20 dicembre 2014

Il quarto re magio: il riflesso della grazia di Dio in una stella


Oggi sono triste... E' appena morta un'anziana signora che mi voleva molto bene e alla quale anch'io volevo molto bene. Era un'amica di famiglia, era molto buona, generosa e profondamente credente...
 A lei dedico questo racconto di Natale, intitolato: "Il quarto re magio":

"Tanto tempo fa, in una terra lontana, svettava un'altissima torre. Un giorno, mentre il sole stava scendendo sull'orizzonte e le mura della torre risplendevano dorate nella calda luce del tramonto, i magi presero a correre su per le scale. Una volta giunti in cima, sul terrazzo della torre, l'oscurità ormai li avvolgeva. Si guardarono intorno e sopra di loro, nella volta celeste, videro brillare migliaia di stelle. "Ah!", sospirò uno, "Sono così belle!".  "Ziba!", lo rimproverò un altro, "Non siamo venuti qui per ammirare le stelle, siamo qui per studiarle... Per comprendere la loro nascita e la loro struttura, per comprenderne schemi e spostamenti, per indagarne i misteri e scoprire i loro significati nascosti." "Certo che sì, Baldassarre", rispose Ziba, cercando di risultare più coscienzioso di quanto non fosse. Ziba si rivolse poi a Melchiorre, dicendo:"quella stella ad est è davvero luminosa... Non ricordo di averne mai vista una così luminosa in quella parte del cielo...". 
"Melchiorre, penso che sia un primo avvistamento," disse il terzo, il cui nome era Gaspare, "E' una stella davvero insolita e credo che si stia muovendo. Riesci a vedere la sua coda luminosa?" I quattro uomini si misero ad osservare il cielo. Si trattava certamente di una nuova stella, non avevano dubbi. Ma perché era apparsa? Qual era il suo significato?
Fu solo quando il cielo fu rischiarato dalle luci dell'alba che gli uomini trovarono la loro risposta.
"E' il segno della nascita di un nuovo re", disse Baldassarre dopo aver consultato le sue preziose scritture. "Un re per la nazione dei Giudei".
"Un re per cui Dio stesso ha posto una stella in cielo", sospirò Ziba, "E' davvero sorprendente!! So che dobbiamo fare le nostre analisi con cautela, ma ogni tanto non vi viene da esclamare "ooooh" per la meraviglia?". Baldassarre inclinò il capo: "Non credo di aver mai avuto una reazione simile."
Mentre i magi discutevano della stella e del nuovo re, decisero di intraprendere un viaggio.
"Dobbiamo seguire la stella dovunque ci porti", dissero. "Dobbiamo trovare il nuovo re e portargli dei doni che gli rendano omaggio". Partirono più in fretta che poterono. Viaggiare di notte veniva loro naturale, poiché erano abituati a orientarsi osservando le stelle. Sembrava che la stella che stavano seguendo li volesse condurre da qualche parte a ovest.
Sulla strada, Ziba affiancò Baldassarre.
"Che regalo hai scelto per il nuovo re?" gli chiese.
"Uno scrigno d'oro.", rispose Baldassare, "L'oro è l'emblema del potere regale, e all'occorrenza può essere mutuato in monete."
I due cavalcarono affiancati in silenzio per un po'.
"E tu hai trovato il tuo 'sbalorditivo' regalo?", chiese Baldassarre.
Ziba percepì il sarcasmo della domanda.
"Non ancora", disse poi, "anche se l'oro è una scelta a dir poco abbagliante, devo dire."
La sera seguente Ziba parlò con Melchiorre. "Qual'è il tuo omaggio per il re?", chiese Ziba.
"Sapevo fin da subito cosa portare," rispose Melchiorre, "La mia città natale è famosa per la produzione di incenso. Gli Ebrei utilizzano spesso questo eccezionale prodotto. Lo bruciano, come saprai, all'interno del loro tempio. Mentre i sacerdoti parlano, il fumo dell'incenso si alza come le preghiere s'innalzano fino al cielo. Il re dei Giudei sarà sicuramente il loro sacerdote più sommo. "
"Davvero appropriato", disse Ziba. "Significativo, e poi che bella idea quella di pensare ad un prodotto locale". La terza sera del viaggio, Ziba andò da Gaspare per domandare anche a lui che cosa avesse scelto come regalo. Gaspare sorrise. "Se questo re realizzerà i sogni di questa gente, allora dovrà essere un guaritore", disse. "Gli porterò della mirra, nota per avere dei poteri curativi. Inoltre la metterò in un vaso di alabastro... So che è soltanto la confezione, ma sai com'è... dà un tocco in più!" Poi continuò:"Temevo che tu potessi avere la mia stessa idea, conoscendo la tua passione per certe cose. Sono sollevato che non sia così. Perciò dimmi, che regalo hai scelto?". Ziba si morse il labbro inferiore. "Io... ci sto ancora pensando", disse, "temevo di poter scegliere il tuo stesso regalo ma sono certo che l'ispirazione arriverà". Ma anche se il viaggio durò parecchi giorni, Ziba non riuscì a pensare a nessun regalo che fosse all'altezza. Dopo parecchi kilometri, gli uomini raggiunsero Betlemme. La stella che avevano visto ad Est brillava su una piccola casa a poche centinaia di metri di distanza. Quando si avvicinarono, sentirono l'inconfondibile pianto di un neonato. "E' lì", disse Baldassarre, "Devo portargli l'oro". Smontò dal cammello e cominciò ad aprire una delle sue bisacce. "L'incenso è arrivato integro."disse Melchiorre.
"Presenterò questo bel vaso con la mirra avvolto in un panno di raffinato lino. Credo proprio che sia grazie alla cura con cui si impacchettano i doni che si dimostra il proprio interesse." disse Gaspare.
"E tu, Ziba?" "Sono desolato" disse il quarto re magio. "Non ho ancora un dono. Lasciatemi qui fuori, andrò a prendere l'acqua per i cammelli."
Ziba osservò i suoi tre compagni di viaggio entrare in casa. Poi trovò un secchio e lo calò nel pozzo. Quando lo sollevò vide il riflesso della stella che avevano seguito fin lì.
"Ooooh!" sospirò. "Riflessa nell'acqua è ancora più bella, più luminosa, più scintillante! E pensare che una stella così grande possa entrare in questo secchio arrugginito."
Poi, senza pensare, corse dentro la casa, portando con sé il secchio. "Ho pensato che il bambino volesse vedere la stella che Dio ha posto in cielo per lui," disse. Poi si fermò. "Ma non è che un riflesso, che sciocco che sono." La madre del bambino sorrise. Portò il bambino davanti al secchio. Poi Ziba assisté ad un miracolo: la stella era ancora lì, e portava al bambino lo scintillio del cielo."


