2 dicembre 2017

Il lungo viaggio di Martino:

E' un post diverso dai soliti questo.
L'ho pensato e scritto in occasione del secondo anniversario della morte di Gabriella e anche in memoria di tutti i ragazzi giovani la cui vita è stata spezzata dal cancro.
Per quel che riguarda Gabriella, il suo funerale è stato celebrato esattamente due anni fa.
Il cancro nel nostro paese è la seconda causa di morte della popolazione dopo le malattie cardiovascolari.
Riflettiamoci bene!!

E' da tre giorni che lavoro a questo scritto, per cui dovete solo dirmi brava. Stavolta sì, questa è davvero una cosa grandiosa!
Tanto scrivere bene è quasi l'unica cosa che so fare.
Alla fine di ogni paragrafo compaiono immagini che ho considerato significative e adatte alle pagine di questa specie di diario.


MI CHIAMO MARTINO:

Mi chiamo Martino, ho vent'anni tondi tondi e studio Economia Aziendale all'Università.
Mi sono diplomato al Liceo Scientifico con una valutazione piuttosto alta e... i numeri e le statistiche sono sempre stati il mio forte! Però non ho un gran metodo di studio, me lo dice spesso anche mia madre, perché inizio a studiare sempre e tutto all'ultimo.
Se vado bene negli studi è perché, modestamente, credo di avere sia dei buoni neuroni sia quella grandiosa botta di fondoschiena necessaria per poter superare interrogazioni e compiti scritti.
"La sedia e i libri devono diventare i vostri migliori amici in questi anni accademici!", sentenzia quasi ad ogni lezione il mio prof. di Economia Industriale, un arcigno signore piuttosto avanti con l'età che sembra che sia uscito da un vecchio archivio storico polveroso.
Quel prof. ha sempre le sopracciglia aggrottate quando ci parla. Ma io non mi impressiono, lo lascio brontolare e vivo sereno!
"Ma sì... Non è il caso di farsi prendere dal panico! Ma cosa vuoi che siano gli esami rispetto alle grandi montagne, rispetto alle cascate, rispetto al tramonto del sole, rispetto all'intero Universo?", mi dice il Giova, il mio migliore amico e compagno di corso. Con lui, durante la settimana, condivido tutto: pranzi in mensa, incursioni in libreria nelle ore buche, panini e merende... Mi ritengo fortunato ad averlo come amico.
Due volte la settimana faccio volontariato in Comune. Aiuto i ragazzini delle medie a fare i compiti, soprattutto per quel che riguarda matematica. Mi piace farlo; loro mi ringraziano spesso e anche i loro genitori sono molto contenti di me e del fatto che i voti dei loro figli migliorino a scuola.
E... adoro il mio motorinooo!! Quando percorro le strade della mia città con il motorino, mi sento davvero libero e felice! L'adrenalina va a mille!
"Vedi di tornare a casa tutto intero!", mi dice mia sorella Giulia, con quel suo mezzo sorrisetto intelligente.
La mia Giulietta! E' una bellissima ragazza di 23 anni, ha dei capelli castani boccolosi e stupendi che le sfiorano le spalle e a me piace un sacco accarezzarglieli!
Mi piace ogni sera prenderle il viso tra le mani e dirle:"Ti voglio un mondo di bene, Giulietta!"
Sono un ragazzo, per questo ogni tanto mi sento dire: "Sei un ometto, bando alle smancerie!"
Ma... che male c'è se esprimo in modo chiaro ed esplicito i miei sentimenti?
Che male c'è se sono affettuoso con quelli che amo?
Giulia è poco più grande di me, ma per me è sempre stata una specie di seconda madre: se sapeste quante volte mi ha rassicurato quando ero piccolo e avevo paura del buio!
Lei sta studiando arte. Cioè, a dire il vero una laurea ce l'ha già, ed è una triennale in Lettere.
Nello studio è ancora più brillante di me: non per niente, ma tutte le volte che porta a casa un trenta e lode, nostro padre le dice:
"Siamo molto fieri di te. Io non ho mai avuto i tuoi voti. Nessuno di noi è mai stato così studioso e geniale."
E io non la invidio, né sono geloso anzi... Lei è un caso straordinario, perché studia quasi volta per volta. E comunque, io ho i miei pregi, lei i suoi. E va benone così!
Siamo molto legati noi due.


Questa l'ho messa perché ho immaginato la vita di Martino come un alberello che, oltre a crescere, genera e diffonde nell'aria delle mani colorate. Le mani dell'allegria, dell'affetto e della solidarietà.

