24 dicembre 2020

"Lettera all'anno che verrà":

Stasera non sono esattamente dello spirito giusto per poter  scrivere un post sulle bellissime poesie di Elisa Kidané. Ma ci sarà sempre tempo per poterle trattare prossimamente. 
Dunque ho scritto solo quello che mi sentivo di scrivere.
Quello che più spesso ho provato in questi giorni, causa annuncio di un nuovo lockdown nazionale, è stato nervosismo e avvilimento.
Molti occidentali non vogliono ammetterlo, ma Cina, Corea del Sud, Giappone e Australia sono cinque spanne più avanti a noi europei: da quelle parti la pandemia non è finita, ma si riesce a conviverci e a vivere una vita abbastanza normale perché i governi hanno imposto e adottato provvedimenti e misure efficaci, molto più delle nostre: pensate alla Corea del Sud con il suo efficiente sistema di tracciamento dei contagi o anche all'Australia, che per 7 mesi ha consentito ai cittadini di uscire soltanto per motivi di lavoro e di salute, ma al contempo li ha supportati concretamente fornendo loro  aiuti economici.
Meglio che l'infelice combriccola europea Conte, Merkel, Macron, Von der Leyen, Sanchez se ne vada tutta a casa il 7 gennaio, perché, di fronte ad un nuovo virus, sa solo aprire e chiudere, richiudere e riaprire, e avanti così, senza curarsi di dare aiuti ai cittadini che si impoveriscono sempre di più, senza pensare a dei piani per aumentare lo stipendio a infermieri e operatori sanitari, senza la volontà di assumere più medici e di regolare i mezzi di trasporto pubblico e senza il minimo interesse di poter garantire ai ragazzi il sacrosanto diritto  andare a scuola! 
Il mio gatto avrebbe molto più senso politico di tutti loro!


LETTERA ALL'ANNO CHE VERRA':

Colline veronesi, 24 /12/'20.
Richieste e riassunto dell'anno complicato appena trascorso

Caro 2021,
mi piacerebbe che tu fossi un anno ricco di soddisfazioni e di esperienze, non soltanto per me, ma per tutti coloro a cui voglio bene e per l'umanità intera.
Per me è abbastanza probabile che lo sarai: quest'estate conseguirò anche il titolo magistrale e poi inizierò le mie prime esperienze dall'altra parte della cattedra, spero e mi auguro, davanti a un gruppo di adolescenti con la fame di bellezza negli occhi e non davanti allo schermo di un computer! Mi impegnerò a rendere la grammatica simile ad un gioco e la letteratura uno spunto per la vita.

Naturalmente spero che garantirai a tutti i miei familiari e a tutti i miei nuovi amici salute, tenacia e serenità, oltre alla speranza di poter costruire un mondo migliore dopo questa pandemia, un mondo un po' più solidale, un po' meno inquinato. Un mondo in cui gli accordi climatici e commerciali siano considerati molto più convenienti e molto più salutari delle guerre.

Vorrei che, nell'anno che sta per venire, Simone trovasse lavoro. Ma non un lavoro qualsiasi: intendo il lavoro per cui ha studiato fino a non molto tempo fa. Vorrei che potesse trovare un luogo di lavoro onesto e non coordinato da sfruttatori senza scrupoli. Forse tu, ignoto 2021, ancora non lo sai, ma a volte penso che per questo ragazzo sarei disposta a cavarmi gli occhi e a donarglieli. Se tenesse sempre i miei occhi a portata di mano forse potrebbe comprendere meglio tutta la positività del suo mondo interiore, forse capirebbe di avere sì la fragilità di un petalo di rosa ma anche la forza di un alto monte sul quale si riflettono i raggi del sole all'alba e al tramonto.

Caro 2021, dona a Benedicta, una mia ormai cara amica, la forza necessaria, per potersi mantenere per tutta la vita così com'è ora: semplice, genuina, generosa, discreta, a dispetto dei cretini che la deridono e la emarginano.

E poi, caro 2021, devi anche fare in modo che Don Marco, durante i tuoi 12 mesi, non solo stia bene e ci stia vicino, ma anche che possa organizzare qualche uscita e alcune iniziative formative e d'avventura. E' stato così mite e accogliente con me... !!

