3 agosto 2015

La mia esperienza ad un campo di volontariato:


Sono tornata, cari lettori! Sono appena tornata da una settimana intensa, impegnativa e utile, che mi ha permesso di tornare a casa più ricca, più informata e più felice di prima!
Ho infatti trascorso l'ultima settimana del mese di luglio a Campolongo, un paesino che si trova in provincia di Venezia, a soli quindici chilometri da Dolo. Forse alcuni di voi sanno già che Campolongo è il paese natale di Felice Maniero, capo della "Mala del Brenta", un'organizzazione mafiosa che, fino a trent'anni fa, controllava con la violenza e con l'intimidazione sia la zona del Veneto orientale (Ossia, le province di Padova e Venezia) sia una buona parte del Friuli.
Questo campo di volontariato è stato organizzato da alcuni membri dell'associazione "Libera",
fondata da Don Luigi Ciotti, sacerdote molto impegnato nel sociale.
Dunque, di questa esperienza estremamente utile -e la definisco così perché penso che ogni persona giovane dovrebbe aderire almeno una volta nella vita ad un campo che unisce il lavoro manuale alla formazione culturale- illustrerò soprattutto gli aspetti positivi.
Il campo è durato una settimana esatta; da sabato 25 luglio alla mattina del sabato successivo, ovvero il 1 agosto.
Le giornate erano strutturate in questo modo: la mattinata era dedicata soprattutto allo svolgimento di lavori di manutenzione, i momenti del tardo pomeriggio invece erano riservati alla formazione. Alcuni relatori provenienti da varie parti di Italia hanno spiegato a noi volontari tematiche di attualità quali: la struttura delle organizzazioni mafiose, l'eco-mafia, il concetto di giustizia sociale e l'esistenza di un'economia sana e onesta, promossa negli ultimi anni dalla Banca Etica.


Quanto mi piaceva lavorare!!!  La settimana scorsa ho imparato a verniciare e a dipingere le pareti esterne di un edificio che è stato confiscato circa dieci anni fa alla Mala del Brenta e che è ora divenuto un centro sociale e ricreativo per minori con gravi problemi familiari.
Eccomi al lavoro!!!
Lavorare senza essere retribuita mi faceva sentire felice, proprio perché sapevo che anch'io, come tutti gli altri campisti, stavo dando il mio piccolo ma importante contributo per rendere i muri di quell'edificio più belli, più accoglienti e più colorati. Stavo lavorando per il bene di una comunità... ma stavo lavorando anche per me stessa. Fare del bene con generosità e con determinazione mi ha riempito il cuore di gioia! Ero talmente felice che, durante il lavoro, cantavo "Logico" di Cremonini, "L'ultima notte al mondo" di Tiziano Ferro, "Non ho che te" di Ligabue, "Pronto a correre" di Mengoni e altre ancora, sotto gli sguardi allibiti dei miei "colleghi" di lavoro. A dire il vero, ero partita da casa già con l'idea di andare a fare qualcosa di grandioso. Quante volte, la settimana scorsa, ho pensato a quello stupendo aforisma di Madre Teresa di Calcutta: "Quello che noi facciamo è soltanto una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno".


Alcuni incontri formativi sono stati molto interessanti: lunedì 27, la relatrice Elisabetta Tropea, guardia forestale che ha lavorato molto nel territorio calabrese, ci ha fatto riflettere sull'espressione "fare il proprio dovere". Mi ricordo di averle risposto che per me il concetto di "dovere" è sinonimo del termine "onestà". Le ho detto che, secondo me essere onesti significa assumersi le proprie responsabilità giorno per giorno, anche nelle piccole cose. Per essere onesti e responsabili è necessario essere anche consapevoli delle proprie scelte di vita: mi sono iscritto ad una determinata facoltà? Ho accettato volentieri questo posto di lavoro? Allora devo essere onesto con me stesso, ovvero, devo fidarmi delle mie doti e delle mie capacità per poter assecondare i miei desideri e i miei progetti di vita. Quindi, va da sé che devo impegnarmi, devo metterci il cuore in quello che faccio, devo accettare tutte le fatiche e i sacrifici che il mio attuale ruolo sociale comporta. Per me è una specie di catena: dovere-onestà-responsabilità-consapevolezza-autostima. Forse avrò divagato un po', ma non riesco a spiegarmelo in altro modo il concetto di dovere.