22 DICEMBRE 2015:

Manca pochissimo a Natale. Io e la mia famiglia abbiamo già fatto le valigie per trascorrere quattro giorni in montagna. Finalmente relax! Per un po' niente noiose lezioni...
Anche se al ritorno dovrò sgobbare per portare tre esami per la sessione invernale e, un pochino di tremarella ce l'ho già ora.
Stasera comunque io e mia sorella eravamo nello stesso letto, nel suo, per raccontarcela un pochino.
Solo che abbiamo fatto le tre del mattino!
Poverina, nemmeno quando l'ho vista sbadigliare l'ho lasciata in pace!
Solo lì le ho chiesto un consiglio per una delle due cose che, negli ultimi tempi, mi rendono un pochino ansioso: "Giulietta... ma... secondo te come faccio a conquistare una ragazza?"
mi sono accorto che la mia voce tremava.
Lei si è messa a ridere: "Ma una ragazza non è un territorio da conquistare!".
Strabenedetta ironia femminile! Quando però si è accorta che ero serio e che non ridevo, mi ha detto: "Ma la conosci solo di vista?"
"Eh sì... la vedo nei corridoi dell'Università. Si chiama Chiara, è biondissima... Che faccio? Le regalo un mazzo di rose per l'inizio del nuovo anno?" e di nuovo mi accorgo che mi trema la voce.
Lei mi sorride teneramente.
"Senti, fratellino, siccome non vi conoscete bene e siccome tu non sai se sei ricambiato, comincia intanto con il salutarla e con il fare due chiacchiere quando la vedi."
Rifletto un pochino. Un saluto e due chiacchiere... sì... mi sembra un consiglio sensato e razionale.
Abbiamo solo vent'anni, possiamo fare le cose con calma, corteggiandoci con cautela.
Sì ma il punto è che ogni volta che la vedo mi tremano le gambe.
Riesco a sorriderle ma non mi esce mai nemmeno un filo di voce per poterle dire "ciao".
Mi sento un vigliacco. Perché ho così paura di una ragazza??
Sento parlare di miei coetanei che fanno sesso abitualmente da diverso tempo ma io... io non ho mai toccato nessuna. Sono troppo diverso da loro per poterlo fare!
Comunque né a mia sorella né ai miei genitori sono riuscito a dire l'altra cosa inquietante.
Ultimamente mi succede qualcosa di veramente molto strano: quasi ogni giorno sento un dolore molto forte alla spalla sinistra, un dolore che mi toglie il respiro. Dura per alcuni secondi, poi scompare. E il giorno dopo riappare.
Non so a che cosa sia dovuto.

... Per questo sono tanto attaccato alla vita!!

GENNAIO 2016:

3 GENNAIO 2016: 
Oggi era una bella giornata fresca e soleggiata. Così io, il Giova e alcuni miei ex compagni di liceo, tra cui i miei vicini di casa Carlo e Giorgio, abbiamo voluto giocare una partita a basket nei campi sportivi della nostra ridente cittadina.
Al diavolo lo studio, sono ancora in vacanza e il primo appello è il 24 di gennaio!
Fai oggi quello che puoi fare domani? Ma che proverbio irritante! Fai domani ciò che non vuoi fare oggi, semmai! E pazienza se per una volta prendo solo diciotto.
Ad un certo punto, mentre stavo per tirare la palla, ho urlato: "Ahi!!!" e mi sono sentito svenire.
Non riuscivo più a vedere nulla, sentivo che stavo per cadere a terra.
"Martinoo!" ho sentito urlare.
Il Giova mi teneva per le spalle e Giorgio mi sollevava le gambe. "Ma che cavolo ti succede?", mi ha chiesto Carlo, tutto preoccupato e pallido in volto.
"Ho un dolore tremendo alla spalla, ragazzi." ho bisbigliato io.

20 GENNAIO 2016:
Sono stato dal medico, ho fatto tutti i controlli che dovevo fare, le radiografie soprattutto... e quando ho letto l'esito: "sarcoma osteogenico alla spalla", mi è crollato il mondo addosso.
Ancora non riesco a crederci! Ma perché proprio a me una disgrazia del genere?? Che male ho fatto?

Sono in camera mia, sotto il caldo piumone azzurro. E piango. Non voglio alzarmi, non voglio uscire, non voglio mangiare, non voglio parlare con nessuno... Piango. Piango quasi tutto il giorno.
Vorrei nuotare nel mio immenso mare di lacrime per poterci annegare. Ma perché mi sta accadendo questo???
Dio ci sei??? Se esisti, liberami da questo male! Lo sussurro ad ogni ora del giorno. E nessuno risponde.
Solo il triste e terribile suono del silenzio, come una nebbia che avvolge case e alberi, pervade il mio presente.
Soffro... Mi sento imprigionato in un dolore lacerante... Mi sento fragile e indifeso come una farfalla.

