24 dicembre 2014

Il Santo Natale: il valore della solidarietà


"Cammino su un silenzioso sentiero di campagna, mentre delicati fiocchi di neve scendono dal cielo e si posano sui rami spogli e sulle foglie accartocciate e appassite. I fiocchi di neve accarezzano le mie palpebre che si aprono e si chiudono di fronte al loro silenzioso cadere. Cammino tranquilla. I miei passi lasciano le loro effimere impronte nel candore della neve. Giungo dinanzi ad un fiume dalle acque gelide e immobili. Osservo la mia immagine riflessa.
Ad un tratto però, sento un timido singhiozzo alle mie spalle. Mi volto e vedo un ragazzo seduto accanto ad un abete. Mi avvicino lentamente. I battiti del mio cuore si fanno sempre più veloci, sempre più forti. Continuo ad avvicinarmi. Mi accorgo che le guance del ragazzo sono rigate di lacrime. Mi siedo accanto a lui. Freno l'impulso di abbracciarlo e mi limito a sussurrargli un tenero "Ciao". I suoi occhi disperati mi fissano con intensità mentre mormora: "Sono solo. Non ho più nessuno al mondo. Sono solo". Il mio cuore batte sempre più forte... il mio respiro si fa affannoso. La mia mano tremante afferra la sua e la stringe. E con una voce che tradisce la mia voglia di piangere, gli dico: "Ma se vuoi ci sono io!".  "Grazie". La sua voce è dolce e triste allo stesso tempo. ... e io gli sorrido con le lacrime agli occhi..."


Praticamente vi ho appena raccontato un sogno che negli ultimi anni mi capita di fare poco prima del 25 dicembre. Davvero, è sempre la stessa scena: la neve che cade, io che cammino fino alle rive del ruscello, il ragazzo che piange, io che gli stringo la mano... Credo che questo sogno esprima il mio  forte desiderio di accogliere gli altri, di ascoltarli, di prestare loro solidarietà e vicinanza nei momenti più bui della vita. Il Natale è una festività che ci invita a divenire più solidali verso chi soffre, ci stimola a rinnovare la parte migliore di noi stessi.
Anche quest'anno è già Natale... Sono seduta accanto al presepe che io e mia mamma abbiamo accuratamente allestito circa due settimane fa. Avvicino il mio sguardo alla Madonna che tiene tra le braccia Suo Figlio. Incredibile! Noi cristiani abbiamo fede in un Dio che si fa bambino, in un Dio che diviene uomo e che condivide le sofferenze dell'umanità! Mi sorprende sempre il fatto che il Salvatore del mondo sia nato in un'umile capanna e non nelle stanze di un palazzo reale! Il Figlio Unigenito di Dio, venuto ad abitare in mezzo a noi per insegnarci la carità fraterna, giace in una mangiatoia!! Il protagonista del Natale è un umile bambino visitato dai pastori!
Un brano di San Paolo dice così: "Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce (...)".
Chiudo gli occhi, per cercare di immaginare il cammino dei pastori verso la stalla: vedo una stella più luminosa del sole che percorre velocemente le vie del cielo per posarsi poi sul tetto della capanna, mentre miriadi di angeli volano e cantano: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli! E pace sulla Terra".
Da bambina avrei voluto essere uno dei pastori; avrei voluto raggiungere la capanna saltellando e cantando gioiosamente lungo il tragitto per poter dare una carezza a Gesù bambino e per poter regalare un sorriso a Maria e Giuseppe.  " Purtroppo sono nata duemila anni dopo!", dicevo sconsolata. Davvero, anni fa mi sarebbe piaciuto vivere nell'epoca della nascita di Cristo.

Ora invece, riapro gli occhi e seguo il flusso dei miei pensieri.

"Natività", Gherardo delle Notti, 1620, olio su tela
Vorrei che questo Natale portasse il caldo vento della solidarietà per sciogliere il gelido ghiaccio presente nei cuori egoisti.
Vorrei che questo Natale facesse brillare nel cielo la parola "Pace" .
Vorrei che questo Natale spegnesse le dannose fiamme dell'odio e della violenza.
Vorrei che questo Natale spargesse semi di speranza nei cuori lacerati dal dolore, dalla solitudine, dalla malinconia.
Vorrei che questo Natale regalasse la forza di sorridere alle persone ammalate, provate da sofferenze fisiche e piscologiche.

Io... in questi giorni vorrei poter stare vicina alle persone che soffrono, vorrei poter donare loro la forza di credere in se stessi e in un futuro migliore.
Ogni volta che arriva il Natale, si rinnova dentro di me la voglia di compiere del bene per l'umanità.



BUON NATALE A TUTTI VOI!





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