8 novembre 2016

"Into the wild": i grandi valori



Ho già scritto di questo film?! Bene, a maggior ragione allora vi propongo ulteriori riflessioni, a distanza di tempo. D'altronde, chi ha mai detto che le recensioni di un film devono essere scritte una volta sola?!!




Sapete che più cresco e più mi rendo conto di assomigliare molto a quel ragazzo che dal 1990 al 1992 ha percorso da solo le terre più vaste e più pericolose degli Stati Uniti?
Vi dirò di più: solo adesso, a poco più di vent'anni, dopo aver letto il libro e dopo aver rivisto il film, sono riuscita a capire davvero il senso della storia di Alex; o almeno, ho colto più significati ora rispetto a quando ero nel pieno dell'adolescenza.
Il giovane protagonista di "Into the Wild" è praticamente la mia versione maschile: determinato, sveglio, simpatico, intraprendente e amante della cultura. Ma soprattutto, io e Alex condividiamo l'amore per la verità e la semplicità. Detestiamo doppie facce e menzogne, soprattutto se prolungate nel corso del tempo.

La storia di Chris McCandless è destinata ai ventenni, perché lancia un messaggio ben preciso, anzi, fa di più: suggerisce un progetto di vita autentico, imperlato di grandi ideali e di relazioni profonde.
Il film non vuole esortare tutti i neo-laureati a compiere un viaggio nei luoghi più solitari e desolati allo scopo di fuggire dai legami familiari e dalle responsabilità. Piuttosto, direi che consiglia alle giovani generazioni di aspirare alla sobrietà, alla sincerità nei rapporti con gli altri, all'ascolto e al dialogo. E' un film che invita continuamente all'empatia: Alex, durante i suoi estenuanti ma avventurosi viaggi incontra diverse persone. Tutte loro hanno un passato alle spalle, dei ricordi dolorosi e dei ricordi piacevoli. Il giovane in un certo senso si nutre di tutte le loro storie e cammina, cammina continuamente alla ricerca di nuovi orizzonti, alla ricerca di luoghi suggestivi, alla ricerca di altre vite. D'altra parte, sa benissimo che:"la libertà e la bellezza sono troppo importanti per lasciarsele sfuggire".  
Sia chiaro questo: libertà non di fare esattamente tutto ciò che voglio senza pensare alle conseguenze delle mie azioni, ma libertà di godere di ogni respiro di questa vita.

"Se ammettiamo che l'essere umano possa essere governato dalla ragione, ci precludiamo la possibilità di vivere." ; così pensava il mitico Alex Supertramp quando, con un piccolo kayak sfrecciava sulle rapide del fiume Colorado.
Questa affermazione mi ricorda una frase pronunciata in un altro film relativo al tema del viaggio, ancora più recente però. Mi sto riferendo a "Il cammino di Santiago". Nella scena iniziale infatti, il figlio del protagonista della vicenda dice: "La vita non si sceglie, papà. La vita si vive".
E secondo voi??! Io sono per il fifty-fifty, ovvero, cinquanta e cinquanta. Credo che nessuno, in certi momenti cruciali dell'esistenza, possa permettersi di sfuggire di fronte alle scelte; e ad ogni modo, ognuno di noi è chiamato a scegliere nella vita: da un semplice gusto di gelato a una facoltà universitaria, da una pizza a un tipo di professione. A volte mi verrebbe da dire che la nostra vita è un mosaico le cui tessere sono le nostre decisioni.
Il giovane Chris McCandelss (questo il suo vero nome), quando ha deciso di partire da Annadale (Virginia) per condurre uno stile di vita lontano dagli agi, dalla ricchezza e dall'ipocrisia familiare, ha compiuto una scelta. Una scelta fondamentale per riscoprire non soltanto il valore della sua persona nella solitudine e nella meditazione ma anche l'inestimabile ricchezza dei rapporti umani.


