9 agosto 2025

"IO ROBOT", I ASIMOV:


Io robot è una raccolta di racconti di fantascienza pubblicata nel 1950. 

Alcuni personaggi ricorrono in più storie e i racconti, scritti da Asimov negli anni quaranta, includono sia personaggi umani sia robot che obbediscono alle tre leggi della robotica, presentate nell'incipit e valide in tutta la Via Lattea:

1. Un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno.

2. Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge.

3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda legge.

I contenuti di tutti i racconti si basano sul funzionamento di queste tre leggi.

Il tema fondamentale di tutto il libro è l'impatto che la robotica potrebbe avere nel corso del XXI° secolo in ambito scientifico e nella vita quotidiana delle persone a seguito di un significativo progresso tecnico e industriale.

I racconti sono ambientati tra il 1998 e il 2058 e si svolgono in parte sul pianeta Terra, in parte nelle stazioni spaziali del Sistema Solare.

I robot positronici delle narrazioni di Asimov imitano i meccanismi della mente umana.

A) ROBBIE:

Il primo racconto si apre con la scena di un gioco a nascondino: Gloria ha otto anni e il suo unico compagno di giochi è Robbie, un automa che è anche il suo babysitter.

I Weston, genitori di Gloria, sono molto diversi l'uno dall'altra: mentre George è una figura passiva che sopporta la moglie nonostante non la ami più, Grace è invece risoluta a separare Robbie da sua figlia, senza tener conto del fatto che Gloria è molto affezionata al robot.

Non solo la madre di Gloria ha paura che Robbie impazzisca per l'allentamento di una vite ma dice così al marito: "Non lascerò mia figlia nelle mani di una macchina, per quanto efficiente possa essere. Non ha un'anima."

... chissà invece se gli umani sono tutti sensibili e attenti al benessere dei bambini...

Non condivido le perplessità di Grace Weston né la sua preoccupazione del giudizio negativo dei loro vicini di casa nel vedere una bambina sempre in compagnia del robot: Robbie è programmato per giocare con i bambini.

La signora Weston riesce a separare Gloria da Robbie.

A quel punto, Gloria sente molto la mancanza di Robbie e vani risultano tutti i tentativi dei genitori per farglielo dimenticare.

Alla fine del racconto, i Weston ritrovano inaspettatamente Robbie tra gli operai di una fabbrica, la U.S. Robots and Mechanical Men Corporation, coordinata dal signor Robertson, amico di George Weston, che una mattina concede alla famiglia una visita guidata presso il suo stabilimento.

Riporto una citazione che riconduce alla concreta pratica della Prima Legge della Robotica una volta che Gloria riconosce Robbie:

Pazza di gioia, Gloria si infilò tra le sbarre della ringhiera prima che i suoi genitori potessero fermarla, atterrò agilmente un metro più in basso, sul pavimento sottostante, e corse incontro al suo Robbie con le braccia aperte e i capelli al vento. E i tre adulti, raggelati, inorriditi, videro quello che la bambina, nella sua eccitazione, non aveva visto: un enorme trattore automatico che avanzava veloce, con grande fracasso, sui suoi cingoli. 

(...) In un tentativo disperato, Weston scavalcò la ringhiera, anche se era chiaro ormai che non c'erano speranze. Il signor Struthers si sbracciò come un matto per far capire ai supervisori che dovevano fermare il trattore, ma i supervisori erano soltanto esseri umani, e per agire avevano bisogno di un minimo di tempo. Al posto loro agì Robbie, prontamente e con estrema precisione.

Partì in quarta dalla direzione opposta, divorando con le sue gambe di metallo lo spazio che lo separava dalla padroncina. Tutto si svolse in un attimo. Con un rapido movimento del braccio Robbie afferrò Gloria senza rallentare minimamente il passo, sicché lei rimase quasi senza fiato. Weston non ebbe il tempo di capire cosa stesse accadendo: più che vederlo sentì Robbie sfrecciargli accanto e si fermò di colpo, sbalordito. Il trattore intersecò il cammino di Gloria un attimo dopo Robbie, proseguì per altri due o tre metri, poi si fermò a singhiozzo, con un rumore sordo.

Dopo questo salvataggio chi penserà mai di poter separare di nuovo Robbie da Gloria?

A proposito di questo racconto mi sono però fatta una domanda: la scuola sembra non esistere per la bambina, come sembrano non esistere le sue coetanee. Perché? Forse Asimov ha immaginato i primi anni Duemila come un periodo in cui, almeno negli Stati Uniti, le scuole pubbliche iniziavano a scomparire a vantaggio di robot babysitter e precettori. 

B) CIRCOLO VIZIOSO:

Gli scienziati Powell e Donovan si trovano sul rovente Mercurio con il compito specifico di accertarsi se risulta possibile riattivare le miniere del pianeta.

Entrambi si trovano all'interno della stazione spaziale:

Erano adesso nella sala radio, con le sue apparecchiature già un po' antiquate e rimaste inutilizzate nei dieci anni precedenti il loro arrivo. Dal punto di vista tecnico anche solo dieci anni erano molti. A dimostrarlo bastava Speedy, un tipo di robot assai più sofisticato di quelli che ci dovevano essere nel 2005. D'altra parte vivevano in un'epoca in cui la robotica faceva passi da gigante.

Già all'inizio del racconto i due si accorgono che Speedy, un automa a cui è stato ordinato di prelevare del selenio in una pozza un po' distante dalla loro postazione, non funziona a dovere perché gira attorno alla pozza senza raccogliere nulla. 

Speedy non sta quindi obbedendo alla seconda legge della robotica.

Eppure Powell e Donovan hanno bisogno di quel materiale per ricaricare le loro schermature solari, necessarie per sopravvivere al calore molto intenso del pianeta.

