19 febbraio 2012

I sentimenti non si possono stirare...sono come la luna

Ho letto un racconto davvero particolare e poetico, tratto dalla raccolta di Davide Bernasconi intitolata :"Le parole sognate dai pesci".
Mi ha colpito molto il contenuto e la ricchezza di similitudini. Mi ha fatto riflettere e più volte mi sono soffermata a rileggere alcune parti per cercare di interpretare le frasi che mi sembravano significative.

La storia, ambientata in Lombardia in un paesino sul lago di Como, inizia con il descrivere il lavoro di stiratrice di Nora, una donna modesta, riservata e abituata ad essere indipendente. Una persona che traeva soddisfazioni esclusivamente dal suo lavoro, da lei svolto sempre con molta disinvoltura. "Pilotava il vapore e percorreva i tessuti con la malizia del navigante, che conosce ogni onda e ogni scoglio da evitare.Viaggiava su diversi colori e spessori e trattava capi pregiati e fazzoletti rattoppati con la stessa grazia di una libellula." 
Nora era praticamente sola al mondo; non si era mai sposata e i pochi parenti ancora vivi abitavano in Sardegna e le scrivevano lettere piene di tenerezza, che però la facevano sentire molto lontana da loro e dal suo paese natale.
Le donne che lavoravano con lei si comportavano da pettegole e "muovevano le loro bocche con lo stile di una forbice, che può cambiare il ritmo ma non il risultato finale". Io sono convinta che qui il narratore abbia voluto esprimere un concetto interessante e veritiero: la velocità con cui i pettegolezzi vengono trasmessi può essere diversa, ma non cambia mai il risultato, che è sempre comunque negativo perchè ferisce i sentimenti della vittima dei pettegolezzi e soprattutto è intriso di malizia.

Pur rimanendo indifferente nei confronti delle compagne di lavoro e dei loro discorsi indiscreti, Nora nutriva tuttavia una simpatia particolare per Elena, una ragazza giovanissima, sorridente, dolce ma un po' frivola e ingenua. 
La ragazza riponeva molta ammirazione nei confronti di Nora, quasi imbarazzata nel sentirsi dire da una giovane che era una bella donna. 
Ho trovato curioso che tra due persone molto diverse, una un po' civetta e l'altra molto riservata e seria, sia nata un'amicizia molto sincera. 
In una sera di ottobre, Elena aveva rivelato a Nora la sua intenzione di scendere alla riva del lago per un appuntamento con un ragazzo. Mentre la giovane contemplava il tramonto, viene assalita alle spalle da "una sagoma che puzzava di tabacco e di follia, travestita da uomo". Ma Nora, che l'aveva seguita da lontano, la difende sferrando un colpo all'orco con il suo ferro da stiro.
Nel racconto, compaiono spesso due frasi che meritano di essere valorizzate. La prima è: "Soltanto la luna non si può stirare, tutto il resto si può sistemare". La luna rappresenta i sentimenti dell'essere umano, che non  possono essere ignorati (non possono essere stirati), perchè sono spontanei e quindi sono già perfetti così come sono. L'altra, più profonda:" Ma ora, come i pesci, anche se non parlo non vuol dire che non so".  
La parola non sempre è conoscenza..... in effetti io ho sempre pensato che i ricordi, belli o brutti, siano delle prove concrete di conoscenza, come le esperienze molto forti  che fanno maturare l'essere umano e che lo inducono a un saggio silenzio e a un comportamento di riflessione sulla propria vita.

11 febbraio 2012

Iqbal: emblema del lavoro minorile, grave piaga sociale


Ancora oggi, soprattutto nel Terzo Mondo, chi prova ad attaccare interessi economici molto alti, si espone a rischi gravissimi. Questo lo dimostra la storia di Iqbal Masih, bambino pakistano divenuto schiavo a soli 4 anni. Venduto dai genitori per sedici dollari, aveva iniziato a lavorare presso un fabbricante di tappeti, accovacciato per più di 12 ore al giorno ad intrecciare fili, come altri suoi coetanei, compagni di sventura. 
Ma Iqbal, sebbene fosse molto abile ad intrecciare fili, era stato un ribelle e un forte sin dall'inizio della sua dolorosa esperienza di lavoratore:aveva sempre desiderato fuggire lontano dal Pakistan e da quell'orribile fabbrica. Era addirittura riuscito a conquistare la stima degli altri bambini attraverso atti di ostilità contro il suo lavoro. Era frequentemente punito.
Poi...a 10 anni, era riuscito a fuggire dalla fabbrica e qui era avvenuta una svolta significativa nella sua vita.
Si era rifugiato presso un'associazione pakistana, fondata allo scopo di liberare i bambini dalla schiavitù!
Era stato sostenuto dall'associazione. Era diventato un sindacalista. Aveva viaggiato  nelle capitali d'Occidente. Aveva raccontato, con la sua voce innocente di bambino, quale scandalo raccapricciante e sconcertante si nascondesse sotto il basso costo dei tappeti pakistani. Grazie alla sua testimonianza, la vendita dei tappeti aveva subito un brusco calo e alcuni membri della mafia furono arrestati. Era riuscito a rendere la sua vita migliore ma ................  è morto assassinato, il 16 aprile 1995, a colpi di pistola. A sparare era stato uno squilibrato ma il vero mandante dell'omicidio è, ancora oggi secondo l'opinione di molti, la mafia dei fabbricanti di tappeti.

