24 marzo 2013

VITA DI PI


Recentemente ho visto un film piuttosto interessante e molto avventuroso, intitolato 
"VITA DI PI".               

Pi, una volta diventato adulto, racconta il suo passato a uno scrittore che desidera trarre un libro dalla sua  vicenda oltremodo singolare. Persino il nome del protagonista stesso ha un'origine  molto curiosa: un amico della sua famiglia, aveva suggerito di chiamare il bambino con il medesimo nome di una famosa piscina pubblica di Parigi e i genitori avevano accolto il consiglio chiamando il loro figlio con il nome di "Piscine". Ma dal momento che il ragazzino era divenuto oggetto di derisione tra i compagni di scuola,  a 12 anni decide di abbreviare il suo strano nome in "Pi".                                                                                                        
 Da ragazzino, Pi viveva  in India con i genitori e con il fratello maggiore.                                        
La sua famiglia era proprietaria di uno zoo gremito di molteplici specie animali che era stato creato all'interno di un vecchio giardino botanico. Tra gli animali, vi era anche una tigre del Bengala chiamata con il nome del cacciatore che l'aveva catturata, ovvero "Richard Parker".                                                                                                                           

La figura di Pi è veramente molto positiva: infatti egli è un ragazzino sveglio, piuttosto idealista e profondamente sensibile che si interroga sul senso delle religioni e che arriva addirittura a praticarne tre contemporaneamente . Inoltre, ritiene anche che gli altri animali abbiano un'anima, proprio come l'uomo. Quest'ultimo pensiero non viene condiviso dal padre, uomo molto razionale e concreto...

Un giorno , per provare a superare le pesanti difficoltà economiche, la famiglia decide di imbarcarsi per il Canada, dove ha intenzione di vendere gli animali dello zoo e trovare una nuova prospettiva di vita.
Durante il viaggio, però, una violenta tempesta fa naufragare la nave mercantile su cui si erano imbarcati e  Pi, rimasto l'unico superstite , riesce a salire su una scialuppa. 

A bordo con Pi, c'è anche la tigre, nei confronti della quale il ragazzo inizialmente nutre terrore. 
Pi decide allora di trascorrere le sue giornate su una piccola zattera legata alla scialuppa.
Poi pero' decide di addomesticare il feroce animale e raggiunge lo scopo offrendole del cibo.
Dopo molti giorni di naufragio, la scialuppa e la zattera giungono sulla riva di un'isola molto pericolosa in cui  di notte, a causa di un particolare processo chimico, ogni cosa diventa tossica. 
Quindi il ragazzo e la tigre ripartono e approdano in Messico: qui Pi viene soccorso da dei pescatori del posto, mentre Richard Parker si dilegua nella giungla.

In ospedale,  Pi racconta la sua intricata avventura a due giornalisti giapponesi che sono curiosi di conoscere il motivo per cui la nave è affondata. Pi, vedendo il loro sbalordimento dopo il suo racconto, narra  una versione totalmente diversa nella quale i protagonisti sono un  cuoco francese, la madre di Pi e un marinaio. Viene descritto il modo in cui il cuoco uccide il marinaio giapponese e la madre di Pi e viene anche raccontato che  Pi uccide il cuoco, vendicando la propria madre.

Ma quale delle due versioni è la migliore?! 
E soprattutto, qual è il messaggio che il regista vuole trasmettere con questa incredibile storia?!!

 Innanzitutto, penso che questo sia un "film avventuroso di formazione" che illustra la storia di un adolescente che impara ad affrontare e a risolvere situazioni molto rischiose e difficili. Sono inoltre presenti alcuni richiami alla letteratura del viaggio,     (=il lungo naufragio, il lungo periodo di solitudine in mezzo a un oceano, l'approdo su un'isola deserta e sconosciuta, le strategie di Pi per dominare la tigre e per affrontare la violenza della natura mi ricordano molto il celeberrimo "Robinson Crusoe" di Daniel Defoe).

 Le numerose difficoltà  che Pi affronta nel corso dell'intero film, potrebbero alludere ai limiti dell'essere umano, creatura che può soccombere facilmente alle terribili forze della natura e al destino inesorabile. 

Tuttavia, è importante rilevare la fede profonda che Pi coltiva nei confronti di Dio: talvolta infatti, durante la lunga scena del naufragio, il ragazzo prega con fervore Dio e dialoga con il Creatore. Il film probabilmente vuole esaltare lo strumento della fede come ricerca di miglioramento e di riscatto della condizione umana. La fede è presentata come un elemento che vede l'adesione pura e sincera a un principio profondo che va al di là di una singola religione: Pi, accetta infatti più pratiche religiose a condizione che siano manifestazioni autentiche di Dio.




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