Nel racconto ci sono anche descrizioni di natura chimica a proposito della composizione di Mercurio, espresse da Powell:

"Mercurio non è del tutto privo di atmosfera (...). Ci sono lievi esalazioni che aderiscono alla superficie: vapori degli elementi e dei composti più volatili che sono abbastanza pesanti da essere trattenuti dalla gravità del pianeta. Selenio, iodio, mercurio e gallio, potassio, bismuto, ossidi volatili. I vapori si raccolgono nelle zone d'ombra e si condensano, liberando calore."

Dopo aver indossato delle isoltute e dopo essere usciti dalla stazione spaziale, gli scienziati percorrono una galleria che li porta vicino a Speedy e, di proposito, uno di loro due si mette in pericolo: in questo modo, l'automa interrompe i suoi "girotondi a vuoto" attorno alla pozza, smette di canticchiare pezzi di opere musicali e salva il suo padrone.

Una volta tornati alla stazione spaziale, Powell e Donovan raccomandano con sollecitudine a Speedy di portare loro il selenio e l'automa obbedisce stavolta senza batter ciglio.

Il presente racconto sottolinea la grande rilevanza della Prima Legge della Robotica, fondamentale per l'efficienza degli automi.

C) ESSERE RAZIONALE:

In questo racconto Powell e Donovan litigano con il robot Cutie, che è dotato di capacità di pensiero. 

Cutie è il primo automa in grado di porsi domande sulle proprie origini e sulla propria esistenza.

Infatti Cutie mette in dubbio la capacità degli umani di aver creato i robot.

Powell e Donovan provano a dimostrargli il contrario montando, in sua presenza, le parti di un altro automa.

Eppure nemmeno questa azione convince il "robot pensante", dal momento che crede nell'esistenza di Dio (chiamato Padrone) che prima ha creato i materiali di cui gli uomini si sono serviti nel corso della storia, poi ha creato gli uomini e infine i robot affinché potessero aiutarli. 

Cutie è una macchina che rifiuta di accettare le dimostrazioni di due scienziati, anche se gli sono gerarchicamente superiori.

Non solo: Cutie, con evidente senso di superiorità, deride le "limitate" capacità umane, convinto di essere molto più efficiente di qualsiasi uomo.

"Perché io, in quanto essere razionale, sono in grado di dedurre la verità dalle Cause a priori. Tu, che sei un essere intelligente ma non razionale, hai bisogno che ti venga fornita una spiegazione, ed è esattamente questo che il Padrone ha fatto. Quella di suggerirvi l'idea risibile di mondi e di genti lontane è stata certo una strategia a fin di bene. La vostra mente è con tutta probabilità troppo rozza per afferrare la Verità assoluta."

"(...) siete fatti di un materiale molle e flaccido, debole e deteriorabile, che è costretto per alimentarsi a dipendere dall'ossidazione alquanto inefficace di materia organica... come quella."- indicò con disapprovazione il panino di Donovan- "A periodi alterni entrate in una specie di coma e la minima variazione di temperatura, di pressione atmosferica, di percentuale di umidità e di livello di radiazioni pregiudica la vostra efficienza. Siete solo prodotti provvisori."

Cutie si ritiene un "prodotto finito". 

Fisicamente è molto più forte di Powell e di Donovan grazie alla sua struttura di metallo in grado di assorbire energia elettrica. 

Per Powell e Donovan la fede in Dio è fatta di postulati non verificabili e non dimostrabili.

In questo racconto Asimov, nonostante il suo ateismo, potrebbe aver avuto l'intenzione di evidenziare il rischio da parte degli umani, nell'epoca dell'automazione, di dimenticare la propria fragilità e i propri limiti?

È Cutie a ricordare ai due scienziati l'inevitabilità della morte, e proprio nel momento in cui i due stanno partendo per il raggiungere pianeta Terra:

Cutie emise un sospiro che ricordava il fischio del vento fra intricati fili di metallo. "Il vostro servizio è giunto al termine ed è vicino il momento della fine. Lo prevedevo, ma... Bene, sia fatta la volontà del Padrone".

Il suo tono rassegnato ferì Powell. "Non è il caso che ci commiseri, Cutie. Ci attende la Terra, non la fine".

"Sono contento che la pensiate così" disse Cutie, con un altro sospiro. "Ora comprendo l'utilità dell'illusione".

Se Cutie si rifiuta di ascoltare gli scienziati allora non rispetta la seconda legge della robotica? 

In realtà no: in Io robot, la seconda legge è valida quando non contrasta con la prima.

In un certo momento del racconto si verifica una tempesta solare e Cutie, dopo aver impedito l'ingresso di Powell e Donovan nella sala comandi, riesce a manovrare con molta precisione il raggio di energia dell'astronave, evitando un pericolo letale per gli abitanti della Terra.

D) BUGIARDO:

In questa storia entra in campo per la prima volta la dottoressa Susan Calvin, robo-psicologa sulle astronavi che collabora con scienziati e  ingegneri e analizza la psicologia e i comportamenti dei robot.

È sarcastica, completamente dedita al suo lavoro e piuttosto paranoica. Forse è così che si è sempre protetta da eventuali delusioni nei rapporti con le persone, ma il libro non si sofferma sul passato di Susan Calvin.

Più di una volta la robo-psicologa afferma che i robot sono migliori degli esseri umani, ma nessun racconto chiarisce ai lettori quali sono le ragioni che la spingono a pensarla così. 

L'automa bugiardo è Herbie.

Curioso che Herbie dica di fronte a Susan Calvin di preferire la lettura dei romanzi ai saggi scientifici:"la vostra scienza consiste in una serie di dati che raccogliete e incollate insieme con teorie zoppicanti".

Herbie è capace di leggere nel pensiero degli umani. 

Arriveremo mai a costruire automi telepatici?

Dal momento che è ancora influenzato dalla Prima Legge della robotica, Herbie riferisce a ciascuno studioso e scienziato non la verità ma solo ciò che loro vogliono sentirsi dire, mentendo per non ferirli o danneggiarli in alcun modo. 

