17 agosto 2012

L'occhio del lupo

 
Un lupo azzurro proveniente dalla gelida Alaska si ritrova a vivere in uno zoo. L'animale non ha che un occhio, è ormai vecchio, stanco di vivere, triste e solo. Il tempo scorre, i giorni passano sempre uguali.  Il lupo si dimostra indifferente a quei visitatori che, davanti alla sua gabbia, assumono comportamenti superficiali e immaturi.
 Un giorno però arriva Africa, un ragazzino adottato che si ferma davanti alla sua gabbia e inizia a fissarlo con molta intensità.  Inizialmente il lupo si infastidisce. 
Ad un tratto, Africa chiude un occhio. 
Questa è un'azione che rivela molta sensibilità: il ragazzino decide di mettersi sullo stesso piano del lupo per comprendere il suo modo di vedere il mondo.
E così, attraverso la cicatrice dell'occhio morto dell'animale, spunta una lacrima. Una lacrima che, a mio parere, indica la commozione del lupo e anche la sua incapacità di reagire di fronte a un'attenzione sincera e continua da parte di un essere umano.
Il lupo inizia quindi a superare la profonda diffidenza nei confronti degli uomini.
Tra i due si instaura una comunicazione molto particolare: fissandosi negli occhi, entrambi si ritrovano immersi nelle esperienze passate dell'altro. Il ragazzo ripercorre la vita del lupo nel Grande Nord dall'infanzia  fino al giorno della sua cattura. 
Il lupo invece, rivive il travagliato vagabondare del ragazzo attraverso le varie zone del continente africano fino al suo arrivo nel "mondo civilizzato".   

Il paesaggio, con i suoi colori e le sue atmosfere, è molto importante sia nella storia del lupo che in quella di Africa.

Il rapporto tra il lupo e il ragazzino  induce entrambi i protagonisti  a riaprire gli occhi chiusi. Soltanto verso la fine della storia si scopre che il lupo teneva un occhio chiuso perché aveva deciso di osservare il triste spettacolo dei visitatori con un occhio soltanto.

Ecco un altro romanzo stupendo che rivela  il segreto dell’empatia e dell'amicizia: stare vicino a qualcuno ed entrare in relazione anche semplicemente con uno sguardo sincero, aperto e sensibile, per restituire la voglia di vedere e di vivere a chi coltiva sentimenti di  diffidenza o di  indifferenza nei confronti degli altri.

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