Molti ritengono il 2020 un "anno rubato alla vita", o peggio, "l'anno di emme". 
Sai, sconosciuto 2021, è dalla fine di novembre che la gente sussurra, posta e scrive a proposito di te: "Se fossi nel 2021 avrei un'ansia da prestazione pazzesca".
Eh sì... oggi, 24 dicembre 2020, il mondo è completamente diverso da com'era il 24 dicembre 2019: pandemia, crisi economica globale, competizione tecno-commerciale fra Cina e Stati Uniti, nuove guerre e nuove dittature in Africa, oltre ovviamente anche ad un cambiamento di stile di vita per tutti, visto che le nostre esistenze sono divenute ancora più precarie e incerte, visto che siamo costretti a coprire i sorrisi e parte della mimica facciale con le mascherine, visto che il cinema, il teatro, il mondo letterario, il mondo dello sport, le biblioteche, le scuole (superiori) e le università sono rimasti inaccessibili per gran parte dell'anno. 
Tu, 2021, forse non immagini quanto sia triste rinunciare ai gesti d'affetto e forse non immagini nemmeno quanto sia strano, qualche rara volta, abbracciarsi indossando le mascherine.

Però per me questo anno che si sta concludendo non è stato soltanto negativo: durante il primo lockdown nazionale (marzo-aprile), oltre a studiare a casa, come tutti i miei coetanei o quasi coetanei, ho anche letto molto e volentieri. E sai, 2021, ha ragione chi dice che chi legge vive non soltanto la propria vita ma anche le vite dei personaggi di cui si narra nei racconti e nei romanzi.  
Ho ripreso a scrivere racconti e poesie, dopo due anni che non  scrivevo più né gli uni né le altre, anche per il fatto che la stesura del mio libro mi aveva impegnata parecchio.
Poi è arrivata l'estate. E l'estate 2020 mi ha regalato una seconda famiglia: non siamo soltanto un gruppo di amici. Siamo dei giovani che sanno collaborare, che si sostengono gli uni con gli altri.
Per me, questi tre mesi estivi sono stati mesi felici, anche se certamente vissuti nell'impegno per il rispetto delle regole .
Nei mesi più caldi la situazione sanitaria era notevolmente migliorata, ma ha subito una ricaduta già a inizio autunno. 

Caro 2021, purtroppo il tuo predecessore, cioè il 2020, ci ha fatto prendere dei notevoli spaventi: l'arrivo di un nuovo virus molto contagioso, la competizione divenuta più aspra e più evidente fra Russia, Cina e Stati Uniti, la diffusione via web di tutte le congetture di complottisti e negazionisti del Covid-19, le restrizioni che, in certi periodi dell'anno, come ad esempio adesso, hanno fatto temporaneamente diventare l'Italia e altri stati degli stati di polizia per far fronte ad un'emergenza sanitaria grave e ad un virus che esiste eccome! 
In certi giorni ho pianto nel vedere immagini di ospedali strapieni, di reparti di terapie semi-intensive strapiene.
Il 2020 ha rafforzato la mia empatia per il prossimo: mentre ero e sono chiusa in casa ho pensato e penso a situazioni dure e reali che in questo momento non sto vivendo io. Ho pensato molto all'enorme travaglio e all'indicibile sofferenza di famiglie di bambini e adolescenti alle prese con la lotta contro qualche brutta malattia, ho pensato a tutte quelle dolorose vite di persone anziane sole, isolate, con i parenti e i figli molto lontani (qui forse i "Sillabari" di Parise mi hanno aiutata un po'!) e ho riflettuto sul fatto che una vita senza relazioni è come un albero in pieno inverno: senza foglie, secco, con i rami protesi verso un cielo quasi sempre grigio e freddo.

Caro 2021, lo vorresti un consiglio da me?! Non farti venire l'ansia da prestazione. Quella, te lo dico per esperienza personale, guasta tutto. Cioè, nel mio caso non ha mai guastato le valutazioni scolastico-accademiche, ma casomai ha guastato la mia autostima, a volte anche i rapporti con i docenti e la bellezza di riferire ciò che con impegno si è studiato.
Niente ansia da prestazione! Semmai, il 1 gennaio, regalaci una bella, tersa, limpida giornata di sole: fai in modo che il tuo primo giorno inizi con una dolce alba avvolta in una sottile nebbiolina e termini con un tramonto che sappia dipingere bene, nel cielo blu, dei riflessi rosei e arancioni. Già soltanto questo sarebbe un motivo in più, oltre all'arrivo delle prime dosi di vaccino anti Covid, per sperare in un  mondo migliore e soprattutto, in un anno migliore o meglio, meno difficile di quello appena trascorso.

Preparati!
A prestissimo, Anna 



 

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