Questa storia è spiazzante. Ma, purtroppo, di simili ne esistono molte nei Paesi cosidetti del Terzo Mondo. E, sebbene avvenuta quasi 17 anni fa, a mio avviso dovrebbe destare molto più scalpore di quello che ha destato, e dovrebbe farci riflettere. Sono convinta che indignarsi non basti. 
Io muoio dalla voglia di aiutare tutti quei bambini schiavi di una vita faticosa e piena di umiliazioni, vorrei gridare forte contro l'ingiustizia. Siamo tutti parte dello stesso pianeta, ma allora perchè io, al contrario di molti miei coetanei pakistani, sono sempre andata a scuola (la scuola, prima che un dovere è un diritto!!!)? Quei ragazzi lavorano molto duramente, sono maltrattati da adulti senza scrupoli e vengono considerati alla stregua di mozziconi di sigaretta spenti e schiacciati sull'asfalto. Scusate l'eccessiva schiettezza delle mie ultime parole, ma purtroppo è proprio così: i bambini schiavi sono solo dei mozziconi spenti che tutti possono calpestare. Perchè loro hanno conosciuto solo miseria e fatica e io l'affetto e la speranza?!! 

Provo molta pietà per le loro famiglie: se li vendono è perchè in casa ci sono solo situazioni economiche molto disastrose. I genitori di quei bambini vengono adescati con false promesse e tra queste in particolar modo spicca quella di far diventare il proprio figlio un onesto lavoratore insegnandogli a guadagnarsi la vita.

Oggi il lavoro minorile è un fenomeno che ha raggiunto dimensioni davvero mondiali. Sono più di 75 milioni i bambini nel mondo che non possono andare a scuola!! Dato oltremodo sconcertante! Certi dati dimostrano che probabilmente oggi viviamo in un mondo migliore di quello che, circa 70 anni prima, era stato sconvolto da un conflitto oltremodo disumano: la seconda guerra mondiale, che io chiamo anche con il nome di "guerra della shoah", dello sterminio ebraico, ma si tratta ancora di un mondo oltremodo ingiusto. Come fare?

5 febbraio 2012

Mite tramonto

Chiudo gli occhi e immagino uno splendido tramonto... così mi dimentico di avere l'influenza.
  

L'armonioso fruscìo
del vento
si diffonde
nell'aria tersa,
un mite tramonto all'orizzonte
contempla
la verde campagna,
maestose montagne
ammirano
il variopinto cielo
che accoglie

la nascita
di piccole luminose stelle.

3 febbraio 2012

Centochiodi: no al sapere arido, sì all'amicizia!

Avete visto "Centochiodi", lo splendido film di Ermanno Olmi? Io ne sono davvero entusiasta!
La vicenda: un giovane, affermato professore di filosofia e storia della religione all'Università di Bologna, svolge le sue ricerche in un'antica biblioteca, colma di preziosi manoscritti e testi teologici.
Un giorno questi manoscritti vengono trovati aperti, sparpagliati per terra, sulle pareti, sui tavoli della biblioteca, trafitti da lunghi chiodi. Il professore aveva abbandonato i suoi studi e se ne era andato, per ricominciare una nuova vita sulle tranquille rive del Po, dove scopre un vecchio rudere e se ne appropria.
Intorno a questa semplice dimora, si intrecciano storie di amicizia, di vita quotidiana e d'amore tra il professore e gli abitanti del posto: barcaioli, contadini, commesse... gente povera e semplice, che riconosce in lui un amico e una guida.
Raz Degan, l'affascinante interprete del Cristo in Centochiodi
 Nel suo personaggio, Olmi intende rappresentare il Cristo. In una sua intervista dichiara:"Ogniqualvolta oggi un uomo si comporta secondo le modalità di relazioni umane che somigliano a quelle dell'uomo-Cristo, è in un certo senso egli stesso Cristo. Così come ogni volta che aderiamo ad una proposta di vita che è quella di Cristo, siamo un po' Cristo anche noi."
I significati del film sono molteplici e profondi. Io voglio mettere in risalto un aspetto che ritengo importante per noi adolescenti. Mi ha colpito soprattutto la frase che il professore rivolge ad una ragazza che sta preparando la tesi:" C'è più verità in una carezza che in tutte le pagine di questi libri"; e un'altra frase che rivolge ad un carabiniere:" Tutta la sapienza del mondo non vale una tazza di caffè bevuta con un amico."
 Amo molto i libri, ma ritengo che non debbano restare separati dalla vita, così come la cultura. Considero l'amicizia  un valore molto prezioso da coltivare e da custodire, senza timori, con rispetto e sincerità, è utile per la crescita umana uno scambio di opinioni e  perchè no... una tazza di cioccolata insieme, anche da distributore automatico.
Dell'amico ci si può fidare e io credo molto anche nell'amicizia tra ragazzi e ragazze. Anzi, forse è più arricchente. Sono un'ingenua? Può darsi... ma mi piace crederlo.