16 giugno 2020

"La felicità familiare", Lev Tolstoj (parte prima)

Un romanzo che tutti i giovani dovrebbero leggere


Vi ho qui riportato un'edizione la cui copertina raffigura una ragazza poco più che adolescente. La protagonista di quest'opera di Tolstoj si chiama Marja Aleksàndrovna. Il tempo del romanzo è di circa 6 anni: dai 17 ai 23 anni anagrafici della ragazza.
E' un romanzo composto da due parti e, per darvi un'idea chiara dei contenuti e delle tematiche, mi piacerebbe riassumerlo e commentarlo capitolo per capitolo. E non in un unico post, bensì in due (uno stasera e l'altro o venerdì o sabato). 
Ah... preciso che è stato uno dei libri che ho letto e divorato quando eravamo ancora in fase 1, quindi sto parlando più o meno della fine di aprile.

PARTE PRIMA:

Capitolo 1= Marja Aleksàndrovna è una ragazza medio-borghese della Russia del XIX° secolo. Ha appena perduto la madre, per questo si sente triste e sola. Per gran parte della stagione invernale non ha contatti con il mondo esterno alla sua residenza in campagna. 
In questa grande malinconia però, lei trova dei momenti in cui fantastica sul suo "eroe ideale d'amore". Più che altro, come diverse adolescenti occidentali dei nostri giorni, sogna il suo tipo di ragazzo ideale soprattutto per quel che riguarda delle caratteristiche fisiche: sottile, scarno, pallido.
E qui, permettetemi di percorrere in maniera sintetica la letteratura d'amore latina, mediolatina e un po' anche italiana (sono fresca d'esami!): per Catullo, il pallore di una donna non è una qualità di bellezza eccellente:

CATULLO, INCIPIT DEL CARMEN 86:

Quintia formosa est multis
mihi candida, longa, recta est:
haec ego sic singula confiteor.

Quinzia è ritenuta bellissima da molti,
per me è soltanto pallida, alta e diritta:
io riconosco solo queste singole cose (=caratteristiche).

(Eh già, Valerio... Lesbia le superava tutte, anche se... alla fine ti ha dato proprio una brutta botta!).

CARMEN BURANUS 180:

Sapete come finisce questo? ut eius virginea reserassem vincula... 
Se non conoscete la lingua, in questo caso, meglio per voi!
Ad ogni modo, in una delle strofe di questo componimento, si dice, riferito alle caratteristiche della pulchritudo (=della bellezza) dell'amata: candor cum rubedine. Nel volto della ragazza si mescolano pallore e rossore.
Per il canone di bellezza fisica medievale il pallore del volto diviene elemento essenziale.

GUINIZZELLI, "VEDUT' HO LA LUCENTE STELLA DIANA":

Al verso 5, dice: viso de neve, nel descrivere la straordinaria e sovrumana bellezza dell'amata. In una parafrasi la si rende con una similitudine: viso bianco come la neve. 


Il motivo del pallore indicante la bellezza fisica ricorre anche in età moderna.

GIAMBATTISTA MARINO, MADRIGALE "PALLIDETTO MIO SOLE":

Pallidetto mio sole,
a i tuoi dolci pallori
perde l'alba vermiglia i suoi colori.
Pallidetta mia morte,
a le tue dolci e pallide viole
la porpora amorosa
perde, vinta, la rosa.
Oh, piaccia a la mia sorte
che dolce teco impallidisca anch'io,
pallidetto amor mio!

La donna pallida è più bella dell'alba. Quel pallidetta mia morte si riferisce ad un sentimento passionale che a momenti fa angosciare il poeta, che sperimenta appunto la maladìe d'amour.

Però c'è una differenza sostanziale: tutti questi poeti attribuiscono il pallore ad una figura femminile, la Marja di Tolstoj invece ad un ragazzo ideale, per cui, al sesso opposto.
Come termina questo capitolo? Con l'improvviso e inaspettato arrivo di Serghjei, un uomo, non un ragazzo, tenetevelo bene in mente anche per la parte due, un uomo di ben 36 anni, che non vede Marja da molti anni. Era il suo tutore tempo prima. 
Sin dall'inizio lo stesso autore lo descrive come un uomo di buon carattere, gioviale ma anche sensibile e preoccupato per l'intensa malinconia della ragazza. 
Uno dei "motti" di vita di Serghjei è: vivere si deve per essere felici.
Ma cos'è la felicità per voi? La si raggiunge pienamente quando si trova il vero amore? Oppure, come io tendo ancora a pensare (ma non voglio influenzare nessuno), è un bene pressoché irraggiungibile?