Un altro incontro molto istruttivo è stato quello del 30 luglio. Qui, un giovane economista proveniente da Parma, ci ha spiegato sia il concetto di eco-mafia, sia il ruolo della Banca Etica italiana. Mentre parlava, ho elaborato una riflessione (e almeno qui, credo che una buona parte dei miei lettori si troverà d'accordo con me): In Campania, soprattutto nella zona compresa tra Caserta sud e Napoli nord, la criminalità organizzata provoca gravissimi danni ambientali; incendia i campi incolti e li riempie di milioni di rifiuti tossici che fanno ammalare e morire di tumore molti bambini e molti giovani. Laggiù la gente soffre per colpa della cattiveria della Camorra, che non viene mai punita! Al Sud la presenza mafiosa è molto più evidente che al Nord. 

Al Nord, anche in provincia di Verona, proprio dove vivo io, la Camorra campana e la 'Ndrangheta calabrese agiscono in modo più subdolo. Quello che voglio dire è che i Camorristi sanno benissimo che non possono trasferirsi in Veneto per appiccare incendi e per accumulare discariche abusive nelle colline veronesi o nelle campagne vicentine! Se lo facessero davvero, sarebbero costretti a pagare multe piuttosto salate e verrebbero incarcerati. E così, approfittando del fatto che il Veneto è una delle regioni più industrializzate d'Italia, diventano "più raffinati": infatti, dopo essere stati informati a proposito dell'andamento economico delle aziende e delle fabbriche, si infiltrano nella finanza, erogano dei crediti agli imprenditori in modo tale da poterli vincolare al pagamento di interessi molto alti. Quando gli imprenditori non sono più in grado di pagare, i mafiosi prendono possesso delle loro imprese e dei territori circostanti alle fabbriche, per poter attuare i loro affari sporchi e illeciti.
L'economia italiana è malata, ha un tumore che si chiama mafia. Un tumore con metastasi, che si è originato al Sud e si è poi propagato al Nord, dall'Emilia Romagna al Piemonte.
Pensate che in tutto il Nord Italia vengono spesi circa 60 miliardi di euro all'anno per profitti illeciti.

Va inoltre ricordato che il Codice Penale Italiano prevede una sanzione piuttosto ridicola per il reato di mafia: dai 4 ai 12 anni di reclusione con una multa che varia da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 25.000 euro. Il punto è che i mafiosi, con i loro affari disonesti, tra cui il traffico di droga, guadagnano milioni di euro. Se si cambiassero certe leggi, la nostra situazione economica di certo migliorerebbe.

Comunque, prima di questa esperienza, credevo che l'economia fosse soltanto una "bestia nera", ovvero, una disciplina astrusa ed estremamente complessa fatta di grafici, di numeri, di statistiche e di probabilità. Mi ero fatta questa idea proprio a partire dai primi mesi di università, quando mi recavo nella biblioteca dell'Ateneo a studiare e, di tanto in tanto, sbirciavo con la coda dell'occhio i libri e i quaderni di alcuni studenti di economia.
In realtà, l'economia è una disciplina interessante, molto legata alla storia, alla geografia e agli sviluppi delle civiltà.

Dall'altro lato della medaglia, mi limito soltanto a dire che gli animatori potevano organizzare meglio la tempistica del campo! La mattina si lavorava, è vero, ma ogni giorno, c'erano quei due fastidiosissimi "tempi morti" che non ho mai potuto soffrire: il primo, dalle 14 e 30 fino alle 17 e 30, il secondo, dalle 20.30 circa fino a tarda notte. Per "tempi morti" intendo dire che in queste ore non veniva svolta alcuna attività... La formazione invece durava circa un'ora e mezza (17.30-19.00).
Avrei voluto che questi due lunghissimi spazi di "tempo libero"(chiamiamoli così, per una volta!) venissero impiegati in modo più intelligente, magari vedendo dei film sul tema della mafia, o spiegando la vita di Felice Maniero (perché sì, sono andata a fare volontariato nel paese di Maniero, ma tuttora dispongo di notizie piuttosto frammentarie riguardo la sua biografia!) oppure parlando della vita di alcuni importanti personaggi che hanno lottato contro la criminalità (Don Peppe Diana, Rosario Livatino, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Don Pino Puglisi.)... e invece nulla di tutto ciò. In quei momenti della giornata, siamo stati abbandonati a noi stessi, liberi di fare le nostre grosse cavolate post-adolescenziali.

Insomma, come tutte le esperienze che ho fatto lontana da casa, anche questa ha avuto i suoi lati positivi e i suoi lati negativi!





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