FEBBRAIO 2016:  

Non sono sicuro di arrivare all'inizio del 2017.
Devo iniziare le chemioterapie, dovrò fare la spola tra casa e ospedale. 
Quando ho sentito la parola "chemioterapie", dico la verità, ho ricacciato indietro le lacrime, ho fatto un respiro profondo e ho detto a me stesso: "Caro Martino, vivi più che puoi. Perché, una volta morto, non potrai più fare quello che facevi in vita."
Anche se sto male, cerco comunque di fare più o meno quello che facevo prima di scoprire la mia malattia: continuo a studiare e continuo ad andare in comune per spiegare i compiti ai ragazzini.
Oltre a ciò, tutti i sabati vado alla casa di riposo del mio quartiere. Faccio compagnia agli anziani e aiuto gli operatori a distribuire i pasti.
Giulia vuole che io molli il volontariato. Dice che in un momento come questo io dovrei pensare innanzitutto a me stesso e dice anche che non dovrei sprecare le poche energie che ho con attività particolarmente impegnative. Ma lei non capisce.
Non capisce che, proprio perché sto male, devo impegnarmi a donare questo frammento di vita che mi rimane agli altri.
Non capisce che io devo stringere i denti, farmi forza e andare avanti lo stesso.
Non capisce quanto mi costa ogni mattina alzarmi dal letto e imporre a me stesso di sorridere e di vivere il più intensamente possibile.
I nostri genitori sono distrutti. Li vedo spesso piangere, abbracciati l'uno all'altro.
E ogni giorno abbracciano me, e mi dicono: "Ti siamo vicini, non sai quanto ti amiamo. Sei il nostro ragazzo dal cuore d'oro."

Stasera io e Giulia abbiamo litigato di nuovo. 
Lei mi ha quasi urlato che sono un testardo e che non riesco ad accettare la mia malattia.
"Ah, quindi secondo te dedicare del tempo agli altri quando si ha il tempo contato vorrebbe dire non accettare di essere malati? Ti sei già dimenticata il carpe diem di Orazio?? E pensare che hai preso trenta in latino!! Brava, complimenti! Mi sembra che la memoria corta non sia mai stata un tuo difetto!" le ho urlato io a mia volta.
"Fiorellino mio, non voglio che tu te ne vada!" ha esclamato lei, per poi cadere in una crisi di pianto da brividi. 
A quel punto l'ho abbracciata, le ho accarezzato la schiena e le ho sussurrato: "Devo vivere il più possibile, Giulietta. Devo aggrapparmi con tutta la forza non soltanto ad ogni istante, ma anche ad ogni respiro che questa vita mi offre."
Non voglio vederla disperata. Non voglio che a causa del mio tumore lei perda il suo bel sorriso, luminoso come la luna piena.

Martino dona se stesso e non smette di farlo. Non so se l'avete capito, ma dona il suo cuore agli altri. E' ciò che tutti quanti dovremmo fare.

APRILE 2016:

9 APRILE 2016:
Oggi è il mio ventunesimo compleanno. Ho ricevuto un sacco di regali.
Mi sento debole, ma felice, anche se sono nel pieno delle chemio.
Sto perdendo quasi tutti i miei capelli ricci e scuri, eppure sono felice.
Stasera, io, Giulia e i miei genitori abbiamo fatto una specie di "cineforum di famiglia".
Abbiamo rivisto il film preferito di mia sorella, ovvero, "Into the Wild".
Io tenevo la testa appoggiata sulla spalla di mia madre.
Alla fine del film, ho detto:"Sapete cosa significa per me happiness is real when only shared ?
Che la mia gioia siete voi!"
Mia madre ha iniziato a piangere e a coprirmi di baci.
E' la verità, però. Non sono solo, no di certo. Ci sono loro in questo momento difficile, e loro tre soprattutto sono la mia forza. La mia grande famiglia unita!

... Soprattutto in momenti particolarmente difficili della vita.