Ad esempio, fa credere inoltre alla dottoressa Calvin che il suo innamoramento per un collega sia pienamente corrisposto ma, quando lei stessa si accorge della menzogna, attua una sottile vendetta ponendogli un dilemma ben strutturato dal punto di vista logico-linguistico.

Quando la Calvin chiede al robot di rivelare la causa delle sue facoltà telepatiche di fronte agli scienziati Bogert e Lanning, gli presenta anche la concreta probabilità di ferire l'orgoglio dei due matematici dediti allo studio di questa capacità, nel caso in cui desse la risposta:

"Non puoi dare loro la risposta" -mormorò la psicologa-"perché li feriresti, e tu non devi ferire gli esseri umani. Ma se non gliela dai li ferisci lo stesso, quindi devi darla. Se la dai, però, li ferisci, cosa che non devi fare, quindi non puoi rispondere. Non rispondendo, tuttavia, li ferisci, quindi devi rispondere. Ma se lo fai li ferisci, quindi non devi rispondere. Se non rispondi, però, li ferisci, quindi devi parlare (...)".

La conseguenza finale di ciò è che Herbie impazzisce, urla ed esplode, diventando un mucchietto di metallo.

Conviene, nel quotidiano, tendere a compiacere sempre le persone con cui ci si relaziona, oppure è meglio dosare bene le modalità di dire loro verità spiacevoli?

Comunque il comportamento della Calvin non è molto deontologico.

E) IL ROBOT SCOMPARSO:

Si tratta del racconto più lungo e più complesso del libro.

Susan Calvin e Peter Bogert stanno volando verso un asteroide per cercare Nestor-10, un robot che sembra essersi nascosto tra più di sessanta modelli identici.

Lo distingue dagli altri solo il fatto di non essere stato programmato del tutto secondo la prima legge della robotica, cioè, non può impedire che gli esseri umani si facciano del male.

La Calvin deve trovare Nestor-10 dato che gli abitanti della Terra si scandalizzerebbero se sapessero che un robot non è stato programmato del tutto secondo la prima legge della robotica:

"(...) Tutti gli esseri viventi normali, consciamente o inconsciamente, provano rancore se qualcuno cerca di imporre loro la propria volontà. Se a volersi imporre è una persona inferiore, o che è ritenuta tale, il rancore è più forte. Sotto il profilo fisico, e fino ad un certo grado anche sotto il profilo mentale, un robot è superiore agli esseri umani. Che cosa lo rende servile, dunque? Solo la Prima Legge!"

La Calvin interroga ogni automa. 

Poi, preoccupata, inizia a pensare che Nestor-10 abbia sviluppato un complesso di superiorità nei confronti degli umani e che abbia magari acquisito anche la capacità di fare del male a qualunque studioso.

Alla fine la Calvin riesce a individuare Nestor-10 grazie ad un esperimento.

La questione posta dal racconto è la seguente: le macchine automatizzate, in un futuro non ancora vicino, potranno essere violenti contro gli umani? Come si potrà prevenire l'eventuale problema?

F) CONFLITTO EVITABILE:

In questo post sono state recensite soltanto alcune storie.

Questo ultimo brano, particolarmente impegnativo, inizia con un lungo dialogo tra Susan Calvin e Byerley, coordinatore mondiale.

Siamo nel 2050 e il mondo è politicamente suddiviso in cinque aree: la Regione Tropicale (Africa, Iran, Sud America, Arabia Saudita), la Regione Orientale (Cina, India, Pakistan, Birmania e Indonesia), la Regione Europea (area mediterranea ed Europa centro-settentrionale), la Regione Settentrionale (Canada e Stati Uniti) e la Terra disabitata (Antartide).

La Calvin e Byerley scoprono che le Macchine, computer utilizzati per la gestione dell'economia internazionale, hanno generalizzato la Prima Legge della Robotica. Quindi un robot non può danneggiare l'umanità né permettere che, a causa del suo mancato intervento, l'umanità riceva danno.

Stephen Byerley fa delle riflessioni storiche e le esterna di fronte a Susan Calvin:

"Tutti i periodi dell'evoluzione umana, Susan (...) sono stati caratterizzati da particolari tipi di conflitto, da determinati problemi che sembrava si potessero risolvere soltanto con la forza. Ma ogni volta che si è fatto ricorso alla forza non si è riusciti in realtà ad approdare a niente. I problemi continuavano a sussistere attraverso una serie di conflitti, poi si risolvevano da soli con... come si dice? Ah, sì, non con un botto ma con un sospiro, appena le condizioni economiche e sociali cambiavano."

Non condivido del tutto: per me la storia è fatta di fasi più prospere e di fasi più buie ma non del tutto tragiche. 

Credo sia un po' riduttivo considerare la storia come un ciclo che si ripete tra violenze-guerre e cambiamenti economici. 

Pochissimi periodi storici possono essere considerati soltanto negativi. Cerco di portarvi un esempio.

Con la caduta della civiltà micenea, nel 1200 a.C., i Dori più volte hanno saccheggiato e invaso i territori greci. Così è iniziato il Medioevo Ellenico. Sebbene non siano state conservate testimonianze scritte di quel periodo, sappiamo che esistevano soprattutto le comunità rurali, governate da capi locali. Ma il Medioevo Ellenico è da considerarsi totalmente un'epoca buia? Non direi: gli scavi archeologici, oltre a stabilire che in quei secoli si era sviluppata la lavorazione del ferro, hanno rilevato diverse ceramiche in stile geometrico risalenti a quel periodo. Si ipotizza inoltre che l'influenza fenicia, tra IX° e VIII° secolo a.C., abbia influito sulla fondazione delle πόλεις e sulla rinascita culturale.

Poi Byerley considera le armi atomiche come deterrenti. Ma sarà sempre così?

Poi sono descritte le situazioni delle regioni in cui il mondo è suddiviso.

La Regione Tropicale, ad esempio, è economicamente fiorente e il governatore della zona è 'Ngama che, per assicurare lo sviluppo dell'agricoltura e dei giardini in fiore, fa disboscare le giungle.

