14 maggio 2015

La disastrosa situazione che coinvolge il Sudan:


Localizzazione del Sudan
Ricordate quel post che avevo scritto più di due anni fa a proposito del Sudan? Ero molto contenta per il fatto che, grazie ai provvedimenti presi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, il territorio sudanese era stato dichiarato "territorio libero dalla poliomielite". 
Negli ultimi giorni però, ho letto su una rivista delle notizie sconcertanti su questo paese, che, a dire il vero, è uno dei più disastrati del mondo.
Stando a ciò che riferisce l'ONU, la situazione politica e sociale del Sudan è molto peggiorata negli ultimi mesi, al punto tale che ora la regione del Darfur è considerata "terreno fertile per l'islamismo radicale"...
E' una situazione piuttosto complessa, che cercherò di delineare nel miglior modo possibile. 
 
CARATTERI GENERALI DEL SUDAN:

Il Sudan è il paese più vasto del continente africano. A nord confina con l'Egitto, a ovest con il Ciad, a est con l'Eritrea e l'Etiopia e a sud con l'Uganda e con il Kenya.
Il paesaggio è molto variegato: a nord c'è il deserto, al centro la savana e a sud si estende la foresta equatoriale. Da anni il paese è retto da un governo di orientamento fondamentalista islamico.
In Sudan le potenzialità economiche non mancherebbero: oltre alle numerose piantagioni di arachidi, banane, ananas, cacao e sesamo, c'é anche una notevole quantità di petrolio. Tuttavia, la giovane popolazione sudanese, la cui età media è di 18,6 anni, soffre la fame dal momento che la stragrande maggioranza delle risorse alimentari e industriali di quello Stato si trova nelle mani delle multinazionali europee, le quali, indifferenti di fronte alla miseria nera degli abitanti, pensano soltanto a sfruttare i beni reperibili in quel territorio. Il PIL pro capite è di soli 1530 dollari l'anno.
Il tasso di mortalità infantile è spaventosamente alto, perché raggiunge il 66 per mille.
La capitale del Sudan è Khartoum, città caotica che presenta condizioni igieniche molto precarie. All'interno dello stato vi sono molte etnie, spesso in conflitto tra loro. Le lingue più parlate sono l'arabo, l'inglese e il nubiano (idioma africano).
Il Sudan ha ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito nel 1956.

LA GUERRA CIVILE:

Da più di dieci anni ormai il Sudan
è sopraffatto da sanguinose guerre civili.
La gente del Darfur
Innanzitutto, bisogna menzionare la guerra civile tra gli arabi di religione islamica residenti a nord del paese e la componente cristiana che vive soprattutto a sud del paese. Questo conflitto interno era stato interrotto nel 2004 con la firma di un accordo di pace tra il governo islamico e i cristiani del sud. Non si deve però dimenticare che da alcuni anni, il potere politico nel Sudan del Nord è detenuto dal violento e malvagio dittatore Omar El-Bashir, molto ostile ai cristiani, sempre pronto a reprimere qualsiasi tipo di dissenso e incline a far giustiziare persino i presunti oppositori politici.
Nel 2003, è scoppiata anche la guerra nel Darfur, la regione occidentale dello Stato. Il conflitto in Darfur non si è mai del tutto sedato, nonostante la firma di due accordi di pace: uno ad Abuja in Nigeria nel 2006 e l'altro a Doha in Qatar, nel 2011. Negli ultimi mesi addirittura è addirittura divenuto più sanguinoso e più complesso. Questi gli schieramenti: da una parte ci sono le milizie islamiche paragovernative alleate con El-Bashir, chiamate "janjawid", dall'altra invece le milizie dell'opposizione alla dittatura, composte soprattutto dall'etnia gemir. Nelle ultime settimane, le milizie paragovernative supportate dal governo si sono prefisse di annientare entro la fine del 2015 l'etnia gemir. Secondo le notizie fornite dall'ONU, l'esercito favorevole ad El-Bashir sta provocando gravissimi danni alla regione del Darfur: incendia le abitazioni, ruba il bestiame, saccheggia i mercati... Oltre a ciò, sembra proprio che i janjawid stiano compiendo una vera e propria pulizia etnica contro i gemir: violentano le donne, uccidono i loro figli ancora bambini e massacrano tutti gli uomini e i ragazzi gemir che riescono a catturare: a dire il vero dapprima li deportano nel deserto e poi li massacrano a centinaia! Attuano più o meno le stesse crudeltà che hanno compiuto i Serbi ortodossi nei confronti dei Bosniaci musulmani nel 1995 a Srebrenica.
Perlomeno, l'obiettivo dei Serbi nel '95 era uguale a quello del popolo dei janjawid oggi: i janjawid islamici, avversi ai popoli di religione animista, mirano a stuprare le donne gemir non soltanto per affermare la loro superiorità ma anche per assicurarsi una discendenza etnico-biologica.
Per garantirsela, massacrano anche tutti i maschi gemir che hanno acquisito la capacità di generare. Essi infatti vorrebbero eliminare dalla faccia della Terra un'etnia da loro odiata e ritenuta indegna di esistere.
E' davvero una situazione terribile!

