7 novembre 2024

"ACQUA NERA", J. C. OATES:

"Stati Uniti d'America". Ecco come si potrebbe denominare questa piccola serie di post che durerà fino al 22 novembre.

Il becero neonazista ha trionfato ancora, agli americani ignoranti come zappe piace da matti quel vecchio orribile simile alla maschera della morte rossa di Poe. Finché ci sarà la democrazia nel mondo occidentale potrò permettermi di odiarlo in modo esplicito.

Ho aspettato proprio il 7 del mese, cioè la fine di questa porcheria elettorale, prima di decidere che cosa postare: ero indecisa tra la recensione di "Acqua nera" e quella invece del romanzo più celebre della Wharton, autrice americana del XIX°secolo. 

Va da sé che la recensione del libro "L'età dell'innocenza" uscirà a metà della settimana prossima.

Nei giorni scorsi mi sono detta che nel caso della vittoria di Trump avrei dato la precedenza ad "Acqua nera" dal momento che è il più drammatico dei due.

1) CONTENUTO:

Stati Uniti, sera del 4 luglio 1991. 

Al ritorno da una festa, una Toyota corre a velocità elevata lungo le strade della costa del Maine. 

Ma, nell'affrontare una curva, le ruote perdono aderenza e il veicolo cade in un burrone finendo in una pozza d'acqua paludosa. 

A bordo di quest'auto, guidata dal senatore Ted Kennedy, c'è Elizabeth Kelleher (Kelly per familiari e amici), giovane laureata in letteratura e storia americana con una tesi proprio sui Kennedy. La protagonista del libro lavora come collaboratrice per il "Citizen's Inquiry".

Kelly ha conosciuto il senatore soltanto quella sera. 

Ted Kennedy riesce a riemergere dalla palude e si salva, Kelly viene invece lasciata a morire.

Il romanzo inizia in modo drammatico, partendo proprio dall'incidente:

La Toyota a noleggio, guidata con impaziente esuberanza dal Senatore, filava lungo la strada sterrata senza nome, imboccando le curve con vertiginose sbandate strisciando sul terreno, poi, all'improvviso, uscì chissà come di strada per finire nell'impetuosa acqua nera dove, inclinata sul lato destro, affondò rapidamente.

Devo morire? Così?

L'episodio dell'incidente viene riproposto con insistenza e si ripete in molti capitoli del libro. Molto ricorrente è l'immagine dell'auto finita in una palude della quale puntualmente si evidenzia la sporcizia. Tuttavia la narrazione risulta comunque avvincente dato che la Oates aggiunge sempre qualche nuovo particolare. 

Ecco alcuni esempi:

-Mentre la Toyota urtava contro il guardrail che, ridotto a un colabrodo dalla ruggine, parve non opporre alcuna resistenza, Kelly sentì l’esclamazione stupita del Senatore: «Ehi!». Poi come sorta dal nulla l’acqua li sommerse. Sul cofano. Sul parabrezza incrinato. Mulinando in torbidi flutti come se fosse viva e furibonda.

-La zona era fitta di zanzare e punteggiata di lucciole e alcune bionde canne dalla cima a pennacchio assumevano dimensioni grottesche ondeggiando grevi nel vento, come grottesche figure umane senza volto che a lei davano i brividi. 

- (Kelly) inghiottiva l’acqua nera in piccole e rapide sorsate pensando che se l’avesse buttata giù con sufficiente rapidità sarebbe stato come berla, e lei se la sarebbe cavata. 

Joyce Carol Oates si è ispirata ad un fatto di cronaca avvenuto nell'estate 1969, quando il senatore Ted Kennedy ha perso il controllo della propria auto mentre guidava lungo una strada piena di curve sull'isola di Chappaquiddick, nel Massachussetts. 

Anche in questo caso il veicolo è precipitato da un ponte, è finito in un lago e Mary Kopechne, la segretaria e amante di Kennedy, è morta annegata.

Questo fatto ha determinato la fine della carriera politica di Ted Kennedy che, una volta ammessa la propria responsabilità, ha scontato due mesi di carcere per omissione di soccorso.

2) STRUTTURA DEL LIBRO:

Il libro è composto da 32 brevi capitoli e la storia è compresa in un arco temporale di tre ore nel corso delle quali una Kelly intrappolata nell'auto e l'autrice ripercorrono non soltanto gli eventi accaduti alla festa ma anche alcuni ricordi risalenti sia all'infanzia sia al periodo universitario. 

