21 novembre 2014

"La tigre e la neve": storia di un amore autentico


 "La tigre e la neve" è un celebre film uscito qualche anno fa nelle sale cinematografiche. Di tanto in tanto viene trasmesso su alcuni canali televisivi. 
E' una storia avvincente, coinvolgente e...poetica!
Il ruolo di personaggio-protagonista è stato assegnato a Roberto Benigni, attore brillante che è sempre stato capace di esercitare un particolare fascino presso una buona parte degli spettatori italiani.
 
La vicenda è ambientata a Roma nel 2003 e il protagonista è Attilio De Giovanni, docente universitario di letteratura italiana e grande amante della poesia.
E' ammirevole il modo in cui Attilio cerca di trasmettere ai suoi studenti la passione per la poesia e l'amore per la vita: "Non v'affrettate, eh! Poi non scrivete subito poesie d'amore, che sono le più difficili! Aspettate almeno almeno un'ottantina d'anni eh... Scrivetele intanto su un altro argomento, che ne so su... su... il mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco(...) Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro! Cos'è la poesia? Non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia sei tu! E" vestitele" bene le poesie! Cercate bene le parole! Dovete sceglierle! A volte ci vogliono 8 mesi per trovare una parola! Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere! (...)
Innamoratevi! Se non vi innamorate è tutto morto! Morto, tutto è... Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto, dilapidate la gioia! Sperperate l'allegria! (...) Fate soffiare in faccia alla gente la felicità!"

Attilio però è divorziato da alcuni anni e, ogni notte sogna di risposarsi con la sua ex-moglie Vittoria, (di professione giornalista), ferita a causa di un forte sentimento di amicizia che, alcuni anni prima, era sorto tra Attilio e un'altra docente universitaria. Un'amicizia che lei aveva scambiato per un tradimento. Per riconquistarla, Attilio la segue ovunque, cerca di parlarle, la invita a cena... ma lei lo evita.

Una mattina, dopo aver terminato una lezione all'università, Attilio incontra un suo vecchio amico di gioventù, il poeta Fuad di origini irachene, propenso a tornare in Iraq sebbene sia consapevole del fatto che nel suo paese natale è appena scoppiata una sanguinosa guerra civile. Vittoria, incaricata di scrivere la biografia di Fuad, decide di accompagnarlo a Baghdad. Pochi giorni dopo il suo arrivo in Iraq, a causa di un bombardamento, Vittoria rimane ferita gravemente alla testa e il poeta iracheno avvisa Attilio con una telefonata, informandolo delle gravissime condizioni di salute della moglie. Attilio decide allora di partire per l'Iraq.
Una volta giunto all'ospedale di Baghdad, si rende subito conto del fatto che non ci sono 
strutture adatte per curare l'edema cerebrale della sua ex-moglie, che rischia di perdere la vita.
Fuad però, lo accompagna da un anziano farmacista che intuisce sia la gravità della situazione sia l'amore sincero che il docente universitario prova per Vittoria.
"Se muore lei possono anche smontare, portare via, schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo e caricarlo su un camion col rimorchio, possono spegnere questa luce bellissima del sole che mi piace tanto... ma tanto... lo sai perché mi piace tanto? Perché mi piace lei illuminata dalla luce del sole, tanto... "

L'anziano farmacista prepara un rimedio in modo tale da salvare Vittoria dalla morte. In seguito, il nostro protagonista si reca da Vittoria per somministrarle il farmaco. Il prodotto dell'anziano farmacista riesce a mantenere in vita Vittoria ma non la fa uscire dal coma.
Attilio, determinato e tenace, vuole però trovare un'altra medicina che sia in grado di guarire completamente l'edema cerebrale della moglie; ma, nel cercarla, si scontra inevitabilmente con le difficoltà di un paese povero, pervaso da un clima di terrore e di sospetto: infatti, a un posto di blocco viene fermato da alcuni militari statunitensi che vorrebbero ucciderlo, ma che poi, ascoltando con attenzione i suoi bei discorsi relativi alla letteratura e alla poesia, lo lasciano libero.
Dopo una serie di travagliate avventure riesce a trovare i medicinali necessari da portare ai medici dell'ospedale.

Nel frattempo, l'amico Fuad, profondamente addolorato a causa della violenza provocata dalla guerra civile, si uccide. La sera precedente al suicidio, il poeta iracheno aveva confidato ad Attilio la sua angoscia e i suoi pensieri negativi sulla natura umana. In particolare, due frasi mi hanno fatta rabbrividire:
"Il mondo è iniziato senza l'uomo e senza l'uomo finirà. Dopo di noi Attilio c'è il nulla, nemmeno il nulla che già sarebbe qualcosa."- soltanto una persona terribilmente depressa potrebbe formulare teorie così amare...
Nella stessa mattina in cui Attilio scopre che Fuad si è suicidato, Vittoria esce dal coma. Attilio non riuscirà a incontrarla all'ospedale di Baghdad, dal momento che verrà arrestato da alcuni militari.
Ma dopo diversi giorni di prigionia viene liberato e ritorna all'ospedale di Baghdad dove i medici gli dicono che Vittoria è guarita ed è ritornata in Italia.
Felicissimo, Attilio ritorna a Roma. Proprio a casa incontra la sua ex-moglie. Stavolta però, invece di fuggire, Vittoria gli racconta ciò che le è accaduto a Baghdad.
Attilio non rivela all' ex-moglie di essere stato il responsabile della sua miracolosa guarigione, ma un dettaglio (il fatto che egli indossi la sua collana), rivela a Vittoria la vera identità del "prodigioso medico italiano" che l'ha salvata. Mentre Attilio esce di casa, Vittoria lo ammira con uno sguardo commosso e sorridente.


COME SI SPIEGA LO STRANISSIMO TITOLO DEL FILM?:

Il titolo "La tigre e la neve" permette agli spettatori di focalizzare l'attenzione su una promessa che Vittoria fa ad Attilio in una delle scene iniziali del film, anzi, più che una promessa, una presa in giro che la donna rivolge al suo ex-marito: "Ritornerò a vivere con te solo quando vedrò una tigre attraversare una strada innevata." Ma proprio nello stesso giorno in cui Attilio ritorna a Roma, molti animali fuggono dallo zoo della città e occupano le strade. Poco prima di incontrare Attilio a casa, mentre sta guidando, Vittoria scorge una tigre che attraversa una strada sulla quale continuano a cadere dai pioppi molti pollini primaverili, bianchi come la neve.

Io lo ritengo un film ben riuscito: a tratti drammatico, a tratti avventuroso e a tratti persino comico: Benigni, attore formidabile e anche un po' mattacchione, interpreta benissimo il protagonista Attilio, il suo ottimismo, la sua folle passione per la vita, la sua ironia... Il protagonista del film è una figura indubbiamente positiva; è un uomo che sa amare per davvero, che è disposto a rischiare di mettere a repentaglio la propria vita allo scopo di salvare quella della donna che ama. Il cuore di Attilio è illuminato da un'ardente fiamma d'amore che lo rende gioioso, aperto, solare e affezionato alla vita.



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