22 agosto 2012

Obesità, anoressia e bulimia: tre preoccupanti fenomeni sociali... molto spesso di origine psicologica

Sappiamo che, a partire dalle civiltà più antiche, consumare cibo con altre persone crea gioia, amicizia e condivisione.
 Un cattivo rapporto con il cibo e problemi di relazioni autentiche possono invece creare gravi disagi alimentari.

Nella nostra società obesità, anoressia e bulimia sono tre fenomeni sociali legati ad un cattivo rapporto con il cibo. Nonostante abbiano in comune questo aspetto, ciascuna delle tre presenta rilevanti differenze che le distingue dalle altre due.

L'obesità è una condizione che indica l'accumulo in eccesso di grasso corporeo. Questo fenomeno può essere causato o dalla predisposizione genetica, o da un eccessivo apporto calorico, o da un metabolismo molto lento.
 L'obesità può portare ad un aumento dei problemi di salute e ad una riduzione delle aspettative di vita.

L'anoressìa è la mancanza o la diminuzione dell'appetito.
La persona affetta da anoressìa prova un senso di nausea e di disgusto per il cibo, mangia poco, da sola e spesso a orari insoliti. Questo comportamento porta ad un'eccessiva diminuzione del peso corporeo e, nei casi più gravi, anche alla morte. Le cause principali sono l'ossessione di ingrassare e la convinzione di non essere all'altezza delle proprie aspettative.

Il termine bulimìa indica invece un disagio alimentare caratterizzato dalla tendenza ad assumere grandi quantità di cibo in breve tempo per poi ricorrere a vari metodi di disassimilazione quali vomito autoindotto, utilizzo di lassativi o intenso esercizio fisico.
In particolare, il vomito autoindotto può portare a conseguenze molto gravi; tra questi la rottura dello stomaco, una notevole perdita di potassio, problematiche cardiache, laringite ed erosione dello smalto dei denti, che con il passare del tempo divengono traslucidi.
In alcuni soggetti, la bulimia è provocata da problemi fisici e tra questi la disfunzione del tratto gastrointestinale, della tiroide e degli ormoni. 

Questa malattia si manifesta soprattutto nelle ragazze adolescenti. Spesso anch'essa è causata dalla paura di ingrassare.
 Infatti i mass-media, ai nostri giorni, propongono modelli fisici perfetti, impossibili da raggiungere e certamente molto distanti dalla realtà. Le adolescenti però, affascinate da questi modelli, si confrontano con essi, perdono autostima e tendono a considerarsi in sovrappeso, temono i giudizi degli altri sul loro aspetto fisico. Per questo motivo spesso si abbuffano e vomitano di nascosto. 
Queste ragazze cercano quindi di sfuggire dal mondo reale per paura di affrontare le difficoltà, le emozioni e i cambiamenti dell'adolescenza.
Si rifugiano così in un mondo asettico che stimola i loro pensieri ossessivi al fine di distrarle dall'insoddisfazione di sè.
In alcuni casi, la bulimia è invece una conseguenza della depressione. A seguito di una disgrazia o di una forte delusione, dapprima la persona si chiude nel suo dolore dimostrandosi disinteressata nei confronti della vita, poi, per colmare il senso di tristezza e di vuoto, ricorre alle abbuffate che, anche se solo momentaneamente, placano il dolore psicologico.
Possono suscitare la bulimia anche le preoccupazioni di alcuni genitori che si dimostrano molto apprensivi per l'aspetto fisico di figli leggermente in sovrappeso.
Ritengo inoltre che, tra le molteplici cause di questa malattia, possa esserci anche una mancanza di dialogo tra genitori e figli, spesso accompagnato da un forte senso di abbandono.
Questi tre comportamenti alimentari, purtroppo, sono piuttosto diffusi nelle società dei paesi economicamente evoluti, dove spesso si dimentica il vero significato dei termini solidarietà e condivisione.







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