8 marzo 2017

Euripide: il tragediografo femminista??


                                                                                  Meditazioni letterarie dedicate al mio docente di 
                                                                            letteratura greca

Ho inserito questo titolo in alto semplicemente per attirare l'attenzione dei miei lettori e per suscitare la loro curiosità. 
In realtà mi trovo d'accordo con ciò che il mio insegnante universitario diceva a proposito degli autori tragici: "Noi, a distanza di molti secoli, non possiamo pretendere di sapere perfettamente e chiaramente il pensiero degli autori vissuti nella Grecia del V° secolo a.C. ! Quello che possiamo fare è gustare i loro scritti e ipotizzare collegamenti e parallelismi con altri autori. Che ne sappiamo per esempio della concezione che Sofocle (altro tragediografo greco) aveva dell'eroismo?"
Infatti. Altro esempio: Euripide femminista. Uhm... sarebbe interessante averne la certezza, ma che ne sappiamo noi della considerazione che Euripide aveva delle donne? I testi e le opere non potranno mai darci delle risposte del tutto esaustive.
Tra l'altro, se ripenso ai fallimenti sentimentali vissuti da questo autore, sorrido quando mi pongo questa domanda, perché è stato proprio "scaricato" da entrambe le donne con le quali ha convissuto. 
(evidentemente le carogne esistevano anche 2500 anni fa!) Eppure, nonostante questo, nelle tragedie sopravvissute allo scorrere del tempo, noi lettori possiamo notare che i personaggi femminili assumono ruoli molto importanti nel corso degli eventi e delle vicende, al punto tale da rendere marginali e insignificanti i personaggi maschili. Molte donne euripidee si dimostrano forti, determinate, sicure di sè. Alcune di loro appaiono gelose, invidiose e vendicative, altre invece estremamente generose e sensibili, al punto tale da arrivare al sacrificio di sé per l'uomo che amano.

Inizio a delineare le principali vicende biografiche di questo autore, per poi raccontare le trame di due tragedie significative da lui scritte.

BIOGRAFIA DI EURIPIDE:

Già sulla vita di questo grandioso tragico non abbiamo mai avuto molte certezze, anche se pare essere stata piuttosto infelice.

Euripide era nato nell'isola di Salamina. L'anno di nascita è incerto, ma si ipotizza un breve arco di tempo compreso tra il 485 e il 480 a.C. 
Per molto tempo nell'Europa Occidentale è stata tramandata una leggenda che affermava l'estrema povertà in cui versava la famiglia di Euripide, dichiarandolo figlio di un bottegaio e di una fruttivendola. Bene, vi risparmio un'espressione strettamente veneta piuttosto volgare, dicendovi invece con eleganza italiana che questa teoria è un'assurda panzana, smentita dalle ricerche di illustri filologi tedeschi del secolo scorso.
Una biografia di Euripide narra infatti che egli, quando era molto giovane, aveva ricevuto un'ottima educazione culturale, tipica appunto dei membri dell'aristocrazia greca. Aveva dunque studiato la filosofia, la letteratura e la pittura. Come maestro aveva avuto anche Socrate.
D'altra parte: un uomo dell'Antica Grecia che era divenuto compositore di tragedie come poteva derivare da una famiglia quasi indigente che sicuramente non avrebbe avuto le possibilità economiche per farlo studiare??
Nell'ambito dell'attività letteraria, vi posso dire che il suo esordio è avvenuto nel 455 a.C. e che la sua prima vittoria negli agoni tragici è stata conseguita nel 442 a.C.  Non era molto amato dal pubblico dunque. Di questo letterato ci sono giunte diciassette tragedie, anche se probabilmente ne aveva composte molte di più.
Originale, intelligente, anticonformista e decisamente ateo, era dotato di un'indole introversa e riflessiva. 
Con la prima moglie aveva ottenuto il divorzio dopo che aveva scoperto i suoi continui tradimenti. 
Si era poi risposato ma anche la seconda moglie lo aveva tradito in modo scandaloso, ovvero, fuggendo con il loro schiavo domestico.
Non possiamo sapere le date dei due matrimoni. 
Nel 408 a.C. si era trasferito a Pella, alla corte del re macedone Archelao. Presso Archelao pare che godesse di sincera stima.
E' morto forse nel 406, forse nel 404 a.C. 
E anche qui vi sono due ipotesi, entrambe piuttosto assurde:

a) Sarebbe stato sbranato dai cani di Archelao (la biografia interpreta questo evento come una punizione degli dei per il suo ateismo).
b) Sarebbe stato squartato vivo da alcune donne durante una festa religiosa.

