26 settembre 2017

I contenuti di alcune canzoni della mia prima giovinezza:

In questo post vorrei proporvi delle mie riflessioni sui contenuti di alcune canzoni che mi hanno accompagnata durante l'adolescenza.

ALLA MIA ETA'- TIZIANO FERRO, AUTUNNO 2008:

AVVERTENZA!: Non osservate tanto le mie "acrobazie" sui tasti... o peggio ancora: il trasporto entusiastico che ho verso la musica che mi piace.

Pensate ad attribuire valore alle parole della canzone. 
Qui c'è indubbiamente il messaggio cristiano del perdono.




Inizio la mia riflessione riportando le frasi più significative della canzone:
 
"Ma grazie a chi sa sempre perdonare sulla porta alla mia età". Che cos'è il perdono in fin dei conti??! Gli adulti giovani e maturi riescono a perdonare o dovrebbero aver acquisito una maturità e un equilibrio psicologico sufficienti per poterlo fare?

Ricordate il mio post sul film "Philomena"? Qui sotto ho ricopiato alcune mie considerazioni:

"Il film mi ha insegnato che perdonare non significa "fare finta di non avere subito dei torti". Quando qualcuno si impegna a perdonare propone a se stesso di non vendicarsi contro coloro che gli hanno fatto del male e di reprimere il rancore."

Philomena è una donna meravigliosa, perché non ha mai provato né odio né rabbia verso quelle suore che le hanno sottratto il figlio e che le hanno impedito di crescerlo.

Quindi, nonostante sia stata vittima di un'ingiustizia atroce, è riuscita a vivere amando la propria esistenza e convivendo con il suo tragico passato.

Mi trovo ancora d'accordo su ciò che avevo scritto tre anni fa a proposito del perdono, però vorrei aggiungere altri esempi e altre considerazioni.


Nella mia prima raccolta di poesie "Ali di pensiero" avevo dedicato un componimento alla beata Chiara Luce Badano. Forse allora è arrivato il momento opportuno per spiegarvi qualcosa di più a proposito di questa ragazza, morta a soli 19 anni a causa di un tumore osseo. Se oggi Chiara fosse viva avrebbe 46 anni.
 

Chiara Luce era profondamente credente. 



Aveva iniziato a frequentare il Liceo Classico senza poche difficoltà. Aveva un ottimo rapporto con i compagni, ma soffriva moltissimo a causa delle incomprensioni che erano sorte tra lei e l'insegnante di Lettere.
E' la fine del primo anno di superiori. In un caldo week-end di fine maggio, la ragazzina deve prepararsi per l'ultima interrogazione di geografia, determinante per la sua promozione.
Quindi, studia tutto il week-end e il giorno dopo viene interrogata. Pur sapendo le risposte alle domande, prende un 5. 
I compagni di Chiara, che avevano un ottimo rapporto con lei, protestano: "Prof., non è giusto!", ma l'insegnante non vuole sentire ragioni. A Chiara tocca ripetere l'anno, purtroppo.
Alla fine della mattinata di scuola, mentre gli studenti stanno uscendo e scendendo le scale, alcuni compagni della Badano provano a spintonare la loro docente di Lettere in modo tale da farla rotolare giù dalle scale. Ma Chiara, accorgendosi di ciò che stanno per fare, interviene urlando energicamente: "Lasciatela stare! Siete voi gli ingiusti!" 
La prof., resasi conto di ciò che sarebbe potuto accaderle, le rivolge uno sguardo riconoscente e le sussurra un grazie. 
Ho letto una biografia sulla Badano e anche questo episodio mi aveva profondamente colpita, oltre alla forza d'animo con la quale questa ragazza ha affrontato la malattia alcuni anni dopo. 
In questa sua vicenda di vita, Chiara Luce trasmette un messaggio significativo e valido per chiunque sia dotato di cuore e cervello: il perdono non si limita soltanto al "non-odio". 
I suoi compagni di classe volevano vendicarla per il torto subito. E lei ha protetto la prof. antipatica.
Il perdono è strettamente legato al rispetto della dignità di chi ti ha fatto del male. 
Il non-odio implica l'assenza di propositi di vendetta, il rispetto riconosce la fragilità della persona che nei nostri confronti ha sbagliato. Ecco allora che tutto questo ha a che fare con la misericordia, ovvero, con una spiccata predisposizione a valutare in modo equilibrato i nostri simili.
Nella parte finale della canzone c'è un'altra frase significativa:"E che la vita ti riservi ciò che serve, spero, e piangerai per cose brutte e cose belle spero, senza rancore che le tue paure siano pure e l'allegria mancata poi diventi amore."