MAGGIO 2016:

18 MAGGIO 2016: 
Oggi io e il Giova abbiamo studiato Diritto Commerciale insieme.
Vogliamo entrambi dare l'esame a giugno.
Quanto è buono il Giova! Spesso viene a casa mia per prestarmi gli appunti e aggiornarmi con i programmi d'esame. Io l'Università posso frequentarla saltuariamente.
Due ore. Due ore nel salotto del Giova, a ripetere i contenuti di diverse pagine di quel mega manualone che la prof. ci ha assegnato.
Non siamo mai stati così concentrati come stamattina.
"Martino... ti va di fare una passeggiata? O sei stanco per poterla fare?", mi ha chiesto il Giova. 
Io credo di aver fatto un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Abbiamo camminato per un po' tra le vie della città finché non siamo arrivati ai giardini pubblici.
Ci siamo seduti su una panchina.
Sono bellissimi i giardini a maggio: le rose fioriscono, l'erba è verde, sui ciliegi in fiore si posano gli uccellini...
Da quando sono malato osservo con più attenzione ciò che di bello e di positivo mi offre la vita.
La natura è meravigliosa, l'amore è meraviglioso. Ci sono due cose che nella vita non bisognerebbe mai perdere secondo me: l'amore per gli altri e la capacità di ammirare il Creato.
Non immaginate quanto sono riconoscente a Dio da un po' di tempo a questa parte, per avermi donato la forza di affrontare le grandi difficoltà che sto attraversando!
Ho ricominciato a frequentare la messa, come facevo quando ero bambino.
La mia carnagione è diventata decisamente più bianca e in testa sono calvo come un ultra sessantenne.
Tutte quelle lacrime di qualche mese fa... sento che mi hanno reso più forte, più maturo.
C'è una canzone di Mary J Blige che fa: "In each tear there's a lesson. Make you wiser than before, makes you stronger than you know. Each tear, bring you closer to your dreams. 
No mistake, no hearthbreak can take away what you meant to be..."

"Signore, tu mi scruti e mi conosci. (...) Ti sono note tutte le mie vie;
  la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta." (Salmo 138)

GIUGNO 2016:

Ho preso 27!
E anche Diritto Commerciale è andato ed è andato a meraviglia!!
Solo che dopo l'esame mi sono sentito talmente stanco...
Se stessi bene, organizzerei all'istante una mezza giornata al parco acquatico con i miei amici e con mia sorella ma ho soltanto voglia di andare a letto e di dormire.
Mi sono meritato quel voto, ho ricevuto una grande soddisfazione... peccato che io sia troppo stremato per poter festeggiare.
Quindi vado a letto e mi addormento subito.

Quando riapro gli occhi, vedo Giulia distesa accanto a me, profondamente addormentata.
Noto che tra le mani tiene un piccolo biglietto di carta. Con estrema delicatezza, glielo tolgo e leggo:
"Sei un ragazzo che vale più di tutto l'oro del mondo! Sei dolce e al contempo forte."
Sento che stanno per venirmi le lacrime agli occhi. E allora decido di darle un leggero bacio sulla fronte e le sussurro un "grazie", mentre lei sorride lieta, nel sonno.


La solidarietà dà la forza!


AGOSTO 2016:

Stanotte mi mancava il respiro. "Aiuto! Aiuto!", cercavo di gridare mentre ansimavo, preso dal terrore e dall'angoscia.
Mi sembrava di essere un gattino dentro una bacinella d'acqua che con le zampe cerca di raggiungere il bordo per poter uscire e per non annegare.

MI hanno portato in ospedale per un ricovero d'urgenza. Le mie condizioni sono peggiorate.
Il cancro si è esteso, vale a dire che ha fatto metastasi dappertutto e più rapidamente del previsto.
Le chemio non lo hanno arginato, ma sapevo che le speranze erano poche.
Sono malato in ogni cellula del corpo. Io sono il mio cancro.

... tutti hanno paura del buio!!! Indipendentemente dal fatto che si creda in Dio.

OTTOBRE 2016:

9 OTTOBRE 2016: 
Negli ultimi due mesi ho passato molto più tempo in ospedale che a casa. 
L'anno accademico sarebbe iniziato da quindici giorni, ma non sono assolutamente in condizioni di andarci, purtroppo. 
Mi imbottiscono di morfina per calmare i dolori. Sono quasi sempre sdraiato.
L'altro giorno Giorgio, Carlo e il Giova sono venuti a trovarmi.
La sorella del Giova ha deciso di sposarsi il prossimo anno. 
Peccato che io non ci sarò.

