo desertico, all'insegna di una certa incomunicabilità.

C'è un'altra opera di Picasso, intitolata Acrobata e giovane equilibrista, che ben delinea la sofferenza interiore dei due personaggi, soli e senza radici. Sullo sfondo, gli unici elementi che riusciamo a distinguere tra le colline aride sono un bambino, una cane e un cavallo.


Non so quanti di voi la conoscano, ma anche Il circo, di Georges Seurat, trasmette una sensazione di tristezza e incomunicabilità data dalla netta contrapposizione tra l'entusiasmo (forzato) di chi esegue il numero e l'indifferenza del pubblico sugli spalti.

Il film Il circo di Chaplin, permeato di poesia, delinea bene la condizione di vagabondaggio, instabilità e malinconia di acrobati, cavallerizzi e saltimbanchi, soprattutto nel finale in cui Chaplin vede allontanarsi i carrozzoni del circo per il quale, per un determinato periodo, ha prestato servizio.

Passando alla letteratura moderno-contemporanea, Opinioni di un clown dell'autore tedesco Heinrich Boll è un romanzo in cui il protagonista Hans, volendo inseguire la sua aspirazione di clown, si ritrova isolato, incompreso ed emarginato dalla società oltre che senza soldi e senza successo

4b) LA NATURA È INDIFFERENTE ALLA CONDIZIONE UMANA?

-GAIEV= Oh natura divina, tu che splendi di eterna luce, stupenda e indifferente, tu, che noi chiamiamo madre, e in te racchiudi la vita e la morte, tu tomba e grembo...

I vaneggiamenti di Gaiev in questo punto mi richiamano Leopardi, o meglio, l'evoluzione del suo pensiero a proposito della natura: se infatti, il Leopardi ventenne dialogava con una luna che sembrava ascoltare il suo dolore (Ma nebuloso e tremulo dal pianto/che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci/il tuo volto apparia, che travagliosa /era mia vita: ed è...), il Leopardi del Canto notturno di un pastore errante dell'Asia avverte la luna e la natura come entità completamente indifferenti alla condizione umana (Dimmi, o luna: a che vale/al pastor la sua vita,/la vostra vita a voi? dimmi: ove tende/questo vagar mio breve,/il tuo corso immortale?).


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