Quindi non ci sono solo ed esclusivamente i particolari volti ad accentuare la tragicità dell'incidente.

2A) ESTRATTO RELATIVO ALL'INFANZIA DELLA PROTAGONISTA:

-Sin dalla nascita Kelly aveva avuto un difetto di convergenza degli assi visivi, e il nome di questo difetto (inutile negare che si trattava di un difetto) era strabismo, il che, nel caso di Kelly, significava che i muscoli dell'occhio sinistro erano più deboli di quelli del destro. Nei primi due confusi anni la piccola, senza rendersene conto, aveva registrato nel cervello non una immagine come avviene nelle persone normali ma due...

2B) ESTRATTO INERENTE ALL'INIZIO DELLA FESTA, QUANDO LA PROTAGONISTA INCONTRA IL SENATORE:

-Quando nel primo pomeriggio del 4 luglio aveva conosciuto il Senatore, cui era stata presentata dall'amante di Buffy, Ray Annick, un avvocato amico del Senatore che era stato suo compagno di liceo al collegio di Andover, Kelly Kelleher era stata cauta, piuttosto reticente, scettica dentro di sé. Aveva osservato quell'uomo famoso stringere una mano dopo l'altra con energia, con gioia, con l'aria un po' affannata come se avesse percorso centinaia di chilometri proprio a quello scopo: per dare la mano a te, e a te, e a te; e lei era rimasta un po' in disparte, pensando: "E' uno di quelli che conduce una perenne campagna elettorale".

3) LE INTERPRETAZIONI CHE HO DATO AL TITOLO DEL ROMANZO:

Per me l'espressione "acqua nera" può essere spiegata in diversi modi se ci si focalizza soprattutto sul colore:

-Nera è l'acqua nella quale finisce la Toyota, un'acqua senza dubbio sporca, puzzolente e dello stesso colore della pece.

-Il nero è associato molto frequentemente alla morte e, in questo caso, si riferisce ad una morte lenta avvenuta per annegamento, e oltretutto ingiusta dal momento che spezza una giovane vita. Con la sua sensibilità sociale e la sua intelligenza, Elizabeth avrebbe potuto dare molto agli Stati Uniti d'America. Il nero dunque è molto legato alla tragedia di una morte prematura. 

Un capitolo finisce in questo modo: ...l'acqua nera la aggrediva riempiendole i polmoni.

- A mio avviso, il "nero" ha qui anche un significato di natura etica: è una metafora del mondo politico americano, fatto di opportunismo, di ipocrisia e immoralità, in forte e netto contrasto con la sana ingenuità e con le aspettative della vera protagonista di questa storia:

Se ne era andato ma sarebbe tornato per salvarla. Se ne era andato raggiungendo a nuoto la riva per cercare aiuto... oppure giaceva tra le erbacce della sponda vomitando acqua in conati disperati cercando di ritrovare il fiato e di raccogliere le forze e il virile coraggio necessari per rituffarsi nell'acqua nera sino all'auto sommersa impotente come uno scarafaggio ribaltato e il precario equilibrio su un fianco nel fango viscido del fondo dove la sua passeggera intrappolata e terrorizzata aspettava di essere tratta in salvo, aspettava che lui tornasse ad aprire la portiera per tirarla fuori e salvarla: era così che sarebbero andate le cose

Ci sono, in quest'ultimo passaggio citato, una figura retorica e un'altra espressione per me molto significative.

L'automobile è impotente come uno scarafaggio ribaltato. Non è la prima volta che un'auto, una grande invenzione del secolo scorso che ha abbastanza velocemente sostituito calessi e carrozze, viene accostata a caratteristiche animali.

Penso prima di tutto ad alcuni versi di Marinetti con il suo componimento "All'automobile da corsa", un inno all'invenzione delle auto e agli sviluppi tecnico-industriali. 

L'auto viene qui paragonata sia ad un cavallo sia ad un cane:

-"Allento finalmente/le tue metalliche redini,/e tu con voluttà ti slanci/nell’Infinito liberatore!"

-"All’abbaiare della tua grande voce/ecco il sol che tramonta inseguirti veloce"

-"Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù!…"

L'altra espressione che per me è stata motivo di riflessione è questa: fango viscido. 

Con l'aggettivo "viscido" l'autrice intendeva forse alludere anche al comportamento di Ted Kennedy, sfuggente e molto negligente nei confronti di una vita da salvare, oltre che meschino?

