21 gennaio 2015
I meravigliosi occhi di un bambino e il suo sorriso luminoso
Domenica 11 gennaio, nella Chiesa della parrocchia del Beato Andrea a Peschiera del Garda, è stato battezzato il figlio di una cugina di mia mamma. Questa nostra parente si è sposata nel 2013 e ora vive a Peschiera con il marito e il figlio di pochi mesi, che ha chiamato Giovanni.
Giovanni è nato l'estate scorsa, in agosto. Di tanto in tanto, quest'autunno lo vedevo tra le braccia dei suoi genitori, tranquillo e sorridente.
Giovanni sorride sempre, qualsiasi cosa tu gli dica. Io, nella maggior parte dei casi, gli faccio qualche carezza e gli prendo la mano. Il punto è che questo splendido bambino stringe sempre, con la sua piccola manina, il mio indice lungo e magro... E i suoi occhi fissano i miei con intensità. Ho notato che le sue pupille si dilatano ogni volta che mi vede.
Se penso che domenica in chiesa non ha mai strillato... anzi, addirittura dormiva quando mio zio Attilio lo ha battezzato. Poi però, alla fine della celebrazione, era circondato da zii, nonni, cugini... e si godeva tutte le attenzioni che noi grandi gli riservavamo.
Ad ogni modo, se ora vi sto raccontando questo evento a distanza di undici giorni, è perché di tanto in tanto, tra una ripassata e l'altra (fra pochi giorni darò i miei primi esami universitari!!) mi ritorna in mente il suo bel visino, i suoi occhioni brillanti come i colori dell'arcobaleno, il suo sorriso luminoso come la luna piena...
Ho provato a immaginare il futuro di Giovanni; provo a pensare a come potrebbe essere da ragazzo e poi ancora da uomo adulto.
Vorrei che diventasse un ragazzo sensibile, generoso, sveglio... un ragazzo che, con il suo vivace sorriso, sappia infondere speranza e gioia nei cuori tristi, stanchi della solitudine e prostrati dalle frustrazioni quotidiane.
E mi auguro anche che, una volta diventato adulto, riesca sia a trovare un lavoro conforme alle sue aspirazioni sia a realizzare il sogno di una bella famiglia felice.
...E mentre domenica lo accarezzavo, mi ero ricordata anche di una breve lirica scritta dal poeta greco Anacreonte:
"ὦ παῖ, παρθένιον βλὲπων,
δίζημαί σε, σύ γ' ού κλύειϛ
οὐκ εἰδώϛ ὅτι τῆς εμῆς
ψυχῆϛ ἡνιοχεύεις."
"Bimbo d'occhi femminei,
cerco te: tu non senti. E non sai
che tieni le redini di quest'anima mia."
"... e non sai che tieni le redini di quest'anima mia"- Certo, è vero, Anancreonte è il poeta dell'amore pederotico, ma questa è anche la frase che una mamma potrebbe dire al suo piccolo bambino... io credo che questa sia la lirica più suggestiva di Anacreonte. L'ultima frase risveglia, a mio parere, una sensazione di tenerezza nell'animo del lettore.
..."tenere le redini dell'anima"... quando una persona tiene le redini della tua anima, significa che è in grado di dare un senso profondo alla tua vita, che è in grado di renderti felice...
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