Capitolo 2= Arriva l'estate; e le visite di Serghjei a Marja si fanno sempre più frequenti. Lei cambia umore: al vederlo, le si rinnovano le speranze per l'avvenire. Riprende a leggere e a suonare il piano.
Ad un certo punto del capitolo lei afferma: Sapevo ch'egli mi amava.
E anche lei se ne innamora (Ogni pensiero era un pensiero per lui)
Agli inizi della frequentazione il loro risulta un amore strano, per certi aspetti abbastanza simile alle mie tre finora storie a metà tra amicizia e affetto vero (la quarta possibilmente dev'essere definitiva e per tutta la vita).
Cosa lo rende strano?
Allora... Di molto positivo in questa relazione (come anche nelle mie fino a prima del lockdown) c'è che loro due parlano molto; e di argomenti culturali (letteratura, musica, poesia). Nel mio caso, visto che appartengo al XXI° secolo, si aggiungevano anche cinema, teatro e fantascienza. Non si tratta certo di ciò che vediamo e vedete nei telefilm di adesso o comunque in diverse relazioni di adesso: ci si conosce una sera e si va a letto immediatamente. 
Parlarsi e ascoltarsi. 
E' così che ci si conosce, che ci si capisce. 
C'è rispetto, almeno questo. E anch'io ho avuto rispetto.
Ma qual'è il punto debole di questo amore? Il fatto che lei inizi a idealizzare Serghjei come il miglior uomo che esista sulla faccia della terra e, anche se lo conosce ancora poco, a sognare (ad occhi aperti e nelle sue passeggiate vespertine) un matrimonio romantico. Oh ecco... altro aspetto in comune con me: con la mente questa ragazza corre troppo. Eh ma... alla fine abbiamo imparato qualcosa entrambe... ve lo assicuro.
Sento che sarei un pochino diversa ora se dovesse accadere... Sarei un po' più realista e un po' più pacata, più sincera, meno "tra le nuvole".
Nell'amore non c'è solo il romanticismo e il continuare a vedere l'altro come un essere paradisiaco e angelicato a cui dedicare le poesie più dolci fatte di metafore attinenti al mondo delle meraviglie naturali.

Capitolo 3= Il terzo capitolo di questa prima sezione è per lo più costituito da un delizioso notturno d'estate. La luna risulta argentea agli occhi dei due innamorati che la contemplano passeggiando lungo i sentieri di campagna. Sapete cosa mi ha colpito qui in particolare? L'espressione la luna pende. Anche in Tolstoj c'è dell'intertestualità inconsapevole con altre letterature europee antiche e moderne.

LEOPARDI, "LA SERA DEL DI' DI FESTA":

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna.



LEOPARDI, "ALLA LUNA":

O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l'anno, sovra questo colle
io venia pien d'angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari.

Passiamo infine ad una citazione del Novecento

ZANZOTTO, "SERICA":

Schiava d’altre stagioni
e della notte caverna di fango
cadde la luna; (...)

"Serica" è una poesia dedicata alla coltivazione del baco da seta nelle mezze stagioni nella zona dell'alto trevigiano.
Credo sia una delle poesie preferite del professor Sandrini, il mio docente di letteratura italiana del Novecento.
A spiegarcela ci ha messo ancora più passione del solito.
Sappiatelo: alla magistrale di Lettere di Verona "Letteratura italiana moderna e contemporanea" e "Poesia italiana del Novecento" sono corsi (uno caratterizzante e l'altro integrativo) tenuti dalla stessa gran persona.
...Spiega le poesie di Zanzotto e gli viene da piangere... legge in aula alcuni passi di Slataper e si commuove... legge e commenta Buzzati riuscendo a farci immaginare ad occhi aperti i contenuti delle opere di questo autore.
Il professor Sandrini è davvero un signore. Potrebbe essere mio padre, potrebbe avermi avuta intorno ai suoi 35 anni.
Senza nulla togliere a tutti gli altri. All'Università sono stata davvero fortunata, per via di conoscenze con il corpo docenti.
Ad ogni modo, in questo terzo capitolo, avviene il fidanzamento ufficiale tra Marja e Serghjei, con promessa di matrimonio.

Capitolo 4: Emerge la sensibilità religiosa (a mio avviso un pochino esagerata!) di Marja.
Però anch'io fino a circa un annetto e mezzo ero così: mi piaceva stare in chiesa da sola anche una mezz'ora (prima di prendere l'autobus che mi portava in facoltà in città ad esempio). Stare in chiesa mi faceva stare bene, più in pace con me stessa.
Ultimamente questa spiritualità un po' l'ho persa. 
Cioè... lo sapete anche voi lettori: il don con me non si è comportato bene, per una serie di motivi, e gli altri ragazzi... non ci mettono molto a "tagliarmi fuori"... Cioè, non mi hanno nemmeno coinvolta per la realizzazione del video sulla Pasqua. Sembra una sciocchezza per chi non l'ha vissuta sulla propria pelle, per me è una prova ulteriore del fatto che purtroppo non mi vogliono bene. Ma faccio così schifo io dal punto di vista umano per loro? Non merito proprio nulla? 
Ho dei lati del carattere da migliorare, l'ho sempre riconosciuto, anche di fronte a loro. Però non mi sembra di essere così scadente dal punto di vista umano, così scadente da meritare l'esclusione (come quando ero in classe al liceo). 
Ah... tornando al romanzo, notate una cosa, che era consuetudine presso la borghesia e l'aristocrazia non soltanto russa ma anche europea e nord-americana: fino al matrimonio, i due fidanzati sono "purissimi": non si scambiano nemmeno un bacio.
Non sto dicendo che condivido un modo così casto di vivere un sentimento così forte, forse, il più forte che esista se è vero e autentico. Lo sottolineo soltanto per marcare il profondo cambiamento avvenuto nelle relazioni affettive da 150 anni a questa parte.

Capitolo 5= La prima parte termina con la celebrazione del matrimonio tra Serghjei e Marja. 



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