LE TRAGEDIE PIÙ RILEVANTI- I RUOLI FEMMINILI:

1) ALCESTI: 
La vicenda è ambientata in Tessaglia, regione a nord dell'Attica. I sovrani sono Admeto e Alcesti, presso i quali Apollo presta servizio a purificazione di un omicidio. Admeto ottiene dal dio il privilegio di sfuggire alla morte nel caso in cui qualcuno si offra al posto suo. Soltanto Alcesti, la giovane moglie, è disposta a sacrificarsi, al contrario degli anziani genitori. Dopo aver espresso il desiderio di non essere sostituita da nessun'altra donna per non esporre i figli al pericolo di una matrigna crudele, la regina muore tra le lacrime del marito. Nel frattempo giunge alla reggia Eracle, il quale si accorge subito che il re è vestito a lutto. Durante il funerale di Alcesti scoppia un litigio tra Admeto e suo padre, perché entrambi si accusano reciprocamente di viltà. Eracle intanto, durante un lauto banchetto, viene informato da un servo della recente morte della regina. Egli allora decide di affrontare Thanatos per restituire Alcesti ad Admeto. Compiuta l'impresa, l'eroe si presenta ad Admeto con una donna velata offrendogliela come nuova sposa. Al rifiuto del re, Eracle solleva il velo e consegna Alcesti rediviva.


Recupero alcuni concetti studiati lo scorso anno in storia dell'arte medievale: questa è la raffigurazione di una catacomba cristiana. Le immagini raffigurano Eracle che restituisce Alcesti ad Admeto. Come mai un soggetto mitologico è stato inserito in un contesto cristiano? Questo potreste chiedervi. Come probabilmente sapete, le catacombe, dal II° al IV° secolo a.C. hanno assolto la funzione di luoghi di sepoltura dei seguaci del cristianesimo. Tra le pareti di queste strutture sotterranee troviamo certamente delle figure e dei simboli che rimandano a significati evangelici (il buon pastore, l'ancora, la pecora, il pesce) ma anche alcune pitture provenienti dal repertorio della classicità greca. Secondo me la vicenda di Alcesti era particolarmente cara ai cristiani per il fatto che vi erano i temi della morte, della dolore della perdita e soprattutto del sacrificio di sé. 
Ricordate il concetto di "sacro furto"? Ho imparato a memoria la definizione che il mio libro di letteratura dà: "Il sacro furto consiste nel recuperare, in epoca cristiana e medievale, dei concetti e delle verità provenienti dall'epoca pagana, in modo tale da poterli reinterpretare soprattutto in chiave teologica."  Per esempio: i pagani hanno intuito che esiste il dio della musica e della poesia, ma lo hanno chiamato con il nome sbagliato, ovvero Apollo. In realtà è soltanto un unico Dio Onnipotente che protegge poeti e musicisti. 
Qui avviene qualcosa che ricorda proprio il "sacro furto": da un'antica cultura politeista è recuperato un contenuto letterario i cui valori sembrano essere in sintonia con la mentalità cristiana. 
Dunque, sia in epoca paleocristiana sia in epoca medievale, non tutta la cultura greco-latina era considerata corrotta e cattiva.

Ad ogni modo, Alcesti è la moglie fedele, la madre premurosa, la donna generosa. 
Alcesti è dimenticata dopo la morte? Non direi, se Admeto continua a piangerla e se egli stesso, nel porre una piccola statua di legno raffigurante la moglie accanto al letto matrimoniale, si prefigge di mantenere la promessa fattale. Admeto non smette di amare la moglie defunta.
Però, il gesto di Alcesti mette anche in rilievo l'egoismo di suo suocero il quale, sebbene anziano, non ha accettato di morire e la viltà di Admeto, uomo certamente devoto verso la moglie ma anche molto fragile.

2) MEDEA:

L'azione si svolge a Corinto, di fronte al palazzo di Creonte. Medea, dopo aver aiutato Giasone nella conquista del vello d'oro, vive con lui e con i due figli a Corinto. Giasone però, dopo alcuni anni la
ripudia per risposarsi con la figlia di Creonte, sovrano della città. Creonte allora esilia Medea e i figli. Medea elabora i suoi piani di vendetta. Il giorno prima della partenza da Corinto, prepara un piano terribile. Giunge nel frattempo a Corinto Egeo, sovrano di Atene, di ritorno da Delfi dove si è recato a consultare l'oracolo in merito alle possibilità di avere una discendenza. Egeo è addolorato perché l'oracolo gli ha appena rivelato la sua sterilità. Con le sue arti magiche, Medea si offre di aiutarlo ad avere figli, chiedendogli in cambio ospitalità ad Atene. Simulata una riconciliazione con il marito, Medea manda i figli dalla nuova compagna di Giasone con due doni nuziali: una tunica e una corona, entrambi intrisi di un veleno letale.  Muoiono Creonte e sua figlia. Medea uccide entrambi i figli. Giasone vede i corpi straziati dei due ragazzini ma non può far alcun male a Medea, perché quest'ultima è salita su un carro alato per allontanarsi definitivamente.