L'autore fornisce anche qualche informazione a proposito dello sviluppo demografico della regione:

"Ma la tendenza era verso l'espansione. La Regione Tropicale era l'unica in cui l'incremento demografico dovuto all'immigrazione superava quello dovuto alle nascite."

Dice 'Ngoma a Byerley: "Noi abbiamo fiducia nel futuro, non ci preoccupiamo dei rigurgiti ideologici del secolo scorso come voi settentrionali".

Per "settentrionali" qui intende probabilmente gli Europei, tuttora eredi delle ideologie del secolo scorso. 

I tragici e recenti fatti dimostrano come i termini "comunista", "fascista" e "nazista" vengano utilizzati a sproposito: per Putin gli Ucraini vicini alla mentalità dell'Europa occidentale sono nazisti. In Italia invece, chi si dichiara contrario alla genitorialità degli omosessuali viene etichettato come "fascista" mentre invece chi prova ad impegnarsi a vedere in una prospettiva ampia e ben documentata le questioni dell'immigrazione e del lavoro viene facilmente bollato come "comunista".

A proposito della Regione Europea, governata da Madame Szegeczowska, Asimov ha fatto nel secolo scorso delle predizioni abbastanza esatte e non così lontane dalla realtà dato che, ad oggi, risulta un'appendice economica degli Stati Uniti ed è soggetta in maniera generalizzata al calo demografico:

Non era neanche probabile che la Regione migliorasse le sue condizioni rispetto alle altre zone della Terra: l'unica tendenza all'espansione le veniva dalle vivaci province sudamericane. Era la sola in cui negli ultimi cinquant'anni si fosse registrato un netto calo demografico. Era la sola che non avesse potenziato in maniera rilevante i propri impianti produttivi e che non offrisse nulla di radicalmente nuovo alla civiltà umana."

Infatti se la popolazione mondiale aumenta in questi anni è soprattutto grazie all'Africa.

"Non ci sono più barbari capaci di sconvolgere la società. Potremmo essere noi i barbari di noi stessi".

Nelle ultime due pagine del libro, la Calvin e Byerley si interrogano su quale possa essere il bene per il futuro dell'umanità: una società senza classi? Una totale urbanizzazione dei territori? Una civiltà contadina?

Per Byerley solo le Macchine, diventate ormai simili a divinità, possono rivelare agli umani la strada più probabile, dato che a loro è affidato il totale controllo dell'economia.

1 agosto 2025

"THE COMPLEX FORMS" :

14) MACCHINE, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E ROBOTICA

The complex forms è un film in bianco e nero con effetti speciali girato in una villa bresciana da Fabio d'Orta nel 2023.

Girato con un budget di soli 20.000 euro, quest'opera cinematografica è classificata come "film horror-fantascientifico": dura poco più di un'ora ed è evidente la cura delle scenografie e degli effetti visivi.

1) CONTENUTO DEL FILM:

All'inizio, un uomo sta sottoscrivendo all'interno della stanza della villa un contratto con un direttore della durata di dodici giorni.

Il film non chiarisce subito per quali motivi alcune persone si trovano nella struttura come ospiti. 

A poco a poco però emerge, da dialoghi scarni ed essenziali, che alcuni di loro stanno attraversando momenti difficili, di perdita, di dolore, di disorientamento psicologico e di difficoltà economiche: per questo hanno firmato un modulo in cui accettano di lasciarsi possedere da alcune macchine che dovranno catturare i loro corpi in cambio di soldi. 

Si tratta di macchine enormi che incombono nella villa per inghiottire qualcuno degli ospiti dopo il rombo di un tuono.

I personaggi presenti nella villa risultano alienati, isolati.

Nessuno di loro dovrà scambiare con gli altri che soggiornano nella villa informazioni sul proprio passato anche se, in qualche caso, questo accade.

Un giorno nella villa è come un anno nella vita reale.

2) LA MIA INTERPRETAZIONE:

Ritengo che questo film costituisca una metafora di rielaborazione del dolore traumatico.

I personaggi, tutti rigorosamente maschili, sembrano incappare in questa villa e sembrano aderire ad uno stile di vita simile a quello monastico dato che parlano pochissimo, anche nei momenti dedicati ai lavori di pulizia delle stanze.

Oltretutto, non possono scambiarsi i nomi anche se due di loro lo fanno, i pranzi risultano silenziosamente pesanti e tutti uguali con il solito piatto di minestrone di fagioli.

Gli ospiti della villa incappano in una quotidianità ripetitiva, senza solide relazioni e priva di senso. Di tanto in tanto giocano a carte, ma senza un vero coinvolgimento nelle strategie del gioco.

La narrazione filmica rivela qualcosina a proposito di alcuni personaggi: ad esempio, De Ben dice di essere stato un cuoco fino a tre mesi prima, ha perso il lavoro ma il film non esplicita le ragioni per cui questo è accaduto. 

Un altro uomo invece si trova nella villa dopo aver perso la moglie e il figlio l'anno precedente.

Sembra che tutti gli ospiti incappino nel contratto propinato dal dirigente della villa a seguito di eventi spiacevoli e traumatici e inoltre, la permanenza di ciascuno di questi uomini nella maestosa struttura può essere metafora di un'esistenza grigia di cui si è smarrito lo scopo oltre che l'entusiasmo.

Un momento del film che mi ha colpita è anche il seguente: quando il Gigante, uno dei presenti, afferma che c'è un sentiero dietro la villa, suggerisce a due suoi compagni di stanza una via di fuga e li asseconda nell'intento.

Perché il sentiero, boscoso, stretto e molto ombreggiato, si trova dietro e non davanti alla struttura? 

Il tentativo di fuga dei tre uomini non conduce alla liberazione dalla noia: infatti il sentiero finisce con un fiume le cui correnti levigano i sassi. 

Il fiume può rappresentare quelle vie d'evasione dall'infelicità non efficaci, come ad esempio l'alcol o attività e passatempi non gratificanti?