D'altro canto però, la vita si vive. Sembra banale, ma credo che non ci sia nulla di più vero!
Le scelte sono spesso dettate dalla razionalità e dal buonsenso, ma i sentimenti... i sentimenti invece si vivono. O meglio, si dovrebbero vivere. Come dice un racconto di Davide Bernasconi intitolato: "Le parole sognate dai pesci", "I sentimenti non si possono stirare". E' vero. Se sono sinceri ti accompagnano nella tua quotidianità e tu non puoi pretendere di reprimerli. Se cerchi di reprimerli, se ti mostri piuttosto rigida con le persone a cui vuoi un mondo di bene sono cavoli amari, perché in questo modo condanni te stessa alla sofferenza e a volte anche a crisi di pianto inarrestabili.
Questo accade perché pensi di essere troppo strana e troppo originale per poter meritare la gentilezza del prossimo oppure anche per il fatto che non sei abituata ad essere ascoltata e compresa dai tuoi coetanei. Riconosco di essere sempre stata poco espansiva. Sono brava a scrivere i sentimenti, ma molto meno a esprimerli vocalmente.
A questo proposito, trascrivo un'altra frase piuttosto profonda del giovane viaggiatore:
"Ci sono persone convinte di non meritare l'amore. Loro si allontanano in silenzio dentro spazi vuoti cercando di chiudere le brecce al passato."
E' una frase che fa venire i brividi: lo spettatore particolarmente attento che, dalle poltroncine del cinema o dal divano del salotto, ascolta attentamente queste frasi pensa o comunque ricorda, con una preghiera silenziosa, le persone che non vorrebbero essere mai nate, ovvero, tutte quelle persone che probabilmente hanno avuto un'infanzia difficile e hanno perso la speranza di poter ammirare l'arcobaleno con le stelle. Tutte quelle persone che hanno perso la fiducia nella vita e negli altri. Tutte quelle persone che hanno bisogno di essere sorrette, accompagnate a braccetto o, in casi seri di depressione nera, di essere portate in braccio.
"Non conta essere forti, ma sentirsi forti", dice qualche minuto dopo il ragazzo. Con l'autostima e la motivazione si riescono a scalare le montagne, dice mio padre. Almeno su questo non ha affatto torto. "Se vuoi una cosa nella vita, allunga la mano e prendila!" Certamente. Niente di più semplice. Perché complicarsi la vita con complessi inutili??!

La colonna sonora è a dir poco stupenda! Sono quasi tutte canzoni di Eddie Vedder eseguite alla chitarra. Tutte bellissime, soprattutto "No ceiling", "Long nights", "Society", "Hard sun", "Guaranteeed". Le ho scaricate tutte e ultimamente sono diventate anche la colonna sonora dei miei piccoli viaggi in automobile. Tenete presente che sono una patita proprio di questo genere musicale che si colloca a metà strada tra il pop e il country.

Il film inizia con "Guaranteed", brano perfetto per introdurre l'indole e i comportamenti del protagonista:


"Sono indignato ma sono puro in tutti i miei pensieri... Sono vivo." Proprio come me.
Indignata lo sono sì, e confesso di avere accumulato parecchia rabbia negli ultimi anni, per vari motivi e per esperienze oltremodo deludenti. Ad ogni modo, mi ritengo una persona viva perché non rinuncio mai a cercare piacere e serenità, anche nella contemplazione di un tramonto.
Leggetevi l'omonimo libro di John Krakauer! Ve lo consiglio caldamente.
Cito qui alcuni passi del romanzo che mi hanno seriamente fatto pensare di assomigliare a Chris McCandless.
"La personalità di McCandless era talmente complessa da risultare sconcertante. Era molto introverso, ma sapeva diventare socievole e comunicativo fino all'eccesso. Possedeva un' acuta coscienza sociale, ma non era certo il benefattore taciturno e scontroso che disapprova il divertimento."

"Se cercavi di dissuaderlo da qualcosa, non si metteva a discutere. Educatamente ti rispondeva con un cenno e poi faceva esattamente quello che voleva."

"Ancor più degli adolescenti in genere, Chris vedeva solo il bianco e il nero e giudicava se stesso e gli altri secondo un codice morale di insostenibile rigore. Curiosamente però, non con tutti usava gli stessi rigidi parametri. (...) Chris era consapevole dei molti difetti di alcuni suoi conoscenti e amici, ma a loro riuscì a perdonare. (...) Chris sembrava giudicare le persone in base alle loro opere e non alla loro vita. "
Però non è riuscito a perdonare gli errori di un padre adultero e ipocrita.

Nel suo romanzo "Cose che nessuno sa", Alessandro D'Avenia cita la canzone "No ceiling".
E' Giulio, il ragazzo innamorato di Margherita, che cita il film come uno stupendo capolavoro e che, durante il loro viaggio alla ricerca del padre di lei, carica sul lettore CD dell'auto la colonna sonora di "Into the Wild".




Forse non ci avete fatto caso, ma in "Into the wild" c'è anche un messaggio evangelico. Soprattutto nel dialogo con Ron, il vecchio scorbutico, emergono le tematiche dell'amore e del perdono, tanto care al cristianesimo.
Eccolo qui, e con questo concludo davvero:







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