Quindi: ti auguro un'esistenza come la mia, piena di soddisfazioni, di gratificazioni, di desideri esauditi. Ti auguro una vita piena di emozioni, positive e negative.

Non dimenticherò mai le tue offese nei miei confronti. 
Ciò che è accaduto tra noi ci impedisce di diventare amici e di coltivare buoni rapporti.
Ma, malgrado ciò, spero che ognuno di noi due prosegua lungo il proprio cammino della vita senza covare rancori. Ecco tutto. 


Sto pensando anche al Vangelo di domenica scorsa. Narrava una parabola che parlava di un servo che aveva con il padrone un debito enorme. Il signore, avendo avuto compassione della miseria e delle suppliche di questo servo, gli aveva condonato tutto il debito.
Poco dopo però, questo servo graziato incontra un altro servitore, un suo "collega" quindi, che gli deve soltanto 100 denari. Una cifra irrisoria rispetto ai diecimila talenti che egli avrebbe dovuto restituire al loro padrone.
Non appena lo vede, lo aggredisce con violenza e con arroganza, dicendogli: "Rendimi quello che mi devi!" A nulla valgono le suppliche dell'aggredito.
Dopo essere venuto a conoscenza dell'avvenimento accaduto, il padrone rimprovera duramente il servitore al quale aveva condonato tutto quel debito spropositato. 

La prima cosa alla quale si pensa è: colui al quale è stato condonato tutto non ha appreso la lezione di vita e di misericordia che il signore aveva a lui dato.



Ecco una parte del commento di Padre Ermes Ronchi:


"(...) Eppure, questo servo “‘malvagio” non esige nulla che non sia suo diritto: vuole essere pagato. È giusto e spietato, onesto e al tempo stesso crudele. 
Così anche noi: bravissimi a calare sul piatto tutti i nostri diritti, abilissimi prestigiatori nel far scomparire i nostri doveri. E passiamo nel mondo come predatori anziché come servitori della vita.

Giustizia umana è “dare a ciascuno il suo”. Ma ecco che su questa linea dell’equivalenza, dell’equilibrio tra dare e avere, dei conti in pareggio, Gesù propone la logica di Dio, quella dell’eccedenza: perdonare settanta volte sette, amare i nemici, porgere l’altra guancia, dare senza misura, profumo di nardo per trecento denari.

Quando non voglio perdonare (il perdono non è un istinto ma una decisione), quando di fronte a un’offesa riscuoto il mio debito con una contro offesa, non faccio altro che alzare il livello del dolore e della violenza. Anziché annullare il debito, stringo un nuovo laccio, aggiungo una sbarra alla prigione.

Perdonare, invece, significa sciogliere questo nodo, significa lasciare andare, liberare dai tentacoli e dalle corde che ci annodano malignamente, credere nell’altro, guardare non al suo passato ma al suo futuro. Così fa Dio, che ci perdona non come uno smemorato, ma come un liberatore, fino a una misura che si prende gioco dei nostri numeri e della nostra logica."


Mi piace un sacco anche questa frase:
"E mi sento come chi sa piangere di notte alla mia età"
. Non bisognerebbe mai vergognarsi delle proprie lacrime!