4) CONSIDERAZIONI SUI PERSONAGGI PRINCIPALI:

-Ritengo Kelly una persona che nella vita vuole soprattutto vendersi. Non credo che abbia svolto la tesi sui Kennedy per reale interesse nei confronti dell'argomento, casomai lo ha fatto per acquisire visibilità presso i docenti che hanno molto lodato il contenuto del suo lavoro. Kelly è anche ingenua dal momento che idealizza la figura del senatore. Più di una volta l'autrice esplicita che la ragazza aspirava ad acquisire un ruolo importante per la campagna elettorale di Ted e, per arrivare a questo, a mio avviso sarebbe sicuramente stata disposta a diventare la sua amante. 

-Ted Kennedy risulta assolutamente irresponsabile: guida ad alta velocità, con una mano tiene il volante e con l'altra un bicchiere pieno di champagne. Sembra che il senatore sia immagine di una parte della società americana, affezionata alle apparenze, fatta di superficialità e di poca sostanza. Gli stessi occhi di Kennedy sono “come vetro colorato con niente dietro”.

5) KELLY KELLEHER:

A me invece questa figura è piaciuta: ha le sue buone risorse e potenzialità!

La ragazza, decisamente dalla parte del Partito Democratico americano, in antitesi con il resto della sua famiglia alto-borghese, risulta una grande ammiratrice dei Kennedy.

Fa veramente accapponare la pelle, nel corso della narrazione, il pensiero del senatore repubblicano Ham Hunt, un amico di Archie Kelleher, padre di Elizabeth, a proposito di aborto e immigrazione:

...Hunt era sinceramente convinto che l'aborto rappresentasse la chiave della futura salvezza dell'America, l'aborto praticato nelle appropriate fasce demografiche, neri, ispano-americani, madri nubili a carico della pubblica assistenza che cominciavano a procreare all'inizio dell'adolescenza, bisognava pur fare qualcosa, bisognava senz'altro fare qualcosa, l'aborto era la soluzione, il modo per esercitare il controllo demografico e la maggioranza bianca avrebbe dovuto schierarsi in suo favore prima che fosse troppo tardi...

(...) Una volta Kelly aveva urlato al padre stupefatto: "Come fai a votare per un uomo simile? Un fascista! Un nazista! E' uno che crede nel genocidio!"

Certamente Elizabeth Kelleher appare una ragazza determinata, dotata di spirito critico, idealista, razionale. Inoltre è anche piuttosto altruista: due volte la settimana, in qualsiasi periodo dell'anno solare, si reca in un centro sociale per insegnare lingua inglese agli immigrati analfabeti.

Non è credente, pur avendo ricevuto i sacramenti e pur provenendo da una famiglia di religione luterana praticante e non si affida nemmeno agli oroscopi.

L'autrice-narratrice menziona più volte le diciture dell'oroscopo che riguardano le predizioni per il segno dello Scorpione, sotto il quale è nata Kelly.

Si tratta per lo più di "profezie" molto positive che non corrispondono affatto a quel che sarà il tragico destino della protagonista.

Fa bene la ragazza a non fidarsi delle chiacchiere dell'oroscopo, sono previsioni da prendere molto con le pinze, casualmente talvolta più o meno coincidono con quel che viviamo.

Se non sbaglio lo Scorpione è il segno immediatamente successivo al mio. Tanto per chiarire l'affidabilità che secondo me ha l'astrologia: per il periodo 13-19 ottobre molti oroscopi prevedevano per la Bilancia giornate serene e soddisfacenti su tutti i fronti. Ma davvero?! Ho vissuto settimane migliori. In realtà per me quelle sono state giornate decisamente sottotono, cioè, è prevalsa una sensazione di stanchezza e ci si sono messi in tanti a farmi uscire dai gangheri almeno una volta al giorno!

L'astrologia è un mondo di fantasia, un tentativo a mio avviso non troppo gratificante di trovare un senso a quel che ci accade. Qualcosina di vero c'è: il Toro ad esempio è dotato di determinazione, concretezza e di senso pratico. Matthias ha queste qualità, ma non è detto che tutti i nati tra il 20 aprile e il 20 maggio siano proprio così.

Infine, c'è un passaggio che mi ha colpita, essendo cresciuta in una famiglia cattolica:

Nonno Ross quando stava morendo, la carne che si raggrinziva sulle ossa ma lo sguardo vigile e come sempre pieno di amore per lei, la sua prediletta dei sette nipoti cui aveva fatto da guida nel mondo, le aveva detto con l'aria di comunicarle un pesante segreto: "Ciò che fai della tua vita, l'amore che vi riversi... quello è Dio".