LE VIOLENZE A TABIT:

Tabit è un piccolo villaggio del Darfur. Qui, secondo l'associazione Human Rights Watch, tra il 30 ottobre e il 2 novembre 2014, i janjawid avrebbero stuprato pubblicamente circa 220 donne e avrebbero trucidato ben 194 uomini gemir di età compresa tra i 17 e i 36 anni. Naturalmente, il governo sudanese ha sempre negato questo episodio, che deve però essere considerato un crimine contro l'umanità. 

L'ONU riferisce anche che il governo di Khartoum intenderebbe fare del Darfur una base per le forze terroristiche provenienti dai paesi della regione, dal momento che l'esercito sudanese fondamentalista mira ad allearsi con le organizzazioni terroristiche presenti in Libia, in Mali e nel Niger.


IL SUDAN DIVISO IN DUE STATI:
Bambini in Sud Sudan

L'accordo di pace stipulato nel 2004 tra i cristiani del sud e i musulmani fondamentalisti del nord non ha migliorato i rapporti tra le due religioni e non ha garantito affatto il dialogo reciproco. Al contrario, ha provocato fermenti indipendentisti nella zona meridionale del paese. Inizialmente, El-Bashir ha tentato di soffocare nel sangue le rivolte del sud ma, nel 2011, grazie ad un accordo con il Movimento di Liberazione Popolare del Sudan, si è tenuto un referendum per la creazione di uno Stato indipendente dal nord. Il 9 luglio 2011, è stata dunque proclamata l'indipendenza del Sud-Sudan, cinquantaquattresimo stato africano. La situazione di questo nuovo stato è molto precaria: vi sono infatti contrasti latenti tra l'etnia nuer e l'etnia dinka. La democrazia è continuamente minacciata da tentativi di colpi di stato da parte di membri dell'etnia nuer ostili al Presidente dinka. Il Sud-Sudan è uno stato molto povero: le infrastrutture sono praticamente inesistenti, le strade sono tutte sterrate, la linea ferroviaria sta subendo negli ultimi mesi un processo di ristrutturazione grazie ai fondi delle Nazioni Unite.

Da quattro anni ormai esiste la separazione tra Sudan del Nord e Sudan del Sud.

... Ora che avete letto tutte le disgrazie qui denunciate, sicuramente starete pensando: "In molti stati africani la situazione è disastrosa. Ma noi cosa possiamo fare per quelle popolazioni?"
L'intento di questo post non è tanto un invito ad aderire a qualche organizzazione umanitaria o a qualche cooperativa di volontariato che si prefigge lo scopo di stare vicino ai popoli che vivono in condizioni di estrema miseria... Queste iniziative rientrano nei miei progetti di vita. Ma ora è meglio di no: sto ancora studiando, sto ampliando le mie conoscenze culturali. Magari fra qualche anno o subito dopo la laurea triennale. 
Dunque cosa posso/potete/possiamo fare per loro?! Sembrerà banale, ma dovremmo cercare di  apprezzare sia tutto ciò che abbiamo sia tutto ciò di cui possiamo godere, a cominciare dalla possibilità di mangiare più volte al giorno e di studiare.
Qui in Italia, studiare è un diritto. Laggiù in Africa, studiare è un privilegio che pochissime persone possono permettersi. Qui in Italia, un ragazzo di vent'anni di solito studia per cercare di costruirsi un futuro sereno e per soddisfare le sue aspirazioni. Laggiù in Africa, un ragazzo di vent'anni rischia di morire ogni giorno o a causa della fame, o a causa di gravi epidemie, o a causa delle guerre.
In Italia, i ragazzi della mia età impugnano penne e matite. In Africa, i ragazzi della mia età impugnano spesso i fucili e, sebbene siano molto giovani, sulla loro coscienza grava già la responsabilità di centinaia di morti. Spesso infatti sono costretti a fare i soldati.





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