10 marzo 2020

La combinatorietà in Calvino:

L'ho scritto anche la scorsa settimana: questi per me sono giorni di intensa lettura!
(si sta a casa fino al 3 aprile compreso...)
Vorrei condividere qui sotto le mie riflessioni su un'opera di Calvino intitolata "Il castello dei destini incrociati".
Prima però parto da un paragrafo introduttivo.

DATE, EDIZIONI E PROGETTI:

Le edizioni di questo romanzo sono due: la prima, che è l'edizione Ricci del 1969, contiene soltanto Il castello dei destini incrociati, la seconda invece, del 1973, include anche La taverna dei destini incrociati.
Gli antefatti di entrambi sono identici: alcuni viandanti, dopo aver attraversato un bosco, giungono in un castello dotato di taverna. Condividono un pasto in silenzio, dal momento che hanno perduto l'uso della parola. Molti di loro cercano dunque di raccontare le loro storie attraverso delle carte, raffigurate ai lati di ogni pagina.
C' è comunque una differenza tra il Castello e la Taverna: nel primo, i tarocchi disegnati che appaiono nel testo, derivano dalle miniature eseguite da Bonifacio Bembo per i duchi di Milano nel XV° secolo.
Nella Taverna invece, il mazzo di tarocchi si richiama alle carte marsigliesi stampate nel 1761.

Calvino aveva progettato anche una terza opera simile al Castello e alla Taverna: Il motel dei destini incrociati, che era però rimasto soltanto un progetto. Quest'ultimo avrebbe dovuto avere un contenuto del genere: alcune persone scampate a una strage si rifugiano in un motel con dei libri a fumetti. Dato che nessuno di loro è più dotato della facoltà di parlare, le loro vicende di vita vengono raccontate indicando delle vignette.

LE MIE CONSIDERAZIONI E INTERPRETAZIONI:

A) CARATTERI DEL POST-MODERNO NEL CASTELLO:

- IL CAOS: Il labirinto è metafora del post-moderno. Non c'è ordine: i commensali, perduta la parola durante la traversata nel bosco, cercano di narrare agli altri la loro storia attraverso le miniature dei tarocchi. Ma, mentre qualcuno racconta il proprio vissuto posando delle carte in successione, anche altri simultaneamente lo fanno. Alcune carte inoltre, si incrociano con altre carte. Le storie, intrecciate da mani e menti umane, si confondono.
Potrebbe tutto ciò essere un'allusione all'attuale incapacità di ascoltarsi?

-CITAZIONI DEI CLASSICI: Tra le storie, vi sono anche quella dell'Orlando Furioso, quella di Astolfo che va sulla Luna a recuperare il senno di Orlando, quella di Elena di Troia e quella del cavaliere Perceval. Il post-moderno tende a richiamarsi al passato. Calvino ripesca alcune figure e vicende appartenenti alla tradizione epico-cavalleresca, che piace molto anche a me.
Voglio inoltre aggiungere che, nelle ultime storie della Taverna, c'è sia un recupero della tragedia antica e rinascimentale con le storie dell'Edipo re e di Lady Macbeth, sia un recupero dell'agiografia e dell'iconografia sacra tradizionale dei santi, visto che Calvino, attraverso le carte, ricostruisce sia la storia di San Giorgio che quella di San Girolamo.

-SENSO PLURIMO: Raramente un tarocco è portatore di un solo significato. Molte carte, a seconda della storia a cui appartengono, acquisiscono simbologie e valenze diverse. Ad esempio, la carta "Il mondo" richiama alla città di Parigi in Astolfo, alla città di Troia nel racconto di Elena. 
Aggiungiamo inoltre il fatto che alcune interpretazioni di chi osserva rimangono delle incognite: ad esempio, la carta che raffigura un bambino che regge un sole tra le mani e ai cui piedi c'è un mantello, che significato esatto porta nella storia dell'ingrato punito? (la prima storia del Castello dei destini incrociati).
Sta a significare che un fanciullo, durante il banchetto nuziale, ha strappato il mantello al cavaliere ed è corso via? Oppure vuole forse alludere al fatto che un fanciullo annuncia al cavaliere qualcosa di molto importante e gli fa notare di aver dimenticato il mantello nel bosco? O semplicemente, vuole aggiungere un particolare semplice, del tipo: "era una bella giornata di sole"?

TAROCCHI VISCONTEI
B)SIMBOLOGIE DI ALCUNE CARTE E DEL LUOGO DEL BOSCO:

- IL BOSCO: Il bosco, sia nel Castello che nella Taverna, è rievocato (silenziosamente!) attraverso i tarocchi di bastoni, ad indicare che è folto. 
In alcune storie, il bosco è simbolo di violenza e di morte: nel Castello, le Furie straziano nel bosco l'ingrato del primo racconto, sempre nel Castello, la sposa dannata viene sottratta al cavaliere durante il loro amplesso (lei si rivela cadavere ed è in realtà fidanzata con Belzebù) mentre invece nella Taverna, la gigantessa nel bosco uccide un brigante che sta torturando un cavaliere già appeso a testa in giù.

-BASTONI: Le carte di bastoni sono spesso simbolo di fitta boscaglia o di un bivio (il due di bastoni nel racconto dell'indeciso).

-COPPE: Simbolo di banchetto nuziale (nell'ingrato punito e nella vicenda di Elena di Troia), di operazioni di alchimisti, di amore e desiderio sessuale (il sei di coppe nella sposa dannata), di saggezza (simbolo che compare però soltanto nella storia del ladro di tombe).

