6 maggio 2015

"Senza famiglia", Hector Malot:


Sono tornata, cari lettori! Vi ho piantati in asso per circa quindici giorni; ma non soltanto per motivi di studio accademico. Avevo deciso infatti di concedermi un breve periodo di pausa da questa mia attività online. (Non per vantarmi, ma vi assicuro che le recensioni dei film, i riassunti dei romanzi e la stesura di riflessioni personali richiedono un significativo sforzo mentale e intellettivo...)
Stasera vi propongo la recensione di "Senza famiglia" un capolavoro della letteratura francese che ha riscosso un notevole e meritato successo...


 TRAMA:
"Senza famiglia" è un romanzo scritto da Hector-Henry Malot, giornalista e scrittore francese vissuto nel XIX secolo.
Il protagonista è Remì, un bambino che vive a Chavanon, un povero villaggio della Francia centrale con "Mamma" Barberin, una contadina molto buona e protettiva.
"Fino agli otto anni ho creduto di avere anch'io, come gli altri bambini, una madre. Quando piangevo, una donna mi stringeva al suo petto cullandomi così dolcemente che le mie lacrime cessavano subito. (...) Per il modo con cui mi parlava, per le sue carezze, per la dolcezza che metteva anche se doveva sgridarmi, io credevo che fosse davvero mia madre."
Invece, all'età di otto anni, Remì scopre improvvisamente di essere un trovatello adottato e cresciuto dalla signora Barberin. Il signor Barberin è un carpentiere che lavora in città, sempre lontano da sua moglie e dal bambino adottato. Un giorno però, egli ritorna a Chavanon gravemente ferito a causa di un incidente di lavoro e, contro la volontà della sua consorte, decide di vendere Remì per quaranta franchi al signor Vitalis, un artista di strada e un ammaestratore di animali piuttosto anziano.
La separazione da "Mamma Barberin" causa un forte dolore nell'animo di Remì, il quale comunque gode, sin dall'inizio del romanzo, dell'affetto e della comprensione del signor Vitalis. Quest'ultimo infatti, più che un padrone, si rivela un ottimo compagno di viaggio, pieno di attenzioni verso il bambino, desideroso di insegnargli non soltanto a leggere e a scrivere, ma anche a suonare l'arpa. Remì dimostra molta intelligenza, apprende con facilità sia la lettura sia la musica e, con il resto della compagnia del signor Vitalis (formata in realtà da una scimmia chiamata Belcuore e da tre cani i cui nomi sono: Capi, Zerbino e Dolce) si impegna a dare spettacoli musicali e pantomime in giro per la Francia.
Il signor Vitalis dimostra la sua sincera benevolenza verso Remì, soprattutto quando, a Tolosa, lo difende dalle percosse di un poliziotto ostile ai musicanti di strada. Proprio per questo, Vitalis verrà condannato a due mesi di carcere. Rimasto solo, Remì giunge sulle rive della Loira dove scorge un battello sul quale navigano due inglesi: la signora Milligan con suo figlio Arthur, un bambino infermo e infelice. Remì allieterà Arthur con le sue canzoni, con i suoi brani musicali e con alcuni spettacoli teatrali eseguiti dai quattro animali. Remì si rivela un'ottima compagnia anche per la signora Milligan. Trascorsi due mesi però, il signor Vitalis, dopo aver ricevuto una lettera dalla signora Milligan, giunge verso la Loira per riprendere con sé il bambino, che si separa malvolentieri dai due inglesi.
A causa del rigido inverno, muore la scimmia Belcuore e due dei tre cani vengono azzannati dai lupi. Da questo punto in avanti del libro, il lettore si accorge del cambiamento dello stato d'animo di Vitalis il quale diviene triste e stanco, mentre, prima che i suoi animali morissero, appariva come un individuo energico e scherzoso.
Remì, il cane Capi e Vitalis giungono a Parigi, luogo in cui quest'ultimo vuole consegnare Remì al signor Garofoli per qualche settimana. Una volta entrato nella squallida dimora del signor Garofoli, Remì conosce Mattia, un bambino italiano, orfano di padre e separato dalla madre. Mattia vive in condizioni miserabili al servizio del signor Garofoli, suo zio. Tra i due bambini si instaura subito un  rapporto di fine complicità, al punto tale che io ho pensato addirittura: "Alla fine del libro scoprirò che questi due ragazzini sono figli degli stessi genitori". Mattia infatti si confida con Remì e gli racconta tutti i maltrattamenti che è costretto a sopportare(frustate e bastonate).
E così, dopo aver assistito alle terribili punizioni che Garofoli riserva ai ragazzi che sono al suo servizio, Vitalis decide di non affidare Remì a Garofoli.
I due allora si ritrovano a vagabondare da soli, nel gelo dell'inverno.
... Purtroppo anche Vitalis muore di freddo. Alla morte di Vitalis, Remì scopre la vera identità del suo compagno di viaggio: il suo vero nome era Carlo Balzani e da giovane era stato un famoso cantante napoletano. Remì allora si ritrova completamente solo al mondo, con un cane molto fedele al suo fianco e con un'arpa a tracolla. Dopo un po' di tempo, il nostro protagonista incontra nuovamente Mattia, il quale gli riferisce che il signor Garofoli è stato condotto in carcere per omicidio.