Dio ha un progetto particolare su ciascuno di noi? 

Io ho dei grossi problemi con la Chiesa da due anni a questa parte. Ne ho piene le scatole di un cattolicesimo per formalisti inconsistenti e conservatori, di un cattolicesimo tutto rosari e adorazioni quasi mai davvero sentite, di un cattolicesimo da un lato attento a non perdere mai una messa o una solennità, dall'altro invece sprezzante e insensibile nei confronti del povero, del migrante, del diverso, delle teste pensanti e dei temi ecologici e, per di più, gravemente superficiale, che tende a mantenere i fedeli nell'ignoranza, perché non sia mai che ci si raduni ogni tanto anche per riflessioni guidate e aperte al confronto su alcuni brani del Nuovo Testamento oppure su qualche personaggio biblico! Non c'è posto per me nella Chiesa (ma non soltanto nella Chiesa...), d'altra parte, la "feccia" come me attenta al sociale e preoccupata di come rendere viva ai nostri giorni una pagina ad esempio del Vangelo di Matteo è meglio bandirla.

Comunque credo che la Chiesa-comunità di questi ultimissimi anni sia lo specchio di diverse strutture socio-culturali di adesso: ci sono coppie e famiglie che sembrano vivere rinchiusi in una bolla di vetro perché non hanno interessi culturali, non coltivano l'altruismo verso contesti a loro esterni e soprattutto manifestano chiusure mentali. Vivono secondo questa ottica: "Bastiamo a noi stessi, delle vite degli altri non ci importa".

La politica sta diventando, temo, con queste destre nazionaliste e reazionarie che vincono persino in Nord Europa, una sorta di "cerchio magico tra pari" nel quale non c'è spazio per analisi sociali ponderate: penso soprattutto ai miei interessi di politico populista leader di un partito, riceverò consensi alimentando pregiudizi e luoghi comuni e batterò il chiodo sulle frustrazioni della gente. Dopodiché, una volta eletto e salito al potere, penserò soltanto a me stesso e ai componenti del mio partito, dato che dei problemi reali della gente in realtà non mi importa una mazza, voglio solo accrescere il mio potere. 

E, nonostante l'amarezza e la malinconia che provo in questi giorni, continuo ad augurarmi un mondo migliore. 

Cosa volete che me ne importi del nazionalismo e della difesa delle radici cristiane quando so benissimo che la gente tra i 30 e i 40 anni con figli a carico fatica ad arrivare a fine mese oppure prima viene sfruttata e poi licenziata, quando sono consapevole delle catastrofi causate dai cambiamenti climatici, quando urgono delle serie politiche di integrazione per i migranti?

Vi è mai capitato di provare la sensazione di sentirvi fuori luogo, inadeguati o troppo diversi all'interno di certi contesti sociali o addirittura nell'epoca in cui vivete?! A me sì, migliaia di volte.

Matthias invece... ha un'intelligenza che gliela invidierebbe anche Cartesio, di solito piace molto alla gente, è pieno di energie, è di solidi valori etici e "si salva" comunque per quel che riguarda le relazioni: ha il suo ruolo di capo-scout che lo fa sentire partecipe di una comunità, seppur piuttosto fragile, ma sempre una comunità con le sue risorse di simpatia e con appuntamenti alle quali partecipano i soliti "pochi ma buoni".

A me personalmente, mancano alcune iniziative diocesane. Ormai sono passati quasi tre anni ma ricordo molto bene quell'escursione, a novembre inoltrato, con Don Giampaolo, in montagna... Saremo stati almeno ottanta giovani che camminavano uniti e sereni sotto le stelle, con una semplice fermata nei pressi di Spiazzi per una cena al sacco e una cioccolata calda e un finale stupendo: una veglia in stile Taizé a Madonna della Corona. Ma all'epoca avevo 26 anni, ero più ottimista e piena di aspettative per il futuro.

Comunque il discorso del nonno di Kelly mi ha fatto ritornare in mente la storia dell'Eliodoro letta durante il mio campo di maturità nel lontano 2009 (quanto mi fa bene ripescare il fascicolo con tutti i contenuti, soprattutto negli ultimi tempi)...

quando nasce una cosa nuova è necessario, sempre, che ne muoia un'altra. 

E se riuscissimo a fare della nostra vita una continua rinascita? La vita di ognuno di noi è fatta di piccole-grandi rinascite, spesso dopo mazzate, delusioni, dolori, aspettative disattese. 



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