-DENARI: Sovente simbolo di ricchezza e di oggetti preziosi.

-SPADE: Figure che coincidono pienamente con il mondo cavalleresco e le azioni ad esso inerenti: duelli, omicidi, battaglie, forza.

TAROCCHI MARSIGLIESI

C) INSEGNAMENTO CHE SI POTREBBE TRARRE DALLA STORIA "L'ALCHIMISTA CHE VENDETTE L'ANIMA":

Sin da giovanissimo, il protagonista aveva dimostrato passione per la manipolazione degli elementi (simboleggiati dalla carta del Re di coppe e dalla carta della fonte). Una strega (carta corrispondente: la Papessa), gli predice che diverrà l'uomo più potente del mondo. 
E poi avviene un patto mefistofelico tra l'alchimista e il Diavolo (rappresentato dalla carta del bagatto): il demonio dona all'uomo la ricchezza e la capacità di trasformare in oro tutto il trasformabile, ma l'alchimista gli vende la propria anima.
Viene allora edificata la Città dell'oro, protetta da guardie all'ingresso, che non vogliono far entrare una fanciulla portatrice d'acqua, che sentenzia: "Ho paura che voi (voi che vivete nella Città dell'oro) non abbiate anima da dare al Diavolo".
E' un richiamo alla ricchezza che disumanizza e che fa perdere quello che sarebbe il vero senso della vita? 

D) PARALLELISMO FRA "IL LADRO DI TOMBE" E LA NOVELLA DI ANDREUCCIO DA PERUGIA DI BOCCACCIO:

In entrambi i racconti c'è il tema del furto all'interno della tomba di un personaggio importante del mondo ecclesiastico.
Però c'è una differenza sostanziale: in Calvino, il ladro di tombe, rappresentato dalla carta del fante di denari, si trova in un cimitero all'aperto a commettere in furto. In Boccaccio, Andreuccio e altri due ladri si recano, in piena notte, all'interno di una chiesa di Napoli per rubare dei gioielli dalla tomba dell'Arcivescovo. C'è in effetti l'atto del "calarsi nella tomba" da parte di Andreuccio per sfilare l'anello prezioso al defunto.


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Sinceramente... fino al 3 aprile è lunga!
Vorrei consigliare caldamente a tutti quanti innanzitutto di rispettare le norme imposte dal nostro premier (abbiamo un premier serio e intelligente?! Non mi dite!! Ma era ora!) e di sfruttare queste tre settimane di reclusione domiciliare come un'occasione per dedicarvi ad attività creative (vi suggerisco ad esempio: scrivete di voi stessi.  Non sui social, ma con carta e penna, off-line. Inventatevi dei piccoli racconti se volete, scrivete come vi sentite dato che la vostra, le nostre vite sono state abbastanza stravolte da questo virus piuttosto pericoloso... Fa bene a tutti scrivere, al di là delle personali capacità di scrittura e al di là del livello di ciascuno di maturazione linguistico-espressiva. Ma mica dovete avere tutti il mio talento! Scrivete per puro esercizio di introspezione, scrivete dei vostri affetti, dei vostri sogni...).

E... io inizio a sperare. Spererei che questo Coronavirus, una volta diminuito il contagio e una volta lontani dal picco, insegni a noi giovani prima di tutto dei modi alternativi di aggregazione, ovvero, delle alternative a discoteche e a "binge drinking" (che uccidono il cervello) e poi, che faccia capire a quella fascia della popolazione tra i 20 e i 30, che la falsità nei rapporti umani è deleteria, immorale. 
Siamo, parlando in generale, dei giovani piuttosto ipocriti e arroganti. Ora che questo virus contagioso ci induce a evitare i contatti fisici e i gesti d'affetto, vorrei che, alla fine di tutto quanto, un po' tutti noi, ma soprattutto i giovani, risentissero la mancanza di calore umano e riscoprissero che l'essere autentici è l'unica via che porta ad uno stile di vita basato sull'onestà, sulla sincerità e sull'altruismo, oltre che sulla costruzione continua della propria identità.

E poi, ultimo ma non meno importante: a me dispiace molto per i lombardi... cioè, tutti gli italiani ora come ora sono in difficoltà, ma loro più degli altri per numero di contagi e di  pazienti in terapia intensiva. L'ho detto che mi dispiace ma chissà che, una volta lontana dal picco, la regione Lombardia non impari a tenere un po' meglio treni e stazioni ferroviarie. Per le esperienze che ho avuto, mi risulta difficile immaginare ambienti più sporchi delle stazioni lombarde e dei regionali Lombardia.  Non voglio nemmeno descrivere la sporcizia delle periferie di Brescia e di Milano, tanto l'ho accennato nel post scorso, dedicato alle meraviglie d'Italia. Anche il livello di igiene incide sulla diffusione di malattie infettive.
(incredibile no? La regione più ricca d'Italia ha soldi per costruire abitazioni e centri commerciali anche laddove non è così necessario, però non si cura di ciò che ha già).
Mi auguro comunque che, una volta terminato il periodo del Coronavirus, gli italiani di tutte le regioni promuovano più iniziative educativo-ambientali volte a sensibilizzare i ragazzi alla cura, al rispetto e alla pulizia di litorali, sentieri in montagna e rive dei fiumi... E infine, mi auguro che tutti gli italiani, in questo momento difficile, maturino moralmente: capiscano l'importanza del senso civico, l'importanza di sentirsi comunità, la necessità di arginare questo virus per poter ritornare ad una vita normale e sociale.


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