11 gennaio 2015

"La febbre dell'oro"



Un altro capolavoro cinematografico che ho apprezzato molto!

"La febbre dell'oro" é un film muto prodotto e interpretato da Charlie Chaplin negli anni Venti.
Tuttavia, per adeguare l'opera al nuovo pubblico del sonoro, Chaplin aveva sostituito gli intertitoli con dei commenti da parte di una voce narrante e, per la riedizione del 1942, aveva anche aggiunto una traccia orchestrale.
...A volte, quando sono sola in casa o sotto la doccia, mi capita di canticchiare la colonna sonora di questo film.

Il protagonista della storia è un omino vagabondo e solitario che percorre gli impervi sentieri montuosi dell'Alaska, sfidando il gelido vento del nord.
Lungo il cammino egli incontra molti cercatori d'oro.
Un giorno, per trovare riparo da una violenta tempesta di neve, l'omino si rifugia nella capanna di Black Larson, un ricercato dalla legge che lo accoglie malvolentieri. Qui incontra anche Giacomone (Big Jim nella versione anglo-americana), un uomo molto alto e grosso, alla ricerca di preziose pepite d'oro.
I tre uomini soffrono il freddo e la fame... Allora Black Larson esce per cercare cibo, ma, lungo il cammino, incontra gli uomini della legge, li uccide a colpi di pistola e si impadronisce dei loro viveri.
Poco dopo, "preso nel vortice delle sue cattive azioni, Black Larson fu spazzato via dal destino inesorabile", ovvero, precipita in un burrone per il distacco di uno spuntone di montagna.

 Intanto, tra Giacomone e l'omino si instaura un buon rapporto di convivenza. Alla vigilia di Natale, per placare i morsi della fame, l'omino cuoce in pentola una scarpa e la condivide con Giacomone.
(Fa sorridere il punto in cui Charlie Chaplin, che interpreta l'omino, arrotola i lacci della scarpa con una forchetta, come se fossero spaghetti!)
 Il giorno dopo, l'inaspettata comparsa di un orso e la sua cattura soddisfano il loro desiderio di cibo e, alla fine del lauto pranzo, le strade dei due uomini si separano.
A questo punto, nel film compare la descrizione di un altro luogo importante, nel quale si svolgeranno le vicende più significative della seconda parte del film.
 "... In quel deserto di ghiaccio, nacque dal sogno una città e gli esseri umani la riscaldavano con la loro vita, i loro amori, i loro desideri".

Dopo molte ore di cammino, il protagonista della nostra storia entra nel Tabarin di quel villaggio,
"...venne l'omino verso il Tabarin, verso quel faro del piacere, del ritiro di sogni perduti".
 Inizialmente si limita ad osservare le persone che ballano, cantano e bevono, ma poi... i suoi occhi si fermano, ammaliati, su Georgia, una giovane ballerina molto avvenente, che disdegna la corte di molti uomini, in particolare, le avances di Jack, giovane orgoglioso e arrogante. L'omino si innamora a prima vista della ragazza.
Durante la sua permanenza al villaggio, l'omino conosce l'ingegnere minerario Curtis, il quale, prima di partire per una lunga spedizione, gli affida la sua capanna, dandogli il compito di tenerla in ordine.
Una mattina, durante una piacevole passeggiata, Giorgia e alcune sue amiche si ritrovano davanti alla capanna di Curtis e vengono accolte con entusiasmo dall'omino. Tuttavia le ragazze, avendo intuito il sincero sentimento dell'amico verso Giorgia, gli sorridono e lo accarezzano in modo civettuolo e malizioso.
In seguito, le ragazze escono dalla capanna con la promessa di ritornare a cena per l'ultimo dell'anno.
Nei giorni seguenti, l'omino cerca di guadagnarsi qualche soldo spalando la neve (in realtà, la butta davanti alle case vicine per poi farsi pagare anche dai vicini, almeno fin quando non accumula la neve per sbaglio davanti alla prigione).

La notte di capodanno viene organizzata una festa al Tabarin, alla quale partecipa anche Giorgia. Nella capanna però, l'omino prepara la cena e la tavola imbandita e attende invano le sue giovani ospiti.
Nell'attesa però, l'omino si addormenta. Si risveglia a notte fonda, proprio nel momento in cui gli ospiti del Tabarin stanno gioiosamente brindando in occasione della mezzanotte. Allora egli esce dalla capanna, si reca al Tabarin ma, invece di entrare, spia le persone dalla finestra. Ad un tratto, a Giorgia torna in mente la promessa fatta all'omino.
La ragazza dunque si reca verso la capanna, entra, si accorge della tavola imbandita e viene presa dal rimorso. Il giorno seguente gli scrive una breve lettera:
"Mi perdoni di non essere venuta a cena. Vorrei incontrarLa per spiegarLe."

Nel frattempo, giunge al villaggio anche Giacomone, che coinvolge l'omino nella ricerca di preziose pepite d'oro nelle vicinanze della vecchia capanna.

I due uomini preparano una mappa per trovare la miniera. Poi entrambi si addormentano all'interno della vecchia capanna; ma...  
"Il destino è sempre il destino e giocò loro un piccolo scherzo e gli elementi si scatenarono ancora tuonando e ruggendo, mentre i nostri eroi dormivano profondamente..."

 Infatti, nella notte, una violenta bufera di neve sposta la loro capanna di legno, portandola in bilico sull'orlo di un precipizio.
Si svegliano entrambi all'alba e, camminando avanti e indietro per la baracca, notano che questa si inclina paurosamente, fino a rovesciarsi quasi del tutto. L'omino e Giacomone afferrano entrambi due grosse corde miracolosamente agganciate ad alcune rocce e riescono a salvarsi la vita pochi secondi prima che la capanna precipiti nel burrone.
Poco dopo, trovano la miniera d'oro che cercavano, diventano milionari e si imbarcano su un piroscafo."Diretti in patria, lasciavano le fatiche dell'Alaska per andare a vivere nel paese del latte e del miele, per ridere, vivere e godere del lusso. Erano famosi e assediati dalla stampa." 
Anche Giorgia è sul piroscafo, ignara dell'enorme fortuna che è toccata al suo spasimante...

Riusciranno a incontrarsi e a riconoscersi?... io stavolta non vi svelerò il finale della storia. E' una mia tendenza farlo quando svolgo le recensioni di libri, racconti e film, ma stavolta vorrei riuscire a suscitare in voi lettori una maggiore curiosità, ammesso che questa vicenda vi sia piaciuta...


ALTRE CONSIDERAZIONI:

Il film non è totalmente svincolato dalla storia degli Stati Uniti, dal momento che rivisita il mito americano della frontiera, in un racconto che concilia aspetti comici e poetici.
L'omino vagabondo, vero protagonista del film, uomo umile, puro, sensibile, affronta diverse avventure e travagli prima di diventare milionario.
Ritengo straordinaria la ripresa con i modelli in miniatura della capanna in bilico sul burrone che oscilla pericolosamente non appena Giacomone e l'omino fanno un minimo movimento.
E' interessante sapere che la famosissima scena in cui l'omino Chaplin cucina e mangia uno scarpone aveva riservato all'attore stesso una spiacevole conseguenza: un'indisposizione per l'effetto lassativo della liquirizia di cui era composto lo scarpone. La liquirizia venne consumata in grande quantità dato che la scena era stata ripetuta più volte.


RICONOSCIMENTI: 

Nel 1943, il film ricevette il primo premio Oscar e, nel 2000, l'American Film Institute lo ha inserito al venticinquesimo posto nella lista delle migliori cento commedie americane.


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