Infatti, i tre ospiti della villa, privi di mezzi per attraversare il fiume, si trovano costretti a tornare indietro.

I mostri automatizzati alti quattro metri che incombono nella villa dopo i tuoni per divorare le persone rappresentano quel momento della vita grazie a cui un essere umano si ritrova a dover far fronte al dolore, senza più ignorarlo con un'anestesia mentale ed esistenziale.

L'incontro con quelle macchine per me non comporta la morte di alcun personaggio né alcuna possessione. 

Semplicemente, quei mostri-macchina tanto inquietanti trasportano gli uomini che hanno divorato in un'altra villa, luogo in cui prendono coscienza di dover ridiventare protagonisti della propria esistenza, prendendo consapevolezza del fatto che il tempo è prezioso.

3) "THE COMPLEX FORMS" POTREBBE FORSE RIFERIRSI ANCHE AL RAPPORTO TRA UOMO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

Ho pensato a questo parallelismo recentemente, mesi dopo la visione del film.

I lavori e, in generale, tutte le azioni che gli ospiti della villa compiono prima di venire catturati dalle macchine potrebbero rappresentare il nostro presente, ovvero, il tempo in cui i cambiamenti dovuti alla rivoluzione informatica sono presenti in modo prepotente nella vita di ognuno di noi.

La vita di tutti coloro che soggiornano nella struttura prima dell'incontro con enormi macchine automatizzate risulta monotona, banale, ripetitiva, alienante e fatta di relazioni vuote nelle quali manca la capacità di comunicazione. 

La comparsa di quelle enormi macchine non telecomandate, molto più grandi e molto più alte di qualsiasi uomo, potrebbe indicare i timori, le diffidenze e le domande di molte persone oggi riguardo l'intelligenza artificiale, quali: 

-Se oggi l'AI sa svolgere i calcoli complessi meglio dei matematici, domani ruberà alcuni posti di lavoro a chi ha una formazione tecnica? 

-Come i prossimi sviluppi dell'AI nella vita quotidiana influiranno nelle nostre relazioni? 

-Risulteremo dipendenti dall'AI molto più che dai social network? 

-Tra alcuni anni l'AI ci aiuterà nei nostri compiti lavorativi oppure eliminerà anche tutte le mansioni dei lavoratori non qualificati? 

-L'AI influirà sul modo di concepire e di intendere politica e democrazia?

Il potenziamento dei programmi di AI riguarda un futuro prossimo, per tutti noi.

La villa che compare nella scena finale è un luogo tranquillo ed edificante: gli uomini che erano stati divorati dagli automi-mostro sono seduti attorno ai tavolini di un ampio bar e, da quel che ricordo, oltre ad essere sereni, per qualche secondo si sentono alcuni di loro confrontarsi a proposito di argomenti di arte, di letteratura, di storia.

E, ovviamente, dicono con sollievo: "Non c'è nessuna possessione".

Nella speranza del regista quindi, l'intelligenza artificiale potrà forse dar vita ad un nuovo umanesimo, integrato con l'ingegneria ambientale, con la robotica, con infrastrutture più efficienti (soprattutto in Italia) e con una digitalizzazione più inclusiva e più diffusa tra le varie fasce di reddito e di età di una popolazione? 

Ma magari! 


4) IL GIGANTE:

Questa figura a mio avviso è la più indecifrabile. Si tratta di un uomo molto alto, di cui gli spettatori del film non conosceranno mai il passato. 

Ha sempre la stessa espressione neutra e sul volto e, come rivelavo prima, l'unica frase che pronuncia è: "C'è un sentiero dietro la villa".

Sembra l'unico a non provare emozioni, al contrario di tutti gli altri che provano angoscia e disperazione al pensiero di venire mangiati dalle macchine.

5) INTERPRETAZIONI DI MATTHIAS:

Il film, anche se per me non è stato emotivamente coinvolgente, è tecnicamente buono pur essendo recitato da attori non professionisti, gli alpini della zona.

I mostri meccanici sono stati aggiunti in un momento successivo alla recitazione, tramite effetti speciali al computer.

  • Inizialmente ho pensato che il tema centrale fosse la vendita del proprio corpo: all'inizio gli ospiti della villa accettano il contratto senza pensare troppo alle conseguenze che questo comporta e quindi senza preoccuparsi troppo del momento in cui, prima o poi, si troveranno di fronte a macchine mostruose.
  • Può esserci un'interpretazione legata allo sfruttamento delle persone: il regista insiste molto nel riprendere i momenti in cui gli uomini nella villa lavorano. Si tratta soprattutto di mansioni come pulire i pavimenti, spolverare mobili e lucidare i vetri di specchi e finestre. Niente di entusiasmante, niente di gratificante o, comunque, niente che valorizzi le specifiche abilità e potenzialità delle persone. Questo sarebbe un motivo per cui i mostri metallici automatizzati potrebbero rappresentare i momenti di esasperazione e gli sfoghi emotivi delle persone che svolgono lavori faticosi, alienanti e usuranti che permettono di coltivare soltanto relazioni superficiali.
  • Un ruolo importante nel film lo hanno anche tematiche come il saper dare valore alla vita e l'attesa della morteLa prospettiva, che prima o poi si concretizza per ciascun ospite della villa, di venire inghiottiti da questi enormi automi, può essere un invito a vivere pienamente i giorni che ci vengono dati scavalcando la monotonia e l'apatia.

L'attesa è una tematica molto presente anche nel Deserto dei Tartari di Buzzati: la fortezza, isolata e affacciata su una vasta pianura teatro di molte leggende, esercita fascino su Giovanni Drogo che, per molti anni, attende l'occasione di poter combattere in quel luogo, buttando via le opportunità che gli permetterebbero di ottenere incarichi migliori nell'esercito e quindi perdendo l'occasione di vivere veramente.