Medea è una donna colta, esperta di arti magiche e direttamente discendente dal Sole. E' diversa dai cittadini di Corinto, dei quali non condivide le tradizioni.
Dopo il ripudio del marito, lei vive ai margini della società sostanzialmente per due motivi: perché ha la fama di essere pericolosa e demoniaca e perché, essendo stata ripudiata, si ritrova priva di tutela legale e sociale.
Medea è addolorata, vendicativa, ingannatrice, spavalda, crudele.
Però anche lei, come Alcesti, si distingue dagli altri personaggi maschili, non molto positivi.
Giasone ha la colpa di averla abbandonata e quindi di aver interrotto il loro legame matrimoniale, Creonte favorisce invece le nozze tra Giasone e la figlia. Entrambi si dimostrano insensibili nei confronti degli stati d'animo di Medea, ovvero, non pensano e non immaginano nemmeno lontanamente il suo dolore e il suo risentimento. Egeo, sovrano di Atene, è una figura molto marginale.
Medea è indubbiamente una personalità molto forte; i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni rendono i personaggi maschili dei comprimari, dei personaggi pieni di difetti che però poi subiranno le tragiche conseguenze del comportamento di una donna infuriata e con il cuore spezzato.
Va da sé comunque che una donna offesa e tradita non ha il diritto di vendicarsi in questo modo!


RITORNANDO ALL'ATTUALITA':

Cosa non dovrebbe esistere nell'evoluta società occidentale del XXI° secolo:

Da parte degli uomini:

- Violentare ripetutamente delle bambine piccole e scaraventarle dal balcone del settimo piano di un condominio soltanto per il fatto che si sono rifiutate di avere l'ennesimo schifoso e vomitevole rapporto.

- Picchiare e uccidere le mogli, le compagne che hanno dato alla luce dei figli. Come si fa a privare con la violenza un bambino della propria madre?? Come si fa a massacrare una donna che ha fatto nascere i tuoi figli? Bisogna soltanto essere biechi, insensibili, malvagi!!

- Generalizzare sul carattere delle donne: non siamo proprio tutte fatte in un certo modo! Non insultate mai chi non merita certi appellativi!


Da parte delle donne:

- Accettare di venire filmate mentre si sta facendo sesso con il proprio compagno. Perché non vi chiedete mai: ma cosa gli sto permettendo di fare?? Perché glielo sto permettendo?
La dignità è tutto nella vita!! E voi così la perdete. Lo so, magari perché alle spalle avete tristi vicende familiari e non vi sentite veramente amate da nessuno.
Ma chi vi vuole filmare non vi ama veramente. E' chiaro che poi diffonde il video, perché non vede l'ora di diffamarvi. E ricordate che un datore di lavoro non vi valuta in base al vissuto personale ma soprattutto in base alla maturità (bah, che parola grossa!) e alla serietà che dimostrate di avere nel presente. Nessuno assume delle meretrici.

-Vantarsi di aver avuto rapporti sessuali con più di un uomo o addirittura promiscui. A che pro??
Il sesso è una questione personale, che figure fate se sbandierate a mezzo mondo questo genere di avventure?

-Accettare di essere sottomesse a uomini fisicamente o psicologicamente violenti. Ricorrete ai carabinieri, cambiate luogo di residenza, fatevi proteggere da persone di fiducia che vi vogliono realmente bene. Non appena vi accorgete che il suo modo di fare è scostante e sprezzante, correte subito ai ripari!! Prima di morire. "Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai/ e ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai." (cit. Ermal Meta).

- "Tanto gli uomini sono tutti così." "Eh, che vuoi mai, sono uomini, sono chiusi in loro stessi". Frasi rassegnate che detesto con tutta me stessa! Perché se uno è uomo deve avere tutti i diritti, deve avere sempre ragione e non può imparare ad aiutarvi nelle faccende domestiche? Uomo e ragazzo non sono sinonimi di "deficiente", almeno non sempre. E poi un'altra cosa: perché trovate strano dialogare veramente e seriamente con un uomo? L'uomo serve soltanto da contributo per la continuazione della specie? Non credo proprio!! Se lo amate veramente dovete fare in modo che si fidi di voi, che riconosca il vostro affetto profondo. Così pian piano perderà l'abitudine di chiudersi nella sua torre di cemento fatta di dubbi, insicurezze e sentimenti che per molto tempo ha nascosto e che non ha mai rivelato a nessuno.

- Vestirsi in modo succinto o esageratamente elegante, soltanto per far colpo sulla componente maschile. Ma pensate davvero che l'amore o la stima di un uomo si debbano ottenere soltanto in questo modo? Che se ne fanno loro di una donna "tutta forme e niente cervello"? Nulla.
Nulla perché in realtà, quelli seri, un po' timidi e molto riflessivi apprezzano le donne intelligenti e sensibili.Ma anche gli uomini superficiali o apparentemente arroganti comprendono che il solo meraviglioso aspetto fisico di una donna non può renderli davvero uomini.



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