Addio, Gemma! Ora sei una stella che brilla nel cielo. Per favore, pensami anche da lassù e proteggi i tuoi cari! Ricordati di tutti noi quando canterai con gli angeli!


 ...ricordate il post che ho scritto il giorno del mio diciannovesimo compleanno, ormai tre mesi fa?...
Ad un certo punto, menzionavo l'esperienza di una veglia pre-natalizia e dicevo che i catechisti, durante quell'incontro, avevano insegnato a noi ragazzi una canzone stupenda, "della quale ricordo ancora a memoria ogni parola". Ogni singola parola.
Qui sotto la riporto:

2 commenti:

  1. Ciao Anna ♥ Mi spiace per la morte della signora a cui eri così tanto affezionata! Spero che adesso sia in un posto pieno di tutto l'affetto che è stata in grado di dare agli altri :) Il racconto è bellissimo, ed hai fatto benissimo a postarlo sotto Natale!

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  2. Ciao :-) Molte grazie per le tue parole! Stamattina ci sono stati i funerali di Gemma e tutti noi suoi compaesani l'abbiamo ricordata come una donna altruista, sensibile e piena di spirito di iniziativa. Io credo che ora lei sia diventata una stella luminosa, il cui riflesso brilla nei cuori di chi le ha voluto bene (quindi anche nel mio).

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