 Dunque, Remì è solo e appunto, senza famiglia, Mattia è lontano dalla sua terra natale e finalmente libero da un padrone violento e cattivo. I due ragazzini formano così una piccola compagnia di musicanti: Remì con l'arpa e Mattia con il violino. Decidono di tornare a Chavanon da Mamma Barberin. Una volta giunti al villaggio, la contadina dice a Remì che suo marito si trova a Parigi per rintracciare i suoi veri genitori. Mattia e Remì ripartono nuovamente per Parigi, dove vengono accolti da due legali. I due avvocati informano Remì della morte del signor Barberin e gli rivelano però che i suoi genitori sono inglesi.
Dopo molte altre travagliate avventure, Remì si ricongiunge con la sua vera madre, la signora Milligan, e anche con il suo vero fratello, cioè Arthur.
Il romanzo ha un finale molto lieto: Remì diviene un uomo colto, ricco e felicemente sposato. In seguito al ritrovamento del fratello maggiore, Arthur diviene un ragazzo robusto e solare. Mattia invece approfondisce gli studi musicali, diventando un violinista di fama internazionale.


REMI' E MATTIA:

La seconda parte di questo post è dedicata ad una riflessione approfondita sui due personaggi principali della storia.
Il cartone animato di alcuni anni fa
Remì è il protagonista della storia. E' un bambino molto sensibile, molto generoso, assetato di giustizia, perfettamente capace di distinguere il bene dal male. Mi ricorda un po' il carattere del personaggio di David Copperfield di Dickens. In effetti, alla fine del romanzo si può dire che c'é qualche somiglianza tra i due: innanzitutto le origini inglesi! E poi, le personalità degli adulti che li circondano: la madre di David era buona e dolce come la signora Milligan e anche come Mamma Barberin, il patrigno invece, di cognome Murdstone, era duro, avaro e privo di tatto, esattamente come il signor Barberin. Ad ogni modo, durante il romanzo Remì soffre molto per la mancanza di una vera e propria famiglia. Sebbene sia rispettato e amato dal signor Vitalis, è un bambino triste, che prova una profonda nostalgia dei tempi felici in cui poteva rifugiarsi tra le braccia di Mamma Barberin e dormire accanto a lei. Inoltre, Remì può godere soltanto della compagnia di un anziano signore e di tre animali. E questo non è l'ideale per un bambino, che dovrebbe invece andare a scuola, instaurare rapporti di amicizia con i compagni di classe, confrontarsi con loro, giocare con loro, abitare con i suoi genitori in una dimora fissa, dormire in un letto caldo e accogliente e non all'aperto.

Mattia è il deuteragonista di questa vicenda, o meglio, lo si potrebbe tranquillamente definire il co-protagonista. Io l'ho soprannominato il bambino prodigio. Mattia infatti suona con molta disinvoltura tre strumenti: il violino, il flauto e il corno. Inoltre, parla con scioltezza sia il francese sia l'inglese. Se prima ho paragonato Remì a Copperfield, ora potrei tranquillamente confrontare Mattia con Oliver Twist! Mattia subisce molti maltrattamenti da parte di Garofoli, il terribile zio che lo picchia quotidianamente. Anche Oliver Twist è umiliato, picchiato e insultato sia dalla direttrice dell'orfanotrofio, sia dagli adulti della parrocchia a cui viene successivamente affidato. Malgrado ciò però, sia Mattia sia Oliver si mantengono buoni, dolci, puri d'animo... Anche se sono circondati dall'ingiustizia e dalla cattiveria, entrambi conservano la loro grande forza morale. Mattia è un po' più piccolo di Remì, ma, nonostante questo, ha la maturità di un adulto. E' il primo a capire che Remì è figlio della signora Milligan. Ed è l'amico più sincero che si possa mai desiderare. 
Mattia e Remì coltivano il loro profondo rapporto di amicizia anche da adulti.

 CONCLUSIONI FINALI:

Vi ricordo che qui ho svolto un riassunto dei contenuti di quest'opera letteraria.
Ho infatti omesso diversi avvenimenti e molti altri personaggi.
L'intera vicenda è molto lunga perché si sviluppa nel corso di alcuni anni: all'inizio del romanzo Remì è un bambino di otto anni, alla fine invece ne ha quasi quattordici. E, da quanto è possibile comprendere, Mattia dovrebbe essere di circa un anno più giovane del protagonista.
"Senza famiglia" è un classico per bambini, ma, a mio avviso, anche per adulti... 
La lettura di questo libro mi ha infuso un po' di ottimismo e non soltanto per il lieto fine: in fin dei conti, l'unico personaggio davvero cattivo è Garofoli... abbastanza negativo è anche il signor Barberin. Ma per il resto, Malot delinea adulti compassionevoli e solidali verso Remì e Mattia.




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