In certe notti mi viene da piangere. Così, senza un motivo ben preciso. Un paio di lacrime scivolano giù dalle guance e cadono sul cuscino. 
Secondo me significa che sono viva. Non soltanto in senso biologico, ovviamente! 
Diciamo che la mia vita interiore è piuttosto ricca e che continua a generare un groviglio di emozioni e di stati d'animo.
 
  MENTRE DORMI-MAX GAZZE', AUTUNNO 2010:

"Sogno di conoscere un ragazzo che sappia amarmi. E' questo il sogno che mi fa venire voglia di aprire gli occhi ogni mattina."





La frase  che ho scritto sopra è diventata la info del mio account whatsapp. 
-Esagerata!- penserete voi dall'altra parte dello schermo. -Ma vivi soltanto per sognare l'amore?-
Oddio... diciamo che io vivo serenamente soprattutto grazie a questo sogno, che in fin dei conti equivale ad una speranza!
Perdonatemi, ma non sono mai riuscita a guarire da una dolce "malattia" chiamata romanticismo, una malattia che mi ha stimolata, in questi ultimi dieci anni di vita, ad occupare parte del mio tempo libero a immaginare la mia possibile-futura vita coniugale.
Io "non riesco a pensare una vita a metà", per dirla nel modo in cui lo dice Cremonini.


Credo di essere fatta per "donarmi", non soltanto per amare. 
Tutti gli esseri umani di questo mondo dovrebbero saper amare. 
Il donarsi secondo me è qualcosa di più: è impegnarsi a diventare il meglio di se stessi per poter rendere bella e serena la vita della persona che hai scelto come compagno.
Che bello che sarebbe poter avere qualcuno al quale stringere la mano e sussurrare:  
"Non preoccuparti, ci sono io qui con te! Se qualcosa ti crea angoscia, parlami, stringimi forte e baciami. Insieme cercheremo di riflettere e di trovare una soluzione al problema."

Proprio oggi compio 22 anni. Chris McCandless aveva esattamente 22 anni quando ha deciso di compiere un lungo viaggio alla riscoperta di se stesso. 

Era appena laureato; a me mancano davvero pochi esami.
Quanto a me, mi accorgo che più "invecchio" e più divento buona. 
Mi sembra di essere ancora più mite, un po' meno nervosa e ancora più matura.


Nel giorno del mio compleanno vorrei fare io un regalo a voi followers.
Quindi, ho caricato due canzoni perché voglio dedicarle entrambe non soltanto ai lettori che mi apprezzano, ma anche agli ex allievi di mia mamma, in particolare, a delle belle figure positive, nate un anno prima di me, che ho conosciuto e incontrato nel delicato periodo delle scuole medie.
A 11 anni ero una bambina molto insicura, inconsapevole dei talenti e dei doni che avevo. 
E' stato anche grazie a dei miei quasi coetanei che ho imparato a scoprire me stessa.
Ragazzi, probabilmente non siete consapevoli del bene che mi avete fatto, ma io sì e  cercherò di non dimenticarlo mai! 
Soprattutto certi complimenti che avevo anche trascritto sui miei diari segreti dell'epoca, del tipo: "Sei la ragazzina più matura delle seconde medie", "Che begli occhioni grandi!", 
"Tu hai un sacco di qualità, devi imparare a farle emergere".

Se non avessi imparato a scoprirle, queste qualità, sicuramente non mi sarebbe mai venuta la voglia di progettare e anche di sognare il futuro.



ONLY HOPE, MANDY MOORE- "A WALK TO REMEMBER":


Questa fa parte della colonna sonora di uno dei miei film preferiti! 
Gustatevela  ;-)








CARRY YOU HOME- JAMES BLUNT, DICEMBRE 2008:

E' questa è estremamente dolce! :-) 








Spero di avervi portato un po' di gioia in questa giornata... a modo mio!





Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.