Durante la narrazione, non succede praticamente nulla di interessante nella vita di Drogo, a parte il continuo scorrere del tempo scandito da giorni tutti uguali che piano piano avvicina il personaggio principale alla malattia e alla morte.

6) IL TEMPO DELLA VILLA E IL TEMPO NELLA VITA REALE:

Il momento in cui gli ospiti vengono divorati nella villa corrisponde alla loro morte nella vita reale e questo lo si comprende nell'ultima scena del film: l'attimo in cui un anziano viene divorato da una macchina mentre gioca a carte in camera con altri tre uomini corrisponde al momento in cui nella vita reale ha avuto un incidente letale. 

Il momento in cui Lou, uno degli ospiti della villa, viene preso e inghiottito da una creatura metallica corrisponde al momento in cui, in vita, è morto in un campo.

10 luglio 2025

POPOLAZIONE, DEMOGRAFIA E PROBLEMATICHE LAVORATIVE: PROSPETTIVE FUTURE

My American Ciccillo came back a few days ago! 💖💛

Queste sono alcune nostre riflessioni e considerazioni, basate su dati oggettivi, al fine di valutare un problema molto attuale.

1) PREVISIONI DI DECLINO DEMOGRAFICO PER L'EUROPA:

La previsione sulla crescita della popolazione dei paesi europei entro il 2100 ipotizza che entro il 2100 l'Italia, come l'Ucraina, perderà 23 milioni di persone.

Anche i paesi dell'Europa dell'est conosceranno una significativa perdita di abitanti. La situazione degli stati del nord non è molto migliore, infatti solo la Svezia sperimenterà un piccolo aumento di alcune centinaia di migliaia di abitanti.

Tutti i paesi europei perderanno popolazione ad eccezione del Regno Unito, che guadagnerà 5 milioni di persone, e della Francia, che crescerà di 2 milioni.

Il basso tasso di fecondità sarà una delle principali cause del declino demografico, insieme all'allargamento della fascia della popolazione di mezz'età e in età da pensione. 

In Francia e in Regno Unito, gli ultimi governi hanno applicato politiche a sostegno della natalità e delle famiglie che comprendono il diritto di ottenere permessi di lavoro e anche sgravi fiscali per le famiglie. 

Il tasso di fecondità francese è infatti di circa 2 figli per donna.

Oltre a ciò, la capitale Parigi contiene un'importante percentuale di immigrati (circa il 15% dei residenti) che ha influito non soltanto dal punto di vista culturale ma anche sull'economia, incrementando il personale del mercato del lavoro francese.

A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, gli immigrati trasferiti a Parigi provengono soprattutto dai paesi nord-africani.

Tuttavia, per le istituzioni francesi ultimamente non è facile affrontare il problema dei minori non accompagnati, i cui arrivi risultano in aumento negli ultimi cinque anni.

Le politiche a favore delle famiglie possono mitigare la decrescita demografica di un paese occidentale industrializzato e tecnologizzato ma da sole non sono sufficienti per risolvere la crisi demografica. 

Una qualsiasi società del benessere non fa molti figli per poter crescere demograficamente come popolazione e anche una famiglia con buone possibilità economiche difficilmente ha più di tre figli.

2) GLI ALTI TASSI DI FECONDITÀ SONO UN BENE PER LE DONNE?

Pur essendo una convinta sostenitrice dell'emancipazione culturale femminile, mi trovo costretta ad ammetterlo: uno dei fattori che influenzano la fertilità è proprio l'elevata istruzione della quale anche le donne hanno diritto.

Il conseguimento della laurea è abbastanza spesso correlata ad un'età del matrimonio più tardiva e dunque a tassi di natalità inferiori.

Oltre a lunghi percorsi di studio, soprattutto in Italia, la bassissima natalità (appena un figlio per donna) è influenzata anche dalle inefficaci politiche sociali del lavoro, soprattutto aziendali, dal momento che queste stesse non impediscono affatto ai manager di licenziare una giovane a causa di una gravidanza oppure, che non aiutano le donne a conciliare il diritto di crescere due o tre figli con il sacrosanto diritto all'indipendenza economica dal compagno o dal marito. 

Il costo della vita è aumentato, soprattutto ultimamente, dopo la pandemia e a seguito dapprima della guerra russo-ucraina, poi delle crescenti tensioni tra Israele e Iran.

La disparità salariale tra uomini e donne è soltanto un punto del problema enunciato nel presente paragrafo. 

A mio avviso infatti, l'elevato livello di disoccupazione o di semi-occupazione femminile del nostro paese, dipende in buona parte dai mancati aiuti economici statali a sostegno delle spese per gli asili nido, comunali o privati che siano.

I tassi di fecondità più alti al mondo si trovano nel continente africano: basti pensare al Niger (circa sette figli per donna) o al Mali (6, 3 figli per donna).

I tassi di natalità più elevati corrispondono sicuramente ai paesi asiatici e africani dove le ragazze appena adolescenti subiscono i matrimoni precoci e combinati e in ogni caso sicuramente non possono accedere all'istruzione superiore.

3) RIFLESSIONI SULLA SITUAZIONE LAVORATIVA DEI GIOVANI IN ITALIA RAPPORTATA ALLA SITUAZIONE DEMOGRAFICA:

Nel nostro paese le politiche del lavoro in generale non riconoscono i lavoratori, uomini o donne che siano, come una risorsa. 

E così i giovani, arrivati nell'età idonea per costruirsi una famiglia, si ritrovano disorientati, demoralizzati e senza sicurezze economiche per poter programmare un avvenire in modo chiaro.

Questo fattore incide sulla decrescita demografica italiana.

Per molti laureati, il mondo del lavoro in Italia propone contratti interinali oppure rapporti lavorativi con stipendi insufficienti persino per potersi permettere di accedere a mutui per un bilocale.

Inutile che il signor Forchielli demolisca le facoltà umanistiche, giuridiche e psico-sociali. 