 16 OTTOBRE 2016:
Trascorro la maggior parte delle giornate dormendo. Vorrei tanto poter trovare la forza di alzarmi da questo letto d'ospedale e poter camminare, anche soltanto nel corridoio del reparto. Ma mi mancano le forze.
Anche oggi il Giova è venuto a trovarmi. E mi ha fatto una gran bella sorpresa: ha portato anche Chiara! Ma quanto è straordinario il mio migliore amico??
Per la prima volta ho avuto l'occasione di poter parlare faccia a faccia con la ragazza che mi piace da mesi. Il suo modo di porsi era pacato e gentile. Mi ha addirittura portato una piccola scatola di cioccolatini come regalo. E sembrava piuttosto triste per me.
Ad un certo punto ha bisbigliato: "Ma non è giusto che tu stia così male."
Allora io le ho preso le mani e le ho detto: "Chiara, non è questione di giustizia. Mi è accaduto e ho imparato ad accettarlo. E' stato molto difficile, ma ciò che più mi conforta è tutto l'amore che mi circonda."
A quel punto lei non è riuscita a trattenere le lacrime.
Quando il Giova è uscito dalla stanza con Chiara, poco prima di addormentarmi, ho pensato: "Probabilmente, se non mi fossi ammalato e se avessi avuto un po' di vita in più, una storia tra me e lei avrebbe funzionato."

26 OTTOBRE 2016:
Giulia ha passato il suo ventiquattresimo compleanno quasi tutto il giorno vicina a me, accanto al mio letto d'ospedale. Ha rinunciato a partecipare ad un seminario di archeologia per poter stare con me.
Lei è molto portata per le tipologie d'arte. Oltre a disegnare benissimo suona la chitarra altrettanto bene.
Oggi mi ha fatto un paio di regali, entrambi provenivano dalla sua strabiliante vena creativa.
Mi ha portato un ritratto: mi ha disegnato con i capelli, con la cravatta e una camicia a quadri.
Ha leggermente colorato di rosa i miei zigomi.
Ad ogni modo, quando le infermiere e i medici sono usciti dalla mia stanza, lei ha preso la chitarra e si è messa a cantare la nostra canzone preferita, "Tappeto di fragole" dei Modà.
"Eccoci qua... A guardare le nuvole, su un tappeto di fragole. Come si fa a spiegarti se mi agito e mi rendo ridicolo..."
Abbiamo cantato sottovoce, e alla fine della canzone mi è venuto da piangere.
A quel punto, Giulia si è alzata per abbracciarmi. La sua stretta era calda.
"Per favore, fiorellino mio, non dimenticarti di me quando te ne andrai per sempre.", mi ha sussurrato in un orecchio.
"Tu sarai sempre nel mio cuore. E anche mamma e papà", sono riuscito a dire tra i singhiozzi.
Ma quanto può essere dolorosamente bella la vita?

         "Una persona non muore mai finché il suo ricordo vive nell'animo di coloro che l'hanno veramente amata." Cit. Anna N., ottobre 2017
24 DICEMBRE 2016:

Da una settimana a questa parte mangio pochissimo. Sono circondato da macchinari che accompagnano i miei ultimi istanti di vita. Sono arrivato a capolinea.
Persino gli occhi fanno fatica a rimanere aperti.

Mi chiamo Martino, è la Vigilia di Natale e sto morendo.
Non sono nemmeno arrivato a compiere 22 anni, non potrò mai laurearmi, non potrò mai specializzarmi, non potrò mai iniziare a lavorare.

La mia vita è stata breve, maledettamente breve. Ma degna di essere vissuta.
Tra un po' chiuderò gli occhi per sempre e andrò in un posto meraviglioso, dove Dio mi accoglierà con un mega sorriso sulle labbra. 
A te, Dio dell'amore, offro questa mia piccola vita di ragazzo generoso.
 
Vola in cielo, piccolo grande angelo!

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Se state piangendo o ci siete vicini meglio per voi, perché vuol dire che almeno avete un cuore.
Ma non l'ho scritto per farvi piangere, se secondo voi l'ho reso abbastanza coinvolgente è perché so cosa significa avere qualcuno che ami che è malato di cancro.
Ho provato anch'io il dolore della perdita.
Ora non ho dolore dentro di me, diciamo che quando nella mia mente riaffiorano certi ricordi con persone che non ci sono più e che per me sono state significative, mescolo i sorrisi con qualche piccola lacrima che si ferma però alle palpebre.

Pochi giorni fa qualcuno mi ha detto che la morte fa parte della vita.
Non avrei mai immaginato che la mia mente, in seguito a questo discorso, potesse generare e dare vita a tutto ciò... davvero.
Però la morte provoca distacco da coloro che abbiamo amato. La morte ci impedisce di avere un contatto diretto con essi.
Eppure, ciò che da quelle persone abbiamo imparato, non verrà perduto mai!
Ecco in che modo anche la morte fa parte della vita: ci rende consapevoli del valore delle relazioni!


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