Con scienze del servizio sociale e scienze della formazione primaria il lavoro, in questi ultimi anni, lo si trova abbastanza facilmente. Non si tratterà di stipendi da favola, però, sono facoltà che portano poi ad un'entrata economica costante in tempi non troppo posteriori dal giorno della discussione della tesi.

Per quel che concerne Giurisprudenza è invece necessario un lungo e faticoso iter post-laurea prima di realizzarsi come avvocati, a meno che qualche azienda non assuma molto prima gli studenti usciti da questo tipo di formazione per mansioni impiegatizie che implichino un minimo di formazione legale. 

Per gli ambiti letterari, linguistici o artistici... ci si può ritrovare a dover deviare i propri percorsi e progetti lavorativi da quelli che erano i progetti originari.

Ultimamente però non vedo come un male un percorso professionale non lineare: ogni esperienza lavorativa, breve o lunga, positiva o faticosa, può rivelarsi utile per la propria crescita. Io ad esempio, con l'esperienza da promoter in stazione, ho ulteriormente migliorato la competenza linguistica (un sito britannico mi ha calcolato un livello C1 a seguito di una serie di test) e, indubbiamente, ho imparato ad ascoltare di più le mie emozioni negative e a trovare risposte pronte ed educate alle critiche degli altri, invece di rimuginarci sopra.

Le facoltà caldamente consigliate da Alberto Forchielli (fisica, chimica, biologia, biotecnologie e anche informatica) in questi ultimi anni portano di solito a stage di 500 euro al mese che non garantiscono affatto una definitiva assunzione e comportano anzi una gran fregatura per i contributi pensionistici dei giovani che vi aderiscono, oltre al fatto che non prevedono né le ferie né la tredicesima. 

Per queste ragioni gli studenti che provengono da aree tecnico-scientifiche si trovano costretti ad accettare contratti a chiamata nelle pizzerie, nei negozi di abbigliamento, nei bar o negli alberghi, in attesa che qualche azienda si degni di investire seriamente sulle loro competenze, acquisite mediante grandi sacrifici. Che schifo!

Alberto Forchielli è molto competente per quanto riguarda industrie, attività produttive e infrastrutture, per cui, meglio a mio avviso che si limiti a trattare soprattutto le questioni di sua competenza.

Va da sé comunque che bisognerebbe considerare di riformare le scuole prendendo qualche aspetto positivo vigente in altri paesi europei e va da sé infine che l'Italia è attualmente un paese economicamente depresso.

Comunque: siamo esclusivamente noi i colpevoli della nostra situazione o è marcio il meccanismo di questo cacchio di mondo del lavoro a cui dobbiamo far fronte che non ci permette di realizzare in tempi brevi dei progetti che richiedono un'indipendenza economica?!

Ora porto qualche dato tanto per convincere i lettori che non sto inventando nulla e non sono invidiosa di chi si laurea in materie tecniche o scientifiche:

-In media, secondo Almalaurea, dall'Italia emigra ogni anno il 10% dei laureati in discipline scientifiche. Il nostro balordo paese non sta investendo su di loro, mi sembra evidente!

-In Italia, il tasso di occupazione dei laureati in biologia ad un anno dalla laurea magistrale è appena del 48%, mentre quello dei laureati in lettere è del 73% (e anch'io avevo un lavoro nel mio primo anno da laureata). Per i geologi, la percentuale di occupazione scende tragicamente al 28%. Quindi c'è almeno una facoltà scientifica per la quale praticamente non esiste domanda di lavoro.

-Il tasso di occupazione, a cinque anni dal conseguimento della laurea magistrale, per i laureati in Fisica è del 69%. Per gli assistenti sociali invece è circa del 74%.

-Gli ingegneri occupati ad un anno dalla laurea costituiscono il 91%. Tuttavia i laureati in Ingegneria sono pochi innanzitutto perché non tutti coloro che hanno una mente tecnica e matematica sono portati per questa facoltà. 

Inoltre non mancano insoddisfazioni a proposito di stipendi e condizioni di lavoro: tutti gli "ingegneri sulla carta" sono "ingegneri anche professionalmente"? No, lo so da esperienze che mi sono state riferite: c'è chi diventa impiegato in ditte di ambito elettronico (impiegato addetto alla fatturazione,  non ingegnere) oppure ragazze che, in questo ambito, vengono liquidate dopo mesi di stage.

Un bagaglio culturale di tipo letterario o psico-sociologico fornisce gli strumenti critici necessari per valutare le sfaccettature della realtà e per argomentare le nostre idee. 

Solo che, mentre la Letteratura implica lo studio critico e l'interpretazione di testi d'autore, anche molto antichi, le Scienze sociali comportano conoscenze ampie e un'ottima predisposizione per le problematiche sociali, sia storiche sia contemporanee.

Per quali motivi, nella nostra società, la letteratura è considerata inutile e le scienze sociali, peraltro molto legate alla geo-storia, sono ritenute con disprezzo, le "scienze delle merendine"? Perché, in generale, il mondo in cui viviamo è abitato da persone insensibili, giudicanti e incredibilmente vuote.

Non mi risulta che le facoltà tecnico-scientifiche forniscano queste abilità, fondamentali in un mondo contemporaneo caratterizzato dalla crisi della globalizzazione, dal sorgere dell'AI e da crescenti nazionalismi e imperialismi.

Confido al 1000% nel fatto che il brillante professor Boldrin, le cui considerazioni su scuola e università risultano più lucide, più equilibrate e più lungimiranti, conosca anche meglio di me le questioni appena enunciate. D'altra parte, il declino culturale del nostro paese è imbarazzante e vergognoso.

A volte Forchielli ammette di porsi in tono provocatorio per spingere i suoi interlocutori e chi lo ascolta a pensare, a riflettere a proposito di un determinato tema. 

Anche se non penso che questo modo di porsi sia sempre utile ed efficace, anzi, a volte può essere divisivo.

4) ANDAMENTO DEMOGRAFICO IN ITALIA:

In Italia, dal 1993 i morti hanno superato i nati.

Ecco alcuni dati che dimostrano il declino delle nascite:

-1947: 1.011.490 nati.

-1958: 1.058.051 nati.

-1964: 1.035.000 nati. 

Il 1964 è stato l'ultimo anno in cui si è superato il milione di nati.

Si tratta di un incremento sicuramente favorito dal boom economico del periodo 1950-1965.

-1993: 550.000 nati.

-1995: 526.000 nati.

-2015: 485.780 nati.

-2024: 375.000 nati.

Tuttavia, se fino al 2010 l'immigrazione compensava questo calo, adesso non basta più.

Non appena i nati nei primi anni Sessanta andranno in pensione il nostro paese dovrà affrontare prossimamente un disastro fiscale: per anzianità, i nati in quegli anni andranno in pensione nel 2031 come termine ultimo. 

Già ora mancano i lavoratori a causa del calo demografico che risulta un problema da almeno 30 anni.

Proprio il calo demografico e le politiche a favore del lavoro e dell'immigrazione sono i punti chiave che stanno a cuore a "Comunità democratica", nuovo partito fondato a gennaio da Romano Prodi e Graziano Delrio.

5) REGOLARIZZARE L'IMMIGRAZIONE:

Nei prossimi anni avremo necessità di regolarizzare, in modo ponderato ed efficiente, gli immigrati.

Solo la migrazione può contrastare una decrescita dannosa per l'economia di uno stato.

Infatti si prevede che Francia, Regno Unito e Stati Uniti aumenteranno di popolazione nei prossimi decenni grazie all'ingresso dei migranti. 

In seguito, gli immigrati per due o tre generazioni faranno figli fino a che non raggiungeranno un livello di benessere simile a quello del resto della popolazione.

In Italia, i Decreti Flussi non contrastano l'irregolarità degli immigrati: la burocrazia del nostro paese prevede tempi molto lunghi per regolarizzare un permesso di soggiorno, per questo una buona parte dei migranti si ritrova a vivere e a lavorare in Italia in uno stato di semi-irregolarità, con permessi di soggiorno non più validi. 

Poi, le quote stabilite per l'ingresso dei migranti nel nostro paese non rispecchiano il reale fabbisogno del mercato del lavoro.

Per questo gli immigrati sono più soggetti ai lavori in nero ed è un male: così non si dà loro la possibilità né di assicurarsi un futuro e una pensione e nemmeno di sostenere il sistema previdenziale italiano.

La rete di accoglienza dei migranti in Italia è fragile.

Si dovrebbe:

-Legare l'accoglienza dei migranti a percorsi di lavoro e di integrazione.

-Rafforzare la rete SAI e quindi i servizi sociali nei percorsi di inclusione e di autonomia economica.

-Programmare gli ingressi coordinando Stato, formazione ed esigenze delle imprese affinché il reale fabbisogno del mercato del lavoro venga soddisfatto.

6) I PROFUGHI AMBIENTALI:

Nei prossimi decenni rilevante sarà la problematica del profughi ambientali, ovvero, tutti coloro che dovranno emigrare dai propri paesi perché i cambiamenti climatici dei loro paesi renderanno inabitabili gli ambienti in cui vivono a causa soprattutto di prolungati periodi di siccità e di desertificazione.

Si calcola che nel 2050 circa tre miliardi di persone saranno esposte a rischi ambientali molto gravi a causa dei cambiamenti climatici e dell'aumento delle temperature a livello globale.


7) LA ROBOTICA POTREBBE ESSERE UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA ALL'IMMIGRAZIONE?

Il Giappone ha uno dei più bassi tassi di natalità al mondo e un'alta speranza di vita.

La destra nazionalista odia gli immigrati, tuttavia, negli ultimi anni le aziende nipponiche stanno puntando a sviluppare la robotica per supplire ai posti di lavoro vacanti.

Così il Giappone è diventato il primo produttore mondiale di robot industriali e buona parte dell'esportazione dell'automazione nipponica è destinata alla Cina.

La robotica a mio avviso non è una soluzione così edificante. 

Gli automi sarebbero un bene se sostituissero gli umani per quel che concerne i lavori con la più alta probabilità di gravi incidenti e a rischio INAIL permanente (muratori, mulettisti e manovali edili).

Sono a favore della complementarietà tra uomini e robotica e tra apporto umano e apporto dell'AI, tuttavia, spererei vivamente che i robot non sostituissero mai e poi mai operatori socio-sanitari, medici o receptionist d'albergo! 

Dove andrebbe a finire un mondo totalmente asettico, automatizzato e senza umanesimo?

Non lo so. 

Comunque, il decremento demografico sarà un problema per tutti gli Stati del mondo a partire dal 2080 quando, secondo le stime dell'Onu, la popolazione inizierà a diminuire a livello globale e quando gli anziani supereranno di numero i bambini e i giovani.

Anzi, secondo alcuni studi, la popolazione mondiale diminuirà già a partire dal 2060.

Comunque i nostri governi dovrebbero iniziare a incentivare i canali regolari per l'ingresso nel nostro paese. 

Già ora in Italia ci si lamenta per la carenza di lavoratori, in parte anche per il fatto che manca una seria riforma delle politiche attive del lavoro: i licenziamenti collettivi sono gestiti male e quindi prevalgono gli ammortizzatori sociali. 

Poi il sistema EPL di protezione occupazionale è rigido perché tende a proteggere chi è già dentro il mondo del lavoro e non chi dovrebbe entrare.

In Italia non manca chi vuole lavorare, italiani o immigrati che siano: manca, nel nostro paese, un'etica del lavoro finalizzata a diminuire le dinamiche di sfruttamento, un'etica che consideri una legge o per l'aumento degli stipendi o magari per un salario minimo che sia a partire dagli 11 euro l'ora per i lavoratori non qualificati, più garanzie di assunzioni definitive e forti limiti ai contratti interinali, severe ammende per chi evade fiscalmente e per chi assume con contratti "in grigio", un maggior equilibrio tra vita privata e lavoro.